Figli & figliastri

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Ho sempre amato l'Alto Adige – o Südtirol, a piacer vostro … - e da decenni ne frequento, con particolare assiduità, le nevi ed i boschi. Apprezzo la spettacolarità del territorio, così come la cura ad esso dedicata dai singoli cittadini e dagli amministratori locali. Decisamente meno il fatto che una tal quantità d'interventi sia, colà, possibile anche in virtù di un'innegabile e fastidiosa discriminazione.

Il problema non nasce oggi – questi magri e rissosi mesi, però, ne accentuano la percezione - e riguarda l'evidente disparità di trattamento che ai cittadini dello Stivale riserva lo Stato, sulla base del solo luogo di residenza. Non poche voci si levano, da tempo, a contestare tale situazione, ed un certo numero di comuni di confine – a partire da Lamon, che assurse alle cronache nazionali nel 2005 manifestando la volontà di passare al vicino Trentino – ha ormai indetto locali referendum al fine di ottenere il distacco dalle regioni d'appartenenza per approdare all'agognato nirvana, lì a pochi passi. È avvenuto anche a Cortina, che villaggio sperduto e derelitto non si può definire ma, d'altra parte, non si capisce quale colpa abbia da scontare per meritare meno, ad esempio, di Ortisei, così simile per collocazione geografica e tipologia di attività economiche prevalenti.

Sono note le ragioni storiche che condussero all'introduzione delle regioni a statuto speciale, ed in particolare le vicende di un territorio che – di fatto – italiano non era. Si direbbe, però, che ormai sia tempo di ritenerle non più attuali, non solo perché le condizioni son cambiate col passar degli anni, ma soprattutto se si vuole davvero intraprendere la strada del federalismo, che non può prevedere figli e figliastri. Chi teme di perdere i privilegi acquisiti, invece, si appella alla propria specificità – negando, ovviamente, l'altrui – e paventa l'attacco alle autonomie, garantite dalla Costituzione (Titolo V, art.116), ed ai finanziamenti stabiliti nello Statuto speciale (Titolo VI).

Si tenta, dunque, di motivare l'evidente iniquità cianciando di tutela delle minoranze, come se mai fossero esistite altre e simili particolarità nella storia della penisola, luogo delle diversità sancite dai campanili. Solo a titolo d'esempio – da veneto – vorrei far notare come la Serenissima Repubblica abbia oltre che una storia millenaria anche una lingua ed una letteratura e che, se io parlassi con un valdostano o un siculo, tutti utilizzando strettamente l'idioma dei propri avi, il risultato sarebbe una perfetta esemplificazione della Torre di Babele. Insomma: invocare solo le specificità che fan comodo pare essere alquanto pretestuoso. Intendiamoci, l'obiettivo è sempre, comprensibilmente, accapparrarsi quante più risorse sia possibile ottenere – sarebbe sciocco stupirsi di ciò – e si utilizzano a tal fine tutte le armi disponibili: il guaio è che alcuni territori ne abbiano facoltà, a scapito di altri.

Parafrasando il buon vecchio Montanelli, si direbbe che tutti siano specifici, ma alcuni più di altri .….

È bene chiarire subito un possibile malinteso: non si tratta di un prelievo di risorse dal Veneto – limitiamoci alle due zone confinanti citate, ma il discorso si può estendere ad altre – per destinarle alla provincia di Bozen. Semplicemente la seconda ottiene dallo Stato di mantenere sul territorio il 90% delle imposte raccolte in loco, mentre il primo contribuisce, con le sue, al funzionamento (beh, parola impegnativa, questa …..) di tutto l'ambaradan romanocentrico, compreso il fastidioso ripianamento di deficit altrove generati a causa, troppo spesso, del ben noto clientelismo volto a mantenere il consenso elettorale. A qualcuno, davvero, ciò pare corretto?

Una frequente obiezione a chi contesta i privilegi delle regioni a statuto speciale è la seguente: a maggiori risorse lasciate in loco corrispondono più ampie competenze – e quindi spese superiori. Pur essendo vera la cosa, è facile rispondere che anche altri territori preferirebbero le medesime condizioni, anziché esser limitati alle attuali deleghe, dovendo pure fare i conti con le continue diminuzioni dei trasferimenti da Roma, che ogni legge finanziaria mette regolarmente in atto.

Alcuni dichiarano - non poche son le “facce di bronzo”, a partir da Kaiser Durni - che si meritano risorse aggiuntive perché le impiegano meglio di altri. Affermazione proterva, oltre che non supportata da riscontri obiettivi. Accettando il ragionamento in questione, io potrei pretendere dallo Stato denari a fondo perduto – sotto forma di restituzione d'imposte pagate - in base al fatto che la mia azienda ha un bilancio positivo! Le mie capacità di gestione si son mostrate quindi superiori a quelle di altri, a maggior ragione nell'attuale congiuntura dove le imprese in difficoltà abbondano …

E poi, a ben guardare, tutta questa efficienza non sembra così evidente. Certo, a paragone della Sicilia, qualunque amministrazione pubblica può ben figurare, ma è come sparare alla Croce Rossa! Sta di fatto che, sì, i servizi funzionano (pur se, talvolta, si configurano anche come sprechi, ad esempio nel caso degli automezzi pubblici sulle strade di montagna, spesso vuoti o quasi …), ma in loco si contano 70 dipendenti pubblici per ogni 1.000 abitanti (dati 2007, CGIA di Mestre), mentre in Veneto – per rimanere al citato termine di paragone – son solo 47,5: è dunque “tutt'oro ciò che luccica” o, piuttosto, molto dipende dalle risorse spendibili?

C'è, infine, una considerazione - forse maliziosa, ma tutt'altro che improbabile - alla quale non è opportuno sfuggire. L'ammontare di risorse che l'Alto Adige trattiene (analisi, peraltro, ampliabile agli altri “statuti speciali”) si direbbe persino in eccesso rispetto al costo dei servizi che dovrebbe coprire, dal momento che consente ai locali amministratori anche la concessione di agevolazioni ai residenti ed alle attività economiche, che in altre zone non sono possibili. Si pensi, a puro titolo d'esempio, ai libri di testo (ed ora anche il trasporto pubblico) gratis per gli studenti, od ai contributi per il rinnovo dei locali commerciali ed il miglioramento delle strutture ricettive, di cui tutti gli operatori di mia conoscenza hanno, in momenti diversi, usufruito. Ciò significa che, anche non volendo abbassare le spese dello Stato centrale (comprensive della discutibile, inefficiente e discrezionale componente “solidaristica” e dei consueti sprechi burocratico-politici) sarebbe possibile ridurre dal 90% al – poniamo – 70-80% la quota delle imposte pagate in loco che vi rimangono, senza incidere sulle necessità dei servizi al territorio ma solo sui citati esborsi aggiuntivi. Consentendo, così, ad altre regioni di trasferire al centro qualche soldino in meno e riducendo la percezione d'iniquità degli italiani ivi residenti ...

Quest'ultima osservazione rende ragionevole supporre che la vera motivazione delle resistenze opposte al riconoscimento delle altrui richieste di pari trattamento risieda nella possibilità, rebus sic stantibus, di comperare il consenso elettorale. Se, dalla sera alla mattina, TUTTE le regioni italiane diventassero autonome e con le stesse prerogative dell'Alto Adige, delle due l'una: o lo stato centrale dovrebbe tagliare drasticamente le proprie spese o la quota di imposte che l'Alto Adige (e gli altri) potrebbero trattenere dovrebbe scendere dall'attuale 90% ad un numero inferiore!

Tutto il resto è fuffa.

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Commenti

Ci sono 99 commenti

Anche io sarei curioso di vedere cosa succederebbe se tutte le regioni italiane diventassero a statuto speciale.

Fornirebbe un ottimo incentivo all'efficienza per alcune amministrazioni locali.

Proprio per questo motivo credo che non succedera' mai, considerato anche il potere politico recentemente esercitato dall' On. Lombardo ed il solito immobilismo italiano.

 

Premetto, sono "sudtirolese". Detto cio', alcune considerazioni, ovviamente di parte:

1) e' vero, l'alto adige ormai e' una specie di dittatura socialista, per quanto molto benevola. La SVP fa il bello ed il brutto tempo, ed il peso della stessa nell'economia locale e' andata continuamente crescendo, sia per la presenza nell'azionariato di molte aziende (non capisco per esempio perche' non sia stato possibile fare le terme a Merano con capitali privati!), che per numero di impiegati in strutture pubbliche o assimilabili. Difficile negare che questa situazione sia colpa delle risorse economiche a disposizione del governo locale.

2) la mia critica principale all'articolo riguarda il secondo e terzo paragrafo. Sappiamo tutti come l'Alto Adige sia entrato a far parte dell'Italia, e nelle parole del DoktorFranz leggo il tipico atteggiamento di molti italiani che ritengono che, nonostante l'ingiusta annessione e le successive violenze fasciste, i sudtirolesi debbano dimenticare la loro identita' e rinunciare definitivamente alle proprie origini solo per i soldi e l'autonomia che hanno avuto dallo stato italiano nel dopoguerra. DF vuole ridurre la percentuale di tasse che torna in Sudtirolo. Seguiranno simili richieste anche relative alla riduzione di autonomia? Le affermazioni di DF secondo le quali dietro alla difesa di autonomia si cela solo "accaparramento di risorse" e', a mio avviso, offensiva. Forse si puo' giustificare solo perche' detta da un italiano, ed a mio avviso l'Italia e' stato ma non nazione, e per la maggior parte degli italiani il senso di appartenenza ad una nazione e' un sentimento sconosciuto.

3) come dice DF il Sudtirolo contribuisce solo marginalmente all' "alimentazione della bestia", ma non costituisce nemmeno un peso per il bilancio dello stato. Considerando la storia della regione, non la considero una cosa sbagliata: l'Italia trova al suo interno un piccolo stato nello stato, che funziona bene, e tutto sommato contribuisce al prestigio del paese. Non mi sembra poca cosa.

4) chiudo con una nota polemica: ci sono altre regioni a statuto speciale, con giustificazioni molto meno forti (Val D'Aosta, andatevi a vedere i privilegi degli abitanti di questa regione) e i cui problemi pesano decisamente di piu' nel contesto nazionale (Sicilia, Sardegna). DF invece se l'e' presa con l'Alto Adige: invida, o la solita piva degli italiani nei confronti dei "crucchi"?

 

C'é da aggiungere sul numero di dipendenti statali che nell'Alto Adige é molto alto perché é sede del IV corpo d'armata e quindi, in una regione molto piccola, questo alza notevolmente la percentuale sulla popolazione residente.

 

DF vuole ridurre la percentuale di tasse che torna in Sudtirolo.

 

No, voglio uguale trattamento per tutti i "territori del regno". L'opzione migliore in assoluto è, ovviamente, quella in vigore dalle tue parti ma - dovendo fare i conti con l'odiosa realtà - un second best potrebbe essere un certo riequilibrio di prelievo per il (mal)funzionamento della macchina centrale di cui, comunque, bisogna ridurre il peso.

 

nelle parole del DoktorFranz leggo il tipico atteggiamento di molti italiani che ritengono che, nonostante l'ingiusta annessione e le successive violenze fasciste, i sudtirolesi debbano dimenticare la loro identita'

 

Prego? Un veneto, pure con qualche goccia di sangue austriaco nelle vene, che chiede ad altri di rinunciare alla propria identità sarebbe davvero anomalo ..... Tra l'altro, ogni annessione è "ingiusta" in quanto determinata da eventi che passano sopra le teste delle popolazioni: se tu prendessi in esame anche la storia di altri territori troveresti (quasi?) ovunque motivo di recriminazione. Perché consideri validi solo i tuoi?

 

a mio avviso l'Italia e' stato ma non nazione

 

Certo. O, come sostieni più precisamente, per la maggior parte degli italiani il senso di appartenenza ad una nazione e' un sentimento sconosciuto. So what?

 

Le affermazioni di DF secondo le quali dietro alla difesa di autonomia si cela solo "accaparramento di risorse" e', a mio avviso, offensiva.

 

Nient'affatto. Trattasi di umana realtà ...... Altrimenti il caro Durni non si opporrebbe alle richieste del Veneto, ma le supporterebbe. Suvvia .... Il suo atteggiamento dipende solo dal timore di perderci, in termini di risorse e, di conseguenza, anche elettoralmente ...... :-)

 

ci sono altre regioni a statuto speciale [.......] DF invece se l'e' presa con l'Alto Adige: invida, o la solita piva degli italiani nei confronti dei "crucchi"?

 

Leggi. Ho semplicemente preso in esame le situazioni che conosco bene, specificando che il discorso può (e deve) essere ampliato a tutti gli altri "statuti speciali". Niete di personale contro i "crucchi", dunque, né chiunque altro. In particolare, se provassi chissà quali rancori non trascorrerei una tal quantità di tempo in loco, né dichiarerei il mio amore per la tua terra .....

 

l'Italia trova al suo interno un piccolo stato nello stato, che funziona bene, e tutto sommato contribuisce al prestigio del paese. Non mi sembra poca cosa.

 

.... mentre il Veneto - con le sue città d'arte e la sua economia trainante, le sue bellezze naturali e gli eventi culturali noti ovunque - invece no: argomento deboluccio assai, direi ..... :-)

 

 

come dice DF il Sudtirolo contribuisce solo marginalmente all' "alimentazione della bestia", ma non costituisce nemmeno un peso per il bilancio dello stato

 

dai dati qui riportati però risulterebbe una maggiore spesa statale rispetto ai tributi incassati. Sono dati del 2005, non so se si trovano più aggiornati. Ragioni della maggiore spesa ci sono tutte: dalla complicata orografia alle spese militari fino a quelle dell'istruzione (dato il bilinguismo). E ci aggiungerei quella sorta di "ricatto politico" giocato dai deputati SVP quando sono stati fondamentali per sostenere maggioranze precarie, data la storia dell'Alto Adige non vi è nulla di anormale o scandaloso in ciò.

A me comunque sembrano pagliuzze rispetto a ben altre travi che ci schiacciano pesantemente in Italia.

 

 

nelle parole del DoktorFranz leggo il tipico atteggiamento di molti italiani che ritengono che, nonostante l'ingiusta annessione e le successive violenze fasciste

 

Quello e' un tipico atteggiamento di molti italiani ma non per quanto so io di DoktorFranz.

 

DF vuole ridurre la percentuale di tasse che torna in Sudtirolo. Seguiranno simili richieste anche relative alla riduzione di autonomia? Le affermazioni di DF secondo le quali dietro alla difesa di autonomia si cela solo "accaparramento di risorse" e', a mio avviso, offensiva. Forse si puo' giustificare solo perche' detta da un italiano, ed a mio avviso l'Italia e' stato ma non nazione, e per la maggior parte degli italiani il senso di appartenenza ad una nazione e' un sentimento sconosciuto.

 

Non credo proprio che DF voglia quello che tu scrivi, ma per non difendere chi non ne ha bisogno scrivero' cosa ne penso io.

L'autonomia del Sudtirolo e' sacrosanta e del tutto giustificata storicamente, anche un'eventuale indipendenza totale o un'annessione all'Austria sarebbero interamente giustificate e secondo me opportune.  L'agente negativo e' lo Stato italiano che ha adottato dal dopoguerra la strategia di beneficiare alcune sue regioni periferiche, in primo luogo il Trentino - Alto Adige, con un abnorme e ingiustificato livello di spesa pubblica per comperare il consenso politico locale alla desolante prospettiva di rimanere dentro i confini politici e aministrativi dello Stato italiano e del parlamento situato a Roma.

Oggi il Trentino e il Sudtirolo sono per PIL pro-capite tra le regioni piu' ricche al mondo eppure lo Stato italiano prende risorse finanziarie dal resto d'Italia (un'area oggi economicamente in declino e povera rispetto alla media UE15) per alimentare la loro spesa pubblica abnorme rispetto al resto d'Italia e ancora piu' abnorme rispetto alle regioni confinanti come Lombardia e Veneto.  Tutto cio' e' completamente insensato: la questione dell'autonomia deve essere completamente disgiunta dalle risorse finanziarie tantopiu' che le regioni in questione sono tra le piu' ricche al mondo e possono finanziare senza alcun problema la loro diversita' culturale.

 

come dice DF il Sudtirolo contribuisce solo marginalmente all' "alimentazione della bestia", ma non costituisce nemmeno un peso per il bilancio dello stato.

 

Finanziariamente il ST viene alimentato dalla "bestia" e costituisce un peso per il bilancio dello Stato (vedi Spesa_pubblica_e_tributi_pagati_nelle_Regioni_d'Italia e scribd, pag.10 e pag.13). In cambio dell'alimentazione finanziaria, il ST ritorna alla "bestia" consenso politico, per esempio consenso politico contrario ad una maggiore autonomia e ad un federalismo anche finanziario che interessi le altre Regioni non speciali, per esempio le Regioni limitrofe Veneto e Lombardia.  E' questo il comportamento del ST che da' fastidio, sono sicuro anche a DoktorFranz.  Consiglio ai Sudtirolesi di salvaguardare le loro autonomie ma di non vendere il loro consenso politico in cambio di spesa pubblica come fanno le Regioni meridionali del Belpaese. Si tratta di un comportamento nocivo per l'Italia e in prospettiva futura certamente nocivo anche per il ST: la prosperita' aquisita con i soldi degli altri e' insana, insicura, introduce dipendenza e disincentiva il lavoro sano e produttivo unica base di prosperita' sana e duratura.

 

4) chiudo con una nota polemica: ci sono altre regioni a statuto speciale, con giustificazioni molto meno forti (Val D'Aosta, andatevi a vedere i privilegi degli abitanti di questa regione) e i cui problemi pesano decisamente di piu' nel contesto nazionale (Sicilia, Sardegna). DF invece se l'e' presa con l'Alto Adige: invida, o la solita piva degli italiani nei confronti dei "crucchi"?

 

Sicilia e Sardegna pesano piu' del ST unicamente perche' hanno un numero superiore di abitanti (in particolare la Sicilia).  Pro-capite il ST prende dalla "bestia" risorse finanziarie comparabili, pur essendo al contrario delle due Isole una delle aree piu' ricche e sviluppate del mondo.  Questo andazzo e' ignomignosa responsabilita' dello Stato italiano, perche' senza dubbio non e' il Trentino-Alto Adige ad estorcere denaro dalla Repubblica italiana.  Tuttavia va sottolineato che e' in atto uno scambio tra risorse date al ST e consenso politico dei sudtirolesi alla permanenza in Italia e al mantenimento dell'amministrazione borbonica italiana fatta di spesa pubblica per la compravendita di consenso politico nelle Regioni assistite, incluso il ST.

 

 

 

È avvenuto anche a Cortina, che villaggio sperduto e derelitto non si può definire ma, d'altra parte, non si capisce quale colpa abbia da scontare per meritare meno, ad esempio, di Ortisei, così simile per collocazione geografica e tipologia di attività economiche prevalenti.

 

una piccola nota: le motivazioni ampezzane sono ovvie. Dalla loro parte, rispetto  agli altri comuni che vorrebbe entrare a far parte del Trentino -A.A. come Lamon o quelli dell'altopiano di Asiago, hanno ragioni storiche - fino al 1923 erano parte di quella regione, ed erano legati da secoli nell'impero asburgico alle altre valli dolomitiche  - e culturali - la lingua ladina.

Per il resto, anche durante le mie numerose vacanze in zona ho avuto percezioni simili, di uno stato molto presente, dotato di molte risorse sia umane che finanziarie e fornitore di molti servizi a costo irrisorio per gli abitanti (costo di scuole ed asili ad esempio). Ma anche la percezione palpabile che le molte risorse vengano comunque usate in modo straordinariamente efficiente, senza gli sprechi cui siamo abituati.

 

 

Attenzione che l'Italia è vincolata anche da un trattato internazionale nei propri rapporti con il Südtirol...

Vale a dire che l'Italia non ha le mani totalmente libere nei confronti del Südtirol, tant'è vero che ultimamente qualcuno si è preso la briga di ha ricordarlo agli smemorati.

E' del tutto razionale e ragionevole quanto lei sostiene. Ciò che mi dà da pensare è l'ipotesi che la maggior vicinanza 'federalista' di prelievo fiscale e spesa pubblica dovrebbe di per sè aumentare l'efficienza-trasparenza della spesa ed il controllo dei dittadini attraverso il voto. Lo dico da terrone emigrato che comunque conosce i poco commendevoli meccanismi terroni.

luigi zoppoli

L' ipotesi è di non concedere alternative: se lo stato non ripiana i buchi e le risorse sono quelle locali in certe zone mancherebbero i presupposti per assunzioni clientelari e favoritismi vari.

Non mi aspetto certo che i lupi si trasformino in agnelli, piuttosto che si scannino tra loro per la poca carne rimasta sull' osso.E spero che dopo la resa dei conti sia evidente a tutti che far da gregge ai lupi non è un' idea tanto furba.

Accordi o non accordi, senza le bombe dei bravi raggazzi delle valli Sud Tirolesi, specialità, compentenze e denari, mai sarebbero arrivati all'Alto Adige e men che meno al Trentino (che di speciale non ha ed aveva un bel niente)

Non si trovano infatti motivazioni per cui Belluno, ad esempio, incastrata tra TAA e Friuli, assolutamente identica per territorio, minoranze linguistiche e storia debba essere a statuto ordinario e gli altri no.

O perchè, mentre i primi possono stanziare 80 mln all'anno per piste ciclabili, Belluno non abbia neanche i soldi per l'asfaltatura ordinaria; mentre il Trentino finanzia con 100 mln il recupero dei tabià tipici della Val di Vanoi, i nostri paesi crollino sotto il peso delle proprie macerie. Quando pensate alle Dolomiti cosa vi viene in mente? Perfetto! E ci mancherebbe altro, visto che solo il Trentino spende più di promozione online di quanto spenda Belluno per tutta la gestione del settore turismo. E si potrebbe continuare per ore...

Se i soldi extra sono per l'insegnamento delle lingue minoritarie e per la difesa culturale va bene: ma cosa c'entrino gli impianti di salita con la specificità linguistica, proprio non ci capisce.

E' chiara invece un'altra cosa, più banale: lo stato italiano è sensibile solo a chi fa casino, siano essi i blocchi autostradali od il rumore sordo delle bombe.

 

Non mi sembra che le cose siano andate proprio cosi'. Guarda qui: http://cronologia.leonardo.it/mondo38g.htm per un resoconto sintetico della nascita ed approvazione del "pacchetto", insieme di norme che regolano l'autonomia. Dire che il pacchetto e' frutto dell'attivita' dei bombaroli e' totalmente falso.

 

E' chiara invece un'altra cosa, più banale: lo stato italiano è sensibile solo a chi fa casino, siano essi i blocchi autostradali od il rumore sordo delle bombe.

 

I Sudtirolesi al contrario dei poco furbi veneti e lombardi non hanno e non hanno avuto storicamente elites italofone e fautrici dello Repubblica una e indivisibile, anche perche' culturalmente tali elites facevano riferimento al tedesco. Questa e' la differenza fondamentale.  Le bombe ci sono state come reazione al tentativo di italianizzazione e hanno mostrato che elites e popolazione sudtirolesi erano concordi sul fatto di essere ben separati culturalmente dalla c.d. "nazione" italiana.

Lo Stato italiano paga chiunque per non avere grane, finche' riesce a trovare le risorse per sostenere i lussi della sua Casta. L'Italia paga quindi i sudtirolesi perche' non e' sufficiente la propaganda scolastica e mediatica piu' qualche sceneggiato TV a convincerli a pagare le tasse e tacere, come del resto paga terroristi e criminali vari di mezzo mondo.  Le bombe sono poco rilevanti, specie oggi la democrazia e' piu' importante: se il 70% dei residenti della prov. di Bolzano volesse andarsene dall'Italia non sarebbe facile impedirglielo a tempo indeterminato. Cio' che conta e' che il rincitrullimento operato dai programmi scolastici e dalla propaganda RAI-TV dalle parti del Sudtirolo non funziona, altrove invece si'.

La necessità della sovranità italiana sull'Alto Adige era dovuta a considerazioni strategiche, vale a dire una frontiera facilmente difendibile contro una possibile invasione austriaca.

Considerando che una tale eventualità è al giorno d'oggi estremamente improbabile, la sovranità italiana non è più indispensabile.

Si potrebbe arguire che le malandate finanze italiane non si possono più permettere la presente situazione e predisporre una secessione dell'Alto Adige, con o senza ricongiungimento con il Tirolo austriaco.

Naturalmente il nuovo stato avrà cura di garantire alla minoranza italiana tutti i diritti che l'Italia attualmente garantisce alla minoranza tedesca.

A me sembra che il tono generale sia più vicino a quella maledetta malattia che si chiama invidia sociale  che ad altro (detto con benevola ironia, sia chiaro), perchè, date le condizioni storiche attuali, il Sud-Tirol rappresenta comunque un caso speciale e non assimilabile agli altri.

E' divenuto italiano in seguito alla sconfitta austo-ungherese nella I guerra mondiale. E questo comunque dovrebbe anche far riflettere i sud-tirolesi: se mamma Austria ha perso la guerra, per ingordigia, non volendo concedere all'Italia quanto per giustizia storica (cito, provocatoriamente, "l'ingiustizia storica" di cui parla lo statuto della SVP a proposito di separazione del Sud-Tirol dalla madrepatria) le spettava, non è colpa dell'Italia.

Già il re d'Italia, comunque, aveva riconosciuto e concesso ampia autonomia. Tra l'altro, aggiungo, che se il Sud-Tirol è "tedesco", Trento non lo è per niente. E' Italia, punto e basta.

Il Sud-Tirol parla una lingua tutta sua (a rigore, comunque, mi pare non sia neppure lingua tedesca), è per usi costumi e tradizioni più vicino al mondo crucco che al mondo italiano. E' stato vessato dalla politica di italianizzazione forzata fascista e al tempo stesso ha nutrito una certa simpatia nazista, simpatia che, alla fine della II guerra mondiale, è stata tra i motivi che hanno impedito alla riunificazione con mamma Austria ( altri motivi: le "simpatie" naziste austriache che non hanno di certo deposto a favore dell'Austria stessa al momento di discutere della spartizione di parte dei territori della sconfitta Italia, nonchè il fatto che in quella spartizione l'Italia aveva perso già l'Istria, vuoi per il peso politico del comunista Tito appoggiato da Stalin vuoi perchè era più "giusto" così).

In sintesi, il Sud-Tirol, personalmente, ha poco da frignare se sta in Italia: anch'esso ha le proprie colpe per la situazione che si è venuta a creare. L'Italia ha poco da frignare per l'autonomia concessa al Sud-Tirol: non ci vedo nulla di scandaloso, dal momento che è una "vera" minoranza distribuita su di un territorio non propriamente minuscolo, minoranza che per altro non vuole affatto integrarsi.

Piuttosto, gli statuti speciali che non hanno più ragion d'essere sono quello del Friuli Venezia Giulia e quello siciliano. Sulla Sardegna e la Valle d'Aosta si può discutere, personalmente più sulla seconda che sulla prima.

Una battuta finale (scusandomi per altro se il tono un po' irriverente può aver ferito qualcuno, ma non era mia intenzione, è che per sintesi e fretta sono andato di colpi d'ascia): se domani mattina mi proponessero indietro l'Istria in cambio del Sud-Tirol io firmerei ad occhi chiusi!!!

 

se domani mattina mi proponessero indietro l'Istria in cambio del Sud-Tirol io firmerei ad occhi chiusi!!!

 

di grazia, per curiosità, perchè?

Ok, in SudTirolo ci sono i germanofoni: ma anche tanti italofoni, e tanti "misti", costretti peraltro a dover scegliere a quale "etnia" appartengono ( poi ci sono i ladini , così come in Trentino e nel Bellunese)

In Istria ci sono tanti italofoni (c'erano, soprattutto). Ma ora ci sono anche tantissimi di origini e lingue slovene e croate.

Soprattutto: ma chi l'ha detto che i sudtirolesi vorrebbero tornare con l'Austria? Io sospetto che al limite preferirebbero una indipendenza assieme al resto del Tirolo.

E poi, ha veramente senso parlare di dispute territoriali in seno alla UE??? Penso abbia molto più senso la discussione sull'autonomia politica e soprattutto finanziaria.

 

 

Penso si possa dire tranquillamente che quelle simpatie naziste che ci sono state in AA-ST durante la seconda guerra mondiale fossero sostenute essenzialmente dal fatto che gli interessati vedevano nella Germania l'unico difensore da Mussolini (attesa tradita poi dall'accordo Hitler-Mussolini sull'opzione).

Per il resto ritengo che la mentalita' sudtirolese dell'epoca, pregna di cattolicesimo, fosse quanto di piu' lontano ci potesse essere dall'ideologia nazista. Cio' non toglie che gli alleati poi non sono andati per il sottile e hanno fatto di ogni fil d'erba un fascio.

Tra parentesi, quello che si parla in ST e' tedesco, seppur con forte cadenza dialettale. La vera minoranza etnica e' quella a cui appartengo io (sono ladino). Quel che non molti sanno e' che nel corso del 19esimo secolo ci sono stati svariati tentativi di "germanizzazione" delle minoranze ladine da parte del governo centrale asburgico...

Caro Franco Bocchini, il fondo del tuo discorso quale dovrebbe essere? Risolvere i problemi della "fame nel mondo" ...mantenendo i dittatori (che la creano)?

Figli e figliastri o piuttosto ribelli e schiavi?

 

Claudio G.W., non capisco che cosa intendi dire.

Il mio scopo è contestare la validità odierna degli statuti speciali, parlando proprio di quello che conosco meglio e che ha derivazioni storiche ben comprensibili, ma anch'esse non più attuali (se mai lo sono state, "più di altre").

Metto in risalto come le motivazioni addotte per mantenerlo in vigore siano pretestuose e, quindi, da respingere e preciso che vi siano non solo ragioni di equità, ma anche di rispondenza al - da molti a parole perseguito, non so quanto strumentalmente - percorso verso il federalismo, per volere un cambiamento.

In conclusione, la mia netta preferenza va all'estensione delle medesime regole a tutti i territori, mentre la consapevolezza che ciò non avverrà - per ovvi motivi legati al mantenimento del consenso in vaste aree del Paese - mi spinge a chiedermi quali possano essere i compromessi a cui si ritiene ragionevole sottostare. Naturalmente, con il vincolo che siano gli stessi per tutti coloro che abbiano pari aspirazioni.

Che cos'è che non ti torna?

 

 

Parafrasando il buon vecchio Montanelli, si direbbe che tutti siano specifici, ma alcuni più di altri .….

 

In verità era George Orwell che aveva scritto "Gli animali sono uguali, alcuni animali sono più uguali degli altri". Gli animali "più uguali degli altri" erano i maiali...

Sul tuo post non ho assolutamente niente da aggiungere, nè entro nel merito della discussione secessione/annessione/denaro. Però mi rendo sempre più conto che c'è un diffuso sentimento del tipo "io pago e gli altri fanno festa", siano essi Sud Tirol che Meridione. E mi domando: ne usciremo ? Se sì, come ? So perfettamente che tu come altri non avete alcun sentimento antimeridionale o antitirolese, esprimete un disagio, così come lo esprimo io quando vedo dove vanno a finire le mie tasse, che pago in maniera cospicua. Ma la domanda resta.

Ultima considerazione: per fortuna che vai in Sud Tirolo a passare le vacanze, e non in Sicilia, altrimenti altro che post compassato -).

 

E mi domando: ne usciremo ? Se sì, come ?

 

Non lo so, Marco, proprio non lo so .... ma voglio essere ottimista. Non solo per carattere o per professione, ma soprattutto perché l'atteggiamento contrario non ha alcuna utilità. E penso che l'intensificarsi di quel disagio diffuso - qualunque veste prenda, più o meno positiva - da qualche parte dovrà pur portare. Dal momento che le opzioni violente fortunatamente non mi paiono attuabili - di questi tempi - se non per quanto riguarda alcuni eccessi verbali da Capitan Fracassa, una composizione del sempre più evidente conflitto non potrà che attutirne le cause. Resta da vedere, naturalmente, quale sarà il nuovo livello d'equilibrio generale, e se la velocità del cambiamento riuscirà a calmare le acque. Nel frattempo, la pressione non deve mancare ........

 

per fortuna che vai in Sud Tirolo a passare le vacanze, e non in Sicilia, altrimenti altro che post compassato -)

 

Chissà. Prevarrebbero i bollenti spiriti oppure prenderebbe il sopravvento un certo fatalismo? Non lo saprò mai, peraltro ........ io amo la montagna e mi bastano meno di due ore di macchina per raggiungere il mio personale Paradiso ...... :-)

 

Chiedo scusa se intervengo con un certo ritardo nel dibattito, ma sono tornato, per alcuni giorni nella terra degli avi.

Nel complimentarmi con tutti voi per la conoscenza che avete della situazione dell’Alto Adige – ennesima dimostrazione di cosa sia noisefromamerika - tenterò di dare solamente qualche ulteriore spunto di riflessione che non può non partire da una brevissima digressione storica.

Come sapete, il Tirolo del sud, fino al termine della prima guerra mondiale, era un territorio austriaco, con la relativa lingua, cultura e le relative tradizioni (tedesche). Vi abitava una limitatissima minoranza di lingua italiana. I suditirolesi si identificavano pienamente negli Asburgo ed hanno combattuto fino all’ultimo, anche con gli anziani, il nemico italiano. Il territorio fu annesso all’Italia dopo la guerra per semplici ragioni geografiche, trovandosi esso al sud delle Alpi. Il fascismo tentò di colonizzare ed italianizzare il territorio. A tal fine ha creato, soprattutto a Bolzano, delle realtà industriali, attirando un numero elevatissimo di persone di madrelingua italiana. La politica di italianizzazione consisteva anche nella brutale oppressione di qualsiasi manifestazione culturale tedesca, culminando in un accordo con i nazisti che prevedeva la sostanziale deportazione di tutta la popolazione di madrelingua tedesca nel Reich millenario. Fin qui nulla di nuovo per voi.

Dopo la guerra, i suditirolesi speravano di tornare con l’Austria ma ciò, al di là degli aspetti risorgimentali, non era più possibile per il semplice fatto che, grazie al fascismo, la componente etnica della provincia era radicalmente mutata, con la presenza di numerosi italiani che, comprensibilmente, mai avrebbero accettato di finire sotto la sovranità austriaca (e, quindi, in qualche modo, tedesca). Né si poteva imporre un esodo biblico di circa 100.000 persone.

Con il patto Degasperi-Gruber fu creata la regione autonoma. Tuttavia, come regione, essa aveva una maggioranza italiana (trentini più italiani del sudtirolo) e, nel contempo, la colonizzazione del territorio sudtirolese da parte della popolazione italiana continuava. Ciò indusse i vertici della SVP ad un cambiamento strategico passando dal motto “Los von Rom” (via da Roma) a quello più pragmatico, nel medio periodo, del c.d. “Los von Trient”, fermo restando comunque il principio di autodeterminazione.

Di fronte alla resistenza italiana, si aprì la stagione delle bombe conclusasi con l’approvazione dello statuto che, di fatto, svuotava completamente la regione di qualsiasi potere, per attribuirli alle due province autonome di Bolzano e Trento.

Nelle mie vene non scorre sangue tirolese, ma solo terronico-bavarese. L’altro giorno, parlando con i colleghi, abbiamo scoperto che il mo sangue è un misto tra quello dei due popoli contro i quali i tirolesi (sia nord che sud) hanno lottato negli ultimi due secoli. L’eroe nazionale del Tirolo, Andreas Hofer, esattamente due secoli fa, combattè contro i bavaresi, alleati dei francesi. Io arrivai in Alto Adige al seguito della famiglia, all’età di circa 4 anni e ricordo ancora molto bene la tensione che, negli anni ’70 e nei primi anni ’80, c’era tra i due gruppi etnici, con gli italiani che, dopo l’approvazione dello statuto, si sentivano “discriminati” in patria. Oggi, a distanza di 37 anni dalla approvazione del “pacchetto”, queste tensioni sono venute meno. La popolazione di madrelingua italiana apprezza l’autonomia ed il benessere diffuso che ha portato, tanto che siamo arrivati al paradosso per cui molti italiani votano per la SVP, che è un partito dichiaratamente etnico.

In sostanza, come giustamente evidenziato da alcuni di voi, le indubbiamente ingenti risorse che vanno in favore dell’autonomia alto-atesina sono state il costo che l’Italia ha dovuto pagare per poter mantenere la sovranità su questo territorio che non è, minimamente, italiano bensì ha una parte di popolazione di madrelingua italiana. Del resto, come pare aver detto Andreotti, “costerebbe di più tenere l’Alto Adige costantemente occupato dall’esercito”.

Togliere queste risorse all’Alto Adige rischierebbe di riaprire una stagione di tensioni di cui nessuno, salvo qualche esponente politico, sente alcuna necessità ed, oltretutto, come espressamente dichiarato, riaprirebbe velleità indipendentistiche. Come, sempre giustamente, evidenziato da Alberto Lusiani, la locale popolazione non segue i media italiani, bensì quelli tedeschi locali e quelli austriaci. Delle vicende italiche si ha solo una eco lontana, quasi fossero avvenimenti di uno stato estero. In un ipotetico referendum sull’autodeterminazione, la popolazione seguirebbe le indicazioni della SVP. Di autodeterminazione hanno comunque iniziato a parlare anche i Verdi, per non parlare degli altri partiti tedeschi, e, posso garantire, che anche tanti italiani non esiterebbero a votare sì nel caso in cui si dovesse effettivamente indire un referendum in tal senso.

Lo statuto di autonomia dell’Alto Adige, con il corollario di ingenti risorse economiche ad esso lasciato, è un’operazione perfettamente riuscita, tanto che la tutela della minoranza sudtirolese costituisce un giusto motivo di vanto per l’Italia ed il Dalai Lama, grande amico di Durni, in un’intervista alle TV nazionali di alcuni anni fa, disse che, per il Tibet aspirava ad un modello simile a quello previsto per il Sud Tirolo.

 

 

Grazie, Axel, per le precisazioni. E bentornato, naturalmente ..... :-)

Sono al corrente dei fatti storici e della situazione ambientale, che tu riporti correttamente (d'altronte, non potrei non esserlo, trascorrendo una media di 70-80 giorni l'anno in loco ....), ma tale conoscenza non sposta i termini dell'analisi che ho proposto.

La questione, infatti, non è il noto motivo che ha condotto a tale situazione, bensì la disparità di trattamento che altri territori lamentano. A mio avviso del tutto ragionevolmente, dal momento che non mi pare credibile una discriminante basata solo sulla datazione, più o meno recente, della genesi di un problema comune anche - in diverse fasi storiche e con differenti modalità - ad altre regioni, come il mio Veneto che prendo ad esempio e che pure non era Italia (ricorda che la lingua veneta non deriva dall'italiano, ma si è evoluta distintamente da simili origini).

Inoltre, la seconda questione riguarda le arrampicate sugli specchi di Durni & soci per giustificare i privilegi di cui godono, ad esempio vantando un'efficacia nell'utilizzo delle risorse che, a prescindere dalla sua discutibilità, altri non potrebbero avere. Non si capisce perché, posto che non sia pensabile l'equiparazione di tutte le amministrazioni a quella siciliana, assunta come benchmark .....

L'ultimo rilievo concerne l'opposizione di costoro ad analoghe concessioni ad altri: ciò evidenzia la strumentalità di una posizione che non parte - come asserito - dal diritto a conservare la propria identità, che dovrebbe essere garantito a chiunque, ma dal timore di perdere risorse.

In conclusione, non ho alcun dubbio che le discriminazioni siano sbagliate e vi si debba porre rimedio, né che la soluzione stia in un vero federalismo, ma mi chiedo - e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi - quale sia una strada realmente percorribile e con quali compromessi, posto che non sia accettabile un approccio del tipo "figli & figliastri" .....

 

 

il Tirolo del sud, fino al termine della prima guerra mondiale, era un territorio austriaco, con la relativa lingua, cultura e le relative tradizioni (tedesche). Vi abitava una limitatissima minoranza di lingua italiana. I suditirolesi si identificavano pienamente negli Asburgo ed hanno combattuto fino all’ultimo, anche con gli anziani, il nemico italiano. Il territorio fu annesso all’Italia dopo la guerra per semplici ragioni geografiche

 

Ricostruzione storica ineccepibile. Del resto, basta fare una visita ad una qualsiasi chiesa di un paesino sud-tirolese e leggere le lapidi con i nomi dei morti in guerra, per accorgersi che la maggior parte dei caduti nella prima guerra mondiale riporta il fronte "Italien".

La guerra 15-18 fu iniziata per "liberare" Trento e Trieste: nessuno pensava a Bolzano, che fu un frutto aggiuntivo  della vittoria, assieme all'Istria parzialmente slovena.

In particolare, l'annessione della provincia di Bolzano fu dettata da esigenze militari, dato che il confine alla Vetta d'Italia, rafforzava le linee difensive in caso di una futura guerra con l'Austria o la Germania.

In realtà, la vicenda del Sud Tirolo rappresenta uno tra i tanti errori della pace che seguì alla prima guerra mondiale, dato che i confini nati dal dissolvimento degli imperi tedesco, austro-ungarico e turco in molti casi non tenevano in nessun conto i diritti e le ragioni storiche delle genti che vivevano in quelle zone, con ciò diventando il seme di future guerre, partendo dalla vicenda del corridoio di Danzica, per arrivare alla stessa invasione del Kuwait da parte dell'Iraq.

Dopo la II guerra mondiale, la Jugoslavia - potenza vincitrice - ha potuto sistemare i conti degli sloveni istriani, cacciando la popolazione giuliana e annettendosi l'Istria e la Dalmazia, mentre l'Austria, nazione perdente, dato che era stata tutt'uno con la Germania hitleriana, non ha potuto far valere nessun diritto sul sud-tirolo, nel frattempo diventanto anche alto-adige a causa della popolazione immigrata dal resto dell'Italia.

 

Togliere queste risorse all’Alto Adige rischierebbe di riaprire una stagione di tensioni di cui nessuno, salvo qualche esponente politico, sente alcuna necessità ed, oltretutto, come espressamente dichiarato, riaprirebbe velleità indipendentistiche.

 

Io ritengo che che le risorse interne all'Alto Adige siano piu' che sufficienti per garantire li' una coesistenza pacifica ad un elevato livello di vita.  Non c'e' alcun bisogno delle risorse che lo Stato italiano riversa in quelle province allo scopo di non avere grane per salvaguardare i confini militari ai passi alpini. Quei tempi sono passati, per fortuna. Le risorse finanziarie non hanno nulla a che fare con le autonomie che sono sacrosante e anzi andrebbero estese per salvaguardare quei territori relativamente funzionanti dal tumore dell'amministrazione statale italiana.  Sarebbe opportuno ad esempio che l'Universita' di Bolzano dipendesse unicamente dalle leggi e dai finanziamenti dell'Alto Adige, come accade in tutti i Cantoni svizzeri.

 

 

In Veneto quali sono le due nazioni, i veneti e gli italiani, i veneti ed i terun? Con chi la fate la guerra civile?

 

Aspetta che vengo io, quest'inverno, in Alto Adige e poi vedi se non mettiamo su una bella guerra civile -).


vengo io, quest'inverno, in Alto Adige

la prendo come una promessa.

Guai a te se non vieni e non ti fai vivo, poi noi due terroni facciamo una bella guerra civile a quel nordista veneto di Franco :-). 

 

Ho seguito questo dibattito con un certo interesse sia perché condivido la tesi di fondo di DoktorFranz (dare a tutte le regioni che lo richiedono la stessa autonomia sia fiscale, che finanziaria che amministrativa di cui gode la provincia di Bolzano) sia perché mi sembrava una di quelle questioni "ovvie" in cui solo a mezzo di cattiva informazione e distorsione dei fatti Roma Ladrona continua ad avere la meglio su ciò che sarebbe conveniente fare per una buona fetta d'Italia.

Non vorrei spingere Axel in una direzione in cui non vuole andare, ma credo lui stesso convenga che nessuno mette in dubbio, anzi, la legittimità sia storica che politica dell'autonomia di cui l'AA gode. Credo che, a questo punto, lui debba anche convenire che, se tale autonomia è legittima per l'AA e per la totalità delle persone che in AA vivono (siano esse di lingua tirolese o italiana, di "sangue" (brrrhhh!) bianco, rosso, verde o giallo, eccetera) allora la stessa autonomia non può non essere legittima richiesta anche per quelle persone che vivono in Veneto, Friuli o Piemonte, tanto per dire. Purché la vogliano, ovviamente.

Non s'intenderebbe perché il "giogo" italico sia tale quando applicato a persone il cui cognome inizia per Bis e finisce in gnano se vivono in Pusteria ma non sia più tale per persone dal medesimo cognome se vivono, tanto per dire, in Sugana ... no?

Il problema politico, quindi, non è rinfacciare agli altoatesini la loro autonomia, ma anzi difenderla e valorizzarla, chiedendo di godere dei medesimi diritti. Il programma non consiste nel rinfacciare a loro i privilegi di cui godono, ma chiedere di godere degli stessi diritti, mettendosi d'accordo su come dividere il finanziamento di quelle spese comuni che ancora vorremmo avere. Insomma, una pura richiesta d'essere trattati come gli altri, non di trattar peggio gli altri. la differenza è sottile, ma importante. Da questo punto di vista, il Sud Tirolo - Alto Adige dovrebbe essere un alleato, non un avversario, di chi nel Veneto o altrove chiede maggiore autonomia ed uguaglianza.

Non sarà un grande ed altisonante programma politico, ma è semplice è chiaro:

5, 10, 20 SudTirolo! L'Italia roman-savoiardo-fascista è sfatta, l'Italia federale si fa!

 

da questo punto di vista, il Sud Tirolo - Alto Adige dovrebbe essere un alleato, non un avversario, di chi nel Veneto o altrove chiede maggiore autonomia ed uguaglianza.

 

Sono totalmente d'accordo, tuttavia riscontro che in tempi recenti trentini e sudtirolesi hanno assunto maggioritariamente una posizione molto egoista e molto nociva, a mio parere anche per il loro futuro: sostenere lo Stato centrale italiano contro le richieste di autonomia di altre regioni come Veneto e Lombardia allo scopo di mantenere gli elevati trasferimenti che lo Stato italiano eroga loro. 

Credo sarebbe il caso che trentini e sudtirolesi si rendano conto che comincia ad esserci una certa insofferenza per certe autonomie speciali ricche eppure inondate da denaro pubblico, mentre altrove i servizi pubblici sono miserabili a fronte di una eccessiva pressione fiscale sia teorica che reale. 

Sostenendo il centralismo italiano non escludo che 1) i trasferimenti di cui godono verranno eliminati 2) saranno assoggettati a contribuire alla solidarieta' senza fondo per le Regioni povere del Sud esattamente come gli altri territori parimenti affluenti, come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna 3) continueranno ad essere assoggettati allo Stato italiano per tutte le materie tipo giustizia, previdenza e istruzione superiore che lo Statuto di autonomia riserva allo Stato centrale 4) non vedo chi  potrebbe essere interessato ad aiutarli contro l'Italia in Europa e nel mondo dati i livelli di ricchezza e il fatto che hanno anche votato contro una proposta di costituzione maggiormente federale.

 

Secondo me si fa confusione. 

Credo che, a questo punto, lui debba anche convenire che, se tale autonomia è legittima per l'AA e per la totalità delle persone che in AA vivono (siano esse di lingua tirolese o italiana, di "sangue" (brrrhhh!) bianco, rosso, verde o giallo, eccetera) allora la stessa autonomia non può non essere legittima richiesta anche per quelle persone che vivono in Veneto, Friuli o Piemonte, tanto per dire. Purché la vogliano, ovviamente.

Certamente, però bisogna distinguere tra quelle che sono le competenze (e quindi i poteri) da un lato e le modalità di finanziamento per esercitarli (dall’altro). Prendiamo i poteri. L’Alto Adige, a differneza delle altre regioni a statuto ordinario, ne ha molti, molti di dei quali definiti primari cioè tali da non necessitare i leggi quadro da parte dello Stato. Un esempio: le strade. Si tratta di una competenza molto onerosa, come ognuno di voi può immaginare. Queste competenze autonome molto estese vengono finanziate, stando a quello che dice DoktorFranz, con la restituzione all’Alto Adige del 90% delle imposte localmente incassate dallo Stato (la cosa risulta in questi termini anche a me, anche se non l’ho mai verificata). Già qui, se ci pensate, l’autonomia va un po’ a farsi benedire. In fondo se, autonomia vera fosse, la Provincia dovrebbe poter scegliere di ridurre i tributi nei confronti dei propri cittadini, potere che non ha così come non lo hanno, se non in misura ridottissima, le altre regioni. Non c’è nessuna autonomia impositiva. Ma andiamo avanti. La SVP non si oppone affatto ad un federalismo anche fiscale in favore delle altre regioni (almeno a me non risulta). Ripeto, sarebbe politicamente sciocco. Potrebbe, ad esempio, avere un interesse ad un’autonomia impositiva. Del resto, SVP e Lega fino a solo un anno fa, andavano perfettamente d’amore e d’accordo

E, quindi, il problema non sta lì. Sta nelle risorse. La conseguenza è questa: sul fronte dei poteri non c’è alcun problema, è sul fronte delle entrate che la cosa si complica drammaticamente. Difatti, l’Alto Adige percepisce più di quello che produce, senza, nel contempo, dare nulla. Basta fare due semplici calcoli. Il 90% delle imposte vengono amministrate dalla Provincia, ma ci sono una serie di servizi che, tutt’ora, vengono forniti dallo Stato (giustizia, ordine pubblico, difesa, politica estera, previdenza) e che vengono pagati con le imposte dei veneti (fai conto). Nel contempo, nulla o quasi di ciò che l’Alto Adige produce, finisce verso le regioni povere. Facendo una banalissima semplificazione, se l’Alto Adige indipendente avesse un PIL di 100 e, mettiamo, una quota pubblica del 50%, tasserebbe i suoi cittadini al 50%. Con il sistema attuale, esso ha a disposizione il 60%, mentre deve tassare i cittadini solo al 50%. Evidente la convenienza della situazione, evidente, altrettanto, l’interesse a non perdere queste risorse. Seguendo il ragionamento, assolutamente condivisibile, di Franco, l’Alto Adige, di punto in bianco, (sempre facendo una semplificazione di cui mi scuso) passerebbe da una disponibilità di risorse del 60% al 40%, a parità di tassazione dei propri cittadini.

Non s'intenderebbe perché il "giogo" italico sia tale quando applicato a persone il cui cognome inizia per Bis e finisce in gnano se vivono in Pusteria ma non sia più tale per persone dal medesimo cognome se vivono, tanto per dire, in Sugana ... no?

E qui veniamo al nocciolo del problema. Quello che ha l’Alto Adige in termini di risorse, allo stato attuale, non si può distribuire a tutte le regioni, perché l’Alto Adige, anziché contribuire al funzionamento dello Stato, riceve più di quanto produce in loco. Non devo dirlo a voi che siete economisti, per quanto neoclassici J.

Quindi, il problema si fa tutto politico. Il Tizio, il cui cognome inizia con Bisi e finisce in gnano è un immigrato, in una terra in cui la maggior parte dei cognomi finiscono in r ed i nomi sono Franz, Josef, Johann e chi più ne metta. Prendiamo invece il cognome ed il nome di DoktorFranz e mettiamoli a confronto con quelli di Marco Esposito. Chissà quanti Marco e non Markus ci sono a Venezia! Entrambi cognomi (Bocchini ed Esposito) finiscono con una vocale. Fanno parte essi di un’unica nazione italica? Secondo me sì. Gli altoatesini non ne fanno parte. Fanno parte di un’altra nazione, quella tedesca. Qui, a differenza che in tutto il resto del territorio nazionale, ci sono due etnie diverse facenti capo a due diverse nazioni. Fino a non più di 30 anni fa, qui c’era un conflitto latente tra questi due gruppi etnici, un conflitto che non c’è in nessun’altra parte del paese, una tensione che, negli anni ’60, si poteva tagliare con il coltello. Adesso non c’è più. C’è accettazione dell’autonomia anche da parte di quelli il cui cognome finisce con una vocale. Questa accettazione c’è perché la torta è sufficientemente grande, tale fare avere a tutti un’abbondante fetta. Seguendo quello che voi dite, la torta si dovrebbe rimpicciolire e non di poco. Giustissimo, per carità. Sono il primo a dire che qui ci sono degli inaccettabili sprechi, a partire dal fatto che sui mezzi pubblici si viaggia quasi gratis. Ma, se la torta si rimpicciolisce, significa che ognuno riceve una fetta più piccola e che magari, per molti, restino solo le briciole. Ciò, potenzialmente, farebbe da miccia e, qui sta la differenza con il Veneto o qualsiasi altra regione, ad una riesplosione del conflitto etnico. Questo è il rischio concreto esistente sul quale voi tutti glissate con una certa eleganza. 

Detto questo, le squadre per la tenzone in terra non neutrale a natale, mi pare siano state formate. Marco ed io contro Franco e Gilberto. Non so ancora dove collocare Michele, visto che lui è un terrone del nord che è dovuto emigrare negli USA J. Con Sabino commentiamo il dopopartita nella seconda metà di gennaio. 

A Marco consiglierei di non fare come Alberto Bisin che si è mosso il 27 di dicembre, non trovando libera nemmeno la famosa stalla di Gesù bambino. Sulla Pusteria, ti posso dare qualche consiglio. Sulla Val Badia Michele asserisce di avere poteri miracolosi, fermo restando che una stanza sul Piz Sorega non te la può prenotare nemmeno lui :-). 

 

 

Concordo pienamente. Mi risulta strano capire chi, invece, continua a giustificare quell'autonomia e la nega per supposte ragioni storiche alle regioni contermini.

A me viene da pensare che sia solo per un motivo pratico e banale: Veneto e Lombardia, ad esempio, sono regioni ricche che contribuiscono positivamente ai bilanci di quelle che lo sono meno. Per cui, se anche trattenessero solo il 50% della propria ricchezza (come la fa la Catalogna), altri ne avrebbero meno. Non è questa forse la paura vera?

E allora giù di ragioni storiche, moti, cognomi in consonante e amor patrio mai sopito...

A me basterebbe che qualcuno mi giustificasse il fatto che, nel caso specifico, da una parte della valle si viva nelle migliori condizioni economiche ed ambientali disponibili su tutte le Alpi e dall'altra non si trovano i fondi per rifare l'asfalto dopo un inverno nevoso. E soprattutto mi spiegasse il motivo per cui dovremmo star zitti ed accettarlo.

 

Sul tema autonomia, mentre strepitan le trombette di Buttiglione, Casini, Rutelli etc. sul grande centro (dicon loro, contro la preponderanza della lega del nord) notai oggi, come dir en passant che tal Gelmini ministra, decise che gli "studenti stranieri" non so bene come intesi (pelle? lingua? faccia? zigomo centro-asiatico) debbano esser meno del 30%.

Il mio modesto indicatore (figli di conoscenti, mia nipote, e i facitori di bombe della Val Trompia) mi dicono che vi sono postid ove il 100% dei giovani (per ragione demografiche, avendo gli italiani deciso di essere tutti omosessuali di osservanza stretta) sono non "nativi."

Si discuta quanto si vuole, ma perche' non dar autonomia alle singole localita' (sulla scala di un provveditorato agli studi? di un comune?) 

dopo tutto si vedra' bene come ognuno applichi il proprio buon senso e tutti i genitori sapranno votare con i propri piedi (andando da Kabul a Treviso, decideranno di "virare" su Venezia, dove mi risulta nessuno ruppe le scatole al figlio cinese di una psichiatra amica mia)

Un buon esempio, perche' non farlo?

 

Commento cancellato poichè, a causa della troppa birra belga (ma siamo sicuri che 'sti frati cantano e pregano perchè sono ciucchi dalla mattina alla sera?) postato autonomamente, invece che come replica a un commento di AL.

 

 

Poi si può parlare finchè si vuole di Dante, Manzoni ed alzabandiera vari, ma il punto è questo (Veneti i Comuni più poveri «Sindaci ridotti a ragionieri» Studio Ires-Cgil-Anci: penultima regione d’Italia per entrate pro capite).

Qualcuno ha qualche motivazione storico-culturale per giustificare tali cifre?