European Liberty Conference

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In cui si spiegano le ragioni per investire due giorni del proprio in tempo in una conferenza internazionale a Milano organizzata da degli studenti l'11 e 12 ottobre prossimi.

Sono un lettore di nFA dai primi anni dei miei studi, erano i tempi di "cavaliere bianco cercasi" o de "il modello superfisso".

Ora il blog è sempre qui, è cresciuto non poco, e mi sembra ancora giusto tributare a una "palestra" come questa i dovuti ringraziamenti per aver costretto me, ed altri ragazzi che come me in questi anni sono stati all'università a studiare e apprendere, a dare risposte concrete alle domande che ci si è posti su queste pagine.

Una, su tutte. Come cambiare - non solo nelle facce - la nostra classe dirigente?

Sembra un po' il punto attorno al quale girano la maggior parte delle discussioni, qui. Dalla mia limitata prospettiva mi sono fermato ad osservare come le scelte che si fanno, diciamo, intorno agli anni dell'università, determinino in maniera decisiva tutto il resto.

La carriera politica non fa eccezione. Liquiderò la questione con due esempi: la Festa dei Giovani DemocraticiAtreju. Si notino le scalette, i temi, e sopratutto i relatori: niente di diverso rispetto a una festa di partito "adulta": discorsi autocelebrativi e fuffa, peraltro corrispondenza perfetta tra tematiche da una parte e relatori dall'altra, e necessità politiche contingenti del partito di riferimento.

Sostituire i nostri attuali governanti coi giovani virgulti che dalle loro labbra pendono (un Fausto Raciti o una Augusta Montaruli, per esempio) può portare ben pochi vantaggi. Se gli attuali leader di partito sono le seconde file, i portaborse di quelli della Prima Repubblica, come si può sperare che i subalterni-su-tutto giovani di oggi possano essere meglio di loro?

La mia risposta è che se ne esce in un modo solo. Se i meccanismi di selezione della classe dirigente "giovane" non funzionano dobbiamo produrne di nuovi e metterli in concorrenza con quelli vecchi. Il progetto è di un'ambiziosità folle, specie in un Paese in cui la paura di rischiare fa il paio con il disprezzo sociale verso coloro che rischiano: vogliamo una Students for Liberty anche in Italia. Indipendente perché finanziata da tanti donatori, di massa (e non importa se alla fine non saranno tutti liberali duri e puri), influente. Una realtà nella quale i fondatori si tolgono dalle scatole presto, perché si laureano in tempo o quasi, e obbligano i successori a fare lo stesso – per statuto. Una "scatola" che aggrega e dà forza alle proposte e produce egemonia culturale negli Atenei che ormai vivacchiano, nel più grande vuoto di idee che la storia recente d'Italia ricordi, e si svegliano solo nelle occupazioni e negli scioperi. Una struttura che non faccia la fine dell'UGI, perché abbiamo studiato un pochino la storia d'Italia.

Per fare questo partiamo da Milano, alla Bocconi, con la European Liberty Conference, l'11 e il 12 ottobre. Il programma lo trovate qui (nel panel in cui sarà ospite Michele Boldrin, oltre a lui, avremo Ignacio Conde-Ruiz, Antonio Martino, Maria Cannata, Pierre Garello, Francesco Giavazzi e Alessandro De Nicola). La sola organizzazione di questo evento ci ha permesso di aggregare ragazzi da tutta Italia, che costituiranno dei gruppi autonomi nelle loro sedi in tempi brevi.  Senza le donazioni guadagnate grazie ai risultati ottenuti, e che questo network speriamo sia in grado di attrarre, la possibilità di sfidare le idee prevalenti con argomenti ragionati e non con slogan urlati rimane una pura utopia. Anche nelle università più prestigiose. Per questo spero nella vostra partecipazione e nel vostro supporto!

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Commenti

Ci sono 33 commenti

Il link al programma della conferenza non funziona :-)

Ops! Adesso ho sistemato anche il link nell'articolo, comunque, e dovrebbe andare!

Io ci sarò, forse anche qualche altro studente da Brescia. Vorremmo cercare di creare uno di quei gruppi autonomi nel nostro ateneo.

Condivido appieno il discorso di Mazzone, e chissà, forse quelle feste giovanili dei partiti cambieranno con il nostro impegno.

Grazie, Marco. 

C'è una bella atmosfera, oggettivamente: stiamo conoscendo tantissimi ragazzi da tutta Italia con intenzioni simili, il tardo pomeriggio del 12 sarà davvero una festa.

Per il resto, dubito che se questo progetto e altri simili avranno successo quel tipo di feste di partito avranno ancora senso. Ora come ora non si riesce a cogliere il ridicolo per mancanza di un termine di paragone.

 

Ora il link funziona!

Brochure con il programma: http://dl.dropbox.com/u/5208425/European%20Liberty%20Conference.pdf

Pagina di ISFIL dedicata alla ELC: http://www.isfil.org/p/european-liberty-conference.html

Io vorrei venire! ma in quel periodo purtroppo devo studiare (per laurearmi in tempo, appunto)...

Sono su Bari. Come faccio a mettermi in contatto con altri conterranei interessati

(ipotetici per ora, dato che qua basta pronunciare il prefisso liber- per essere guardati male),

magari per fondare un gruppo qui nel profondo sud?

Difficile dare una risposta: quando noi siamo partiti eravamo in due. Abbiamo inizialmente coinvolto un nucleo di persone interessate, molte delle quali se la sono data a gambe quando si è visto che avevamo voglia di fare davvero qualcosa, e non menarcela a vicenda su quanto bene conoscevamo Hayek (tutti molto male, peraltro).

L'unica cosa importante, già che stiamo parlando di "profondo Sud", è la cazzimma.

Bell'iniziativa. Una sola domanda (fatta senza cattiveria): chi ha deciso di invitare, in mezzo a tanti nomi così prestigiosi, un personaggio come il prof. Battaglia?

Qual è il problema con Franco Battaglia?

P.S. prevengo un richiamo dei "padroni di casa": ho la sensazione che nel rispondere alla mia domanda, se intendi fare un attacco personale, possa essere considerato poco educato non identificarsi con nome e cognome.

Luca: NM è una sigla che corrisponde al nome e cognome cui chiunque può risalire seguendo il link che accompagna l'account. Se avessi verificato ti saresti risparmiato di farmi l'accusa antipatica di volere infangare la gente sotto il velo dell'anonimato. Il problema del prof. Battaglia è dato dalle sue posizioni folkloristiche sull'energia solare, il nucleare e il global warming, che nella conferenza di Milano non saranno bilanciate da nessun esperto autorevole di questi temi.

Mi scuso per l'accusa, per pigrizia non ho controllato il link. 

Se ho ben capito l'accusa che ci rivolgi è quella di dar voce solo a una parte, mentre floris sostiene che le posizioni di Battaglia sono tendenziose. Mi permetto di rispondere alle due critiche separatamente.

Floris: Franco Battaglia è uno scienziato che prende una posizione chiara. Lo capisci immediatamente. Non è uno che ti presenta i dati in modo fintamente asettico per poi far calare la conclusione come dall'alto. Nei dibattiti di natura divulgativa, nei quali i suoi interlocutori non sono preparati sul tema, ha il pregio di essere chiaro e di esporre i suoi argomenti in modo tale da non dare l'impressione che gli si debba credere per forza. Poi il suo stesso argomentare non era privo di imperfezioni, come qualcuno ha notato. Quello che a me interessa, però, è che il nostro non è un incontro tra tecnici del settore, ma un'occasione per gente che magari solitamente si occupa d'altro di sentire un punto di vista interessante - e se mi permetti, neanche tanto maggioritario.

NM: mi sento un po' a disagio a darti dell'arrogante quando definisci folkoristiche le affermazioni altrui, dopo che ho fatto la figuraccia sull'account. Però tant'è: è una posizione di minoranza, ma porta comunque dati e modelli esattamente come quella maggioritaria. Abbiamo deciso di dar voce forse più a un lato della questione che a un altro, ma questo è accaduto anche nel resto dei panels e nessuno si è scandalizzato. Semplicemente, abbiamo preso delle posizioni. Non c'è niente di male, no?

 

Ahi, ahi .... rieccoci: le opinioni che non piacciono sono folkloristiche anche quando vengono espresse con il supporto di dati - che sarebbero ciò che va discusso e confrontato, eventualmente - mentre gli esperti autorevoli son solo quelli che stanno dalla parte "giusta" .....

Vizio duro a morire, vedo.

Vero.

Tu sei lo stesso che qualche settimana fa era venuto a spiegarmi che non ho capito come funzionano le transizioni nel mercato del lavoro e cosette del genere. E che poi è andato a raccontare sul suo blog che ragiono male, spiegando il tutto con una geniale analogia: temporaneo:indeterminato = vegetariano:carnivoro. E che poi, però, non è andato a raccontare sul suo blog che era lui a ragionare male, che non aveva neanche capito quello che avevo scritto e che, guarda caso, le stime indipendenti OCSE su dati micro confermavano i miei calcoli esplicitamente fatti a spanne e quindi approssimati ...

Tutto questo, tu capisci, ti scredita. La gente seria, gli scienziati seri almeno, quando prendono cantonate le ammettono: non vanno in giro a "parlar male" degli altri solo perché non hanno capito i loro ragionamenti, senza nemmeno poi rettificare. Molto male.

Da certi pulpiti non dovrebbero venir certe prediche ...

 

Di vizi ne ho tanti, e fra questi ho quello di considerare autorevole in campo scientifico solo chi ha superato un processo di peer-review. Trovami una rivista internazionale peer-reviewed che abbia mai accettato un articolo su nucleare, energia solare o global warming del prof. Franco Battaglia e poi prenderò sul serio i suoi "dati".

Non è il suo campo, mi pare. Comunque le tesi da lui sostenute sono certamente contenute in altri paper, contenuti in riviste internazionali peer-reviewed con tutti i crismi del caso. Volendo, potresti ammettere che le sue idee hanno dignità di essere dibattute senza porre un veto all'ingresso. O forse no, perché tu hai già la Verità in tasca, e la Comunità Scientifica dalla tua parte al gran completo.

 

Come annunciato sopra, sono andato all'ELC. Ho partecipato a poco perchè ho saltato lunedì dalle 16 in poi perchè ero con Mr Boldrin (a parte la cena) e martedì perchè malato. Comunque quel poco che ho visto mi ha lasciato delle buone impressioni.

Si è data voce ad opinioni che, pur essendo liberali, erano discordanti tra loro: mi viene in mente ad esempio la discussione (in realtà mancata per il fuggi-fuggi di Martino) tra quest'ultimo e Boldrin&Cannata. Lo stesso però la sera ha recuperato punti facendo un ottimo discorso all'inaugurazione del T-Party Milano.

L'unica perplessità che posso esprimere è il fatto di aver invitato associazioni un po' troppo social conservative e di "destra" anche se comunque si è mantenuto abbastanza il pluralismo.

Keep up good work!

Sono stato anche io alla ELC ed ho avuto un'impressione molto distinta da quella di Marco.

Non solo di Antonio Martino, le cui performances mi hanno confermato (in peggio) quanto pensavo di lui da tempo - e che va al di là delle flebili proteste dei giovanotti di Libertiamo che si sentono traditi.

Impressioni, telegrafiche.

1) Senza alcun dubbio il gruppo di organizzatori sembra composto, nella stragande maggioranza, da persone di gran buona volontà e con il desiderio di provocare dibattiti seri su questioni che nel mondo universitario italiano girano poco se non pochissimo. Chapeau.

2) Allo stesso tempo (comprensibile, viste le età, ma è un grave limite lo stesso) noto una certa atmosfera gruppettara anni '70: vi sono alcune parole d'ordine che devono essere ripetute e che segnalano l'appartenenza. Ma logica e fatti scarseggiano mentre l'attenzione ai problemi concreti del mondo è assente. Tutti a discutere di massimi sistemi, di diritto naturale, libertà e mercati liberi, ed altri temi "alti" che riempiono il cuore ma lasciano il mondo esattamente come era prima. Incluso il mondo delle conoscenze intellettuali. In particolare, girovagando qui e là il secondo giorno, ho notato che un forte ideologismo permea il tutto. Il simbolo vince sulla sostanza, si vedono comunisti ovunque ... come un collega m'ha fatto scherzosamente osservare: chiunque proponga una qualsiasi imposta o tassa viene preso per marxista da questi giovani, il che ovviamente è sia "funny" (a Marx le tasse non hanno mai interessato) che empty (il problema non è "zero tasse", il problema è quante è quali).

3) I punti di riferimento "ideali" sono francamente deludenti. Non credo sia per caso che sia Jim Lark che io abbiamo avuto la medesima reazione a fronte degli assurdi sproloqui di Martino, de Jasay e Garello: con gente del genere non si va da nessuna parte. Idem per Francesco Forte il secondo giorno ... e mi fermo qui! A mio avviso qualcuno di questi ci marcia. Queste persone ripetono la stessa manfrina ideologica da decenni, senza mai dire nulla né di utile né di originale, né di rilevante per i problemi correnti. Infatti, quando parlano di problemi concreti si sbagliano e si vede chiaramente che non sanno di cosa parlano ... Però la gioventù si entusiasma a sentir suonar la grancassa dei paroloni ... nel frattempo, i nostri stanno attaccati tranquillamente al carro di uno come BS (come nei casi di Forte e Martino) usando come giustificazione ... boh, non ho ben capito quale giustificazione via sia, opportunismo e "tengo famiglia" a parte ...

4) L'impressione che dietro a questo "Tea Party Italia" vi fosse la lunga mano del biscione l'ho sempre avuta e mai nascosta, come alcuni dei giovani che vi partecipano sanno. Esattamente come sono dell'opinione che l'originale USA sia manovrato da settori dell'ala socially conservative del GOP ed alcuni gruppi reazionari ad essa collaterali. Tutta gente che con il liberismo, il liberalismo ed i mercati concorrenziali c'entrano come i cavoli a merenda. L'ho avuta anche a Milano, ed ho gradito pochissimo la presenza di Tea Party Italia alla conferenza e come sponsor della medesima. Ovviamente ognuno è liberissimo di pensarla come vuole, ma personalmente preferisco non contribuire all'ennesimo trucchetto ai danni del popolo italiano.

5) Più in generale, credo faccia molto, ma molto, danno alla battaglia culturale (in difesa e per la diffusione d'un punto di vista "liberale" o "libertario" in Italia oggi) lasciarsi associare a BS ed alla sua gentaglia. Questo, purtroppo, è un rischio che la European Liberty Conference ha seriamente corso.

 

Io dal mio umile punto di vista, ho avuto l'impressione di un argomento (e seguenti argomentazioni) che si divide tra chi ha compreso come funziona il meccanismo del mercato e lo reputa un buon meccanismo per organizzare la società ed è quindi interessato a capirne il funzionamento in modo di poterlo "sfruttare"  in maniera ottimale, e chi invece, spero in buona fede, crede sia la soluzione di tutto e affronta e analizza i problemi in maniera banale e ideologica(forse religiosa rende meglio il concetto) tanto quanto le persone che critica aspramente.

Trovo un po' pericoloso affrontare argomenti seri come l'economia e le strutture sociali con tutti i due metodi contemporaneamente.

My 2 cents senza pretese e offese verso nessuno.

 

grazie delle impressioni, ma hai dei grafici o delle statistiche a supporto? :-)sto scherzando, naturalmente: le impressioni hanno molti limiti e anche la loro utilità, grande in questo caso. occorre sapere che aria tira, che facce ci sono a un convegno che  sulla carta ha molte buone intenzioni.

.. come un collega m'ha fatto scherzosamente osservare: chiunque proponga una qualsiasi imposta o tassa viene preso per marxista da questi giovani, il che ovviamente è sia "funny" (a Marx le tasse non hanno mai interessato) che empty (il problema non è "zero tasse", il problema è quante è quali).

bingo! questa è una questione centralissima, almeno per noi ai piani bassi delle polemiche politico economiche. in altra discussione è stata indicata prima come virtuosa la Svezia, per aver ridotto la spesa pubblica senza sconquassi apparenti e poi, da altro commentatore, la si è condannnata sbrigativamente, per via della tassazione cmq alta. a me sembra un'idea radicata ma molto semplificatoria pensare a una pressione fiscale "giusta", oltre la quale si incorre nell'ira di dio e degli uomini. per me ci stanno tante soluzioni empiriche, equilibri multipli, certo con attenzione al problema della spesa pubblica crescente naturaliter eccecc.

la mia ammirazione, anche da sprovveduto se vogliamo, va ai paesi che si pongono continuamente il problema e azzardano soluzioni in tutti e due i sensi. la svezia, ma anche gli stati uniti, almeno per le imposte sulle imprese, si sono date in passato aliquote  terrificanti, ma non erano meno liberali di quanto lo fossero adesso. il loro liberalismo ha permesso di ridurle, mica solo di parlarne sotto elezioni!

 

 

 

 

 

Il video della prima giornata è disponibile sul sito di Radio Radicale.

http://www.radioradicale.it/scheda/312762/european-liberty-conference-prima-giornata

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