Grandi Statisti (II)

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Sembra chiaro, queste prime due puntate, scritte a distanza di pochi giorni, non sono che l'inizio di una lunga serie. Una serie la cui morale temo sia la seguente

(a) Esiste una casta che chiameremo, per mancanza di un termine migliore, dei "politici". Una volta tale casta aveva una dimensione nazionale, ora comincia ad avere chiaramente una dimensione sempre piu' transnazionale, specialmente in Europa. Mi limito ai politici dei paesi cosidetti democratici: per quelli degli altri paesi e' tutto molto, ma molto peggio. Tale casta e' composta di persone abili, istruite, tipicamente piu' intelligenti della media e che, all'apparenza, differiscono enormemente tra loro. Alcuni sono violenti, fanatici, religiosi, egoisti, conservatori, meschini, inquinatori, razzisti, arroganti, omofobi, avari, vanesi, antipatici, persino brutti; altri sono pacifisti, progressisti, aperti a tutto cio' che e' nuovo, generosi, a-religiosi, ecologici, amanti dell'umanita', inclini al moraleggiante, tolleranti e difensori di qualsiasi minoranza, umili, simpatici, e financo belli. Or any combination thereof.

(b) Questa casta e' composta in grande maggioranza di ladri e truffatori, e non puo' essere altrimenti. Non perche' siano piu' cattivi di noi, son miserabili e fetusi tanto quanto lo siamo noi. Essi sono ladri e truffatori perche' altrimenti non puo' essere, dato il sistema che abbiamo costruito. Per ragioni di principal-agent problems, ovvero perche' non siamo riusciti ad inventarci un sistema di governo diverso e migliore della democrazia rappresentativa con welfare state al seguito, ad essi conferiamo un potere e dei privilegi assolutamente enormi ed inusuali. Con la crescita della domanda di "stato" e "protezione" (sia essa militare o welfaristica) da parte nostra, questa casta ha acquisito e continua ad acquisire sempre maggior potere, privilegi, prebende. Alla fin fine, questi signori gestiscono una quota pari a circa la meta' del reddito nazionale, siccome in media sono, per paese, non piu' di diecimila, questo li rende di gran lunga le persone piu' economicamente potenti nel paese in questione. Poiche' a costoro piace il denaro tanto quanto a me, ed i privilegi che loro concediamo offrono l'opportunita' di farne tantissimo, cercano di farlo. Come facciamo tutti noi, probi e normali cittadini.

(c) Per fare tanto denaro noi possiamo lavorare duro, comprare i biglietti della lotteria, cantare canzoni insulse ancheggiando vergognosamente, giocare a pallacanestro o al golf, esibire i nostri graziosi glutei e capezzoli su passerelle di moda o screens televisivi, inventarci del software miracoloso, speculare genialmente con asiatic e binary options, oppure costruire bellissime casette vicino all'aeroporto di Linate. Se la fortuna ci aiuta, facciamo i miliardi; senno' no. Sfortunatamente, per provare a fare la stessa quantita' di denaro di quelli fra noi che hanno fortuna (e con cui essi si vedono a cena piu' spesso che con gli altri), i politici devono violare le rigorosissime regole che noi abbiamo chiesto loro d'imporre al loro comportamento, e loro gentilmente si sono imposti per non deluderci ed essere quindi eletti ed applauditi. Non che loro volessero proprio imporle tutte queste leggi e leggine moralizzatrici, questi divieti, queste separazioni di poteri ed interessi. Infatti, bel paese docet, dove hanno potuto evitare di farlo non l'hanno fatto e di tali miserabili divieti all'iniziativa privata ed alla furbizia ancor piu' privata alcuni paesi democratici vanno tutt'ora esenti. Ma, in genere, in tutti i paesi democratici una serie di precise restrizioni all'esercizio arbitrario del potere politico ed amministrativo hanno assunto la forma di legge negli ultimi cinquant'anni.

 

(d) Poiche' violare le leggi implica, in genere, rubare, truffare, mentire, ricattare e via dicendo, i nostri politici si dedicano quotidianamente a tali attivita' nella stessa misura in cui noi ci dedichiamo a far soldi, piu' o meno legalmente, date le circostanze in cui ci troviamo ad operare. Se fosse per loro, ve lo garantisco, s'arrichirebbero senza violare le leggi. Ma le leggi, da noi richieste e da essi scritte ed approvate, richiedono esplicitamente che i politici facciano i politici per il nostro bene, non il loro; che governino per il popolo, che servano il paese e gli interessi nazionali, non i propri. Insomma, le leggi chiedono ed impongono ai politici d'essere angeli e di non volersi arrichire. Come Madison ben sapeva, men are not angels, and politicians are men (and women, sorry.)

(e) Le differenze di cui in (a) scompaiono a questo punto. Dato il comune e naturalissimo intento di far soldi e la fastidiosa ma egualmente condivisa necessita' di violare le regole che essi stessi hanno stabilito, i politici di tutti i paese e di tutti i colori hanno adottato la regola di "una mano lava l'altra e tutte e due lavano il viso." Insomma, si coprono a vicenda, in una divertente, o terrificante, globalizzazione della corruzione politica. In questo comune desiderio di arricchirsi le differenze idelogiche, di carattere, valori, religione, colore della pelle, lingua e sesso, scompaiono. La grande internazionale del crimine politico-amministrativo si riconosce, unifica ed amalgama in un semplice e comune obiettivo: come diventare ricchi, in barba a tutte queste restrizioni? Violandole, in un allegro connubio interpartitico globale.

 

(f) Vi e' una sola via d'uscita da questo stato di cose e non consiste in "migliorare il sistema", "rendere i controlli piu' efficaci", "aiutare la magistratura nella sua lotta alla criminalita' politica", "eleggere politici piu' onesti e probi", "istituire regole piu' trasparenti ed efficaci", "appellarci all'onesta' del popolo perche' scacci i politici corrotti alle prossime elezioni",  "ritornare ai semplici valori di una volta, tipo dio, patria, famiglia", e via farneticando. No, tutto questo, ovviamente, non serve a nulla. Non e' che il sistema sia marcio: il sistema e' fatto com'e' fatto. Poiche' nessuno, sino ad ora, se n'e' inventato un altro meglio cercare di capire come limitare il crimine politico dato questo sistema di governo. L'unica soluzione possibile e' chiara: chiedere sempre, ovunque e maniacalmente, sino alla nausea se volete, MENO STATO E PIU' MERCATO. Sic et simpliciter.


Preda dell'enfasi savonarolistico-libertaria, quasi scordavo l'esempio concreto. Ecco, dunque, il secondo caso di "unione europea della corruzione" del mese:

www.timesonline.co.uk/section/0,,2086,00.html 

 

se l'inglese v'e' ostico:

 

 

www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/02_Febbraio/26/mills.shtml.

 

Ma non crediate, vi prego, che del solito attacco d'antiberlusconismo si tratti. Nonostante l'infinita miseria che questo signore mi provoca, non e' lui ne' l'unico ne' il peggiore. Il fenomeno e' assolutamente e totalmente globale: l'ONU e le ruberie nel programma "oil for food" hanno coinvolto politici e diplomatici ai quattro angoli del globo; il signor Trichet i suoi affari li ha fatti transversalmente, seppur in Francia; i parenti del signor Putin si dedicano a transazioni edilizie in Sardegna con amici e colleghi di Berlusconi - spunta sempre pero' - i fondi UE sono stati malversati a Bruxelles prima, durante e dopo la gestione Prodi; quest'ultimo di sicuro non aveva mai conosciuto il ladrone della Parmalat il cui nome mi son graziaddio scordato; l'intreccio Fazio-Unipol-Antonveneta-Gnutti godeva di protezioni e complici silenzi (o di complici telefonate) dell'intero arco parlamentare; il socialdemocratico Schroeder fa il consulente super-pagato per la Gazprom del dittatore ufficioso Putin solo perche' ha una morosa siberiana nuova di stecca, e via sciorinando.

 

LINEA DI CONDOTTA: alle prossime elezioni votate quelli che prima non erano al potere e fra questi quelli che la volta prima non erano in lista. Quando le nuove elezioni verranno, seguite la stessa regola.

 

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Commenti

Ci sono 1 commenti

Un articolo un po' triste e pessimista. A me pare che la tendenza (almeno in the US of A) sia che i politici siano soprattutto ricchi di tasca loro, e che gli incentivi a partecipare non siano tanto quelli monetari. Quanto al - stato + mercato, va bene; tieni presente pero' che il 90% dello stato e': pensioni, scuola, sanita'. Non esattamente i settori dove i politici agguantano le mazzette. Il primo verra' ridotto volente o nolente. Gli altri due chi lo sa? Magari col nuovo papa cederemo al vaticano non solo la gestione dell'ora di religione, ma anche le restanti 29. Diamogli pure gli ospedali, non potranno fare molto peggio.

 

 


[Modificato da Andrea Moro, Marzo 21, 2006 05:22 PM]