Goldman Sachs sotto accusa

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La SEC accusa Goldman Sachs di mancanza di trasparenza nei confronti di alcuni investitori nell'ambito di un trade di CDO. Qualora il procedimento legale desse ragione alla SEC, per la grande banca d'affari sarebbero guai seri. Goldman risponde con un comunicato stampa frettoloso, vantando la propria onestà ed integrità nei confronti dei clienti. La mia esperienza di cliente mi induce a pensarla in modo diverso.

È notizia di questi giorni che la SEC sta indagando su un possibile misfatto da parte della grande, meravigliosa, ricchissima Goldman Sachs. Quello che si vuole imputare è l’aver celato a dei clienti la reale natura del rischio di un trade con il quale i clienti hanno successivamente perso parecchi soldi. Lo stimolo a scrivere viene da una dichiarazione che GS ha rilasciato il 18 aprile e che contiene una frase sulla quale prima ho ridacchiato, poi mi ha creato una certa irritazione:

 

Goldman Sachs would never condone one of its employees misleading anyone, certainly not investors, counterparties or clients. We take our responsibilities as a financial intermediary very seriously and believe that integrity is at the heart of everything that we do.

 

Lavoro nel mondo della finanza da vari anni come risk manager. Ho avuto a che fare parecchio con GS e ho alcune obiezioni da sollevare. Sono obiezioni dettate dalla mia esperienza in qualità di cliente di GS, non dissimile, se non per dimensioni, al misfatto in questione. Ma andiamo per ordine e raccontiamo un po’ meglio che cosa la SEC contesta a GS. Poco più di un anno e mezzo fa, un quasi ignoto gestore di hedge fund, tal Paulson, ha avuto un’idea brillante per fare soldi: scommettere che i debitori di mutui subprime non sarebbero stati in grado di ripagare quanto contratto. A quel punto è andato da vari brokers per proporre il trade che aveva in mente: aveva individuato, nome per nome, una lunga serie di nomi di Mortgage Backed Securities (MBS) e voleva un’assicurazione su di essi, convinto che sarebbero crollati (per le definizioni di MBS, CDO etc. rimando all'articolo di Andrea). Per avere l’assicurazione, bisognava che qualcuno comprasse le MBS in un apposito pacchetto, un CDO (Collateralized Debt Obligation). Si è sentito rifiutare l’idea da parte di Bear Sterns in quanto “immorale” (!), ma una volta da GS, ha trovato le porte aperte. GS ha messo insieme il CDO e lo ha venduto a terzi, omettendo di raccontare chi e perché avesse messo insieme il pacchetto (anzi, il pacco), vendendolo come struttura sicura (in fondo si investiva in mutui americani...) e scelta da professionisti per il bene degli investitori. Morale della favola, Paulson ha fatto una valanga di soldi ed oggi è ritenuto uno dei grandi della finanza (che lo sia o meno è marginale, stupisce solo che l’opinione si sia formata nell’industria sulla base di un solo trade...) e gli altri investitori ci hanno rimesso abbondantemente. GS, da intermediario, ha preso soldi a destra e manca, ma non essendo riucita a vendere l’intero pacchetto ci ha anche rimesso qualche milioncino. Usano questa perdita come (parte della) linea difensiva, come se la disonestà del perdente fosse lecita.

La mia esperienza di cliente GS non è, come menzionavo, dissimile. Nel post-Lehman, GS ha cercato di venderci una serie infinita di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, obbligazioni convertibili in azioni, derivati vari,...) cercando di farci credere che il rischio fosse minimo. In realtà, ci giungeva voce da amici che lavoravano a GS in altri desk, che lo scopo unico fosse di liberare le prop desk di GS (squadre interne che gestiscono fondi interni) da assets scottanti. Il nostro perenne rifiuto a comprare ci è valso velate (anzi, mica tanto velate) minacce del tipo “non ci pagate abbastanza commissioni, per cui potremmo tagliare il vostro accesso ai mercati”, ma per lo meno non abbiamo perso soldi: da bravo pignolo quale sono, al tempo tenni una lista dei trade proposti e dopo sei mesi avevano tutti perso, in media, il 40%. Più di recente ci hanno venduto un’opzione strutturata sul mercato dei cambi in cui hanno “sottinteso”, poiché noi siamo “investitori sofisticati” e quindi in grado di capirlo da soli, certe peculiarità del contratto per cui abbiamo perso il 3% - nulla di tremendo, ma quantomeno fastidioso nel modo. Suppongo che tutto ciò che è stato fatto sia legale. Però che la cosa sia il massimo dell'integrità morale io non lo direi. Peraltro la linea difensiva nel caso di Paulson e SEC contiene pure la scusa che gli investitori che compravano il prodotto erano “investitori sofisticati”.

Viene da chiedersi se GS non sia in realtà un’istituzione sana dentro la quale ci siano semplicemente delle mele marce. Sicuramente è così, ma l’impressione che si va rafforzando negli anni è che GS sia composta da gente brava che non è brava gente. Il modello di business è molto semplice: far girare quanti più soldi possibile stando ai margini a guadagnare qualche centesimo di punto percentuale su ogni transazione. Il tutto basato sul meccanismo della leva finanziaria: se ho 100 da investire (e sono GS oppure un fondo che utilizza GS per accesso al mercato), investo 700 o 1800. I numeri non sono irrealistici, sono parte integrante dello scoppio nel 2008 della bolla del credito.

In realtà GS era stata scottata dalla troppa leva finanziaria per prima. Il suo meraviglioso fondo Global Alpha riuscì a perdere qualcosa come il 60% tra l’estate del 2006 e l’agosto 2007. E se si eccettua l’ultimo mese che fu quello che segnò l’inizio della crisi dei mutui subprime (in realtà neanche tutto il mese, ma solo la prima metà), il tutto accadde in un bull market con pochi precedenti. Forse avrebbero potuto imparare la lezione. Ma no, ancora nei mesi subito dopo Lehman, dato che non generavamo profitti, ci dicevano che avrebbero potuto darci un servizio ancora migliore (!) qualora avessimo voluto prendere soldi in prestito per fare un po’ di leva (suggerivano sei o sette volte l’ammontare che gestivamo). Eppure era passato un anno e più dal loro -60%. Se poi si pensa che abbiano imparato la lezione dopo, ci si sbaglia. È notizia della scorsa settimana che un loro fondo immobiliare usava una leva finanziaria del 1700% (cioè per ogni 100 dollari in gestione ne investiva 1800). Questo fondo ha perso il 96% (novantasei), con poca gioia da parte degli investitori, le cui attese, oso immaginare, probabilmente erano diverse visto che in fondo investivano sul mattone.

A me sembra che qui si giochi un tantino sul confine tra il lecito e l’illecito. Lavoro in finanza da dieci anni e so che la finanza, come qualsiasi altra cosa, si può fare in modo pulito (e quasi tutti, per fortuna, la fanno in modo pulito). Viene naturale porsi alcune domande: perché a GS viene permesso di fare ciò (GS non è l’unica, ma è quella che mostra la strada agli altri, che spesso e volentieri prendono esempio)? C’è pane per i denti dei dietrologi, ma forse si può parlare semplicemente di una SEC profondamente incompetente (si veda il caso Madoff...)? E i modelli di rischio dove stanno? Forse GS non investe in modelli di rischio?

La SEC (e come la SEC gli altri regolatori, a partire dalla FSA nel Regno Unito che il giorno prima che fallisse Lehman ha permesso che Lehman UK prestasse tutte le azioni che teneva per conto dei clienti a Lehman US, facendo sì che i clienti non avessero più diritto alle azioni stesse ed ora si trovano nel mezzo di una causa che durerà almeno dieci anni alla fine della quale non riavranno tutto indietro) non brilla per competenza, o per lo meno questa è l’impressione che si ha dall’esterno. Le regole ci sono ma è quantomeno difficile farle rispettare, visto poi che di fronte alla scelta se lavorare nell’industria o per il regolatore (con prospettive di guadagno ben più basse), in media la persona smart andrà a lavorare nell’industria. Vero è che stavolta la SEC ha trovato il misfatto e lo ha trovato fatto dal più grosso ed influente giocatore. Ed ha messo il caso in mano a quello che è ritenuto il loro miglior uomo. L’avviso di garanzia è stato mandato di venerdì sera, mettendo GS in una posizione non comoda, tanto che la linea difensiva intrapresa attraverso un comunicato stampa, pare possa risultare controproducente. Staremo a vedere, per ora mi godo la vista dell’orco in affanno.

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Commenti

Ci sono 110 commenti

Il modello di business è molto semplice: far girare quanti più soldi possibile stando ai margini a guadagnare qualche centesimo di punto percentuale su ogni transazione.

 

Sarebbe interessante (per me!) sapere quanta parte delle revenues/profitti di un grosso broker/dealer come GS provenga da fees e quanto dal trading proprietario... ancora meglio avere una serie storica degli ultimi 10 anni.   Qualcuno ha i numeri?

 

E i modelli di rischio dove stanno? Forse GS non investe in modelli di rischio?

 

Io non sono un insider ma fino a 10 giorni fa l'eccellenza di GS nel risk management sembrava un dato di fatto riconosciuto e sbandierato da chiunque o giù di lì... anzi, è una carta che ancora si stanno giocando  (nonostante con ogni probabilità saranno costretti a fare marcia indietro e far mea culpa, più o meno sinceramente, man mano che l'inchiesta della SEC avanzerà)

Qui trovi il testo che il CEO di GS ha preparato per la deposizione di domani davanti al Permanent Senate Subcommittee on Investigations.  Nel testo si legge:

We believe that strong, conservative risk management is fundamental and helps define Goldman Sachs.

...e via cantando.....

 

Nota tecnica: con Explorer, blockquote sembra avere difficoltà!

 

EDIT: qui l'altra quote che andavo cercando:

They will undoubtedly pursue the “we did not know” defense – which of course debunks entirely the position taken by Gerry Corrigan (of Goldman and formerly head of the NY Fed) when I pressed him before the Senate Banking Committee in February.  Corrigan claimed that Goldman’s risk management system is the best in the business and simply superb; the former may be true, but the latter claim will be blown up by Lloyd Blankfein’s own lawyers – they must, in order to keep him out of jail. 

 

 

Da risk manager, posso dire che se un fondo perde il 60% e dopo tre anni un altro perde il 96%, qualcosa nel risk management non ha funzionato. Con un po' di malizia posso suggerire l'idea che il risk management di GS funziona molto bene nel proteggere GS stessa, non gli investitori? Se qualcuno riesce a trovare notizia online del fondo immobiliare di GS che ha perso il 96%, me lo dica, io non ho trovato nulla online, quello che so lo so per altri motivi (un nostro investitore aveva soldi investiti nel fondo e ci ha mostrato tutti i documenti che GS gli ha mandato).

 

Per avere l’assicurazione, bisognava che qualcuno comprasse le MBS in un apposito pacchetto, un CDO (Collateralized Debt Obligation). Si è sentito rifiutare l’idea da parte di Bear Sterns in quanto “immorale” (!), ma una volta da GS, ha trovato le porte aperte.

 

Scusa Federico, ma hai riferimenti su questo aneddoto? A me pare impensabile che chiunque in finanza possa definire "immorale" un'operazione di short sale, soprattutto qualcuno in una banca d'investimento come la defunta Bear Sterns...

Oltretutto, c'e' una differenza abissale tra un CDO e un CDO sintetico (quello del caso Goldman/Paulson): il secondo per sua natura richiede qualcuno che va short e qualcun altro che va long in egual misura, dato che non ci sono MBS da "comprare" come nella storia che riporti, ma CDS su MBS.

domanda da non specialista del mondo finanziario: intendete dire che investiva 1800 dollari ogni 100 che effettivamente aveva in tasca? se sì sembra tanto una di quelle storielle da film dove gente ridotta sul lastrico gioca sui cavalli somme da capogiro pur non avendole, solo che se si perde in quel caso si viene gambizzati...

So benissimo che si pup vendere allo scoperto e compagnia andante, ma la sproporzione tra quelo che si ha al momento e che si investe è davvero.....paurosa

 

Si', e' proprio questa la situazione. Per ogni 100 dollari in tasca, ne venivano investiti 1800. In realta' non e' proprio come le "storielle da film", ma un po' a meta' tra quelle e un mutuo: si compra una casa con soldi che non si hanno ma si avranno - o e' ragionevole aspettarsi che si avranno - nel futuro.

Il sistema intero, con GS in testa, ha fatto un uso spropositato di questo strumento (la leva finanziaria) ed e' questa - banalizzando - la maggiore causa della crisi. Non so - e giro la domanda agli economisti - come si possa definire una quota globale di credito da concedere (tra mutui, leva finanziaria e quant'altro), ne' come si possa monitorare il livello totale di credito nei mercati - la domanda ai regolatori neanche la giro!

In un CDO chi compra protezione va corto il titolo e chi compra la tranche va lungo. Mentre uno pensa che l'attività si svaluti l'altro pensa che si rivaluti. E' quello che accade in un qualsiasi transazione (non mi sovvengono eccezioni ma sono aperto a considerarle).

Ora che investitori professionisti non capiscano questo mi sembra davvero stucchevole. Mi sa che quello che da fastidio è stata la grande capacità di Goldman e Paulson a capire e anticipare gli eventi mentre da IKB per far un esempio continuavano a trastullarsi attendendo l'arrivo dell'età dell'abbondanza in cui le attività finanziarie crescono sempre di valore senza capire a cosa cio' si dovuto.

L'esempio di GS tra l'altro dimostra che la scuola delle aspettative razionali e il mainstream neoclassico sono un mare di assurdità: esistono imprenditori capaci di fare meglio del mercato e sistematicamente cioè non per accidente mentre il "mercato delle informazioni" non è (vedi le assurdità di Stiglitz & Co) un posto dove queste sono lì disponibili a tutti attarverso un meccanismo di minimizzazione e massimizzazione di costi e ricavi. Esistono informazioni di "tempo e spazio" chenon entrano in statistiche, incomunicabili, per le quali il detentore stesso puo' non esserne conscio (vedi la lezione di Hayek sistematicamente fraintesa) 

L'esempio di GS tra l'altro dimostra che la scuola delle aspettative razionali e il mainstream neoclassico sono un mare di assurdità

Cosa pensi questa scuola dica che succeda quando un operatore che fa i prezzi ed e' , di fatto, il mercato, possiede informazioni riservate?

Articolo molto interessante. Ho solo un dubbio. A leggerlo, sembra che GS abbia un'unica cultura aziendale imperante che domina tutti i suoi uffici in tutte le sue sezioni, paese per paese. Possibile.

C'è un però. Dal poco che capisco di finanza, anche gli altri si comportano come GS. Bear Stern è citata nel pezzo, e difatti è fallita. Lehman... appunto. Possibile che le altre merchant banks agiscano diversamente... mah... non credo.

Dunque, più che dire che GS ha una condotta discutibile, non è più verosimile pensare che in finanza il sistema di incentivi è sballato e dunque porta a questi eccessi. Non lo so, ma o pensiamo che tutti quelli che lavorano in finanza hanno venduto l'anima al diavolo. Oppure, più verosimilmente, pensiamo che ci sia un problema di incentivi. Il sistema è portato a premiare comportamenti poco virtuosi.

 

Parlo di GS perche' GS e', per queste cose, la banca numero 1: gli altri essenzialmente copiano (sminuisco un po', d'accordo, ma il mio e' un argomento puramente retorico). E' un po' come il mondo degli smartphone con tecnologia touch: Apple e' indubbiamente quella che mostra la strada.

Che gli incentivi in GS e simili (Morgan Stanley, JP Morgan, UBS, ...) possano essere sbagliati, e' opinabile, ma per quel che mi riguarda assolutamente vero. Tuttavia la finanza non e' solo grandi banche. Tanto per fare un esempio, noi (che siamo piu' o meno un hedge fund, piccolo e marginale) stiamo cercando di convincere gli investitori che una parte corposa del nostro bonus, magari due terzi, non andrebbe pagata in cash, ma reinvestita nel fondo in modo da avere interessi allineati agli investitori stessi. Non siamo gli unici a pensarla in modo simile, per fortuna.

Il sistema e', in generale, portato a premiare guadagni a breve termine. Guadagni annuali, in genere negli hedge funds; spesso, guadagni trimestrali (!) nelle grosse banche. Questo, appunto, mi pare un problema serio.

Attraverso il CDO sintetico (Abacus) che GS ha venduto ad alcuni investitori gli stessi hanno acquistato indirettamente la performance di un portafoglio di prestiti Mortgage Backed, mentre il fondo hedge di Paulson ha venduto tale performance. Si tratta di una situazione che si verifica per tutte le strutture sintetiche di questo tipo che, non essendo collegate direttamente al portafoglio di assets sottostanti, ha bisogno di una controparte che si assuma il rischio della performance ovvero la venda assumendo una posizione contraria (short) rispetto all'investitore. Evidentemente la SEC non ha sollevato obiezioni su questi prodotti, ma sul fatto che nel caso in questione sembra che il portafoglio sottostante fosse stato selezionato direttamente da Paulson che aveva interesse a cercare gli assets peggiori (e fino a qui niente di strano) facendo credere agli investitori che la selezione del portafoglio fosse stata affidata ad un advisor indipendente.

Tuttavia, come ho sottolineato in un post precedente, c'è un ulteriore, e forse più rilevante, questione legata alle agenzie di rating. Infatti, come illustrato nel post in questione, è piuttosto difficile che gli investitori abbiano acquistato questi prodotti solo perchè sono stati confezionati da GS. Il punto è che questi prodotti hanno ottenuto una valutazione "indipendente" (?) da parte delle agenzie di rating e si è trattato di una valutazione piuttosto favorevole che ha convinto (o ha contribuito a convincere) gli investitori. Le agenzie di rating erano al corrente del particolare di cui sopra oppure anche loro sono state fuorviate da GS ? Come noto anche le agenzie di rating hanno guadagnato delle commissioni per la preziosa opera svolta, al pari di GS, che sicuramente avrà guadagnato molto di più e ne avrà spinto la vendita attraverso incentivi "appropriati". Tuttavia gli incentivi che spingono GS sono noti ai mercati (anche se qualcuno potrebbe chiedersi come mai trovino sempre delle controparti disposte a lavorare con loro), mentre le agenzie si presentavano come entità indipendenti, proprio come l'advisor che avrebbe dovuto selezionare il portafoglio sottostante...

 

E' impossibile pensare ad un mondo in cui gli intermediari facciano solo gli intermediari, cioe' non prendano posizioni su titoli che scambiano, banche d'affari comprese?

Ma le "vittime" di GS non sapevano che qualcuno prendeva una posizione opposta alla loro? Essu'!

in genere funziona cosi, perche le banche d affari non hanno interesse a mantenere il capitale legato a posizioni "fisse". difatti, dopo la crisi si parlava proprio dell opposto della tua domanda, obbligare i creatori di prodotti strutturati a tenersi il 10-15%, affinche siano allineati al cliente. non e facile da risolvere questo problema.

Qualche mese fa la Rivista "Rolling Stone" dipingeva GS come i più pericolosi criminali nella storia dell'umanità (The Great American Bubble Machine) : http://www.rollingstone.com/politics/news/;kw=[3351,11459]

Comune populismo oppure dopotutto non si sono allontanati molto dalla realtà?

Segnalo quest'articolo: pare che Goldman, in quel periodo, sul prop desk, avesse diverse posizioni short sul mercato di riferimento.

A Detailed Look At Goldman's Mortgage Trading Strategy In Late 2006 And 2007; The Goldman "Directive" | zero hedge http://bit.ly/c4QlIk

Non sono un esperto, ma provo ancora una volta, con una metafora, a spiegare le mie opinioni sul caso GS-SEC. Mi pare che la recente discussione svicoli su un punto fondamentale.

Il punto è che in qualsiasi transazione c'è una long ed una short position, non solo in uno scambio di derivati o di assicurazioni. Una banana può marcire fra mezzora, oppure domani, a seconda di quanto suscettibile sia al caldo. Se la compro dal fruttivendolo Mario pensando di mangiarla stasera, vado "long" e il fruttivendolo "short". Se fa caldo e la banana marcisce ci rimetto.

Si supponga che io abbia bisogno di 5 banane per fare una macedonia. Il fruttivendolo Mario le sceglie da 5 fornitori diversi per assicurarsi che una buona percentuale di esse rimanga buona. Anche se una o due degradano, la macedonia rimarrà decente. Poi marciscono tutte perché fa un gran caldo, pazienza.

Oppure Mario le ha prese dal suo fornitore Gino che sa riconoscere le banane suscettibili al caldo. Gino le ha scelte da diverse cassette pigliando quelle che pensa marciranno fra mezzora. Mario non mi dice come Gino le ha scelte, mi dice solo che sono prese da cassette diverse e io penso che la macedonia risulterà almeno accettabile.

Nel mondo della frutta, il comportamento di Mario è fraudolento. O no?

Qualcuno rispondera: si', ma IKB non ha comprato banane, ha comprato titoli assicurativi. Ciascuna di quelle banane, insomma, e' stata scelta dal proprio fornitore perche' pensava marcisse presto. [A parte che questo non e' vero. Quando compro assicurazione sulla vita non spero di morire presto. Vado short su un evento proprio perche' voglio assicurarmi, insomma, anche se la transazione finanziariamente ha somma zero, esistono stati del mondo in cui, economicamente, ci guadagnano tutte le parti. Questo un punto che mi sembra sia ignorato dalla discussione in questo e nel post precedente] Ma assumiamo anche che il fornitore pensi veramente che le banane stiano per marcire. Questo IKB lo sapeva, e questa e' una linea difensiva possibile per GS. Certo, rispondo io, ma il punto di mettere assieme banane diverse e' proprio quello di diversificare il rischio: IKB pensa che almeno qualcuno di questi fornitori si sbagli sulla sorte delle proprie banane. Il fatto che invece le banane siano tutte state scelte dalla stessa persona fa tutta la differenza.

 

 

Andrea, l'analogia mi pare incompleta (ma magari sbaglio). Il tutto comincia con il fornitore Gino che va dal fruttivendolo e dice: "prepari una macedonia con questi cinque pezzi di frutta che secondo me stanno per marcire, e mi trovi un compratore". Mario prepara la macedonia e te la offre, ma si 'dimentica' di dirti che la macedonia e' stata fatta con frutta scelta da Gino to begin with. Da come io comprendo il caso, l'accusa e' che la descrizione della macedonia fornita da GS fosse incompleta. La difesa di GS e', per ora, non pertinente perche' dice "i compratori dovevano sapere che qualcuno stava vendendo dall'altro lato", ma questo non e' il punto.

Non sono un esperto di fianza, tantomeno di banane, ma il punto che solleva Andrea sarebbe degno di approfondimenti, ovvero GS (o il commissionario al mercato ortofrutticolo, non il fruttivendolo) devono dire all'acquirente: guarda che la cassa di banane che tu vuoi le ha scelte Gino (Paulsen) ad una ad una, ed il mio banco ha avuto l'incarico di vendere le banane proprio da Gino, che tu non conosci.

Ovvero, se vai al mercato all'ingrosso troverai tanti "banchi" che cercano di venderti casse di banane, a prezzi variabili, tu ti fermi al banco di Mario (che ha il banco più grosso) e Mario ti dice: perchè non ti compri queste belle banane a € 1 la cassa? Però non puoi toccare le banane per vedere quanto siano mature, ma a tua "garanzia" c'è il consorzio fruttivendoli che dice che secondo lui le banane hanno un buon aspetto. Guardi la cassa di banane, ma non c'è il marchio di origine (potrebbero essere banane ecuadoregne o del bangladesh, ma tu non lo sai, mentre Mario lo sa), ma tu ti fidi del giudizio del consorzio fruttivendoli.

La truffa sta nel fatto che tu, pur essendo un fruttivendolo esperto, non puoi sapere che quelle banane vengono dal Bangladesh e sono contaminate, mentre Mario, che ha la bolla di consegna di "Gino del Bangladesh" lo sa. E hai voglia di dire che non sapevi che erano contaminate, comunque avresti dovuto mettere sulla cassa "country of origin: Bangladesh", poi magari il fruttivendolo le comprava lo stesso, ma forse ad un prezzo diverso, o non le comprava affatto.

P.s.

Mi piace l'analogia fra "mercato della frutta" e finanza, rende esattamente l'idea di cos'è oggi la finanza: un suk arabo in cui tutti cercano di fregare l'acquirente e tentano di salvarsi le parti nobili.... proprio come sui mercati all'ingrosso.

 

 

Rimanendo sul ragionamento delle banane

 

Mario le ha prese dal suo fornitore Gino che sa riconoscere le banane suscettibili al caldo. Gino le ha scelte da diverse cassette pigliando quelle che pensa marciranno fra mezzora. Mario non mi dice come Gino le ha scelte, mi dice solo che sono prese da cassette diverse e io penso che la macedonia risulterà almeno accettabile.

 

Anche se Gino potesse individuare con certezza il momento in cui le banane marciranno (e così non è e neppure sappiamo a priori chi ha la stima migliore sulla probabilità che l'evento si verifichi) non è detto che non possa venderle nè che sia obbligato a fare disclosure su questa sua particolare preveggenza. Se 10 minuti dopo averle comprate ci faccio il gelato mi va bene anche che restino mature solo per mezz'ora. Purchè non le venda già marce, non è un problema di Gino cosa fa un acquirente con la sua merce: tutti sappiamo che prima o poi le banane marciranno ma nessuno sa esattamente in quale istante.

Provo a spiegarmi: il valore che ha per un soggetto prendere una posizione, dipende dalle altre posizioni che quel soggetto ha in essere. Per me andare long su un'azione google ha un valore diverso in base al fatto che io abbia già o meno una posizione simmetrica. In un caso sto coprendo un rischio che avevo, nell'altro mi sto prendendo un rischio che non avevo. Finchè è chiaro quello che mi vende, non è un problema del veditore quello che io farò con la merce che mi vende.

Il profilo temporale ovviamente complica tutto, se un opzione è deep out of the money quando manca ancora un pò alla scadenza, vale comunque qualcosa perchè esiste una certa probabilità che il sottostante si muova in direzione da farla tornare in the money.

 

ma il punto di mettere assieme banane diverse e' proprio quello di diversificare il rischio: IKB pensa che almeno qualcuno di questi fornitori si sbagli sulla sorte delle proprie banane. Il fatto che invece le banane siano tutte state scelte dalla stessa persona fa tutta la differenza.

 

Se IKB intendeva prendere n oggetti inversamente correlati tra loro e poi si accorge che erano tutti strettamente correlati mi pare che il punto sia quanto la correlazione fosse conosciuta e conoscibile al momento della chiusura del deal. Se IKB era talmente male informata da credere di aver comprato pere mentre comprava mele ha ragione, se però ha giocato a passarsi di mano il cerino e si è scottata allora non si può dare la colpa al penultimo passaggio di mano.

ma c'e pure un altro problema aperto - cioe che GS ha ricevuto la Wells Notice 6 mesi fa ma non ha dichiarato agli azionisit che era in corso un accertamento da parte della SEC. a questo punto gli azionisti potrebbero rivoltarsi contro GS per non averli avvisati, indipendentemente dall esito dell'accusa del SEC. son rogne...

 

Buongiorno a tutti.

Ho letto i vostri post qua' e la' ma la discussione mi pare che rischi di perdere qualita' e di sfociare in moralismi della peggior specie. Se me lo permetterete, mi piacerebbe di seguito difendere l'operato di Goldman Sachs.

Il business di GS e' quello di fornire "exposure" ai suoi clienti sul maggior numero di asset classes possibili. Per questo compra materia prima (mutui, derivati base,etc.) li ristruttura e li rivende ai suoi clienti. Ed e' questo che Paulson e IKB volevano: un'opposta exposure al mercato residenziale US. Uno voleva andare LONG, l'altro SHORT.

Capita che GS ritenga strategicamente dell'exposure a certe asset class e che poi se ne voglia disfare. Non credo che questo sia un reato. Molte volte GS si e' disfatta di asset che avrebbero performato bene o s'e' tenuta asset che avrebbero poi performato male.

Il punto centrale comunque e' che nessuno obbliga a trattare con GS. Il gentile scrittore dell'articolo, Federico, ammette di NON aver comprato titoli propostigli da GS. Nessuno ha obbligato IKB ad acquistare exposure al mercato residenziale statunitense. Se lo fai, lo fai a tuo rischio.

Inutile quindi lamentarsi se GS aveva una posizione opposta alla tua. La cosa e' irrilevante. C'e' sempre qualcuno con una posizione opposta alla tua. Considerato che l'OGGETTO del CDO era conosciuto da entrambe le parti (ovvero mutui subrime USA), le parti vanno ritenute pienamente responsabili delle loro scelte di investimento. IKB ha sbagliato ad investire $900MLN nel mercato USA e ora ne subisce le conseguenze. Paulson e' invece stato lungimirante e ci ha guadagnato tanti soldi. (che siano 1miliardo, 20 miliardi o 200 miliardi non fa differenza, non esistono cifre "scandalose" o "immorali" secondo me).

PS. Il mercato e' pieno di intermediari. Sono sicuro che i clienti insoddisfatti di GS sono liberissimi di rivolgersi ad altre investment banks. Ma il fatto che GS sia rimasta negli anni "er mejo der mejo" in quanto a qualita' del servizio offerto e in quanto a redditivita' complessiva del business mi fa credere che la maggior parte dei clienti di Goldman sia piu che soddisfatta dal servizio ricevuto.

Quello che la SEC contesta a GS e' di non aver rispettato la Rule 10b-5 che proibisce alle societa' e ai loro dipendenti di fare

...any untrue statement of a material fact or to omit to state a material fact necessary in order to make the statements made, in the light of the circumstances under which they were made, not misleading, or to engage in any act, practice, or course of business which operates or would operate as a fraud or deceit upon any person....

(scusatemi ma Blockquote non mi funziona da IE8) che e' esattamente quello che GS ha fatto, sia nel caso specifico, sia nella mia esperienza personale. E' chiaro che c'e' molta opinabilita' nel dichiarare infranta o meno questa legge, ed e' proprio qui che sta nocciolo del caso giudiziario. Staremo a vedere.

Riguardo al fatto che GS sia considerata "er mejo der mejo", non sono d'accordo. GS viene considerata la piu' aggressiva delle banche d'affari, disposta a tutto pur di avere business. Per cui puo' capitare che sia (tanto per usare il mio caso come esempio) l'unica a dare accesso al mercato in certi momenti. Ma il detto "there's no free lunch" e' vero per i clienti GS in modo incredibile. Se per qualche motivo fai affari con loro, paghi il servizio, e parecchio. Ma senza una differenza tangibile nella qualita' del medesimo. Anzi, spesso il livello qualitativo e' peggiore, perche' il focus e gli sforzi di GS generalmente sono spostati sulla vendita del prodotto, non sulla qualita' (di nuovo, esperienza personale e generico feeling all'interno dell'industria).

Beh, in realtà il nodo della questione non e' che GS abbia venduto un CDO a IKB e che IKB fosse tanto sprovveduta da aver calcolato male il rischio.  In quel caso caveat emptor e nessuno, credo, avrebbe qualcosa da dire.

Il punto è che il CDO venduto da GS era costruito apposta per fare una fine orrenda e questo non era stato detto.

In termini più matematici (correggetemi se sbaglio) è legittimo aspettarsi una correlazione bassa fra i profili di rischio degli asset contenuti nel CDO.  GS ne ha confezionato uno con una correlazione alta (che lo abbia fatto per conto di Paulson o meno è indifferente) senza dire niente a nessuno.  IKB, a questo punto, non aveva gli strumenti per prendere una decisione consapevole.

La domanda non è quindi se sia legittimo per GS vendere cose rischiose; è evidente che la risposta è "sì".  E' piuttosto se GS abbia mentito o peccato di omissione.  Ancora meglio, e ancora più interessante [per gli effetti che] che avrà sul mercato in futuro, la domanda vera a cui si risponderà sarà: qual'è il livello di correlazione del rischio all'interno di un CDO che posso dare per scontato?

 

PS.: sorry, ho aggiunto il pezzo fra parentesi quadre che era rimasto nella tastiera

 

Qualcuno ha avuto il fegato di leggersi il prospetto. Ci spiega che Abacus non era nemmeno un synthetic CDO, ma qualcosa di ancora piu' complesso

 

Qualcuno ha avuto il fegato di leggersi il prospetto. Ci spiega che Abacus non era nemmeno un synthetic CDO, ma qualcosa di ancora piu' complesso

 

Urgh! Lo credo che Fabulous Fab le definiva "monstr(u)osities"... Non vedo come si possa permettere a banche commerciali e altre entita' di importanza sufficiente a giustificare un bailout di comprare questa roba, che sicuramente va al di la' della comprensione dei loro funzionari. Aridatece Glass-Steagall! (e fatela adottare anche in Europa). Lasciamo le monstruosities a hedge funds con investitori che amano il rischio.

Sono “un muratore che ha studiato un po' di latino”, per dirla con Adolf Loos, quindi non ne capisco. L'argomento, però, mi interessa perché pare proprio che dentro ci stiamo tutti, chi più chi meno. Alcune domande mi pare giusto porsele indipendentemente dal fatto che ammettano o no delle risposte.

1. se compro un'auto usata e il rivenditore, pur sapendolo, non mi dice che il pianale è storto a seguito di un grave incidente, o che beve come un cammello non perché quel modello è così ma perché è stato mal rifatto il motore, non c'è necessariamente frode, ma vizio occulto si. Vizio non immediatamente rilevabile pur con tutta la diligenza che io acquirente ho l'obbligo di esercitare. In tutti i contratti è così, che riguardino beni materiali o no. E' vero che IKB è un acquirente esperto; anche un meccanico lo è, ma non si può, evidentemente, pensare di smontare pezzo a pezzo un'auto prima di comperarla: c'è un rapporto di fiducia verso il venditore che però, se disatteso, comporta l'annullamento del contratto e sanzioni per chi ha venduto il bene difettoso facendo finta che non lo fosse. Idem per chi ha eventualmente offerto "garanzie". Per Moody's &c. non vale? Se vendo delle CDO fra le quali ci sono certamente obbligazioni deboli, e l'acquirente in genere lo sa, bene; ma se dichiaro che è così mentre so che sono tutte deboli o tutte ad altissimo rischio, mi pare proprio un altro paio di maniche. O no?

2. rischio: e certo, tutti scommettiamo e rischiamo almeno 10 volte al giorno. Ma i rischi, entro certi limiti, si calcolano, si quantificano. Qual è il confine tra rischio e azzardo? E, se c'è, io che intendo rischiare ma non commettere un azzardo, se ben informato posso cautelarmi. Nel senso che, a grandi linee, non sono disposto a rischiare più di tanto. Poi, certo, tutto può succedere e anche l'acquisto più “sicuro” può trasformarsi in una disfatta. Proprio per questo, nell'incertezza si cerca di avere un'idea del rischio. Il libero mercato mi pare che abbia come presupposto anche una corretta informazione. O sbaglio?

Per stare sul mio terreno, insomma, sia chiaro: non esiste “l'edificio antisismico”. Esiste, al più, l'edificio che, compatibilmente con le condizioni date e con la probabilità che si verifichino eventi eccezionali, pur danneggiandosi, se tutto va bene consente alle persone di mettersi in salvo. Ma c'è sempre, almeno in linea teorica, l'evento capace di demolire anche il più solido e ben fatto degli edifici. Dunque, certezze non ce ne sono. Il mio compito è cercare di ridurre i rischi in termini statistico-probabilistici. Poi capita come in Irpinia nel 1980, dove proprio gli edifici teoricamente più sicuri, stando alle norme, quella volta sono stati i primi ad andare in crisi perché gli accelerogrammi attestano che fu un andamento qualitativamente anomalo. E' un argomento noioso e non mi dilungo.

Ma se realizzo una struttura “azzardata” senza ragione o necessità e quella casca anche in parte e fa non morti ma solo feriti e danni, io vado dritto dritto “al gabbio”, come dicono a Roma: non per il rischio ma per temerarietà professionale. E' antiliberale il fatto che io non possa fare tutto ciò che mi frulla per la testa o che la fantasia mi suggerisce, ma che ho delle responsabilità personali che sono la stessa, identica cosa della mia libertà individuale? E' una domanda.

Ora: GS ha probabilmente mollato la “sola” (quella romanesca: fregatura o “bufala”) ai tedeschi. Bene: in sede giudiziale si accerteranno le cose, spero. Quello che affascina in queste situazioni è proprio che sono “al limite” e i limiti si spostano: fa parte della vita e alla fine, se impariamo qualcosa, lo dobbiamo a satanassi come Paulson e GS, non certo a degli angioletti innocenti: la santità è sterile.

3. però (ultima domanda) se faccio una cazzata e c'è gente che finisce solo al pronto soccorso, io vado in galera e probabilmente sono finito professionalmente. I danni, certo, si spera li paghi un'assicurazione. Perché, quando l'azzardo lo fanno certi signori, i contribuenti e le economie di tutto il mondo, o quasi, pagano il conto? Insomma: contribuiamo a pagare il conto salato, ma non per questo Paulson divide gli utili con terzi. O sbaglio? A un “muratore che ha studiato un po' di latino” resta un po' ostico da far capire :)

Grazie a chi vorrà dire la sua,

G.C.

 

Giannino le tue sono domande pertinenti. Lasciamo perdere Loos, pero', altrimenti mi sento obbligato a sentirmi un latinista che prende in mano la cazzuola. Sono cresciuto pensando che latino e calce sono allo stesso piano, con un cugino, tanto per fare un esempio, che per lungo tempo fu incerto se "da grande" voleva fare l'italianista o l'idraulico :-)

1. Questo e' esattamente il punto. Con l'aggiunta che GS era tenuta per legge a non celare informazioni rilevanti.

2. In realta' e' la stessa domanda del punto 1, solo piu' articolata, o sbaglio? Solo un piccolissimo appunto: Paulson non lo definirei satanasso (ne' come hanno fatto alcuni, un mago della finanza). E' solo una persona che ha capito, al momento giusto, che i mutui che venivano dati a destra e manca venivano dati senza criterio, ed ha fatto una scommessa. Questa, peraltro, e' l'unica scommessa davvero vincente della sua vita. Prima era un buon gestore di fondi, ora e' pieno di soldi (ma veramente pieno) proprio grazie a quella singola scommessa. Per trovare qualcuno che prendesse l'altro lato della scommessa, GS ha di fatto intorpidito le acque.

3. Qui mi sembra tu stia confondendo due diversi piani: quello specifico del caso (e chissa' che i manager di GS imputati non finiscano al gabbio!) e quello ben piu' generale degli aiuti statali per uscire (?!) dalla crisi. Se gli aiuti non ci fossero stati, il conto che avremmo pagato sarebbe stato ben piu' salato. Un paragone puo' essere pensare ai postumi della crisi del 29, che vanno dalla morte della sterlina (prima del 29 era la moneta di scambio internazionale, come il dollaro oggi), alla seconda guerra mondiale (forse esagero, cerco solo di essere un po' iperbolico).

3. però (ultima domanda) se faccio una cazzata e c'è gente che finisce solo al pronto soccorso, io vado in galera e probabilmente sono finito professionalmente. I danni, certo, si spera li paghi un'assicurazione. Perché, quando l'azzardo lo fanno certi signori, i contribuenti e le economie di tutto il mondo, o quasi, pagano il conto? Insomma: contribuiamo a pagare il conto salato, ma non per questo Paulson divide gli utili con terzi. O sbaglio? A un “muratore che ha studiato un po' di latino” resta un po' ostico da far capire :)

Chi detiene il potere gode sempre di una "put option". Forse l'idea della spada di Damocle non era poi così malvagia... 

1. Lei dice "Se vendo delle CDO fra le quali ci sono certamente obbligazioni deboli, e l'acquirente in genere lo sa, bene; ma se dichiaro che è così mentre so che sono tutte deboli o tutte ad altissimo rischio, mi pare proprio un altro paio di maniche."

Infatti IKB sapeva che c'erano obbligazioni deboli. L'intero mercato subprime e' un mercato ad alto rischio.

2. In finanza vale un principio facile facile: piu rischio = piu rendimento. Il CDO aveva un elevato livello di rischio grazie al quale IKB sperava di ottenere un elevato rendimento. Il concetto di "azzardo" andrebbe meglio specificato perche' altrimenti e' assolutamente fuori luogo.

3. Le operazioni di Goldman Sachs hanno avuto effetti solo tra le parti. Le cause della recessione economica non sono nemmeno lontanamente collegate con l'attivita' di securitization di GS o del resto di Wall St.

La risposta è semplice

1. Se GS sarà condannata tutti saparanno che possono andare in giro a fare qualsaisi scemenza e saranno comunque indennizzati

2. Se GS sarà condannata ovviamente il management di IKB passerà pure per vittima nonostante o non abbia capito nulla di quello che sottoscriveva o abbia esattamemte scommesso su quello che non si è avverato (Il CDO esisteperchè due parti hanno aspettative opposte). In entrambi i casi essendo nel torto. Non a caso IKB è pubblica

3. Anche in questo caso GS ha dimostrato che c'è gente che sa fare meglio del mercato e una legislazione a uso e consumo degli stolti contribuisce a incentivarne i comportamenti

ah: IKB rischia solo danaro non suo e pubblico, quindi.

Scrivi, poi: "GS ha dimostrato che c'è gente che sa fare meglio del mercato". Intendi dire ironicamente che hanno forzato la mano al mercato per spremerne più di quanto non possa dare?

 

L'articolo mi sembra interessante, tuttavia mi pare che sia un pò di parte. Non metto in dubbio che qualcuno di Bear Stern possa possa aver definito "immorale" un deal, tuttavia non vedo quanto possa rilevare, personalmente conosco persone per le quali è immorale il sesso prima del matrimonio, parlare di etica in certi contesti credo sia solo fuorviante.

Fuorviante è pure dire ad esempio

 

Questo fondo ha perso il 96% (novantasei), con poca gioia da parte degli investitori, le cui attese, oso immaginare, probabilmente erano diverse visto che in fondo investivano sul mattone.

 

A me ricorda Totò che vende la fontana di Trevi. Enzo Michelangeli ha approfondito più su che il famigerato fondo è uno dei whitehall. Io ho lavorato per un precedente fondo whitehall che investiva anche in NPL in Italia. Un modo alternativo per far rendere di più un investimento immobiliare è comprare invece di immobili, sofferenze bancarie garantite da immobili. Chiaro che la possibilità di guadagnare di più si porta dietro un rischio maggiore. Se vanti un credito di 100 garantito da immobile che si vende a 50 incassi 40 (ci sono le spese). Se il credito lo hai pagato 50 perchè valutavi l'immobile 150 e contavi di incassare 100 registri una perdita.

Si badi che non c'è bisogno di bolle o di crisi o di frodi per rendere verosimile l'esempio, basta che il collateral sia uno stabilimento industriale ubicato in un distretto industriale fiorente alla data dell'erogazione del finanziamento e in crisi alla data del realizzo della garanzia (un asset industriale è un oggetto il cui valore nel tempo può variare da milioni di euro a meno di zero perchè se il distretto è morto e la produzione precedente causava inquinamento ambientale per cavarne qualcosa devi sostenere costi di bonifica).

L'articolo mi sembra di parte perchè guarda ad una sola faccia della medaglia, il rischio. Io direi che le facce sono due e c'è anche il rendimento. Anche un rischio molto elevato può essere accettabile per chi conta di poter fare un guadagno in proporzione più elevato ancora. Se è questo il caso è sbagliato salvarlo dopo che le cose sono andate male. Se invece non c'è stata sufficiente trasparenza sia condannato chi non è stato trasparente.

Nel caso di specie mi pare che la questione sia complicata e vedremo cosa decideranno i giudici preferisco ragionare su questioni più generali

 

A me sembra che qui si giochi un tantino sul confine tra il lecito e l’illecito. Lavoro in finanza da dieci anni e so che la finanza, come qualsiasi altra cosa, si può fare in modo pulito (e quasi tutti, per fortuna, la fanno in modo pulito). Viene naturale porsi alcune domande: perché a GS viene permesso di fare ciò (GS non è l’unica, ma è quella che mostra la strada agli altri, che spesso e volentieri prendono esempio)? C’è pane per i denti dei dietrologi, ma forse si può parlare semplicemente di una SEC profondamente incompetente (si veda il caso Madoff...)? E i modelli di rischio dove stanno? Forse GS non investe in modelli di rischio?

 

Io credo che cercare di regolamentare troppo sia una battaglia persa in partenza, un pò perchè si faranno sempre più soldi ad agirare le regole (e di conseguenza i più capaci sceglieranno questa strada) un pò perchè la complessità di certi strumenti rende semplicemente impraticabile se non impossibile un controllo troppo dettagliato.

Felicissimo di ricredermi, ma penso che la strada preferibile sia regolamentazione semplice e minima possibile e trasparenza massima: quello che tu compri è A+B,a me intermediario X l'ha venduto l'emittente Y e nell'acquisto mi ha assistito l'advisor Z. Se non ti prendi la briga di capire bene cosa è A+B, se non sai come  stimare ragionevolmente la probabilità che domani A+B valga qualcosa e poi perdi  soldi allora sono cazzi tuoi. Se puoi provare che ho detto il falso oppure ho omesso qualcosa di rilevante (ma rilevante al punto che A+B ti è sembrata una cosa diversa da quella che realmente è) allora ne rispondo io.

 

 

 

 

L'articolo mi sembra di parte perchè guarda ad una sola faccia della medaglia, il rischio.

 

Hai totalmente ragione, ma io di quello mi occupo. Ho scritto un articolo da risk manager. L'ho anche scritto da (ex) cliente di Goldman Sachs, per cui se qualcuno dicesse che l'articolo ha un bias negativo nei confronti di GS, non potrei dargli torto.

Non sono d'accordo invece quando dici che sia fuorviante far notare il comportamento di Bear Stern, ma credo che il problema sia nel modo in cui ho scritto piu' che in quello che intendevo. Hai ragione che tirare in ballo l'etica sia inutile: BS si e' rifiutata di fare un deal per rivendere il quale a terzi avrebbe dovuto comportarsi in maniera legalmente dubbia; la parola che possano aver usato ha poca importanza.

 

Io credo che cercare di regolamentare troppo sia una battaglia persa in partenza

 

E su questo ti do pienamente ragione. Mi chiedo solo se il tuo fosse un pensiero in qualche modo nato da qualcosa che ho scritto? Non vedo come, ma di nuovo puo' essere benissimo che io abbia espresso male un'idea. Sono anch'io per una regolamentazione minima.

Un'interessante lettera di tal Greg Smith. Fa effetto leggerla accanto a quanto dichiarato da GS e citato qui sopra...

Mi hai battuto sul tempo.   Lettera che centra il punto, in particolare quando parla della trasformazione della banca  in un vero e proprio trading shop.

mi chiedo pero' come faccia a sopravvivere con la reputazione che si sta creando. Non avra' mica il monopolio. Se quella e' la cultura, quanto ci mettera' a scomparire?