Il fratellismo

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Ovvero il paternalismo del Grande Fratello. Dove, oltre a dimostrare la mia incapacita' di creare neologismi, discuto delle possibili argomentazioni in favore e contro l'intervento dello stato nelle scelte sociali (non strettamente economiche) dei cittadini.

Nelle societa' occidentali (beh, parlare delle societa' in cui le donne non possono lavorare ne' farsi vedere in pubblico mi pare troppo facile e poi m'importa 'na sega) lo stato interviene di norma vietando o incentivando molte scelte individuali di carattere economico e sociale. Vorrei occuparmi qui di scelte di carattere non direttamente o non esplicitamente economico. In altri articoli su nFA abbiamo avuto e continuamente avremo modo di lamentare l'imposizione di tasse e gabelle, la richiesta di licenze, il riconoscimento di fasci e corporazioni. Qui vorrei discutere di imposizioni tipo limiti di velocita', divieti di fumare in luoghi pubblici, e cosi' via.

La teoria economica tende a vedere con gli occhi storti ogni limitazione delle scelte individuali. Questo per ottime ragioni: i) innanzitutto perche' le preferenze di un individuo non sono osservabili dallo stato o da altri individui che quindi, anche se mossi da completa e totale benevolenza, non sarebbero in grado di sostituirsi all'individuo nelle sue scelte; ii) e poi perche' lo stato non e' benevolente, mai o quasi mai, ed e' composto da individui che, anche loro, sanno bene cosa vogliono e sanno come raggiungerlo. [Ok, ci sono tanti ma tanti economisti ormai che non sono affatto d'accordo sul fatto che gli agenti se lasciati scegliere lo sappiano fare bene nel loro interesse. Economisti come G. Loewenstein, D. Laibson, M. Rabin ad esempio, vedono errori di scelta dappertutto, tra chi mangia troppo, chi beve troppo, chi risparmia poco, chi non va in palestra, chi..... Mi riservo un post successivo su questo tipo di giustificazione all'intervento dello stato, che la gente non sa agire nel proprio interesse appropriatamente.]

La teoria economica ha pero' individuato circostanze in cui le scelte individuali di molti possono risultare inefficienti nel senso che ogni individuo preferirebbe che tutti gli individui nell'economia/societa' fossero costretti a una particolare scelta piuttosto che venire lasciati scegliere liberamente. Queste sono circostanze che gli economisti chiamano esternalita' negative, e si riferiscono a situazioni nelle quali le scelte di un individuo hanno un effetto piu' o meno diretto sul benestare di altri individui o sulle loro possibilita'di scelta. Ad esempio, fumando in faccia a un non fumatore gli danneggio la salute o comunque gli procuro un fastidio (o peggio, a vedere che faccia fa la gente che passeggia sul marciapiedi di fronte all'universita' in prossimita' del mio toscano pomeridiano). Tutti starebbero meglio se qualcuno mi impedisse di fumare, o mi limitasse a un toscano settimanale invece che quotidiano. Beh, tutti tranne me. Ma a me basterebbe che mi pagassero (a vedere le loro facce i passeggiatori sembrano piu inclini a bastonarmi che a pagarmi, ma che ci possiamo fare, non sono economisti).

Quando ci si limita ad argomentazioni logiche serie, pero', le cose non sono mai semplici. Supponiamo che uno stato benevolente impedisse il fumo e retribuisse i fumatori per il disturbo, cosi' da garantire efficienza (nel senso di indurre scelte e definire ricompense in modo da far tutti contenti). Beh, allora anche uno come Andrea, che al vedere una sigaretta si irrigidisce, potrebbe argomentare che senza il divieto si farebbe tre pacchetti di Galouises senza filtro al giorno e che quindi anche a lui spetta la ricompensa.

E poi, anche se fosse possibile conoscere i fumatori prima di imporre il divieto+ricompensa, perche' farle fare allo stato queste cose? Potrebbero essere i passeggiatori stessi a pagarmi per farmi smettere di fumare (o i negozianti cui faccio perdere clienti). Pare assurdo, ed un po' lo e'. Mia moglie ed i miei amici avvocati mi fanno sempre notare che gli economisti sono un po' suonati e un mucchio di queste cose sono valide in teoria ma mai in pratica. Pero' l'anno scorso, in un ristorante di Firenze, a divieto di fumare imposto con successo, un americano di due metri e 150 kili ha lasciato per un attimo la sua fiorentina di un kilo e mezzo (anche quella, come il fumo, vietata, ma senza alcun effetto) ed e' passato per i tavoli offrendo un biglietto da 100 Euro ciascuno perche' lo si lasciasse fumare il suo enorme avana a fine pranzo. (Una parte della gente nella sala era divertita a vedere l'americano matto, altri erano offesi dall'americano arrogante, e io e i miei amici economisti eravamo eccitati davanti al nudo Coase Theorem).

Con la teoria in tasca, procediamo per esempi in cui lo stato interviene in decisioni individuali e cerchiamo di capire quanto siano giustificati. Se non lo sono, giustificati, li chiameremo atti di fratellismo.

1. Il fumo nei ristoranti e altrove. Gli effetti del fumo passivo sono ancora dibattuti con notevole acrimonia; come al solito wikipedia e' ottima fonte per informarsi . Pare ragionevole accettare che effetti negativi esistano e siano anche di una certa importanza. Meno chiaro e' quanto questi effetti possano manifestarsi a causa della limitata esposizione a fumo passivo in luoghi pubblici come bar e ristoranti; specie bar. Il divieto di fumo nei bar, a New York, a me pare quindi un chiaro caso di fratellismo. E poi, sempre chiedersi: ma perche' interventi coercitivi? Sono necessari? Perche' non lasciare ai baristi decidere? Almeno in una citta' come New York, cosi' grande e diversa che c'e' massa critica per tutto, dai condomini per amanti dei cani a ristoranti per gente che mangia solo cibi il cui nome inizia per b, non ci sara' spazio per bar e ristoranti per fumatori?

2. I limiti di velocita'. Chiunque abbia provato a guidare in autostrada negli Stati Uniti sa che e' una pena, ma davvero una pena. Ma l'esternalita' e' in principio presente: andando veloce rischio di causare un incidente anche con uno che va piano. In principio, quindi, i limiti sono buona cosa. In pratica, pero', servono? Il confronto tra incidenti mortali negli Stati Uniti e in Italia e' utile a rispondere, perche' i limiti sono molto piu' stringenti e molto meglio implementati negli Stati Uniti. Infatti le statistiche sembrano provvedere minimo supporto all'utilita' dei limiti: la popolazione USA e' circa 6 volte quella italiana ma (nel 1994 - ho solo questi dati ) hanno avuto 40.000 incidenti mortali contro i 6.000 in Italia. Ma gli americani fanno piu' kilometri in macchina, credo. Vorrei vedere il confronto di incidenti per kilometro. Fino ad allora sospendo il giudizio e non guido negli Stati Uniti. Certamente pero' non occorre cambiarli ad ogni nuovo governo, i limiti, come avviene in Italia che il ministro competente non ha nulla da fare.

3. Il casco in motorino. Questo appare un ovvio caso di fratellismo. Se imposto ai maggiorenni perche' guidando senza casco fanno male solo a se stessi; se imposto ai minorenni (anche accettando che i minorenni non sono individui liberi, che se lasciati a se stessi non ne azzeccano una e poi da grandi si pentono) perche' sta ai genitori prendere queste decisioni. Pero' recentemente qualcuno (Alessandro Lizzeri? non sono certo) mi ha quasi convinto del contrario. L'argomento e' il seguente: se una norma sociale tra adolescenti caratterizza come "sfigato" portare il casco, allora l'esternalita' e' evidente (tutti vorrebbero portarlo se lo facessero tutti gli altri cosi' da non essere tacciati come "sfigati"). L'argomento e' intelligente. Anche se un dubbio rimane: per varie ragioni (evolutive?) i giovani adolescenti tendono a voler dimostrare al gruppo elementi del proprio carattere tipo coraggio e sprezzo del pericolo; se gli togliamo la possibilita' di farlo non portando il casco, lo faranno in altri modi, magari anche piu' pericolosi.

4. I grassi trans-insaturi (trans fats). Il sindaco di New York sta cercando di avere una legislazione che vieti i grassi tras-insaturi ai ristoranti. (I grassi trans-insaturi sono grassi vegetali trattati industrialmente - idrogenizzati - sono i grassi con cui si friggono le patatine, quelle buone almeno; questi grassi accrescono il colesterolo cosi' come - e non piu' di - quelli saturi, cioe' il burro dei francesi e il lardo degli emiliani). Ma per favore,... al massimo che si costringano i ristoranti a dire nel menu che grassi usano. Ma vietarli, no! Fratellista maledetto il Bloomberg. Ci costringera'a trasferirci a Parigi!

Qualcuno mi aiuta a continuare?

5. Il piombo nell'imbiancatura. [Michele: Asimmetrie informative sostanziali sono presenti qui, chiaramente. Non ho idea di cosa preveda la legislazione, ma assumerei che i costi d'informazione per spiegare a tutti che fa male siano notevoli. Se non lo sono, imporre l'informazione che fa male, perche', eccetera, senno' direi che vietarlo non e' inefficiente e senz'altro meno costoso di verificare che tutti i produttori informino adeguatamente gli acquirenti.]

6. L'alcool per i minorenni. [Michele: asimmetrie informative non sostanziali, e poi ci sono i genitori. Vietarne la vendita a meno che non vi sia il consenso esplicito dei genitori (mio figlio s'incazzava sempre quando, negli USA, si rifiutavano di vendergli una birra anche in presenza di sua madre e/o mia perche' non aveva 21 anni.]

7. Divieto di guida in stato di ubriachezza. [Michele: ovvia esternalita'. Va bene proibirla. Ora il problema, almeno qui negli USA, e' che sei legalmente ubriaco dopo due bicchieri di vino o giu' di li', almeno per un'oretta o due. Il problema qui e' quantitativo, ovviamente.]

 

 

 

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Commenti

Ci sono 16 commenti

alberto, il casco in moto e' la stessa cosa delle cinture di sicurezza.

E in entrambi i casi c'e' un'ovvia esternalita' pecuniaria: il cretino

che ha deciso di provare la sua mascolinita' non mettendo la cintura o

il casco fa ricadere su di me contribuente il costo dell'ambulanza, del

pronto soccorso, della TAC e radiografie, dell'aggiustaossa, della

fisioterapia (se per caso sopravvive), eccetera eccetera....

 


sono d'accordo, ma  basterebbe semplicemente far pagare i conti del medico a chi fa un incidente senza casco o cintura, il costo di selettive malattie a chi fuma e beve, etc. nulla di complesso

 

Giorgio ha chiaramente ragione. E direi che le esternalita' pecuniarie sono molto maggiori di quanto dica. Per esempio, un orfano ha sicuramente una minore probabilita' di avere successo nella vita, e dunque una maggiore probabilita' di pesare sui contribuenti. A questo punto Alberto potrebbe dirci che l'esternalita' si puo' internalizzare: basta imporre una tassa ad ogni soggetto che voglia viaggiare senza casco. A parte le ovvie difficolta' di implementazione di un tale sistema, bisognerebbe poi individuare un prezzo anche per le esternalita' non pecuniarie. Il punto e' che un padre che guida una moto senza casco impone al figlio produce un'esternalita' non pecuniaria il cui valore non e' possibile quantificare. E spero che Alberto non ci venga a dire che il figlio dovrebbe derivare utilita' dal benessere del padre, cosi' che se questo preferisce correre il rischio di ammazzarsi per strada, per il pargolo non dovrebbero esserci problemi...

Alberto suggerisce di lasciare ai passanti o ai negozianti la facolta' di decidere se pagarlo per smettere di fumare. E il moral hazard che hai invocato di seguito, dove lo metti? Potremmo tutti porci all'entrata di un negozio, e chiedere una tangente al negoziante. Il prossimo seminario mi metto a scoreggiare e poi chiedo a tutti i colleghi di pagarmi per smettere... Alberto, qual e' la tua disponibilita' a pagare per evitare il peto altrui?

Giusto, m'ero scordato le scoregge dalla lista precedente. Chi scoreggia non solo fa puzza, ma fa anche incazzare chi gli sta attorno, aumentando il rischio di alterchi che sovente degenerano in colluttazioni anche mortali, con ovvia esternalita'.


Imporre i tappi, sia ai seminari di Stern (a partire da Venerdi 6 ottobre, pero') che in autobus.


 

ehi ragazzi, datevi una calmata. mai sostenuto che i passanti debbano pagarmi per spettere di fumare, ne' ho suggerimenti di politica economica sui peti. e' ovvio che il ragionamento all'estremo porta ad assurdita'. la vostra mamma non vi ha insegnato nulla sull'ironia.

comunque, non sostengo che qualunque esternalita' puo' essere internalizzata, ma che se veramente la ragione per cui mi state facendo portare il casco e' che  non volete pagarmi le spese per ricostruirmi il cervello, beh avete ragione ma sarebbe meglio farmele pagare che non vietarmi qualcosa.  se invece,  come credo, le ragioni sono altre, beh allora fuori le ragioni. scommetto che si tratta di cose tipo behavioral. 

michele, e' chiaro che ci sono altre attivita' rischiose, ma non sono vietate. il giorno che mi impedicscono di scopare sopra i 47 allora, once again, io mi pago il cardiologo da me e vado avanti. e' chiaro che potrebbe essere ottimo farti pagare una tassa a scopata, cosi' che eviti di farti sussidiare da segaioli vari, ma questo e' davvero difficile da fare. e infatti non si fa.

 

ma se la sola ragione di obbligare il casco e' l'esternalita' pecuniaria, allora siete sulla strada sbagliata, fratellisti miei. lo stesso per le scopate oltre eta'.  

 

 

Lasciamo stare la nota osservazione del buono e colorato (di giacca) Sam Peltzman, che ci ricorda che risk-taking e' endogeno (o di Neil Wallace, se siete piu' orientati verso banking theory.) Facciamo finta abbiano torto.

Facciamo finta abbiate ragione voi.

Provate a seguire la medesima logica in relazione alle seguenti attivita':

- fare sports agonistici, che incrementano la probabilita' d'incidenti anche mortali;

- lavorare molte ore al giorno, che provoca stress, tensione arteriosa, infarti;

- scopare, anche solo moderatamente, oltre una certa eta' ed un certo peso;

- fare gite in barca al mare, andare a nuotare al mare, godesi la naturalezza quando c'e' il temporale, andare in montagna a fare le escursioni con lo zaino sulle spalle, visitare Mexico D.F., eccetera;

- produrre, vendere, guidare, auto che possono andare a velocita' superiori al limite massimo di velocita';

- fare figli oltre una certa eta', diciamo 47 per non far arrabbiare nessuno;

- andare in discoteca a divertirsi, specialmente quando si e' carine in minigonna e ci sono in giro "quelli li'";

- aderire a sette religiose di vario tipo, che predichino una qualche versione della guerra santa o de "la fine del mondo e' vicina", o che proibiscano l'uso di certi medicinali e pratiche terapeutiche, o che proibiscano la ricerca sulla cellule staminali, o che ...

- elaborare, diffondere e sostenere idee rivoluzionarie e di rinnovamento sociale attraverso la lotta popolare e di massa, violenta o anche non;

- ...

Tutte queste attivita' apparentemente normali fanno crescere il rischio di morte/incidenti o per il soggetto che le pratica o per i terzi, esattamente come andare in moto senza casco. Il "come" e' qualitativo, non necessariamente quantitativo: chiaramente andare in montagna sembra essere piu' rischioso che andare in motorino senza casco, vista la quantita' di gente che si ammazza ogni anno. E' molto probabile che il numero di morti che si potrebbero evitare se la ricerca sulle staminali venisse permessa ecceda di gran lunga quelli che son morti e moriranno per cadute dalla moto senza casco nell'arco di un secolo ...

Lo so, una ciliegia tira l'altra. Lo diceva anche Orwell.

Niente da dire, Lucas, Romer e Helpman avranno anche dei meriti, ma han fatto tanti, ma tanti danni con la favola delle esternalita' ... si, le esternalita' ci sono ovunque, and so what?

 

 

 

 

 

ma quando la smettono i governanti di leggere le gazzette dei cretini?

se il fumo passivo fa danni (la questione e' empiricamente affatto difficile), altreattanto ne fanno gli aereoplani, porto marghera (quando funzionava), il gas prodotto dalle scoreggie suine e cosi'.

Perche' dunque, by parity of reasoning non si vieta il volo, il salame e la sua origine?

 

per il motivo banalissimo che i ragionamenti sofisticati (ahime di molti economisti, alcuni citati da Alberto Bisin, altri li ho letti poco fa sul tema del paternalism benevolo) hanno una sola base.

Vi faccio una proposta empirica, verificatela con chi vi pare, il test e' banalissimo.

fino a, per dire, 100 anni fa illustri accademici dimostrarono i danni supremi della masturbazione, e trattati venner dispiegati per impedirla, vietarla, addestrare i piccoli a non prendere il vizio, e cosi' via.

Al momento presente non si e' mai visto che cosa sia il danno, ma non se ne puo' parlare in pubblico, essendo --adesso-- il comportamento sessuale off limits nei limiti della conversazione educata e da "seminario", non si scorreggia e non si criticano colleghi e colleghe che si fan troppe pippe (pippe qui non intellettuali, ma fisiche.)

Il fumo, come il mangiar "smodato", il gioco d'azzardo, il non far ginnastica sono i vizi presenti. Hanno nessun rischio in piu' di NASCAR, di esser membro di DELTA FORCE, pompiere e cosi' via. Essendo essi vizi si puo' finalmente dar sfogo alla immensa voglia di molti di moralizzare sulla altrui vita, con consigli, ordini, e studi scientifici.

Non vi e' nessuna base per dire che il governo o Fda abbia un interesse ed un diritto a farmi vivere piu' a lungo di quel che pare a me, period. Gli argomenti vanno indietro fino a Mill, per farla breve.

Et tout Ça sont des conneries fabriquees par les intellos moralistes 

 

Provate per far un esperimento mentale a chiedervi se si trovasse che vi e' un danno legato (p.es.) alla vita degli omosessuali. NON se ne potrebbe parlare in polite society. Si puo' invece dire che X e' dipendente dall'azzardo, che fuma, che non fa la dieta..... 

 

questa la devo mettere. D'accordo al 101% con il vecchio compagno palma.

Tutte queste pippe su esternalita' e behavioral hyperbolic discounting sono tutto un prodotto del moralismo ipocrita ed anche un po' fascistoide della religione puritana che regna negli USA e stradomina in accademia ...

Come qualcuno sa, non lo sostengo da ieri ma da anni ... e con Adriano, Palma ha anche un nome, giuro che mai ne avevo fatto menzione! Ole, off to the airport. Di questo si discute stasera con i membri del partito esternalista di NFA, sezione NYCity.

 

 

 

siccome passiamo tutti troppo tempo a benedir e maledire italia, ostello-bordello etc.

 

 

consiglio a tutti la lettura del bill sui porti passato su pressione di M. Bill Frist (capogruppo o whip come si dice in English del partito repubblicano.)

 

 

In esso viene attaccato, non si sa bene cosa c'azzecca coi porti un divieto di giocare su internet se il sito di azzardo ha un webpage non negli Stati Uniti.

 

 

M. Frist e' medico e si occupa 24/7 di preservare la slaute degli americani.

 

 

Una domanda ingenua: ma se il vizio fa male e il vizio del gioco fa malissimo, come mai Las Vegas fa meno male?