Dopo dieci anni Giulio Tremonti ci riprova: appuntamento al 2014

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Arieccolo!


Come già avvenne nell'estate del 2001, Giulio Tremonti ha recentemente posto al paese l'ambizioso obiettivo del pareggio di bilancio. È quanto contenuto nel "Programma di stabilità dell'Italia" approvato dal Consiglio dei Ministri tenuto prima di Pasqua. Il pareggio è previsto nel 2014 e sarà raggiunto se saranno rispettate le previsioni di crescita, spesa ed incassi del piano quadriennale presentato contestualmente, oltre a una manovra di 40 miliardi totali sul saldo primario, suddivisa in due tranches uguali per il 2013 e il 2014. Il Piano mostra anche la possibilità di ridurre il debito pubblico sotto il 60% del PIL nel 2026.

Introduzione

Banca d'Italia, la Corte dei Conti e Confindustria, commentando il piano, hanno tutte chiesto di fare presto le riforme strutturali per rilanciare la crescita troppo bassa. La stampa, riportando questi interventi, ha dato molto spazio alle perplessità espresse sulla manovra e quasi ignorato lo storico risultato che grazie ad essa sarebbe conseguito.

L'obiettivo è molto ambizioso; si parte infatti con un deficit del -4,6%, un debito del 119,0% e una crescita che nell'ultimo anno è stata pari a 1,3%. Nel 2001 le condizioni di partenza erano molto più favorevoli di oggi: alle spalle c'era una crescita del 3,7% (con una media nei tre anni precedenti del 2,2%), un deficit allo -0,8% (contestato da Tremonti ma tuttora quotato da Eurostat) e un debito pubblico al 109,2% del PIL, che inoltre era stato in diminuzione per almeno i cinque anni precedenti. Anche le prospettive macroeconomiche sono oggi molto peggiori di allora (pag. 8 del Programma di Stabilità per l'Italia del 2001, d'ora in poi PdSI 2001)

Si sa purtroppo come andò a finire. Il 2003, anno del pareggio annunciato, si chiuse con un deficit del -3,5%. Il fallimento venne in seguito giustificato con la caduta delle twin towers, sorvolando sul fatto che Tremonti avesse ribadito ufficialmente l'impegno almeno due mesi dopo l'evento (si veda pag. 9 del PdSdI 2001).

Il nuovo Piano di Stabilità

I confronti con il passato hanno per fortuna solo rilevanza psicologica: per giudicare la solidità della previsione bisogna solo guardare al futuro. Il piano quadriennale, elaborato partendo dalla situazione a fine 2010 e considerando gli effetti delle leggi vigenti e delle prospettive macroeconomiche, prevede un deficit del -2,7% nel 2013 e del -2,6% nel 2014. La preannunciata manovra aggiuntiva, dell'ampiezza di circa 2,3 punti di PIL, li ridurrà a -1,5% e -0,3% ( pareggio sostanziale). Questo dovrebbe tranquilizzarci anche se Tremonti non ha mai brillato nella programmazione sia a breve che a medio lungo termine (un esempio lo trovate qui). In particolare le previsioni per il 2010 del D.F.P. (Decisione di Finanza Pubblica) dello scorso settembre, redatto con i risultati di due terzi dell'anno già noti, non brillano certo per accuratezza; vedasi le ultime due colonne della tabella a pag. 27, qui. Inoltre le previsioni vengono continuamente aggiornate, come è appena successo con gli obiettivi di crescita di settembre oggi già rivisti al ribasso. A favore si registra il giudizio della Banca d'Italia, che considera le prospettive economiche utilizzate "ragionevoli e prudenti". Non essendo indovini si possono solo analizzare i contenuti del piano.

Se guardiamo dapprima alla crescita, osserviamo che nel 2010 il PIL reale è cresciuto dell'1,3%, un decimo di punto più della stima. I contributi alla crescita sono stati : scorte 0,7%, consumi privati 0,6%, consumi pubblici -0,1%, investimenti fissi +0,5% (macchine e attrezzature 0,7%, costruzioni -0,4%, mezzi di trasporto +0,1%), export meno import -0,4%). Per gli anni 2011-2014 la crescita è ora prevista a 1,1%, 1,3%, 1,5% e 1,6%. La stima di sei mesi fa per i primi tre anni era più aggressiva (1,3%, 1,9%, 2,0%); la revisione al ribasso è stata apportata nonostante l'andamento molto positivo delle scorte e degli investimenti in macchinari che di solito precedono una crescita della produzione industriale; sulla decisione ha probabilmente prevalso la decelerazione della crescita iniziata nel terzo trimestre dello scorso anno.

La spesa

Guardiamo ora al rapporto spesa/PIL (secondo lo schema classico e prima della manovra). Il 2010 ha registrato qualche progresso sul 2009, anche se, per il gioco delle spese one-off, il miglioramento reale (dal 52,1% al 51,2% del PIL) è minore di quello pubblicato sui documenti ufficiali (dal 52,5% al 51,2%).

Dal 2010 al 2014 le spese sono previste in diminuzione, in rapporto al PIL, di 2,2 punti. Le "spese delle Pubblica Amministrazione" dovrebbero diminuire dell'1,7% come conseguenza dei provvedimenti contenuti nella "manovrina" della scorsa estate e della riorganizzazione della scuola aventi effetti fino al solo 2013. Le spese per "Prestazioni Sociali" sono previste praticamente stabili (-0,1%), con la spesa per pensioni, che ne costituisce circa l'80%, in crescita di un decimo di punto. Le "Altre uscite correnti" e le "Spese in conto capitale" dovrebbero ridursi dello 0,5% e dello 0,9% rispettivamente mentre gli "Interessi passivi" sono previsti in aumento dell'+1,1%. Nel 2010 gli interessi sono leggermente diminuiti rispetto al 2009 non avendo ancora avuto effetto gli aumenti sulle emissioni della seconda matà dell'anno (la duration del debito è superore a 7 anni). Nulla di nuovo quindi oltre la manovrina dello scorso luglio (per i calcolatori più incalliti, avvertiamo che gli arrotondamenti non fanno tornare esattamente il risultato delle somme).

La spesa per la Sanità è attribuita nel Conto Economico parte ai "Redditi da lavoro dipendente" e parte ai "Consumi intermedi"; viene però riportato l'ammontare per informazione. La sua incidenza sul PIL durante tutto il periodo fluttua tra il 7,1% ed il 7,3%.

Le entrate

Guardando al rapporto entrate/PIL (sempre secondo lo schema classico e prima della manovra), osservoamo che nel 2010  tale rapporto è diminuito rispetto al 2009 dal 47,1% al 46,6% (dato riportato dai documenti ufficiali). Se però esclusianmo dal datol 2009 e entrate una tantum per renderlo omogeneo al 2010, gli incassi risultano in leggero aumento di un decimo di punto.

Dal 2010 al 2014 le entrate dovrebbero diminuire dello 0,2%; tutte le variazioni previste sono dell'ordine delle approssimazioni: -0,1% le "Entrate Fiscali" (imposte dirette +0,1%, imposte indirette +0,2%, imposte in conto capitale -0,2% e contributi sociali -0,3%), -0,2% le "Altre entrate correnti" e +0,1% le "Entrate in conto capitale non tributarie"

Rispetto al 2009 decurtato delle entrate one-off nel 2010 la pressione fiscale è leggermente aumentata dal 42,5% al 42,6% (la pressione fiscale del 2009 che include le entrate una tantum è pari a 43,1%) ed è prevista ritornare al 42,5% nel 2014 (28,9% di pressione tributaria, 13,5% di pressione contributiva). Una prima approssimata analisi delle entrate fiscali 2010 non evidenzia il recupero dell'evasione comunicata dalla Agenzia delle Entrate (qui la stima): potrebbe essere che tanta evasione si scopre altrettanta nuova ne nasce. Con i dettagli della prossima R.U.E.F. (Relazione Unificata sull'Economia e la Finanza pubblica) sarà forse possibile confermare o meno questa sensazione.

Deficit e debito

Come conseguenza dell'andamento di Entrate e Spese l'"Indebitamento Netto" (il deficit) nel 2010 è migliorato di 0,8 punti rispetto al 2009 (-4.6% contro -5,4%; Spese -1,3% Entrate -0,5%); con il 2009 reso omogeneo al 2010 il miglioramento sarebbe stato di un punto (-4,6% contro -5,6%; Spese -0,9% Entrate +0,1%). Nel 2014, senza manovra aggoiuntiva, il deficit è previsto ridursi al -2,6% e con la manovra è previsto raggiungere il pareggio sostanziale.

Il debito pubblico, in rapporto al PIL, ha raggiunto nel 2010 quota 119,0%. Il valore è di 0,5 punti più alto della previsione di settembre, nonostante il deficit sia risultato minore di 0,4 punti; hanno giocato a sfavore 0,3 punti di debito aggiuntivo per gli impegni di sostegno all'Area Euro e 0,5 punti di minore crescita nominale (mentre la crescita reale è stata 0,1 punti maggiore). Rispetto al 2009 (116,1%) è peggiorato di 2,9 punti. È previsto che raggiunga il massimo quest'anno (120,0%) per poi iniziare una lenta discesa che, senza la manovra aggountiva, lo porterebbe a circa il 117,0% nel 2014. La manovra che avrà effetti benefici anche sul debito, lo dovrebbe poi assestare tale valore al 112,8%.

L'analisi di sostenibilità del debito, effettuata con una complessa simulazione concordata con l'Europa, lo prevede sotto il 60% del PIL nel 2026 e annullato nel 2041. Una molto più semplice simulazione, partendo dai risultati del 2014 dopo manovra ed ipotizzando crescita nominale, interesse sul debito e saldo primario costanti e uguali a quelli del 2014, vede il debito sotto il 60% ad inizio 2027 e annullato nel 2039. Se dopo il 2014 si mantenesse invece semplicemente il pareggio di bilancio (debito costante in valore) e la crescita nominale prevista per il 2014 (3,42%) rimanesse costante, il rapporto debito/PIL scenderebbe sotto il 60% solo nel 2033 (per semplice crescita del denominatore).

Riforme, chiacchiere e distintivi

Con il Programma di Stabilità dell'Italia e l'Analisi e tendenze della Finanza pubblica (cui è allegata una Nota metodologica) è stato reso pubblico il Programma Nazionale di Riforma (prontamente ribattezzato Proprio Nessuna Riforma da Tito Boeri). Il tutto, oltre 450 pagine, costituisce il D.E.F. (Documento di Economia e Finanza). Il P.N.R. sembra un copia e incolla di frasi fatte che si sentono da anni. Non un programma originale: il solito libro di buoni propositi, un insieme di desideri più che di impegni precisi. Il documento considera già fatte le riforme di: pensioni, scuola, federalismo (anche se nella griglia allegata al piano per alcuni punti - i più importanti - si prevede l'attuazione nel 2017). Considera invece, tra le cose da fare, le seguenti 11: (1) riforma fiscale (riduzione dei regimi fiscali - oggi circa 400 - meno imposte dirette e più indirette, riduzione livello aliquote, distinzione fra fisco ed assistenza ("la fiscalità generale deve finanziare l'assistenza sociale e non sostituirla"), (2) Meridione (infrastrutture, fiscalità di vantaggio, utilizzo fondi europei con regia nazionale, dieci zone a "burocrazia zero"), (3) lavoro (Statuto del Lavoro, legge per l'apprendistato), (4) opere pubbliche (regolamentazione delle opere compensative e delle revisioni dei prezzi), (5) edilizia privata (demolizione e ricostruzione, silenzio assenso), (6) ricerca e sviluppo (finanziamento ricerche commissionate da imprese a Università, agevolazione spin-off e venture capital), (7) istruzione e merito (favorire eccellenza e merito di studenti e docenti, "Fondo per il merito", Edilizia scolastica), (8) turismo (creazione dei Distretti Turistici Balneari e di Zone a burocrazia zero), (9) agricoltura (opere di irrigazione al Sud), (10) Processo civile (riduzione tempi, diminuizione dei 5,6 milioni di liti pendenti), (11) riforma P.A. (trasparenza, merito, soddisfazione dell'utente, semplificazione ed ICT, riduzione oneri burocratici - ® Brunetta). Nulla per la liberalizzazione degli ordini professionali, del commercio, del mercato del lavoro.

Nell'ambito del Patto per l'Euro, sottoscritto dai paesi aderenti alla moneta unica e da alcuni paesi aspiranti, Tremonti si è impegnato a introdurre nella Costituzione il vincolo di disciplina di bilancio che dovrebbe rafforzare i dettami dell'articolo 81 (che impone per ogni legge di spesa la copertura finanziaria) e l'articolo 11 (che costituzionalizza i trattati internazionali quindi anche il Patto per l'Euro stesso). Nell'ambito del Patto EuroPlus i nostri obiettivi sono: 1) stimolare la competitività, 2) stimolare l'occupazione, 3) concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle finanze pubbliche, 4) rafforzare la stabilità finanziaria. Tutto questo ed altro si trova nella premessa sia al Programma di Stabilità dell'Italia che ad Analisi e tendenze della Finanza pubblica che al Programma Nazionale di Riforma.

È chiaro che tutti speriamo che il pareggio di bilancio venga raggiunto fra quattro anni e che il peso del debito sia ridotto a livelli accettabili. Ma la speranza non basta, e la ragione sembra suggerire scetticismo: è sintomatico che tutti i giornali, commentando il documento, abbiano dato grande rilievo alla manovra (contenuto negativo) e parlato pochissimo del pareggio conseguente (contenuto positivo). Purtroppo i piani che fanno balzi solo alla fine del periodo coperto creano diffidenza. Non si realizzano quasi mai e il balzo è portato avanti anno dopo anno. Un'ulteriore fonte di dubbio è che l'andamento delle entrate è in parte basato sul recupero dell'evasione di cui tanto si parla ma che al netto non si vede. Desta poi anche perplessità il fatto che Tremonti non abbia speso una parola in più sulla manovra al di là della tempistica e della consistenza. Come influirà sulle spese? Prevederà la patrimoniale di cui molti parlano? Si teme inoltre che, nella situazione attuale del paese, nuove tasse o nuovi tagli per i soliti noti possano ridurre i consumi quasi nella stessa misura e come conseguenza deprimere la crescita e le entrate. Pertanto per realizzare un miglioramento di 40 miliardi sul saldo primario le risorse da reperire con tagli o tasse dovranno essere ben maggiori di 40 miliardi. Ieri M.Draghi, ipotizzando che si agisca solo sulla Spesa, ha stimato che il taglio debba essere il 7,0% della stessa, circa 58 miliardi.

Infine i più scettici sono certi che Berlusconi, in genere poco propenso ad adottare misure impopolari, possa farlo nel 2012. A meno di elezioni anticipate, che ovviamente porterebbero a una ridiscussione del piano, il 2012 sarà l'anno precedente alle elezioni politiche. Che venga approvata almeno la prima tranche della manovra in un clima pre-elettorale non appare particolarmente probabile. Giulio Tremonti, con questo piano, ha messo in gioco tutta la grande credibilità di cui gode a destra, sinistra, centro, alto e basso, e non è ben chiaro perché. Ma forse semplicemente l'Europa lo ha costretto a farlo.

Un avviso finale ai naviganti

Chi volesse approfondire la materia troverà all'inizio della sezione precedente i links a tutti i documenti del D.E.F. Sono "tanti" (oltre 450 pagine), abbastanza disordinati, pieni di ripetizioni e con qualche incongruenza. Molte informazioni importanti si trovano solo nelle note in calce riportate in caratteri minuscoli. Se qualcuno dovesse avere l'impressione che un numero appena letto sia diverso da quello appena memorizzato non si scoraggi: non si tratta di un vuoto di memoria ma è proprio così. Il Conto Economico nella prima Sezione è rappresentato secondo il regolamento CE n 1500/2000 mentre nella Sezione II secondo il metodo classico. D'altra parte questi complessi documenti hanno confuso anche E. Letta e M.S. Gelmini che a Ballarò sono quasi venuti alle mani; non avevano infatti riconosciuto in alcuni numeri di una tabella gli effetti sovrapposti di due leggi importanti approvate da loro stessi. Il siparietto è davvero divertente.

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E chi dovesse decidere di non leggerli non se ne faccia un cruccio. A quanto pare anche Silvio Nostro non lo ha fatto e pare abbia affermato: mentirei se dicessi che ho letto tutti i provvedimenti, ma ho promesso a Tremonti di "applicarmici" (appena avrà tempo pover'uomo).

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Commenti

Ci sono 20 commenti

Mi permetto di osservare che anche con il DPEF del 2008 Tremonti aveva previsto il pareggio di bilancio nel 2011. Se ne deduce che il GT  ha sempre avuto grandi doti di perseveranza e lungimiranza.

 

E' vero.

E anche TPS lo aveva programmato per il 2011 nei due programmi di stabilità redatti durante l'ultimo governo Prodi.

vedi "made in/made for per "l'Indebitamento Netto" sotto. 

Tutte queste previsioni erano antecedenti l'inizio della crisi (quella di G.T. quasi simultanea al fallimento della L&B). Inoltre è stata diffusa con il D.P.E.F. che è un documento "interno". Nel P.d.S, presentato solo cinque mesi dopo, riportava già il deficit  a -2,9% (e nell'ultimo P.d.S. è previsto a -3,9%).

Nell'ultima previsione di G.T. io poi vedo due peculiarità non da poco rispetto a quella da te citata e quelle di T.P.S.:

1) il recupero (punti di deficit)/anno è piu' di una volta e mezza quello delle tre precedenti.

2) il recupero è linearizzato con un intervento "violento" a fine periodo (la manovra).

Nel grafico che mostra il trend di recupero del deficit delle varie previsioni con obiettivo I.N.=0 ho aggiunto anche quello del 2001: allora il pareggio era veramente a portata di mano.

Sembrerebbe che programmare il pareggio di bilancio porti sfiga al mondo intero: se anche questa volta succederà qualche catastrofe c'è da sperare che Merkel, S&P, Mercati eccetera ci diranno: continuate a spendere più di quanto incassate per favorte, siete scusati! 

 

 

voglio vederli approvare due manovre per complessivi 58 mld.

E forse Draghi con il suo 7% ha peccato di ottimismo. 

Sto stimando giusto ora il rapporto fra taglio netto e lordo sul pubblico impiego per avere un'idea del rapporto manovra lorda/manovra netta. 

Io non ho ancora capito chi dei due contendenti avesse ragione, e dall'articolo non si deduce. C'e' qualcuno che lo ha capito? 

Tra Letta e Gelmini? Io no. Mi accodo alla richiesta di lumi.

Il battibecco è di sicuro divertente per chi ne capisce qualcosa, per me è inquietante: questi 4 miliardi e mezzo da dove vengono, dove vanno e, soprattutto, perché?

 

Siamo proprio in belle mani!

questa è la tabella della contesa ( sootoloneati in rosso i numeri incriminati)

Letta aveva torto perchè non si trattava di nuovi tagli ma degli effetti della Finanziaria 2007 per il 2008 approvata quando lui era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e di una delle prime legi di questo Governo Berlusconi.Torto e memoria corta.

I 4561 milioni sono infatti la somma degli importi bolded sotto -59 milioni di risparmi non realizzati nel 2008.

«Dalle riorganizzazioni della scuola e dell'università si attendono risparmi di spesa: dai commi 411 e 412 dell' art. 2 della legge 244/2007 e dal comma 6 dell'art. 64, dal 2009 al 2011 sono previste dalla relazione tecnica economie di spesa per il personale pari a oltre 1.293 milioni di euro nel 2009, 2.808 milioni nel 2010, 3.730 nel 2011 e 3.188 milioni di euro a decorrere dal 2012».

dalla relazione tecnica alla legge 244/2007

412. Le economie di spesa di cui all’articolo 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da conseguire ai sensi dei commi da 605 a 619 del medesimo articolo, nonché quelle derivanti dagli interventi di cui al comma 411, lettere a), b), c) e d), sono complessivamente determinate come segue: euro 535 milioni per l’anno 2008, euro 897 milioni per l’anno 2009, euro 1.218 milioni per l’anno 2010 ed euro 1.432 milioni a decorrere dall’anno 2011

La Gelmini ha fatto la figura dell'oca per non avere riconosciuto gli effetti di uno dei primi decreti da lei approvato da quando è ministro che incideva pesantemente sul suo settore.

Impagabile quando ha risposto: "Tremonti me lo avrebbe detto"

Un velo pietoso sul "responsabile extraparlamentare Mario Sechi!

Insomma l'apoteosi della par condicio!

 

 

Non che sia osservazione particolarmente nuova, ma forse vale la pena di ribadirla: il piano di Tremonti certifica che la ''epocale'' riforma federalista non avrà alcun effetto rilevante né sulle entrate né sulle uscite. Per quanto riguarda le spese, praticamente tutto il risparmio sulla parte corrente è dovuto a una riduzione dei redditi da lavoro dipendente. Se capisco bene questo è conseguenza del blocco di salari e assunzioni attuato nella manovrina del luglio 2010 e della riduzione del personale precario nella scuola. A me pare che l'ipotesi di un calo dall'11,1% al 9,8% del PIL sia molto ottimista, ma la verità è che non ho visto bene come questi conti sono fatti quindi eviterò di commentare ulteriormente.

La pressione fiscale invece resta sostanzialmente stabile in relazione al PIL. Ossia, secondo le previsioni del tesoro, la riforma federalista (che dovrebbe entrare in vigore nel 2013) non avrà effetti visibili né sulle entrate né sulle uscite. Questa è la riforma epocale per cui la Lega ha venduto quel poco di anima che le era rimasta.

 

Non che sia osservazione particolarmente nuova, ma forse vale la pena di ribadirla: il piano di Tremonti certifica che la ''epocale'' riforma federalista non avrà alcun effetto rilevante né sulle entrate né sulle uscite

 

Hai fatto benissimo a ribadirla.

il piano di Tremonti certifica che la ''epocale'' riforma federalista non avrà alcun effetto rilevante né sulle entrate né sulle uscite.

lo dice chiaramente (vedi sotto) nel P.d.S (pag33-34).

La sezione dedicata al bilancio di cassa, dopo avere avvertito che i trasferimenti non hanno impatto sull'I.N. delle P.A., fornisce però una serie di tabelle dove appaiono varie voci etichettate "federalismo". Le tabelle coprono il triennio 2008-2010 e non contengono stime per il futuro. (i trasferimenti non avranno impatto come tali, in quanto nel consolidato i trasferimenti in entrata ed in uscita si elidono, ma chi li riceve li spende "etichettandoli" come "lavoro dipendente", "trasferimenti Sociali" eccetera ed addebitandoli alla voce corrispondente del consolidato.)

Di queste tabelle trascuro i trasferimenti a fronte spese perchè comprendono per esempio anche la compartecipazione IVA che era preesistente al poco federalismo approvato (hanno bollato federalista tutto il possibile) e quindi non è detto che anche le altre voci (1,5 miliardi) si riferiscono veramente al federalismo.

E' invece interessante la tabella relativa ai contributi agli investimenti. In essa a fronte del "federalismo amministrativo" è riportato che, nel triennio 2008 - 2010, lo Stato Centrale ha trasferito agli enti locali (Regioni, Province e Comuni) ben 6,8 miliardi.(che poi verosimilmente sono stati usati ed addebitati al conto degli "investimenti fissi lordi" del consolidato).

A fronte di una tale denominazione e non possedendo dati più dettagliati, non riesco ad immaginare altro che investimenti per la futura gestione locale del federalismo amministrativo e quindi uffici (che saranno riempiti di impiegati), computers, licenze di software, software customer.(qualcuno mi aiuta?)

Mi pare una cifra enorme ma non mi stupirei se ogni ente si facesse sviluppare il suo software customer.

Il software della P.A. fa di solito schifo ed è costosissimo essendo il carrier moderno e sicuro di mazzette.(è affidato quasi sempre a cooperative legate ai politici che comandano al momento; per lo schifo basti ricordare il casino in Lombardia creato con il bollo auto o paragonare il sito dell'Azienda Trasporti di Milano a quelli analoghi interattivi di Londra o Barcellona; con il sito dell'A.T.M. è impossibile stimare a che ora si deve partire da A per raggiungere B entro una certa ora).

Quindi per ora il federalismo non dà risparmi (è scritto chiaramente sotto) ma richiede, temo, spese non trascurabili per la sua organizzazione che sospetto in parte di supporto alla corruzione.

 

 

Ma forse semplicemente l'Europa lo ha costretto a farlo.

 

Me lo immagino Tremonti a passare la notte sveglio a fare il compitino assegnatogli dall'Unione Europea:

http://www.youtube.com/watch?v=qLaMrX6ZHRg&feature=related

Nel 2001 avevano un governo più stabile, un'Italia più in crescita (e con i conti più in ordine) e d sicuro non una crisi economica così grave alle spalle... con tutto l'ottimismo che posso avere, non vedo come si possa raggiungere un obiettivo così questa volta..Magari (spero) mi sbaglio io, però non sono per nulla fiducioso.

 

Tra l'altro bisogna vedere se il governo reggerà....anche di questo non sono molto convinto...

 

Per quanto riguarda le spese, praticamente tutto il risparmio sulla parte corrente è dovuto a una riduzione dei redditi da lavoro dipendente. Se capisco bene questo è conseguenza del blocco di salari e assunzioni attuato nella manovrina del luglio 2010 e della riduzione del personale precario nella scuola.

 

Non mi sembra che l'espressione "riduzione dei redditi da lavoro dipendente" sia appropriata.  Mi sembra piu' appropriato scrivere "riduzione della spesa pubblica per stipendi dei dipendenti statali".  Aggiungo che questa riduzione di spesa pubblica e' stata raggiunta attraverso la riduzione di un numero abnorme rispetto alle medie europee di dipendenti statali particolarmente nella scuola elementare.

Sì, sì, mi riferivo appunto alla voce ''reddito da lavoro dipendente'' che appare nella riga ''b'' del conto economico delle amministrazioni pubbblica. Ho dato per scontato che questi fossero redditi dei dipendenti pubblici, ma forse è bene ribadirlo.

Non mi sembra che l'espressione "riduzione dei redditi da lavoro dipendente" sia appropriata.  Mi sembra piu' appropriato scrivere "riduzione della spesa pubblica per stipendi dei dipendenti statali"

 

"redditi da lavoro dipendente" è la denominazione ufficiale di "spesa pubblica per stipendi dei dipendenti statali" a te cara ed è sempre usata nei documenti del D.E.F.(come in tutti i Conti Economici diffusi dal M.E.F. e dall'ISTAT, Eurostat usa "Compensation of employees")  come puoi per esempio vedere a pagina 36 , primo header della tabella.

qui

io non posso farci nulla ma puoi sempre chedere a Tremonti di cambiarla, se hai gli agganci.

anche "consumi intermedi" è molto burocratico: acquisti a spesa della P.A. sarebbe più comprensibile. 


 

Essendo riuscito a prendere in giro gli italiani per dieci anni mi sembra logico che ci riprovi. Il dramma è che potrebbe riuscirci ancora!

Sto rileggendo "1984", mi sembra che il "nostro" applichi lo stesso sistema o è una mia percezione?

 

 

Sono uscite le previsioni U.E. aggirnate.

Per l'Italia, per il 2012 prevedono un indebitamento netto del 3,2% contro il 2,7 previsto dal Piano di stabilità di Tremonti qui discusso.

Per rimettersi in linea occorrerebbe una manovra sul saldo primario di circa 8 miliardi realizzabile o con circa 12 miliardi di tagli alle spese o 8 miliardi di nuove tasse, o naturalmente un mix fra le due.

intanto ecco come Tremonti smantella l'oppressione burocratica sulle imprese italiane:

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002304.html

 

i controlli dovrebbero essere unificati e semestrali, ma in assenza di coordinamento in teoria uno potrebbe cacciar via gli ispettori dell'INPS perché è già passata la Finanza e comunque:

 

5. Sono previste molte eccezioni. È fatta salva la possibilità di accesso in materia di “repressione dei reati e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” o  “funzionali alla tutela dell’igiene pubblica, della pubblica incolumità, dell’ordine e della sicurezza pubblica” ovvero, a quanto si intende, per tutti i controlli (per esempio, ambientali, fiscali, previdenziali), purché “decisi con provvedimento adeguatamente motivato per ragioni di necessità ed urgenza”. Si tratta di eccezioni, da un lato, così ampie da potere annullare l’efficacia della norma, dall’altro, così vaghe da lasciare considerevoli margini di incertezza interpretativa.

a me in particolare mette i brividi questa espressione: "provvedimento adeguatamente motivato per ragioni di necessità ed urgenza". Anche i decreti legge dovrebbero avere requisiti di "necessità e urgenza" e sappiamo come è andata a finire. Poi, chi stabilisce che è "adeguatamente motivato"? Il giudice amministrativo? Mi immagino i ricorsi.

Ottimo post sulla situazione Italiana. Qui.

Silvio dixit:

«la manovra di 40 miliardi non è nulla di preoccupante, occorre aderire alle indicazioni della Commissione Ue. Noi siamo in una posizione privilegiata, meglio di noi c'è solo la Germania». In Italia, aggiunge, «non abbiamo aumentato violentemente l'età pensionabile, non è stata alzata fortemente l'Iva, non sono stati licenziati o tagliati gli stipendi dei dipendenti pubblici». Insomma, tutto è stato fatto «senza aumentare le imposte».

apprendiamo che una manovra dell'ordine di grandezza di quella fatta dal governo Amato I, oppure due manovre di ordine di grandezza Prodi I, non sono nulla di preoccupante. La colpa comunque è di quei cattivoni dell'UE, non del fatto che, ad esempio, cresciamo meno di quanto paghiamo d'interessi. Siamo migliori di tutti tranne, bontà sua, della germania (qui uno dei tanti post di phastidio sull'argomento, qui grafico esplicativo su la voce).Gran finale sulle tasse: qui un bel dato su cui riflettere.   

 

Poi si lamenta che l'Economist ci fa su le copertine e gli articoli