Idiozia bipartisan: via il canone, ma solo al nonnino.

/ Articolo / Idiozia bipartisan: via il canone, ma solo al nonnino.
  • Condividi
Con un emendamento presentato da Filippo Berselli di Alleanza Nazionale e da Sergio Zavoli del Partito democratico, la Camera ha abolito il canone Rai per coloro che hanno più di 75 anni e percepiscono la pensione minima. È veramente deprimente vedere come le proposte più assurde riescano a ottenere un così vasto consenso tra i nostri parlamentari. Noi, imperterriti, ripetiamo un'altra volta a voce alta che c'è una sola soluzione seria: vendere la Rai, abolire il canone.

Non sono riuscito a trovare sulla stampa alcuna giustificazione del bizzarro emendamento con cui è stato abolito il canone per gli ultrasettantacinquenni percettori di pensione minima. In tutta onestà, non vedo come sia difendibile da una persona con un minimo di senno. L'unica cosa buona che si può dire del provvedimento è che, per una volta tanto, i nostri parlamentari hanno soddisfatto la loro ansia di raccogliere simpatie in qualche sottogruppo della popolazione tagliando una tassa anziché erogando un sussidio. Detto questo, il provvedimento, per quanto relativamente poco importante, è veramente rappresentativo del modo terrificante in cui ragionano i nostri politici e della loro incapacità di affrontare in modo minimamente serio i problemi che dicono di voler risolvere.

Primo, come al solito la diminuzione della tassa non si accompagna ad alcuna diminuzione della spesa. Al contrario, il dibattito nei giorni precedenti si è incentrato sull'opportunità di eliminare i tetti ai compensi Rai. La misura, da quel che ho capito, è ancora in discussione. Ma anche se restasse il tetto si può sempre contare su qualche intervento ex post, come quello con cui nel marzo scorso il ministo Nicolais salvò il Festival di Sanremo. La quantificazione finanziaria dell'onere per lo stato di questo emendamento non è stata ancora definito, ma da nessuna parte di parla di finanziarlo riducendo la spesa Rai.

Secondo, il provvedimento è quasi comico per come discrimina senza nessuna logica. Perché il settantacinquenne si e il settantaquattrenne no? Perché il pensionato al minimo si e il disoccupato no? Se si voleva fare un intervento redistributivo a favore dei poveri allora bisognava come minimo non mettere limiti di età (e magari considerare rendite finanziarie e ricchezza, ma questo è un discorso che ci porta troppo lontano). Se invece si voleva fare il solito intervento gerontocratico esclusivamente a favore degli anziani, allora perché limitarsi agli ultrasettantacinquenni percettori di pensione minima?

Terzo, siccome evidentemente il provvedimento sembrava troppo semplice si è provveduto a introdurre altre misure per complicarlo. A quanto pare, il canone si elimina solo per il televisore della prima casa, non per la seconda e successive. Questo, almeno, rende chiaro che non è la lotta alla povertà quello che si ha in mente. Altrimenti, posso solo supporre, non si ridurrebbero selettivamente le tasse a gente che ha più di una casa.

Che dire? È sconsolante. Ma visto che ci siamo, ribadiamo un po' di cose ovvie.

Cosa ovvia No. 1, è ormai da tempo immemore che la Rai non svolge alcun servizio pubblico. Le sue due funzioni principali sembrano essere 1) produrre informazione distorta a favore dei governanti di turno e, 2), permettere ai membri maschili della casta di discettare amabilmente sulla collocazione di signorine che possono o meno essere 'porcelledoc'. La privatizzazione dell'azienda non comporterebbe alcuna riduzione di servizi per il pubblico, anche se lascerebbe a piedi un bel po' di pennivendoli ed in bianco almeno altrettanti vecchi maiali.

Cosa ovvia No. 2, il canone è una delle tasse più odiose immaginabili. È sostanzialmente una tassa capitaria, ossia una tassa a importo fisso indipendente dalla capacità contributiva. L'unico modo legale di evitarla è non comprare la televisione, ossia un bene che viene consumato principalmente da persone a basso reddito (chi ha più soldi trova facilmente cose più divertenti da fare). È anche una tassa di una certa consistenza, nel 2007 ammontava a 104 euro. Per dare un'idea dell'ordine di grandezza, il sussidio agli incapienti che il governo ha sbandierato come importante elemento di lotta alla povertà è di 150 euro.

Cosa ovvia No. 3, il canone si paga in alcune zone del paese e in altre no. I dati sulla densità di abbonamenti Rai ci dicono che a Bari il 79,68% delle famiglie paga il canone, mentre a Napoli la percentuale è il 44,32. Spero nessuno sia così fesso da credere che a Napoli il televisore è un bene molto meno diffuso che a Bari.

È molto facile rimediare a questa situazione. Basta vendere la Rai e abolire il canone. L'operazione non costerebbe nulla allo stato, e c'è anche il caso che ci scappi qualche soldino. L'operazione inoltre sarebbe decisamente progressiva, visto che la tassa che si elimina è capitaria. Infine, il provvedimento eliminerebbe ingiuste disparità regionali dovute al grado differente di evasione. Con un po' di fortuna (ma non contiamoci troppo, bisognerebbe fare un po' di antitrust serio) potrebbe perfino aumentare il pluralismo e la qualità dell'informazione. Se esiste un qualche parlamentare onesto e di buon senso, per favore batta un colpo.

Indietro

Commenti

Ci sono 10 commenti

sillogismi ineccepibili, purtroppo. come non riflettere sulla mancanza di onestà intellettuale da parte di chi ci governa? non so se sia peggio questo o la mancanza di buon senso. in ogni caso il risultato per chi sta a guardare (e a pagare) non cambia.

una nota: qualcuno ritiene possibile o utile una riconversione (previa smantellamento e cessione del suo, diciamo, 70%) della RAI a servizio pubblico "reale"?

 

temo che la riconversione auspicata da gabriele paolacci non sia né possibile né utile: sull'utile, basta vedere l'attuale condizione di BBC, che è più o meno quanto ci sia di più vicino a un servizio pubblico "reale"; sul possibile, si accomodi chi crede che RAI sia riformabile solo perché sarebbe razionale farlo.

Se è possibile dare una definizione di servizio pubblico questo può anche essere affidato per mezzo di una regolare gara d'appalto.

Ci sarebbe chiarezza nei costi e nella qualità del servizio. 

Quindi la Rai  attuale non ha nessuna utilità reale.

 

E' impossibile non essere d'accordo con Sandro. Tra l'altro il canone è una tassa superata dalla tecnologia, dato che è legato ad una immagine della famiglia italiana anni 50, col televisore in bella mostra al centro del salotto. Oggi qualsiasi computer portatile può essere anche uno schermo televisivo e quindi io potrei tranquillamente e legalmente evadere la tassa, dimostrando ad un eventuale controllo di non avere alcun televisore, mo solo il compupter col quale sto scrivendo.

L'abolizione del canone sarebbe una delle riforme di forte impatto per il governo (per qualsiasi governo) e troverebbe minimi oppositori tra i comuni cittadini

La soluzione logica sarebbe mettere due canali RAI sul mercato, facendo dimagrire contemporaneamente MEDIASET.

Potrebbe rimanere un unico canale di servizio pubblico, pagato non dal canone, ma - credo esista anche  una vecchia proposta in tal senso - da un contributo sui contratti pubblicitari. Naturalmente l'amministrazione del residuo servizio pubblico non dovrebbe essere rimessa al potere politico, ma si potrebbe pensare ad una fondazione neutrale, soggetta a rigido controllo contabile (magari degli stessi pubblicitari, visto che sarebbero loro a pagare).

Naturalmente la RAI non sarà mai smantellata, dato che serve sia ai politici di turno, che anche a Berlusconi, consentendogli il mantenimento dello status quo e quindi di non fargli toccare le sue rtelevisioni da una vera concorrenza. 

 

 

Sulla possibilità di non pagare il canone se si ha solo un computer c'è un piccolo problema : il regio decreto-legge 21

febbraio 1938, n. 246dice letteralmente"Chiunque

detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle

radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento" quindi anche un computer!

 

Cosa ovvia 1. Quoto Sandro Brusco integralmente, ma non trovo affatto sorprendente che la Rai non svolga alcun servizio pubblico - a meno che non chiamiamo "pubblico" il servizio di cagnolino di compagnia ai partiti. Il fatto è che si può vivere tranquillamente senza servizio pubblico radiotelevisivo: l'informazione prodotta da Mediaset e Sky non è di qualità inferiore a quella della Rai. Trovo ancora meno ovvio che si possa conseguire un buon "servizio pubblico" privatizzando e appaltando (=non è impossibile, ma non è automatico) e in Italia la probabilità che privatizzare significhi semplicemente sottrarsi a qualsiasi forma di vigilanza e controllo, anche a quella scalcagnata attuale, è molto elevata. Allora meglio Mediaset e Sky, senza tanti appalti. Anzi, che aspettiamo a migliorare l'offerta di Sky affiancandole finalmente una concorrente?

Se "servizio pubblico" significa invece "copertura adeguata del segnale a livello territoriale", "adeguata qualità tecnica del segnale" - vogliamo aggiungere "assenza di pubblicità esplicita" o è troppo ambizioso? - senza pretese di "obiettività", ecco che il concetto di "servizio pubblico" esce dalla farsa cui l'ha ridotta la nostra cultura illiberale e diventa qualcosa di economicamente sensato (e verificabile).

Cosa ovvia 2a. Il cosiddetto "canone" è, attualmente, una tassa sul possesso di uno o più apparecchi atti alla ricezione del segnale radiotelevisivo. Definizione quanto mai vaga e infelice, nata chissà in quale epoca remota e mai modificata per agevolare l'evasione (già, perché la lotta all'evasione del canone non è mai stata seriamente intrapresa, semplicemente perché è impossibile data la definizione fuzzy adottata).

Qualche tecnico governativo ha studiato un'idea semplice e geniale per far pagare a tutti il cosiddetto canone: rateizzarlo nella bolletta dell'elettricità. Già oggi i controlli sono basati sul fatto che chi ha un'utenza elettrica spesso ha anche un televisore, ma la cosa va provata caso per caso e quindi il sistema non "morde". Un domani, se la geniale idea va in porto, il "canone" diventerà una sorta di contributo al SSN: si paga anche se non si usa, come la sanità pubblica. Sempre che abbiano il buon senso di cambiarne lo status giuridico (da "tassa di possesso" a "contributo per il servizio radiotelevisivo nazionale", altrimenti il contenzioso paralizzerà i nostri TAR - anzi sarebbe un buon modo per ottenere quest'ultimo risultato).

Tale idea, assai intelligente da un punto di vista fiscale, è stata proposta da Gentiloni per la Finanziaria 2008, ma ha molti nemici, anche in Parlamento. Che sia troppo efficace? Che faccia perdere troppi voti in quel di Napoli, come Brusco giustamente osserva?

Cosa ovvia 3a. Mi taccio sull'attuale sorry state della BBC, che rappresenta il meglio che si possa immaginare come "servizio pubblico radiotelevisivo" (ma è un peccato non capire lo svedese o il norvegese, chissà come sono le loro televisioni) - tuttavia in UK il canone c'è, eccome, e anche piuttosto salato (£135.50 per il 2007 e gli evasori sono perseguitati piuttosto duramente). In UK come altrove questa tassa non dipende dalla qualità delle trasmissioni offerte, anche se l'assenza di pubblicità è una scelta di sobrietà impossibile da ripetere da noi. Soggiungo che non più tardi della scorsa primavera, l'attuale premier britannico, allora responsabile del tesoro, aveva annunciato la necessità di imporre un minicanone su PC e smartphones con la scusa che "sono apparecchi potenzialmente atti a ricevere streaming tv in tempo reale" (ho tradotto maccheronicamente). Non so poi come sia andata a finire.

Nonostante il cattivo esempio offerto dalla mia patria d'elezione, sono completamente d'accordo con Brusco nel non vedere il nesso tra canone e "servizio pubblico". Meglio pagare per una merce che voglio comprare, senza che nessuno me la imponga.

 

Come osservo' la Confe-esercenti, se non erro, il primo settore industriale in Italia e' la mafia (sto semplificando ma non di troppo, si semplfica pure quando si parla di competenza linguistica o di scivolate senza attrito.)

Il motivo per cui da 13 anni la Rai e' dove e' non e' affatto la sua utilita' pubblica (ovviamente ci sono grandi disaccordi ma e' a tutti chiaro quanto sia utile al pubblico vedere l'isola dei famosi, esser costretto a pagare i concorrenti ed a ingoiare il vomito di tale Ventura, il tutto con gli squadristi di Petruccioli che riscuotono il canone.)

La Rai ha dodicimila persone che han infiltrato tutti i partiti politici, che scelgono chi preferiscono nei suoi consigli, certo vi sono i mazzieri e i capi cupola, und so weiter.

Come notai (10/2oo6 sotto il titolo "risparmio facile") vi sono tutti gli strumenti legali per sbarazzarsi della necrosi dei pippi-baudi-gabrieli-la-porta=marzulli-vespe etc. Vi e' pure (per il poco che conta) l'obbligo democratico di rispettare l'esito di un referendum (1995/06/11). Naturalmente i tirannelli mezza cartuccia che sono al governo, mai ben pensarono di spiegare perche'. non si proceda alla privatizzazione della RAI.  Forse qualcuno si sente la coda di paglia che pende?

Fino a quando non verranno applicate le disposizioni del 41 bis la rai sempre riuscira' a infiltrare e corrompere qualsiasi maggioranza o minoranza, fornendo ad esse tartine, stipendi, e cosi' via. Non meno di due membri di spicco del presente governo ricevono emolumenti per i proprii coniugi dalla RAI. Non sto nemmeno ad evocare il burlesco "problema" del confilitto di interessi. 

Hanno mai pensato lor signori che sono esattamente nella stessa posizione di chi prende denari dagli estorsori del pizzo?

programma minimo: vendota della rai oggi.

programma minimante razionale dal punto di vista della giustizia. restituzione di tutto il denaro estratto senza alcun diritto dall'azienda di Ciano dal 1995 ad oggi via il prosciugamente dei conti in banca di tutti i suoi dipendenti

 

 

 

Ma come, non vedete che e' un colpo di genio e che e' equo e senza alcuna ingiustizia verso nessuno?

Il canone viene eliminato per chi ha un reddito inferiore a 516 euro e rotti centesimi e piu' di 75 anni di eta'.

Peccato che l'anno prossimo le pensioni minime verranno portate a 580 euro.

Quindi _nessuno_ potra' usufruire di questa facilitazione, non creando cosi' scompensi e non generando trattamenti preferenziali e senza alcun aggravio per i conti statali.

E' un colpo di genio a costo zero che permette di accedere ad una pubblicita' su tutti i giornali.

E poi ci lamentiamo dei nostri politici. Questi sono di una razza superiore, un truffatore semplice non avrebbe potuto inventare una truffa piu' perfetta.

Qui non e' piu' un problema di fughe di cervelloni, qui e' da scappare anche se si e' delle persone mediocri, ma serie.

 

 

Il podesta' Petruccioli e la sua squadretta diretta da Petroni, facendosi appoggio a regio decreto del 1938, esigono il canone anche da chi possieda un telefono portatile.

Personalmente pur possedendo un telefono portatile in Italia, non ho pagato. A qundo gli arresti domiciliari per lacosca di Viale Mazzini?

 

Per chi abbia dubbi si veda

www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp=

 

articolo "CANONE GLOBALE"

disponibile su www.lastampa.it