Giornate nFA Live, 3-7-2010

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Inizia la terza giornata nFA qui a Villa la Pietra. Anche oggi Kuva comunicazioni sta curando ilweb streaming. A lato della pagina potete contribuire inviando commenti via facebook e twitter (si prega di iniziare ogni commento con l'hashtag #gnfa3). Dopo la conclusione troverete qui sotto la registrazione delle sessioni. Appena possiamo mettiamo anche le slides.

Mattina: 9:45-12:45

9:45-10:30 Relazione di Nicola Scafetta - video - video domande
10:30-11:15 Relazione di Franco Battaglia - video
11:15-11:30 Vincenzo Balzani, discussione: video

11:30-11-45 Pausa caffè 

11:45-12:30 Relazione di Vincenzo Balzani - video
12:30-12:45 Franco Battaglia, Discussione - video

12:45-14:00 Pranzo

Video discussione generale

Pomeriggio: 14:00-17:45

14:00-14:45 Relazione di Alberto Nahmijasvideo - video-domande

15:00-15:45 Relazione di Stefano Clòvideo
15:45-16:00 Carlo Stagnaro, Discussant video

16:00-16:15 Pausa caffè

16:15-17:45 Domande dal pubblico ai relatori - video

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Commenti

Ci sono 150 commenti

riguardo all'interessante dibattito di questa mattina, vi consiglio questo altro dibattito avvenuto a ted che per chi non lo conoscesse è un sito che presenta dibattiti e conferenze a mio parere molto interessanti.

www.ted.com/talks/lang/eng/debate_does_the_world_need_nuclear_energy.html

Non ho intento particolarmente polemico, né voglio giudicare la qualità di studioso di Vincenzo Balzani.

Eppure non posso esimermi dal fare un'osservazione: chi si presenta in qualità di scienziato, deve adottare una linea coerente con tale ruolo. Mi sarei aspettato, cioè, di ascoltare una posizione che in partenza non condivido, ma esposta con quel rigore scientifico che non può prescindere dalla presentazione di dati e dalla chiarificazione delle modalità di scelta ed interpretazione dei medesimi.

Invece, io sono stato fortemente infastidito dall'impostazione di "lotta del bene contro il male" che ha pesantemento caratterizzato la sua relazione, nel peggior stile eco-fanatico. Numeri quasi assenti e, soprattutto, mai giustificati e persino privi di citazione della fonte. Toni da egalitarismo - legittimi, ma totalmente opinabili - del tipo "americani cattivi perchè consumano troppo e non lasciano una giusta (?) quantità di risorse ai poveri del mondo", ignoranza dei meccanismi di mercato elementari come funzione dei prezzi ed adattamento ai mutamenti delle condizioni, non considerazione dei costi delle soluzioni supportate che debbono essere implementate a prescindere da qualunque cosa ......

Insomma, una vera delusione, specialmente in confronto alla grande qualità dell'intervento - ricco di dati ed analisi, ma sempre senza la pretesa di "possedere la verità" - di Nicola Scafetta, al quale va un plauso sia per il rigore che per l'onestà intellettuale.

Ripensandoci, però, non me ne dispiaccio ......

La querelle ambientalismo-mutamenti climatici si/no con tutte le sue implicazioni, lo dico da lettore, meriterebbe una trattazione mediatica più seria rispetto a quella gridata e da "sgoop" (felice neologismo). Ciarlatani e scienziati veri vengono mischiati in modo da rendere assai difficile la formazione di un'opinione consapevole. Ben vengano quindi le giornate nFA a porre di fronte diverse opinioni ma espresse comunque ad un buon livello. Nello specifico, le tesi del Prof. Balzani è impossibile non risentano di posizioni di tipo moralistico che sono corredo necessario a supportare quel tipo di tesi.

Scafetta è stato bravo ma mi ha lasciato un sacco di dubbi. Se ho capito bene, in mancanza di dati, si usano n proxies della temperatura prima del 1800. La conventional wisdom ne usa una (gli anelli degli alberi), che, pare, mostri una stabilità di lungo periodo. Altri gruppi preferiscono altre combinazioni, che invece mostrano cicli più o meno brevi, più un trend ciclico di lungo periodo.

Il problema è ben noto agli economisti - ed il NBER (che tutti gli economisti conoscono) fu fondato negli anni venti proprio per prevedere il ciclo. Solo che i vari indicatori davano indicazioni perzialmente contraddittorie, tanto che poi fu elaborato il concetto di reddito nazionale proprio per avere UN indice solo.

Ma dagli anni venti la statistica ha progredito: possibile che siamo ancora alla scelta arbitraria degli indicatori con ponderazioni ad hoc? Qualcuno ha mai provato a mettere le varie proxies in uno spreadsheet Excel e fare due coefficienti di correlazione? O magari qualche filtro? O una Factor Dynamic Analysis? Qui ci dicono che stiamo a giocarci il futuro dell'umanità :-). Non possono assumere un esperto di time series analysis?
O forse non ho capito

Posso capire che si abbia vuto l'impressione di lotta "bene contro il male", soprattutto quando i cattivi sembriamo essere noi.

Il punto che secondo me non e' stato capito (o non lo si e' voluto capire), e' che abbiamo cominciato ad intaccare la capacita' della terra di generare risorse vitali (cibo, per es.). Cioe' consumiamo piu' di quanto la terra e' in grado di produrre (un esempio proposto sono stati i pesci nel mare: se peschiamo troppo con troppi pescherecci prima o  poi rimaniamo senza pesci). Non si tratta di "bene contro male", ma dei semplici dati (e vi erano molte fonti: Science, Chemistry&Engineering News, Nature, etc... posso lasciare il link ad un suo lavoro: "The Future of Energy Supply: Challenges and Opportunities", doi:10.1002/anie.200602373, pieno di dati). Un monito. Un avvertimento supportato dai dati di quanto consumiamo, e che, ovviamente, tocca in primis gli americani, seguiti a ruota dagli europei.

Se questa tendenza di consumare piu' di quanto la terra e' in grado di produrre continua troppo a lungo, ci troveremo presto con grossissimi problemi. Non e' un atteggiamento da eco-fanatico, ma da eco-responsabile che cerca di avvertire il maggior numero di persone che abbiamo cominciato a mangiare la barca di marzapane sulla quale stiamo navigando...

La presentazione, credo, e' stata volutamente pensata per non-chimici, lasciando le spiegazioni degli stati eccitati, dei Metal To Ligand Charge Transfer e delle macchine molecolari ad un pubblico e ad un congresso di chimici (notate che non tutti i chimici potrebbero essere in grado di capire una presentazione del genere).

Sono disposto, se ritenuto necessario, (e per quello che ne so) a rispondere anche ad altre obiezioni.

Vincenzo Balzani ha cercato di confezionare un messaggio semplice, fruibile considerati i limiti di tempo e la formazione dell'auditorio. L'attitudine a discriminare l'essenziale e trasmetterlo in termini semplici è una dote che ha sempre avuto e che ho sempre ammirato in lui.

Se poi il messaggio è indigeribile e perciò ti vuoi far scudo della mancanza di dati, fonti, diagrammi ed equazioni differenziali per dire che non ti ha convinto... fatti tuoi. Del resto, puoi sempre chiedergli tutta la bibliografia scientifica che ritieni opportuna.

Uno dei problemi è che ci si trova di fronte ad una vera difficoltà. l'impero vuol piegare i poveri a non comprar frigoriferi, l'ambientalismo collabora ricevendo grandi lodi e premi nobel (Gore docet) i commandos di ribelli galattici insistono sul "non tutte le speranze son perdute"......

 

 

 

 

ringraziamenti a Duke per l'uso della immagien del dr. Scafetta

Credo che i due relatori abbiano decisamente capito male a che pubblico si dovevano rivolgere.

Ho avuto la sensazione di essere davanti a dei predicatori che volevano infondere la loro fede.

Se questo puo andare bene per un circolo ARCI (in cui mostrare una slide di un SUV con la bandiera americana ottiene un consenso immediato), una conferenza davanti a persone che sono abituate a confrontarsi con numeri, calcoli, statistiche, fonti attendibili (non il "National Geographic") e magari vivono in America ottiene un risultato molto limitato.

MI dicono che i due relatori avrebbero potuto fare molto meglio, peccato che abbiano perso questa occasione ed abbiano preferito tentare di fare "evangelizzazione".

 

 

Credo che i due relatori abbiano decisamente capito male a che pubblico si dovevano rivolgere.

Ho avuto la sensazione di essere davanti a dei predicatori che volevano infondere la loro fede.

 

Sono molto d' accordo. Eppure dalla relazione di Scafetta avrebbero potuto intuire il tenore del dibattito. Peccato, devo anche aggiungere che personalmente tutto il discorso sui metodi dell' oms di calcolare i morti per polveri sottili mi ha lasciato moolto perplesso sull' approccio scientifico di Battaglia, l' unico dei due che ha portato un po' di dati...

 

PS: ho notato che dei tre libri di Battaglia, quelli con prefazione di BS e Brunetta costavano il 50% in più. Gli effetti della mano politica son sempre gli stessi ;)

 

Da quel che ho potuto vedere la controversia non è “scientifica” ma “filosofica”: da un lato Battaglia spiega bene l’impossibilità per la civiltà moderna (e per un mondo di 6 miliardi di abitanti) di reggersi sulle “energia rinnovabili”; dall’altro lato Balzani, oltre ad essere nettamente ostile al nucleare, si mostra chiaramente scettico sulla “economia all’idrogeno” o su un futuro parco veicoli elettrici, ed auspica la fine della crescita economica del mondo occidentale e la rinuncia al tenore di vita materiale conquistato negli ultimi decenni. Da notare anche che Balzani, con tutta la sua impronta ecologista , mostra di non credere troppo nella causa antropica del riscaldamento globale. Il pregio della discussione, secondo me, è che entrambi gli scienziati (da punti di vista opposti) smascherano l’ipocrisia della green economy, ovvero la crescita economica e la creazione di posti di lavoro tramite le energie rinnovabile , che da diversi anni viene portata avanti a livello globale da ambienti politici, finanziari e mediatici.

La cosa più sgradevole del dibattito è stata la perentoria affermazione di Balzani sull’impossibilità di una crescita tecnologica nel campo della fissione e fusione nucleare; si tratta di un modo di pensare che non dovrebbe trovare cittadinanza nella scienza moderna.

 

 

 

 

Da quel che ho potuto vedere la controversia non è “scientifica” ma “filosofica”: da un lato Battaglia spiega bene l’impossibilità per la civiltà moderna (e per un mondo di 6 miliardi di abitanti) di reggersi sulle “energia rinnovabili”;

 

A me non sembra che questa impossibilita' sia stata mostrata in maniera convincente.

Dubito che Balzani non creda nella possibilità della crescita tecnologica di alcunché. Piuttosto direi che non crede cnell'opportunità di puntare sulla fissione, e non crede che la fusione darà risultati pratici per molto tempo ancora.

 

Per favore, smettiamola di far passare VB per un retrogrado antitecnologico, questo è semplicemente ridicolo.

1) Dal 1992 tutti paghiamo in bolletta una cosa che si chiamava "componente A3" e che ad un certo punto non è più stata evidenziata nella fattura, il cosiddetto cip6, (7% del costo) con cui si dovevano finanziare le energie rinnovabili, solo che in Italia ci hanno aggiunto anche le "assimilate"; è interessante sapere che il 90% del malloppo è andato in questi anni alle "assimilate" e il 10% alle "rinnovabili"; le assimilate sono per esempio l'incenerimento dei resti di raffinazione di Moratti o gli aiutini agli inceneritori; ora io qui nell'alta padovana devo separare ben bene i miei rifiuti e in altri posti buttano tutto nell'inceneritore grazie anche al mio contributo! Stupendo no? Allora perchè vi incazzate se una parte di questi soldi va al fotovoltaico, quando il grosso va alle "assimilate"?

2) Il fotovoltaico è partito e sta viaggiando di suo (col contributo del cip6): c'è gente che lavora, famiglie e imprese installano i pannelli ecc ecc. La politica è fuori. Invece andiamo a vedere cosa succede al NUCLEARE: prima SB e l'ex min sciaboletta hanno scritto il decreto (ovvero gente ben pagata ha lavorato per scrivere il decreto); poi le Regioni hanno fatto ricorso (ben pagato dal contribuente); poi la Corte  Costituzionale ha lavorato anch'essa (ben pagata); come sapete i ricorsi delle Regioni sono stati bocciati; come invece probabilmente NON sapete anche il decreto del governo è stato bocciato (ma i giornali si sono dimenticati di scriverlo)

http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/scheda_ultimo_deposito.asp?comando=let&sez=ultimodep&nodec=215&annodec=2010&trmd=&trmm

Ecco, questo è il nucleare finora: tanto denaro pubblico speso (pensiamo ad esempio a tutto il casino di Scanzano Ionico). La cosa bella è che il pannello fv che ho installato venerdì sul tetto di casa mia non scatenerà nessuna sindrome di Nimby: VI PARE POCO?

3) per chi vuole informazioni sull'EROEI, sulla scarsità del petrolio e altre cosucce invito a visitare il sito di ASPO Italia (associazione per lo studio del picco del petrolio); è una comunità di scienziati che da tempo discute di queste cose. Se non vi basta potete visitare i siti di delle "aspo" di altri paesi; è una comunità molto diffusa.

www.aspoitalia.it

Non sarebbe male un bel dialogo tra aspisti e nFA! Credo farebbe bene a entrambi i gruppi!

3) qualche numero: 1 kwp richiede 8 mq di pannelli fotovoltaici e produce mediamente in Italia 1.100 kwh; il costo attuale di un impianto è circa 3.600-3.800 euro a kwp. Lo spazio occupato da 8 mq di pannelli sarà ovviamente 8 mq su un tetto inclinato e circa 20 mq su un tetto piano (per evitare le ombreggiature). Ora facciamo un esercizietto: se decidiamo di produrre una quantità di kwh pari all'energia consumata dalle utenze "famiglie" (attenzione: siamo consapevoli che questa massa di fv produrrà più energia del necessario durante il giorno e lascerà al buio la gente di sera, insomma cederà energia al sistema dirante il giorno e la richiederà di sera/notte), poichè si diceva sabato pomeriggio che la famiglia italica consuma mediamente 3.000 kwh all'anno e abbiamo circa 20 mil di nuclei familiari, pari a 60 miliardi kwh, per i quali saranno necessari impianti per 54,5 milioni di kwp, pari a 436 milioni di mq di pannelli, ovvero 436 kmq di tetto inclinato, o in alternativa, moltiplicato per 2,5 volte, ovvero 1.090 kmq di tetti piani. E secondo voi in Italia non ci sono abbastanza capannoni/palestre/scuole/municipi/parcheggi/centri commerciali/stazioni ferroviarie/caserme... tali da non toccare nemmeno una zolla di terreno agricolo?

... e se ancora non ci credete andate a Friburgo (città gemellata con Padova, che diede i natali a ...., ma che di Friburgo purtroppo ha ben poco!)

Giorgio Antonello

 

 


Desertec è una operazione essenzialmente tedesca. Chi la dovrebbe pagare è la UE (cioè tutti noi),e chi lo dice? Lo dice questo qui. Qua un riassunto, con l'inevitabile riferimento a un qualsiasi disastro per influenzare il lettore.

Come se Tajani dicesse che solo le Fiat sono buone a circolare in Europa...

Cioè al di là della fattibilità si guarda solo alla possibilità di dare soldi alle aziende tedesche, per una cosa che già viene fatta in Sicilia, grazie a un "capriccio" di Rubia, e che lo stesso Rubia dice essere una piccola possibilità. Certe cose (fotovoltaici compresi) sono possibili solo se pagati dai fessi, distorcendo il mercato, anzi approfittando di incentivi che i fessi pagano e i furbi incassano. Ma quale ecologia, ma quale progetto avveniristico, solo una cazzata megagalattica....

E siccome i Francesi non vogliono essere da meno, ecco Transgreen: http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/news/articolo/lstp/262902/

Marco, dal tuo link (Qua) leggo “In meno di sei ore i deserti ricevono più energia dal sole di quanto l’umanità ne consuma in un anno”.

Che Desertec sia costoso non c'è ombra di dubbio. Ma lo è altrettanto il progetto ITER sulla fusione. Ma non è stato costoso anche il LHC di Ginevra? Guarda che tutto sommato costa di pù costruire 30 centrali nucleari (le 58 francesi non hanno impedito i black-out francesi e il bilancio negativo import/export di energia francese - LeMond 17 novembre). E, come ricordato, il costo vero, finale, del nucleare non è noto.

Da mere considerazioni scientifiche l'obiettivo è allettante (credo nato da una costola del progetto di Carlo Rubbia). Non foss'altro per le prospettive. Così come i viaggi spaziali hanno avuto un costo proibitivo per l'epoca, ma a nessuno ora viene in mente di quantificare tali costi. Quando ci si mette la politica e gli interessi sorgono, inevitabilmente, conflitti e "vaccate". Ma questo vale anche (soprattutto) per il nucleare. Le recenti vicende nostrane lo dimostrano. E, aggiungo, vale per qualsiasi altra operazione finanziaria di un certo "peso".

Pertanto, il mio giudizio sulla parte scientifica del progetto, per ciò che si tenta di raggiungere, è senz'altro positivo. Posso solamente sperare che considerazioni politiche e/o economiche e le conseguenze degli inevitabili interessi monetari che vi stanno dietro non mandino tutto a "...tane".

 

Ciao a tutti. Voglio chiedere se i cosiddetti "costi per kilowattora" delle varie fonti di energia sono realistici. Mi spiego meglio: se l'energia prodotta dalla combustione del petrolio costa un tot, spero  (cosa che mi sembra pressochè impossibile e quindi vanificherebbe fortemente la possibilità reale di valutare le convenienze economiche) che sia compreso nel prezzo il costo della eventuale riparazione di danni ambientali presenti e futuri (come sarebbe possibile farlo? come possiamo per esempio stabilire adesso eventuali danni e quindi costi degli OGM o di un eventuale cambiamento climatico antropogenico?), altrimenti l'eventuale convenienza attuale di una fonte piuttosto che un'altra potrebbe essere vanificata da una possibile montagna di soldi da spendere in futuro, adesso forse solo presumibile ma difficilmente quantificabile. Il rischio quindi diverrebbe di spendere meno adesso credendo (se dovessero mancare le informazioni necessarie, cosa possibile) di rispettare convenienza ed efficienza economica per poi ritrovarsi nella condizione opposta.

 

Saluti

Stefano fossi in te non mischierei tanti discorsi. Gli OGM (a cui sinceramente sono assolutamente favorevole) hanno problematiche diverse rispetto all'energia. Il problema che poni è incalcolabile da tutti i punti di visti, anche per il progetto Desertec. Sai che mettere pannelli in un deserto NON è operazione ad impatto ambientale zero... Per esempio quanto costa smaltire i vari panelli che andranno usurandosi? Sostituirli? Monitorare il tutto? Io per adesso ascolto il dibattito. La posizione di Marco Esposito mi pare ben ragionata, ma ho ancora qualche dubbio qui e qualche dubbio la... 

Dipende dagli studi. Alcuni includono esternalità ambientali e tasse sul Co2 aggiunti al fuel alcune no.

I costo sono fondamentali. Nel lungo siamo tutti morti ( cit. Il Lord ).

Il coal e l'oil comunque mediamente sono sempre piu bassi al costo di produzione delle rinnovabili anche considerando le varie esternalità. Siamo intorno ai 35/40 euro al MWh rispetto ai 120 del solare.

In nessun studio ho visto costi maggiori del termoelettrico rispetto alle rinnovabili. Tieni presente che è stimata una tassa sul co2 al 2020 di 50/100 euro a tonnellata. ( adesso siamo a 13).

O calano drasticamente i costi di produzione per economie di scala oppure è completamente inefficiente produrre da FER se non sussidiati.

Se arriviamo ai 50/60 euro al MWh io sono il primo a installare 20000 mw di eolico.

La discussione è molto interessante, vorrei introdurre alcuni elementi che non riscontro nei vari botta e risposta:

1) Esternalità: Misurarle con il criterio molto rigoroso delle tasse co2 e costi di smaltimento è certamente accettabile come criterio economico, ma temo possa sottostimare. Infatti, mi parebbe lecito introdurre un concetto di "preferenza pubblica" per cui, che so, ai tedeschi piace molto non vedere le ciminiere ed i fumi (anche se si tratta di innocuo vapor d'acqua)  e quindi pagano volentieri il sovraccosto sotto forma di sussidio. A me non pare un argomento debole: io per esempio pagherei volentieri un po' di più l'elettricità per avere i cavi interrati (come ad es. in Olanda...), etc. Il problema è semmai di "public choice", cioè chi decide?  Ma eliminare le alternative solo perchè più costose non mi pare corretto: per esempio, lo champagne è molto più caro della birra, ma molto più buono.

2) Diversificazione: a) la tecnologia è soggetta ad enormi incertezze e sviluppi inattesi, dunque per ridurre il rischio devo diversificare comunque le fonti. E' come per un portafoglio: aggiungo un asset con un peggiore profilo risk/return, ma indipendente o negativamente covariante, per cui il risk/return complessivo migliora! b) L'argomento vale anche dal punto di vista "geopolitico", cioè maggiore autonomia e diversificazione = minore rischio.

3) Opzionalità. Simile a 2) sub a), ma in realtà un po' diverso: su ho già "un piede dentro" una filiera, sono più rapido ad adottarla quando dovesse "esplodere".

 

 

 

 

ma tempo possa sottostimare

 

Non ho capito qui, ma forse c' è un errore di scrittura?

Un appunto al 2 "diversificare" può dare vantaggi ma, credo, anche costi (perlomeno in termini di "dispersione" delle risorse)

...mentre noi discutiamo di fotovoltaico sì/no e c'è chi lo impianta pensando ai cospicui sussidi, l'Agenzia delle Entrate dice che gli impianti fotovoltaici sono "degli opifici industriali" categoria D1 su cui pagare le tasse (o il condono? boh..).

Dopo che i polli hanno speso i soldi ecco la Tremontata... un grande...

Incredibile !

 

Se installati sul terreno, non sui tetti. E comunque è tutto da vedere come andrà a finire.

Riprendo questo thread per portare all'attenzione di tutti una notizia interessante pubblicata sul corriere [Mode Flame ON] :-)

Il solare costa meno del nucleare
Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L'energia atomica costerà sempre di più

NEW YORK - Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University.

[Mode Flame OFF] :-)

A parte gli scherzi, credo sia di interesse generale la cosa, a prescindere dalla "fede" energetica. Qualcuno di voi conosce John Blackburn della Duke?

Non sono per nulla un esperto dell'argomento, tuttavia nell'articolo linkato si rinvia a questo documento.

 

L'Appendice A spiega come sono stati fatti i calcoli. Riporto il seguente estratto:

 

A 30% Federal tax credit and a 35% North Carolina tax credit were applied to the capital cost to reach a net cost per kWh.

Taking 30% and 35% Federal and state tax credits yields a net system cost of $8,190 and a net production cost of 15.9¢/kWh.

 

Quindi il costo per kiloWattora del solare è (anche questi dati sono riportati nell'appendice A):

A lordo del credito d'imposta: 35 cents a kWh
Al netto: 15.9 cents a kWh.

Scrivono poi gli autori che:

 

It is true that solar electricity enjoys tax benefits which, at the moment, help lower costs to customers. However, since the late 1990s the trend of cost decline in solar technology has been so great that solar electricity is fully expected to be cost-competitive without subsidies within the decade. Nuclear plants likewise benefit from various subsidies — and have so benefitted throughout their history.

 

Qualcuno sa a quanto ammontano gli incentivi per il nucleare? Sono comparabili al notevole credito d'imposta al solare, che più che dimezza il costo stimato per kWh?

Purtroppo non ho tempo per riguardarmi i dati, ma un annetto fa mi ero informato per benino.

I costi del nucleare sono indefiniti perchè sono principalmente di natura politica.Un impianto costruito con gli standard di sicurezza anni '70 (ricordo che Chernobyl era molto peggio), al netto dello smaltimento delle scorie e decommissioning è estremamente competitivo.

Quello che moltiplica i costi sono i requisiti di sicurezza, continuamente rivisti al rialzo per pressioni politiche, ed i costi di smaltimento di scorie e rottami: semplificando secondo molti pro-nucleari e tecnici basta afre un buco e piantonarlo, secondo i verdi costa un triliardo al microgrammo.A seconda di dove ti posizioni sullo smaltimento scorie il KWH nucleare può costare metà di quello a carbone o 10 volte quello solare: non è un problema tecnico ma politico.

Balzani citava l' esempio di un impianto finlandese in ritardo di anni e con costi circa doppi del preventivato, ed accenna a nuove norme di sicurezza approvate nel frattempo: magari mi sbaglio, ma è probabile che costi e ritardi dipendano in buona misura dalle nuove norme.

Il solare l' ultima volta che ho controllato (circa un anno fa) era carissimo, ma anche se costasse poco avrebbe il problema della discontinuità.