Elezioni amministrative e referendum, un'analisi

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Il segno politico delle ultime elezioni amministrative e dei referendum è stato abbastanza chiaro. Anche se molte cose sono già state dette, in questo post vorrei provare a valutare i risultati nel contesto internazionale e guardando al medio periodo, considerando in particolare alcuni aspetti che non hanno ricevuto molta attenzione nel dibattito. In primo luogo, le vittorie meridionali del centrodestra alle amministrative.

Introduzione e bibliografia

Per quanto riguarda la tornata delle amministrative, i dati completi e ufficiali li potete trovare sul sito del ministero degli interni. Non sono però presentati in un formato molto utile dato che non sono aggregati e non presentano comparazioni con i risultati precedenti. Altre risorse meno ufficiali ma più utili sono le seguenti:

Per quanto riguarda i referendum, consiglio a tutti di non stare a perder tempo a cercare di trovare un qualche significato recondito nelle minuscole differenze tra la partecipazione ai vari referendum o alle percentuali di SI o NO. Sono di fatto trattabili come errori statistici senza alcun significato particolare. Lo so che molti lettori di nFA, me compreso, hanno votato alcuni SI e alcuni NO. Abituatevi all'idea di essere elettoralmente irrilevanti, quanto prima tanto meglio.

I dati ufficiali e completi sono sul sito del ministero dell'interno. Cliccando potete trovare i risultati di ciascun comune italiano e nazione estera (affluenza del 59,63% a Papozze, 59,69% ad Assago; in Amerika un miserabile 20,23%). Altre fonti di informazioni meno complete ma più user friendly:

Come detto, è chiaro che amministrative e referendum hanno dato un duro colpo al centrodestra. Cerchiamo di capirne meglio il significato.

Il panorama internazionale

La prima cosa da osservare è che, se prendiamo una prospettiva internazionale,  l'Italia ha avuto risultati elettorali anomali nel 2009 e nel 2010, mentre sembra essere tornata ora alla normalità. Il periodo economico recessivo ha generato nell'elettorato di quasi tutti i paesi forti sentimenti antigovernativi. Dal 2009 in poi si sono quindi viste un po' dappertutto sconfitte per le forze di governo, sia nelle elezioni politiche sia quelle ammministrative. L'elenco è lungo: Francia, Irlanda, Spagna, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Portogallo e la lista potrebbe continuare. Il comune denominatore è stato la rivolta contro chiunque avesse la ventura di trovarsi al governo.

In questo panorama generale, l'eccezione è costituita dalle elezioni regionali italiane del 2010. Dato che il governo italiano non ha certo brillato nella gestione della crisi (anche se, questo va detto, ha fatto meglio dell'Irlanda), la tenuta del 2010 non è facilmente spiegabile. Oltretutto, la campagna elettorale del centrodestra fu grottescamente incompetente (ricordiamo la mancata presentazione della lista PdL a Roma, ma non fu l'unico episodio). La spiegazione più plausibile è probabilmente data dai problemi organizzativi del PD. Il prinicipale partito di opposizione, in preda a lotte interne, aveva praticamente deciso di perdere le europee del 2009; era il modo ''furbo'' in cui i dalemiani avevano deciso di colpire i veltroniani, nella persona dell'allora segretario Franceschini, in preparazione delle primarie autunnali. Una volta vinte le primarie ci è poi probabilmente voluto tempo per riavviare la macchina del partito, e il recupero non è avvenuto in tempo per le regionali del 2010. Sia come sia, la stagione elettorale del 2011 ha posto fine all'eccezione.

A livello internazionale, la durata di questo ciclo di sentimenti antigovernativi è legato all'andamento del ciclo economico e in particolare all'andamento dell'occupazione. Al momento i segnali sono non univoci, con una ripresa meno robusta di quanto desiderato e persistenti timori di una caduta dei livelli di attività, ma appare abbastanza chiaro che la crisi economica italiana è più profonda e strutturale che in altri paesi. Inoltre la rigidità del mercato del lavoro italiano ha da un lato contenuto l'aumento della disoccupazione nella fase più buia della recessione, ma da qui in poi renderà più difficile che l'espansione della produzione si accompagni a un sostanziale miglioramento della situazione occupazionale. È quindi prevedibile che, almeno in Italia, lo scarso appeal elettorale delle forze di governo continui. Questa previsione  necessariamente condizionerà le strategie dei principali attori politici.

Veniamo però ora alle caratteristiche peculiari di questa tornata elettorale, che sono soprattutto legate all'eterogeneità regionale dei risultati elettorali.

La meridionalizzazione e balcanizzazione della destra continua

Nell'analisi successiva alle elezioni politiche del 2008 avevo osservato come il PdL si fosse drammaticamente meridionalizzato. La crescita del centrodestra nelle regioni del nord fu interamente e unicamente attribuile alla Lega, che in quelle regioni più che compensò il crollo verticale del PdL rispetto alla somma dei voti di FI e AN del 2006. Avevo anche parlato di ''mastellizzazione'' del PdL, segnalando la sua chiara capacità di attrarre voti clientelari che precedentemente facevano riferimento al centrosinistra o al centro.

La tendenza alla meridionalizzazione è continuata in questa elezione. La novità è che la cessazione dell'espansione leghista ha fatto sì che ora la meridionalizzazione, anziché riguardare il solo PdL, riguardi ora il centrodestra nel suo complesso. Per i dati aggregati rimando all'analisi di Termometro Politico, che mostra chiaramente come il centrodestra abbia tenuto assai meglio a Sud. Questo fatto è stato un po' oscurato dal pessimo risultato del centrodestra a Napoli, ma il dato di fatto è che il capoluogo campano è un caso chiaramente speciale e non rappresentativo del resto del mezzogiorno. In questa tornata il centrodestra al Sud ha conquistato città come Caserta, Campobasso e praticamentetutta la Calabria.

Questo buon risultato del centrodestra al Sud si è però sovrapposto a un'altra tendenza, foriera di possibili grossi problemi per questo schieramento politico. Se guardate i risultati delle città linkate sopra, noterete la tendenza abbastanza uniforme alla dispersione del voto tra un'infinità di liste civiche e formazioni minori. Anche se in parte, soprattutto per alcune liste civiche ''del candidato sindaco'', questo riflette semplicemente una strategia di allargamento del potenziale di voto, esiste per il centrodestra un lato molto oscuro che è rappresentato dalla balcanizzazione del consenso. In altre parole, la ''mastellizzazione'' sta continuando, attraendo con successo parte dell'elettorato di scambio meridionale, ma anziché inquadrarsi direttamente in un'espansione del PdL più facilmente controllabile a livello centrale, favorisce invece forze minori e notabili locali. La ragione per cui per il centrodestra ciò è un problema è che queste forze hanno livelli di lealtà abbastanza bassa che necessita continuamente di essere mantenuta a colpi di spesa pubblica e nuovi incarichi per i signorotti locali. Per un governo che sopravvive in questo momento solo grazie ai cosidetti ''responsabili'', in gran parte di provenienza meridionale, questo significa essenzialmente l'impossibilità di evitare la paralisi nella propria azione di riforma. Significa inoltre che la Lega dovrà accettare nei prossimi due anni, o comunque per la durata residua della legislatura, una versione della riforma federalista ancor più annacquata e irrilevante del nulla ottenuto fino a oggi. I rischi politici per la Lega sono ovvi, e si manifestano già oggi in una accresciuta tensione nella maggioranza.

I movimenti fuori dai poli principali

Questa tornata elettorale è stata anche la prima prova per il Terzo Polo. Era anche un'attesa prova di conferma della forza mostrata dal Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali. La consistenza di queste due forze può risultare determinante per l'esito delle prossime elezioni, se si voterà ancora con il porcellum. Se il M5S sottrae più voti al centrosinistra che al centrodestra renderà infatti difficile l'ottenimento del premio di maggioranza per PD e alleati. Discorso analogo vale per il terzo polo sul lato destro dello schieramento. Al momento sia M5S sia il terzo polo sono ancora entità in divenire di cui non si sa molto; queste elezioni sono quindi un utile elemento di studio.

Per il Movimento 5 Stelle consiglio questo articolo di Termometro Politico. L'articolo sfrutta il fatto che il M5S ha deciso di non partecipare alle elezioni provinciali, dato che ritiene opportuno abolire le province. Comparando i dati di due città (Trieste e Ravenna) in cui si votava contemporaneamente per le provinciali e le comunali si può quindi meglio capire cosa fanno gli elettori del M5S quando il loro simbolo non è sulla scheda. Rimando alla lettura completa dell'articolo, ma una sintesi può essere questa: il M5S sottrae voti principalmente al centrosinistra, ma una fetta consistente viene sottratta anche al centrodestra, soprattutto la Lega.

In termini generali, il M5S ha mostrato che le sue potenzialità principali restano nelle regioni ''rosse'' e in quelle del Nord, mentre continua a restare debole nelle regioni meridionali. Se si votasse domani il raggiungimento del quorum del 4% alla Camera sarebbe possibile ma non probabile. Per il Senato, paradossalmente il M5S può sottrarre seggi al centrodestra anziché al centrosinistra. Infatti le regioni in cui ha qualche possibilità di superare la barriera regionale dell'8% sono quelle ''rosse'', in particolare l'Emilia-Romagna. In queste regioni il centrosinistra vincerà comunque e otterrà il premio di maggioranza, e se il M5S otterrà seggi questo sarà a spese di PdL e Lega (questo, tra l'altro, è quello che è successo per il consiglio comunale di Bologna). Aggiungo infine, come nota di colore, che il risultato del M5S a Milano è stato abbastanza deludente, nettamente inferiore per esempio a quello di Torino. Forse, alla fine, candidare uno studente ventenne non è stata una grande idea.

Per il Terzo Polo, e soprattutto per FLI alla sua prima prova elettorale, i risultati confermano abbastanza le attese. Primo, la forza principale del FLI è al Sud, dove il partito si è innestato su un ceto politico meridionale di provenienza AN, mentre resta debolissimo o assente nelle regioni del centro-nord. Nonostante tutti i rumori sulla svolta liberale e i vari intellettuali libertari di cui Fini si è circondato, questo significa che per questo partito il rischio di approdare a una linea di politica economica da destra populista e sempre molto presente. Secondo, anche se non particolarmente forte elettoramente la formazione finiana ha ragione di essere soddisfatta. La balcanizzazione del PdL meridionale apre infatti vaste prospettive di aumento dell'influenza, sia in termini elettorali sia in termini di posizione negoziale.

Un punto che mi preme fare qui è che i mezzi di informazione sono stati straordinariamente inetti nell'analizzare queste formazioni politiche. Il M5S viene costantemente ignorato, credo in parte per pigrizia dei giornalisti che non sanno bene dove cercare e per un certo grado di imperiza dei responsabili politici del movimento, più abituati alla comunicazione diretta in rete che alla ricerca di copertura da parte dei media tradizionali. Di Futuro e Libertà si sono privilegiate esperienze folcloristiche che si sono alla fine rivelate completamente irrilevanti, come la lista ''fasciocomunista'' di Latina, senza indagare seriamente sui reali punti di forza del partito. Vedremo se questa tendenza cambierà nel futuro.

Un sassolino che mi voglio levare

Chiudo questo pezzo già troppo lungo con un paio di osservazioni un po' fuori tema sui sondaggi.

Primo, il divieto di rendere pubblici i sondaggi nelle due settimane prima delle elezioni ha assunto connotati farseschi. Per il combinato disposto della sequenza amministrative-ballotaggi-referendum si è impedita la pubblicazione dei sondaggi per un mese e mezzo. Il divieto è stato ampiamente aggirato. Corse dei cavalli, corse automobilistiche, previsioni del tempo e altre modalità indirette di comunicazione dei risultati dei sondaggi sono prima apparse nei siti specializzati e poi via via perfino sui quotidiani nazionali. È troppo chiedere che i cittadini italiani vengano trattati da adulti e che si ponga fine a questa assurda limitazione della libertà di stampa? La ratio della norma è semplicemente incomprensibile e in più essa viene facilmente aggirata. Diamoci per favore un bel taglio e comportiamoci da paese civile, lasciando che si pubblichino i sondaggi fino alla chiusura della campagna elettorale.

Secondo, se guardiamo ai sondaggi fatti fino all'inizio di maggio (quelli in cui abbiamo potuto osservare dettagli come metodologia, ampiezza del campione, tasso di non risposta e amenità varie), la performance è veramente pessima. Tanto per dirne una, la netta vittoria di Pisapia al primo turno ha colto tutti di sorpresa. E la performance è stata pessima anche per le ''corse clandestine dei cavalli'', quindi il problema non è che l'elettorato ha cambiato idea negli ultimi quindici giorni.

Non è la prima volta che gli istituti di opinione ''bucano'' alla grande e tutti assieme. La situazione è stata riassunta molto bene da Francesco Costa e quindi non starò a ripetere. La domanda che pongo è: possibile che di questo non discuta nessuna? Mi rendo conto che è un tema specialistico, ma ci sono chiaramente problemi tecnici su come si fanno i sondaggi in Italia, e sarebbe meglio andarci a fondo.

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Commenti

Ci sono 61 commenti

Ti segnalo un paradosso elettorale che si potrebbe presentare con il porcellum: al Senato il Terzo Polo diventa determinante per formare il Governo se la sinistra (vincente alla Camera) non riesce a conseguire la maggioranza assoluta dei seggi. Questa eventualità si potrebbe presentare se il centrodestra riesce a tenere qualche grande Regione vinta nel 2008 (ad es. Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia). Quindi l’elettore che si sposta da destra ai centristi paradossalmente favorirebbe lo scenario di vedere il partito che votato all’opposizione! (lo stesso discorso vale all’inverso per gli elettori dell’API, nel caso, oggi improbabile, di un vantaggio del centrodestra). Tu come vedi cambiata la situazione rispetto all’analisi che avevi fatto nel 2010? La maggioranza assoluta dei seggi al Senato è alla portata di PD+IDV+SEL o dovrebbero crescere ancora nei consensi?

Con il Terzo Polo sopra il 10% nessuno ottiene la maggioranza al Senato.

Ecco perchè Casini non vuole allearsi con nessuno: ritiene più redditizia la politica dei "due forni"

C'è però in palio la presidenza della Repubblica: chi vince alla Camera eleggerà il nuovo Presidente. 

 

Io di solito vedo un sacco di sondaggi del tipo CATI con 1000 - 1200 interviste, e con i risultati presentati con i decimi di punti percentuali, cioè tipo PD 25,8% IDV 4,9% eccetera. Non solo, in questa stagione Mentana commentava questi sondaggi sottolineando ogni variazione da una settimana all'altra, anche minima. Ma ha senso dire che il PD è cresciuto perché, per esempio, è passato dal 25,6% al 25,8%? Ora io non sono un superesperto in statistica, ma qualcosa ho imparato e proprio non capisco come si possa prendere per significativo uno scarto così piccolo, perché è evidente che ogni 0,1% è determinato dalla risposta di una singola persona. Non sarebbe più onesto arrotondare ogni volta alla percentuale intera più vicina?

Hai perfettamente ragione. Questa pratica di presentare i risultati dei sondaggi senza discutere i margini di errore e prendendo sul serio differenze di pochi punti decimali e' un'altra bizzarria italiana. Piu' che arrotondare la soluzione e' dire qual e' il margine di errore, come si fa comunemente nei paesi anglosassoni. E' come dire: ''la stima puntuale e' 25,5 ma non fateci troppo casi, il risultato puo' essere ovunque tra 23,5 e 27,5''. Fa meno impatto ma fornisce un'informazione piu' corretta. 

Articolo interessante, un piccolo appunto all'indagine di Termometro Politico sulla differenza comunali/provinciali a Trieste: è una realtà locale molto particolare, perchè la (minuscola) provincia è costituita soprattuto da piccoli centri con una fortissima presenza della minoranza slovena, che ha sempre votato a sinistra (anche se ultimamente c'è una discreta tentazione leghista). Se andate in comuni come Opicina (Opcine) o Prosecco (Prosek) il 1° maggio sembra di essere a Correggio negli anni '60.

Se non mi sbaglio pero' l'analisi e' unicamente sul voto nel comune di Trieste. Ossia, si guarda come gli elettori del comune di Trieste hanno votato in modo dofferente alle provinciali e alle comunali, sapendo che nelle prime la lista M5S non c'era mentre nelle seconde si'. Il comportamento degli altri comuni della provincia non dovrebbero entrare.

Pero' mi hai fatto venir voglia di passare il prossimo primo maggio a Prosecco, un nome che e' una garanzia.

Volevo fare notare due cose:

Mentre in Italia, in praticamente tutte le province, i SI risultano essere attorno al 95% per tutti i quesiti, non è così per il voto all'estero, dove per i quesiti su acqua e legittimo impedimento i SI sono attorno al 75%, e per il nucleare sono attorno al 67%.

Inoltre mentre l'affluenza in Italia varia di molto tra referendum diversi (23%- 57%), l'affluenza all'estero rimane sempre più o meno la stessa (20%-27%).

A cosa sono attribuibili queste differenze?

L'avevo notato anch'io, ma non ho risposta. La verita' e' che sappiamo ancora pochissimo del comportamento elettorale degli italiani all'estero. Il fatto che non ci sia l'uso della ''astensione strategica'' fa pensare che la stragrande maggioranza di chi vota non sia molto influenzata dal dibattito che si svolge in Italia.

 

Rimando alla lettura completa dell'articolo, ma una sintesi può essere questa: il M5S sottrae voti principalmente al centrosinistra, ma una fetta consistente viene sottratta anche al centrodestra, soprattutto la Lega

 

Per quel che vale la mia esperienza, confermo. I "grillini" dell'area nord milano-Brianza che conosco (alcuni anche molto rilevanti all'interno del movimento) erano tutti esaltati elettori leghisti della prima ora (la Lega Lombarda che avrebbe salvato il nord dalla mafia). 

 

Ottimo articolo!

Concordo su tutti i fronti tranne il giudizio sulla regionali. 

La vulgata vuole siano state un successo per il cdx perchè più dei numeri hanno fatto impressione Lazio e Piemonte strappate alla sx per una manciata di voti.

Io lo scorso anno ho elaborato tutti i dati del Ministero attribuendo i voti delle liste "non canoniche" a PdL e PD con le eccezioni nella tabella e paragonandoli, a parità di perimetro elettorale, alle Europee del 2009; per evitare le polemiche relative alla lista della provincia di Roma ho fatto le stesse elaborazioni al netto della provincia di Roma:

a) il PdL aveva perso più del guadagno della Lega

b) il PD aveva guadagnato

c) lo stacco Pdl - PD era sceso dall'8,7% al 3,4% (8,5% 3,2% senza provincia di Roma) ed era sceso anche senza le liste esterne. Bersani aveva timidamente fatto presente questo fatto ma le sue parole furono, as usual, sommerse dai canti di vittoria a reti unificate. 

d) la meridionalizzazione era già evidente anche per la Lega che perdeva molto per esempio a Sondrio e Brescia e guadagnava al centro.

e) sfatava il mito della "radicalizzazione sul territorio" della Lega che, dove si era votato nello stesso giorno per Regione e Comune, accusava il rapporto voti Comune/voti Regione più basso.

i punti (d) e (e) mi fanno pensare al detto: "pù li conosci più li eviti"

 

 

 

per quanto riguarda la Lega avevo scritto su altro forum:

La Lega è " radicata sul territorio" , la Lega ha "trionfato"

Non se ne puo più :

Quanto al radicamento ho elaborato i dati dei 12 comuni lombardi con piu' di 30 sezioni elettorali in cui si è votato per il comune paragonando i dati delle Comunali ha quelli delle regionali , ebbene :

Lega reg 48374 voti com 41174 voti -14,9%

PdL reg 81609 voti com 70221 voti -14,0%

PD reg 61054 voti com 58354 voti -4,5%

Credevo che un partito radicato sul territorio avesse performances migliori negli enti più piccoli ( comune ) : credevo male, forse.

Quanto al trionfo in Lombardia la LEGA e' passata da 1.221.087 voti a delle ultime EUROPEE a 1.117.227 delle regionali perdendo un elettore su 12 : in provincia di Sondrio ne ha persi 1 su 4 , 1 su 6 a Brescia ( effetto "trota" ?) e Mantova.

In Piemonte ha perso 1 elettore su 6 ed in Liguria 1 su 10.

In Veneto nonostante il traino di un ministro popolarissimo candidato alla presidenza aumenta di 22000 su 2,3 milioni di voti validi.

Infine nel quadrilatero rosso ( Emilia - Toscana - Marche ed Umbria ) realizza un aumento ( sempre rispetto alle ultime EUROPEE ) di 16000 voti su 4,8 milioni di voti validi.

E' vero che c'è stata l'astensione ma un partito con il vento in  poppa dovrebbe risentirne meno degli altri. 

 

Aldo, concordo con il fatto che la vittoria del centrodestra alle regionali sia risultata piu' appariscente grazie alla conquista per un amanciata di voti di Lazio e Piemonte. Pero' vittoria fu. Se tieni conto del contesto internazionale, il centrodestra confermo' sostanzialmente alle regionali gli elevati livelli di consenso delle europee. Tutte le forze di governo europee avrebbero messo la firma su una perdita dello 0,4% nel mezzo della recessione piu' dura del dopoguerra.

Terrei anche distinte la tendenza generale alla meridionalizzazione del centrodestra e l'espansione delle Lega nelle regioni rosse. Son due fenomeni diversi, data la diversa importanza del voto di scambio in queste aree. In soldoni, se la Lega acquista piu' voti in Emilia e' improbabile che sia a causa di clientele che si spostano e che sono controllate da qualche notabile locale, come ad esempio e' presumibilmente avvenuto in Calabria. Quindi lo slittamneto del consenso, per dire, dalla Brianza alla Toscana e' assai meno problematica in termini di gestione delle elites politiche locali.

 

la tenuta del 2010 non è facilmente spiegabile. Oltretutto, la campagna elettorale del centrodestra fu grottescamente incompetente (ricordiamo la mancata presentazione della lista PdL a Roma, ma non fu l'unico episodio). La spiegazione più plausibile è probabilmente data dai problemi organizzativi del PD.

 

Non direi. Per il blocco sociale maggioritario che sostiene il governo, non far nulla è la migliore strategia e viene premiata. Se stentate a credere a questa spiegazione, confrontatevi con il bassissimo livello di capitale sociale di questo paese. Se molto di ciò che conta accade di nascosto (economia sommersa, evasione fiscale, illegalità diffusa) allora il governo che non governa è il migliore possibile.

 

 

È troppo chiedere che i cittadini italiani vengano trattati da adulti e che si ponga fine a questa assurda limitazione della libertà di stampa?

 

Sì. Questo è un paese di minus habentes, e nemmeno in buona fede. Tener loro nascosta la realtà non solo è necessario, ma anche gradito.

 

La domanda che pongo è: possibile che di questo non discuta nessuna? Mi rendo conto che è un tema specialistico, ma ci sono chiaramente problemi tecnici su come si fanno i sondaggi in Italia, e sarebbe meglio andarci a fondo.

Concordo pienamente. Il tema è stato (e viene tuttora) ampiamente sottovalutato. 

Penso che i seguenti fattori possano essere rilevanti:

(a) I committenti non sono in grado di giudicare la "qualità" metodologica delle rilevazioni che commissionano; comprensibile (condizionatamente al personale politco che ci ritroviamo) quando si tratta di campaign staff o partiti, molto meno quando si tratta di reti televisive e quotidiani nazionali;

(b) I committente non sanno a cosa servono i sondaggi. La richiesta tipo del candidato-committente è l'intenzione di voto, probabilmente l'aspetto meno interessare, meno "azionabile" e meno affidabile.

(c) Manca un'organizzazione professionale che abbia autorevolezza sul tema e che definisca le pratiche e la qualità del settore (si veda l'AAPOR per gli USA e relativi standard)

Queste premesse mettono i pollster in una situazione di azzardo morale, in una logica principale-agente quasi da manuale: anche di fronte a un servizio di scarsa qualità (che nel settore dovrebbe essere TUTTO) gli acquirenti non mancheranno di metter mano al portafoglio.

Anche ignorando questa situazione, rimarrebbero due problemi tecnici assai rilevanti (per i lettori) e drammatici (per il settore):

(d) l'inadeguatezza degli elenchi telefonici. La ricerca mostta che la probabilità di non possedere un telefono fisso è correlata a numerose caratteristiche che possono influenzare il comportamento di voto;

(e) per ogni italiano che ha risposto ad un sondaggio politico (telefonico), otto hanno riagganciato. E chi si prende la briga di rispondere è "sistematicamente diverso" da chi non lo fa.

(Qualche risorsa utile quiqui e qui)

 

 

Per un governo che sopravvive in questo momento solo grazie ai cosidetti ''responsabili'', in gran parte di provenienza meridionale, questo significa essenzialmente l'impossibilità di evitare la paralisi nella propria azione di riforma.

 

Ma quale "azione di riforma"???

A me sembra che questo governo abbia fatto  poco o nulla (di buono) sul fronte delle riforme anche quando poteva vantare una maggioranza granitica (figuriamoci ora!).

Sulla "mastellizzazione" del centrodestra sono invece d'accordo; anzi, mi sembra che il "metodo mastella" abbia alla fine  contagiato anche la Lega.

In fondo è più che naturale che notabili locali e capibastone vari comincino a riorganizzare le truppe, dato  che il panorama politico sembra sempre più vicino ad una transizione di fase.

 

Sulla richiesta dei ministeri al Nord io ho dato 2 possibili interpretazioni, una "scaltra" e l'altro no.

a) (quella scaltra)

la dirigenza della LN vuole rompere con SB che li sta trascinando a fondo, come l'amante scaltra/o però si "fa mollare", fa la richiesta enorme, ben sapendo che difficilmente andrà in porto, così poi potrà scaricare il governo dicendo che "è colpa loro"

b) (quella no)

Visto che un federalismo fatto bene, le riforme liberali, il basta a Roma Ladrona ecc... ecc..., a loro convengono/non sono in grado, ne sparano un'altra per tenere la base carica e concentrata;

In ogni caso puro e semplice vaporware!

Posso aggiungere un paio di curiosità sul voto estero?

Lo faccio comunque.

Vari paesi, dai dati sul sito del Min. dell'Interno, non risultano avere elettori, ma 3 paesi col minor numero di elettori  (che ho trovato), nessuno ha espresso un voto.

In Guyana nessuno dei 3 elettori ha votato, così come nessuno ha votato in Belize e Tonga con 12 e 14 aventi diritto al voto rispettivamente.

Fra i "microvotanti" invece c'è lo swaziland con un affluenza record (43/45 pari a 89%) ma il no ha prevalso sempre con risultati fra il 53% e il 63%.

In Chad invece il risultato più "bulgaro" con 11 si su 12 schede valide per il quarto referendum (Legittimo impedimento). Con risultati simili per gli altri referendum (10/11 su acqua I e II e 9/11 per nucleare).

Sandro, una riflessione veloce. A me sembra che in Italia siamo in un pessimo equilibrio in cui qualsiasi dichiarazione pubblica di politici, giornalisti ed opinion makers vari e' puramente cheap (nel senso che non viene punita con perdita di reputazione futura, se provata errata). In una situazione del genere, siamo sicuri che sia una buona idea lasciare che i sondaggi vengano usati come n fino al giorno delle elezioni?

Non son sicuro di capire. Le dichiarazioni dei politici non sono vietate e si fanno gia' adesso. In particolare, se tre giorni prima del voto il politico A dichiara che lui e' certo di vincere perche' i suoi sondaggi privati lo mostrano, o afferma che gode del consenso del 70% degli italiani (dai che vi ricorda qualcuno) nessuno puo' mettere becco. In particolare, non possono mettere becco gli istituti di sondaggio veri, ai quali non e' permesso pubblicare tre giorni prima del voto un sondaggio fatto scientificamente che dice il contrario di quello citato dal politico A e di cui non si sa come e' fatto.

In Italia i sondaggi sono sempre stati usati e fatti abbastanza male, piu' come arma di propaganda che come strumento di conoscenza. ma il divieto di pubblicazione nelle due settimane precendenti le elezioni secondo me aggrava il problema. Toglie agli istituti di sondaggio un mercato importante, quello dei media che almeno fan finta di essere indipendenti e si incazzano se rifili sondaggi farlocchi che due giorni dopo vengono smentiti dalle urne. Tra l'altro la legge viene attuata in un modo veramente orwelliano, vietando non solo la pubblicazione di nuovi sondaggi ma perfino la pubblicazione di quelli vecchi. Chiaro che se vai su internet alla fine li trovi, ma per esempio il Corriere correrebbe guai. Insomma, a me sembra veramente una situazione assurda.


Userò come riferimento l'analisi su Cagiari di Giuseppe Spadaro presente in TERMOMETROPOLITICO indicata nel link dell'articolo.

Per fare un'analisi decente delle elezioni cagliaritane iniziamo a fotografare il contesto del primo turno necessario a mettere in risalto alcuni informazioni di base sul contesto cittadino e dove aggiungerò delle indicazioni del contesto nazionale. Su tale contesto Spadaro fornisce delle informazioni in mezzo all'articolo, io le citerò adesso per iniziare l'analisi.

-C’è da ricordare come a Cagliari, prima delle scorse elezioni, abbia governato per quasi due decenni il centrodestra. Ed anche in tempi di Prima Repubblica, fatta eccezione per le brevi parentesi di due sindaci socialisti, la sinistra non aveva mai governato.-
 
Da comunali.interno.it/comunali/amm110515/C0170090.htm

PRIMO TURNO

Iniziamo dalla coalizione maggioritaria:
Sindaco Massimo Fantola (dei RIFORMATORI)
Coalizione     45.287 voti    53,44%
Sindaco        41.860 voti    44,71%
1) Collocazione FORTEMENTE CENTRISTA della coalizione, LA DESTRA come partito e la destra come votanti con tale cultura politica (in ogni caso non liberista) è praticamente inesistente nella coalizione di Massimo Fantola, sono tutti partiti/movimenti di area cattolica/centrista ad eccezione del PARTITO SARDO D'AZIONE che cmq non vede l'ora di ritornare a sinistra;
2) il 53,44% dei voti dati ai consiglieri della coalizione ratifica che Cagliari NON HA e non avrà per un pezzo una maggioranza di elettori di sinistra, di conseguenza chi vince lo decide IN PRIMIS l'umore dell'elettorato di centrodestra;
3) Massimo Fantola non è gradito a tutto l'elettorato dei partiti/movimenti del suo schieramento e non solo perchè appartiene ai RIFORMATORI, non sarebbe stato eletto neanche se fosse stato del PDL o se il PDL avesse messo un altro candidato che dava impressione di continuità con il sindaco precedente, quest'ultimo ha dato ampie garanzie di poca attenzione alle problematiche della città e dei cittadini;
4) La moda di Berlusconi che portava una notevole rendita di voti al PDL è finalmente FINITA,   quando ti compri qualcosa seguendo la moda può capitare che il capo sia valido anche dopo che passa la moda e che continui ad usarlo, ma spesso capita il contrario, come nel caso dei nostri personaggi politici.
 

Spostiamoci un pochino più a sinistra:
Sindaco ARTIZZU IGNAZIO
Coalizione    3.244 voti    3,82%
Sindaco        4.188 voti    4,47%
1) Collocazione di CENTROSINISTRA (senza UDC non si può certo chiamarlo terzo polo) con due liste di centro + FLI che attualmente per posizione su argomenti nazionali quali immigrazione, Fine vita, buonismo/solidarietà, statalismo, etc. si posiziona tranquillamente a sinistra del panorama politico nazionale, anche se una piccola minoranza di entità superiori del centrodestra  (che li vota) e una larga fetta di elettori della sinistra (che non li vota) li considera una destra moderna e intelligente (*vedi in fondo descrizione del test FINI/FLI)
2) Fantola sindaco+Artizzu sindaco < 50% dei votanti e quindi, anche se di poco, non è stato l'isolamento di FLI la causa della sconfitta al primo turno di Fantola, se questi tre partiti/movimenenti si fossero schierati con Fantola sindaco avremmo avuto un raggruppamento di 10, ben DIECI liste.
3) FLI non è chiaramente votato da elettori ex AN, per i pochi voti presi ci troviamo in un contesto percebile anche in altre realtà nazionali dove una percentuale di voti di destra non sa più dove collocarsi, presumo intorno al 5% e che ha contribuito alla sconfitta  di Fantola e della sua coalizione di centrosenzadestra (da questo momento indicato come CSDX)
4) tendenza al ballottaggio astensione contro Massimo Fantola


Spostiamoci decisamente a sinistra
Sindaco ZEDDA MASSIMO
Coalizione    32.110 voti    37,89%
Sindaco        42.271 voti    45,15%
1) Collocazione DECISAMENTE DI SINISTRA, che raggruppa quasi tutta la sinistra con IDV
2) Massimo Zedda è gradito a tutto l'elettorato dei partiti/movimenti del suo schieramento, mentre abbiamo una ulteriore evidenza della protesta che alla fine ha ecluso attraverso le primarie gli altri candidati della coalizione di sinistra, ZEDDA troppo forte? NO il candidato del PD troppo indecente;
3) Non c'è evidenza di una moda nazionale a sinistra che porti significative rendite di voti, il pur buono 7% di SEL lo sta a dimostrare, tra loro e il 18% del PD c'è un abisso;



sempre a sinistra + qualche gruppo indipendentista sinistrorso
CLAUDIA ZUNCHEDDU
Coalizione    2.281     2,43    
Sindaco        1.659     1,95
1)  collocazione SINISTRA INDIPENDENTISTA,  movimenti indipendentisti generalmente di cultura sinistrorsa unitosi con qualche altro gruppo staccatosi a sinistra e da IDV
2) tendenza al ballottaggio per Massimo Zedda
                       
                
e poi di altra collocazione abbiamo i grillini di origine spesso sinistrorsa
Sindaco CORDA EMANUELA
MOVIMENTO 5 STELLE     1.526 voti    1,80%
Sindaco         1.913 voti    2,04%   
1)  collocazione ALTRO
2) tendenza al ballottaggio per Massimo Zedda


a seguito di questa premessa prenderò in esame le altre parti dell'analisi di Spadaro:

-Massimo Zedda è il nuovo sindaco di Cagliari. A designare la vittoria del candidato del centrosinistra, al ballottaggio di domenica 29 e lunedì 30 Maggio, è stata una larga parte dell’elettorato cagliaritano. L’esito del primo turno lasciava aperta la sfida. Il vantaggio di Zedda rispetto al candidato del centrodestra Massimo Fantola era pari a 411 voti per una percentuale inferiore al mezzo punto (0,45%). In quindici giorni il vantaggio da esiguo si è trasformato in larghissimo. I quattrocentoundici voti sono diventati sedicimila.-

L'ESITO DEL PRIMO TURNO LASCIAVA APERTA LA SFIDA ???????
Ma di che sfida straparla? Fantola non avendo superato il 50% al primo turno sapeva che avrebbe fatto la stessa fine che ha fatto Farris, candidato del PDL al  ballottaggio delle provinciali.
Gli altri numeri che Spadaro si è dimenticato di leggere riguardano la differenza di voti tra i candidati e la propria coalizione di appartenenza e che davano candidato gradito SX contro candidato poco gradito CSDX e per di più senza la rendita di voti che portava un tempo BS, ovvero sconfitta certa per Fantola. Ma quello che era abbastanza evidente per l'elettorato CSDX non era evidente  a sinistra, perchè?
Un pò la sinistra aveva paura di non farcela dopo quasi un ventennio di sconfitte, dialoga poco con l'elettorato avverso anche perchè spesso si considera superiore e non percepisce quello che gli altri pensano e  infine perchè non conosce neanche se stesso perchè aveva paura che una parte degli elettori del PD  non votasse l'estremismo Vendoliano di SEL .... ma siamo matti ... la sinistra del PD mai si sarebbe persa l'opportunità di battere l'odiato nemico, evidentemente non percepiscono la loro stessa astiosità.


-Come si spiega dunque una così larga vittoria di Zedda e del centrosinistra? Le altrettanto schiaccianti vittorie a Napoli e Milano dimostrano la presenza di un fattore nazionale.-

Si chiama fine della moda e della rendita di voti, chi dice che la gente ha votato contro Berlusconi alle comunali non capisce una beata mazza, nel caso di cagliari non sa leggere i numeri  e ribadisco non dialoga con l'elettorato avverso, una parte di questo elettorato infatti NON GRADIVA IL PROPRIO CANDIDATO A SINDACO e lo esprimeva dicendo esplicitamente  un nome e cognome cagliaritano. L'elettore della coalizione fantoliana infatti, una volta svolto il proprio compitino al primo turno  DANDO IL VOTO AL CONSIGLIERE DI RIFERIMENTO, sarebbe poi in parte sparito al secondo turno  o sarebbe addirittura comparso per votargli contro  NEL CASO IN CUI IL CANDIDATO DELLA SINISTRA NON FOSSE STATO PARTICOLARMENTE SGRADITO.

-Tutti gli osservatori hanno analizzato l’ultimo turno di elezioni amministrative come una sonora sconfitta del centrodestra.-

Quella si chiama constatazione, l'unica cosa che riescono a fare molti osservatori, l'analisi è un'altra cosa, come Spadaro molti osservatori da birdwatching prendono fischi per fiaschi, confondono un voto contro dei candidati a sindaco sgraditi senza la rendita dei voti di BS con un voto contro BS.

- A Cagliari inoltre, proprio come a Milano, si è aggiunta la spinta di un candidato uscito vittorioso alle primarie.-

Continua a dire una cosa giusta e non capire una beata mazza, ormai il modello del meno peggio all'italiana funziona all'inverso, l'ultimo che rimane in piedi ricevendo meno spinte per farlo cadere vince, il candidato PD CABRAS poco gradito dagli elettori del PD bruciato alle primarie ne sa qualcosa. E' comunque vero che il secondo fattore principale di vittoria della sinistra a Cagliari siano state le primarie  (il primo fattore ricordo che è stato la scelta di un candidato poco gradito agli elettori nella coalizione avversa del centrosenzadestra).


- A Zedda va il merito di aver saputo coinvolgere e mobilitare i più giovani: gli stessi festeggiamenti a margine della vittoria di Zedda testimoniano un insolito entusiasmo tra i più giovani.-
La sinistra non vinceva da quasi 20 anni come lui stesso ha detto, è evidente che chi va a far casino a festeggiare sono principalmente i più giovani , infatti troviamo anche molti 40enni cagliaritani sempreverdi che vivono con i genitori, ma a capire una cosa per la sua semplicità proprio non confà a Spadaro.

- L’impressione più generale è che a gioire per le vittorie di Zedda a Cagliari, de Magistris a Napoli e Pisapia a Milano non sia stato (solo) il cosiddetto popolo di centrosinistra delle vittorie de L’Ulivo. C’è anche quello. Ma c’è soprattutto un movimento di persone (giovani e non) che per diversi anni si sono dis-connesse dalla politica. Oggi si connettono – il riferimento al verbo che si coniuga con Internet non è affatto casuale – ma ancora ad intermittenza. -

Spadaro deve avere una connessione Internet che va a singhiozzo, come le sue analisi, un pianto, sembra che chi usi internet per informarsi si sia evoluto e sia in grado di scegliere meglio .... si è visto infatti per i referendum, con tutte le analisi anche ben dettagliate comparse su autorevoli e numerosi blog il risultato è stato un bel NO di pancia!!!

- Si connettono quando a rappresentare la sinistra ci sono figure credibili. Meglio ancora se selezionate con criteri di scelta trasparenti come le primarie.-

Nooooooo .... Spadaro riconnettiti... tutti i candidati alle primarie possono anche essere Incredibili, dove sta scritto che quello che vince le primarie sia credibile, le primarie non hanno "selezionato" con criteri trasparenti, hanno escluso per noti criteri, non hanno scelto il meglio ... HANNO SCELTO IL MENO PEGGIO!!!
A Spadaro bisognerebbe spiegargli che una persona per essere credibile deve aver fatto delle cose che ne assegnino autorevolezza e credibilità, Zedda non lo conosceva nessuno ... Spadaro ha forse un dossier di Zedda sconosciuto ai Cagliaritani o i Cagiaritano avevano un dossier a me sconosciuto? Zedda ha avuto la botta di culo di avere l'occasione di costruirsi una credibilità, ma è tutta un'altra storia.

-Nel precedente articolo sulle elezioni a Cagliari ho scritto che la vittoria avrebbe proiettato Massimo Zedda di diritto all’attenzione della platea nazionale. E difatti all’indomani del ballottaggio c’è addirittura chi inizia a segnalare una vaga somiglianza con un’icona della sinistra come Enrico Berlinguer. Presto per arrivare a tanto. Basti il fatto, per ora, di aver iscritto un altro nome nuovo nella lista di amministratori di centrosinistra forti di un notevole consenso popolare.-

Iscritto doveeee? I numeri del consenso popolare della sinistra sono sempre gli stessi, al massimo al ballottaggio qualcuno voleva essere sicuro di non dare il consenso a Fantola. La vittoria di Cagliari spero che proietti a Massimo Zedda il film della precedente giunta che si è perso durante la campagna elettorale, dove invece che di diritti dovremmo riniziare a vedere i doveri del cittadino e dell'amministrazione comunale,  viviamo nell'inciviltà e per di più a costi proibitivi e non se ne sono accorti da una parte e dall'altra (tutto documentabile da cronache di cagliari prese da tutti i quotidiani).

ANALISI CONCLUSIVA CON I MITI DA SFATARE:

PRIMO MITO DA SFATARE IN VOGA IN QUESTO PERIODO: IL VENTO HA GIRATO ? NO, IL VENTO è ATTUALMENTE CESSATO, calma piatta, al massimo una brezzolina per SEL, non c'è stato un partito che ha avuto una rendita di voti forniti sia da venti nazionali che  locali. Non ci sono state signicative rendite di voti nella coalizione di Fantola, PDL in primis e neanche nella coalizione di sinistra nel PD e in SEL

SECONDO MITO DA SFATARE: GIOVANE e' MEGLIO!! In italia siamo alla frutta, critichiamo la mancanza di meritocrazia ma poi non l'applichiamo e andiamo avanti a pregiudizi, se si candida una persona autorevole questo vince anche se non è giovane, il meccanismo al massacro di certi partiti che ammazza i candidati migliori ci sta portando a ragionare da idioti (non è che siamo anche predisposti?) come pensare che i giovano siano migliori a prescindere

TERZO MITO DA SFATARE: PREVALE IL VENTO? NO, GENERALMENTE PREVALE IL CANDIDATO FORTE O IN ALTERNATIVA PREVALE IL CANDIDATO MENO PEGGIO, infatti facciamo un pò di storia ed evidenziamo gli schemi MOLTO SEMPLICI di vittoria a Cagliari dell'ultimo ventennio:
Dopo le pessime giunte di sinistra un ventennio fa è sindaco Mariamo Delogu di CDX, personaggio autorevole e gradito e a Cagliari

    Candidato Autorevole-Gradito CDX batte chiunque a SX

Mariano Delogu governa bene  e quando si ricandida rivince

    Candidato Autorevole-Gradito CDX batte chiunque a SX

cosa succede al termine delle due legislature? viene candidato nel centrodestra Emiio Floris che  senza la stessa autorevolezza di Delogu beneficia di una forza data dalle buone gestioni precedenti, "indipendemente dalle rendite di voti delle mode nazionali" e siamo di nuovo nella condizione dove a Cagliari

    Candidato Autorevole-Gradito CDX batte chiunque a SX

quinquennio con debole e cattiva  gestione di Floris e della sua giunta, la sinistra neanche capisce che i cagliaritani CDX non sono contenti e si va alle elezioni in epoca Soru, nel suo movimento Progett Sardegna confluito poi nel PD c'era un cagliaritano il prof. Gianluigi Gessa che avrebbe avuto altissime probabilità di vincere le elezioni in quanto autorevole e gradito, ma   la sinistra dei DS e Margherita mai avrebbero candidato uno forte fuori dalle loro sfere, mette un candidato debole e fa il patacrac... e a cagliari

    Candidato NON(Autorevole-Gradito) CDX batte candidato NON(Autorevole-Gradito) SX

e ci troviamo altro quinquennio ancora più scadente, arriviamo alle recenti elezioni con un contesto però diverso, "le primarie della sinistra", anche qui il PD può mettere candidati autorevoli e graditi all'elettorato di sinistra ( e non solo a quello) ad esempio l'ex ass. regionale Gianfranco Pigliaru (dimessosi dalla giunta Soru in quanto il despota gli aveva tolto la Programmazione) e vincere a mani basse anche senza primarie, invece si avvita sul solito problema dei grandi partiti italiani, ma ci sono le primarie a sinistra dove viene applicato il seguente schema

    Candidato Giovane Sconosciuto SEL batte candidato NON(Autorevole-Gradito) PD
e alle elezioni il risultato diventa
    Candidato Giovane Sconosciuto SX batte candidato NON(Autorevole-Gradito) CDX (in realtà CSDX in queste elezioni)

faccio presente  che se ci fossero state le primarie anche dall'altra parte con un candidato giovane e sconosciuto le elezioni sarebbero finite così:

    Candidato Giovane Sconosciuto CSDX batte candidato Giovane Sconosciuto SX



*il test Fini/FLI consiste sempicemente nel chiedere al tuo interlocutore cosa pensa di FINI, è spesso fornito già in modalità automatica parlando di politica quando, ad un certo punto la tua ControParte azzarda una frase del tipo:
CP "... sto rivalutando un politico... " mettendo sucessivamente una lunga pausa per darti il tempo di arrovelarti il cervello nel chiederti CHI MAI POSSA ESSERE COSTUI, generalmente aggiunge anche una espressione arguta del viso come per dire "io ho una profonda capacità di analisi, io sono diverso dalla massa, io penso, io sono una persona moderna e civile"
PASTORE "umh .. e chi?" con una espressione da pseudoidiota assolutamante incapace dall'avere una mente con capacità di analisi così colte e di così elevato senso civico nel rispetto dei tempi moderni
CP Gianfranco Fini!!

  ma vaa ... il test è una certezza per individuare il più schiantato degli elettori di sinistra, quello che si crede più intelligente degli altri ..... quello più arguto che sfodera la classica espressione di chi ha capito tutto... ahaha ... quello che ha rivalutato Fini che è diventato moderno e intelligente ... ahaha .... chissà perchè è diventato intelligente ahaha .... o si è schiantato su una impalcatura o magari VOLEVA FARE il presidente della repubblica ahaha .... ci vuole una scienza a capire che ti piace perchè adesso dice cose di sinistra, infatti è troppo divertente quando gli rispondi partendo da una ipotetica condizione opposta per cercare di fargli capire, inizio generalmente dall'immigrazione:
PASTORE  ... scusa fai finta che Vendola inizi a dire "Non diamo la cittadinanza italiana prima di dieci ani e dopo che hanno fatto un esame ed hanno un lavoro stabile ...." cerco di continuare a fare l'elenco di altre posizioni ma non ci riesco, il mio interlocutore pr un momento gli va il cervello in stallo con una tipica espressione assente nel viso, ma subito riprende il controllo (per cosa poi serva sto controllo all'umanità ci sarebbe da discutere) e dice
CP ma che assurdità stai dicendo? non è possibile, cosa centra? Non diciamo c@##@te!!!
e generalmente abbandono il discorso, ormai il test è stato superato a pieni voti :)

Ho smesso di leggere la sua analisi quando ha descritto la coalizione di FLI come una coalizione di centrosinistra.

Non ci posso fare niente, verifichi le posizioni di Fini su una serie di argomenti di politica nazionale ed internazionale, sono le stesse a quelle della sinistra italiana.

Non posso collocarli al centro, stanno in una coalizione centrista senza una vera politica centrista/cattolica perchè fa comodo a loro e all'UDC/API.

La posizione DI Fini sul fine vita e sul caso ENGLARO è CHIARISSIMA E STRANOTA, SE LA PRENDA CON LORO e non con me.

La sinistra non poteva più coesistere con i Cattolici e infatti si sono staccati ed isolati spostando a livello nazionale e a livello Cagliaritano la coalizione a sinistra, se sono durati ipocritamente insieme non dipende certo da me, se adesso allo stesso modo UDC e FLI stanno ipocritamente insieme con posizioni Cattoliche opposte non ci posso fare niente, ma non è vero che se stanno insieme ha ambedue posizioni fondamentalmente centriste.

LA POSIZIONE DI FINI SULLA PRINCIPALE E FONDAMENTALE COMPONENTE DI AGGREGAZIONE DI CULTURA CENTRISTA E' IN EVIDENTE CONTRASTO CON LA POSIZIONE DI CASINI, ED E' UNA NOTA POSIZIONE DELLA SINISTRA .... se lei non vuole vederlo non ci posso fare niente.

Sebbene la classificazione destra-sinistra intesa come distanza dal marxismo sia un po' vetusta e riduttiva, classificare un partito con posizioni liberali in materia di morale e diritti della persona come "di sinistra" è un esercizio azzardato e indubbiamente scorretto dal punto di vista metodologico. Mi dispiace, ma FLI non è inquadrabile come un movimento di sinistra.

 

La posizione DI Fini sul fine vita e sul caso ENGLARO è CHIARISSIMA E STRANOTA, SE LA PRENDA CON LORO e non con me.

 

E questo cosa dovrebbe dimostrare, a parte che la destra italiana e' al solito un paio di passi indietro rispetto al resto del mondo occidentale per quanto riguarda i diritti civili? La posizione di Fini sul caso Englaro e' perfettamente in linea, ad esempio, con quella di Sarkozy, un presidente di destra.

E' evidente come sul terreno dei diritti civili, Fini esprima posizioni tipiche di molte destre moderate europee. Se poi in Italia l'elettorato di destra preferisce identificarsi con le posizioni del Vaticano, dei Borghezio o di sciroccati come Buttiglione, questo non fa di Fini un politico di sinistra.

Ripeto la frase originale che ho scritto nell'analisi iniziale e cerco di spiegarmi meglio:

"argomenti nazionali quali immigrazione, Fine vita, buonismo/solidarietà, statalismo, etc. si posiziona tranquillamente a sinistra del panorama politico nazionale"

è errato ?

E' la somma che fa il totale, io non ho detto che la posizione su Englaro e fine vita  non può far parte di una cultura destra (io sono agnostico e non mi sento di appartenere ne a sinistra ne al centro cattolico e mi girano i coiddetti al pensiero che qualcuno altro debba obbligarmi a vegetare/morire come pare e piace a lui), io ho detto che non può far parte di una cultura centrocattolica italiana, a questo punto dove collochereste l'insieme delle posizioni Finiane nel loro insieme?

Tutte le altre posizioni di Fini non sono certo di destra o di una destra moderna, per esempio una destra moderna non dovrebbe essere finalmente più liberale? non dovrebbe iniziare a gestire con autorità e regole certe l'immigrazione e i rimpatri, altro che cittadinanza in 5 anni e come aveva detto Fini inizialemente senza neanche fare degli esami seri di verifica del livello di integrazione? etc.etc.

Se facessimo un sondaggio per esempio al corriere.it quanti collocherebbero le posizioni di Fini in un partito di destra o di centro?

Questa è la domanda che mi sono posto, la risposta la conoscete e la ottenete automaticamente dal fatto che Fini e strarivalutato dai sinistrorsi .... peccato che non c'è uno che lo voti,  non vorrete mi ca dirmi che adesso i sinistrorsi stravedono per una destra "moderna"?

 

 

Tutte le altre posizioni di Fini non sono certo di destra o di una destra moderna, per esempio una destra moderna non dovrebbe essere finalmente più liberale? non dovrebbe iniziare a gestire con autorità e regole certe l'immigrazione e i rimpatri, altro che cittadinanza in 5 anni e come aveva detto Fini inizialemente senza neanche fare degli esami seri di verifica del livello di integrazione? etc.etc.

 

La proposta di Fini sull'immigrazione sembra alquanto ragionevole. Ad esempio, mi pare che in Francia ne bastino 5 di anni. Tieni presente che la destra e' al governo da 16 anni, e negli ultimi 10 anni ci sono state circa un milione di naturalizzazioni, contro le 100.000 italiane. Tutti comunisti oltralpe?

Tutte le proposte che non si basano sul reale fabbisogno lavorativo di una nazione non sono ragionevoli, inoltre per essere ragionavoli il cittadino deve avere un livello minimo di integrazione di lingua e culturale e delle regole del paese ospitante.

Il contesto francese di una nazione storicamente coloniale  mi sembra decisamente non paragonabile, potrei pensare che il tuo commento viaggia tra la malafede e le ideologie, mezza africa parla francese ed in ogni caso se per 10 anni un governo applica una determinata politica, non sta scritto da nessuna parte  che quella politica sia corretta e più idonea .... ed infatti alla francia questa politica  gli sta esplodendo in faccia e come al solito se le devono gestire i governi sucessivi.

L'altro parametro fondamentale per una applicabile politica dell'immigrazione è basato sul controllo del territorio e l'applicazione delle regole e delle sanzioni. Su questo Fini latita come ha latitato Artizzu a Cagliari, ormai regno dell'inciviltà dove ognuno fa quello che vuole e dove la polizia municipale non controlla neanche più le scuole negli orari di ingresso e uscita di scuola DA ANNI, ci narcotizzano e drogano e nostri figli all'inciviltà già da piccoli ....

E NELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI CAGLIARI NESSUNO PARTITO FLI COMPRESO NE HA FATTO CENNO, FLI non ha niente di destra (a parte un minimo di laicità non centrista) o pensi che il suo elettorato non lo voti o lo consideri un traditore perchè come al solito quelli che non sono di sinistra sono degli idioti?

 

 

Tieni presente che la destra e' al governo da 16 anni, e negli ultimi 10 anni ci sono state circa un milione di naturalizzazioni, contro le 100.000 italiane. Tutti comunisti oltralpe?

 

Gli immigrati in Francia sono entrati in media prima che in Italia, il confronto andrebbe fatto per classi di immigrati con la stessa anzianita' di immigrazione.

Va considerato anche che la destra peronista italiana, assieme alla sinistra peronista del 2006-2008, ha fatto entrare in Italia dal 2002 circa ad oggi circa tre volte piu' immigrati che in Francia. L'Italia e' ai vertici mondiali quanto ad accoglienza di immigrati.

 

la destra peronista italiana, assieme alla sinistra peronista del 2006-2008, ha fatto entrare in Italia dal 2002 circa ad oggi circa tre volte piu' immigrati

 

 

E' successa una cosa del genere, insomma:

http://www.youtube.com/watch?v=pQaR8NYzZkc

Scusate ma, forse qualcuno si sta dimenticando che i primi immigrati in Italia si cominciarono a vedere a metà degli anni '70 e che abbiamo almeno due generazioni di nati/cresciuti/educati in Italia che ci ostiniamo a considerare stranieri in base al principio dello jus sanguinis che ormai credo siamo gli unici rimasti in Europa ad applicare.

Se dico che è una questione "di principio" ti metti a ridere?