La Cina ci è vicina. Secondo la FIOM è a Pomigliano d'Arco

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È di queste ore l'annuncio che la FIOM-CGIL rifiuta la proposta Fiat per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco, vicino Napoli, per “divergenze sulla parte che riguarda le richieste anti-assenteismo”.

In perfetto stile italico si parla solo di "FIOM sì/no", non si parla di cosa la Fiat propone, e su cosa la CGIL si sia impuntata. Per chi ha voglia di leggere qui c'è la proposta Fiat, che vi riassumo per sommi capi, saltando gli aspetti più tecnici, che trovate negli allegati.

  1. Al punto uno c'è sicuramente la nuova turnazione. La Fiat, per ottimizzare gli impianti (che costano), vuole 6 giorni lavorativi a settimana, divisi su 18 turni,. Il primo turno partirebbe la Domenica alle ore 22, si concludono il sabato alle ore 22. Cambia anche il sistema, per cui mentre prima si faceva una settimana turno notte, poi si cambiava, adesso si introduce un sistema per cui, ad esempio, il riposo settimanale è, per tutti, la Domenica, una settimana ogni tre si ha una settimana corta di 4 giorni con due giorni di riposo in più.

  2. La proposta Fiat continua con una richiesta di adeguamenti delle ore di straordinario su richiesta dell'azienda, con una diversa organizzazione delle pause (fino ad adesso 2 di venti minuti ogni turno, con la nuova organizzazione tre di dieci minuti, 10 minuti soppressi saranno pagati a parte), la pausa pranzo (retribuita) è posta sempre a fine turno.

Fino a questo punto nulla di “cinese” (anche se il nostro amico Phastidio ci trova qualcosa di "polacco") nessun operaio è incatenato al luogo di lavoro, c'è solo una diversa organizzazione della turnazione per sfruttare al meglio gli impianti (che costano...). Questo implica anche uno “sfruttamento” diverso della forza-lavoro: posso dire che non è piacevole lavorare “sulla linea”. Il lavoro è molto ripetitivo, anche se le “unità” cambiano mansione proprio per evitare fenomeni di noia dovuta alla routine. Ma, per quanto molti lavori siano altamente automatizzati, occorre ancora un operaio per passare, ad esempio, i cavi nella centralina; fatto n volte al giorno non è piacevole, ma non tutti possono fare i notai (dai Sabino, non ti offendere, dicevo per dire).

Con la nuova organizzazione non è che hai più cavi da montare, anzi se ti vuoi “ammazzare” di fatica puoi anche fare due turni semi consecutivi e poi avere un giorno e passa di riposo, anche a metà settimana, o, se sei bravo e hai culo, attaccarteli nel week-end. Nessuno “lavorerà di più per gli stessi soldi", eccetto per quei dieci minuti al giorno, che saranno comunque pagati. Difatti, fino a questo punto i sindacati avevano unanimemente fatto la faccia feroce, ma avevano abbozzato: se si vuol competere senza abbassare i salari (cosa che Fiat non ha proposto) e magari aumentarli un po' (cosa a cui Fiat ha lasciato la porta aperta) si deve aumentare la produttività, produrre di più a parità di costo orario, altrimenti la Cina (ma anche la Germania, la Svezia, la Slovenia) ci mangia(no). Insomma, i cambi negli orari e nei metodi di produzione, con le implicazioni appena descritte per al turnazione dei lavoratori dell'impianto, erano stati accettati da tutti i sindacati, FIOM-CGIL inclusa.

Il sindacato CGIL si è bloccato su ben altro...

Leggiamo dal documento Fiat: “occorre definire le modalità per contrastare forme anomale di assenteismo, non riconducibili a forme epidemiologiche”; più avanti: “ad esempio 471 certificati medici presentati per il 16.11.2007 in concomitanza con lo sciopero nazionale ...”; oppure i casi di assenza per “permessi elettorali”, come ad esempio i “1.578 permessi dell'aprile 2008 su un organico di 4.544 lavoratori...” In parole povere: c'è uno sciopero, per cui i partecipenti allo sciopero non hanno diritto alla retribuzione (statuto dei lavoratori...) ed i partecipanti allo sciopero presentano un bel certificato medico, per cui lo sciopero glielo paga l'azienda, quindi tutti noi. Idem per i “permessi elettorali”. Cosa chiede la Fiat ? Di recuperare le produzioni perse a causa di questi comportamenti che io definirei "anti sociali" ma che, magari, a molti sembrano solo metodi astuti per condurre la "lotta di classe". Mandare in malora le aziende facendone pagare i costi alla collettività, ottima lotta di "classe".

Ecco, comunque, l'invalicabile muro della FIOM-CGIL, altro che Cina e cinesizzazione dell'Italia! Qui si vuole solo difendere o “privilegi sindacali” (i permessi elettorali) o vere e proprie prese in giro (i certificati medici per non saltare la retribuzione nel giorno di sciopero).

Vorrei concludere con parole di speranza, ma non ne ho, con questi sindacati, difensori dell'indifendibile, non andremo da nessuna parte, anzi da una parte ci andremo: a picco.

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Commenti

Ci sono 204 commenti

Sbalorditivo.

L'unica via e' rendere pubblica la notizia in modo che tutti sappiano, sperando in un barlume di buon senso della gente.

A proposito di FIAT, mi si diceva che la FIAT ha dovuto richiamate qualcosa come 15000 Punto (tutte prodotte a Termini Imerese) per un problema di montaggio errato. Sono dovute tornare tutte a Torino. Confermate?

Hai perfettamente ragione, Marco, e vedi ...... poi qualcuno si stupisce che Epifani & Co. non li si voglia al governo nemmeno dipinti ......

Dipinti no, ma ci hanno fatto un film..

Io ho lavorato per diversi anni in uno stabilimento di una delle ditte leader mondiali di elettrodomestici, nel laborioso e civilissimo nord Italia...

Era e probabilmente e` ancora uno stabilimento molto produttivo ma ora si parla di chiuderlo... per molti problemi, ovviamente... ma uno mi ha sempre colpito parecchio: provate a mandare avanti uno stabilimento con una media dell'assenteismo superiore al 15%...

Provo a darvi dei numeri ipotetici ma non troppo distanti dalla realta'... con 1000 operai ogni giorno mancano 150 persone. Se una linea e` di 70 persone e` facile capire cosa succede. Avete mai incontrato un uomo con meno di 100 giorni lavorati all'anno? Per numerosi anni di seguito?! Io ne ho visti alcuni!! Tutti con certificato medico tatuato sul petto...

Il problema era anche una dirigenza non molto disponibile a venire incontro alle esigenze degli operai (le mamme avevano vita difficile... sapete come e` ritenuto il part-time in Italia... alle richieste di un kindergarten in ditta seguivano solo grasse risate etc...), tuttavia un assenteismo del 15% e` un punto di partenza pesantissimo per gestire una attivita`!

E se i lavoratori ed i sindacati non lo capiscono... e` grama per tutti :(

E

 

Marco, giusto delle domandine premettendo che in materia non ne so un tubo. Tu metti in evidenza un comportamento censurabile dei sindacati, non voglio entrare su questo, al massimo sulla sua marginalità. Banalmente:

1) se dei "permessi elettorali" mandano a picco la baracca, mi è difficile credere che la baracca non andrà a picco già di suo. sbaglio?

2) quanta della maggiore produttività deve venir fuori dalla turnazione ottima per non andare a picco? quanta da nuovi investimenti in ricerca, tecnologia e quant altro? gli imprenditori investono? e nel farlo sono i migliori al mondo? no, perchè se non è così siamo già a picco o mi sbaglio?

3) la soluzione è davvero nell'abbassare il costo unitario orario o è altrove? no perchè magari da ignorante io sopravvaluto la sofisticazione del mercato automobilistico...

Non è questo che mi interessa discutere però in fondo: se la baracca va comunque a picco, quale dovrebbe essere l'atteggiamento dei sindacati se non quello di arraffare il più possibile? anche qui, probabilmente, mi sbaglierò.

 

Ma sei sicuro che si possa mischiare discorsi su R&D e discorsi industriali?

Dall'articolo mi era sembrato di capire che il punto era di ridurre il peso dei costi fissi incrementando la produttività degli operai, cosa abbastanza logica.

Tra l'altro, anche dal commento di Enrico, Marco traccia un punto molto serio: l'assenteismo. Sembra poco, ma, per dire, io so molto bene che tale problema c'è anche nelle piccole fabbriche (tipo 15 operai) ed è di difficile soluzione per i capi reparto: 1) perché, di solito, i "manager" aziendali non stanno a sentire la produzione; 2) perché le leggi in materia lavorativa italiane pare incentivino questo tipo di comportamenti.

Sugli investimenti in ricerca... dovremmo capire che tipo di ricerca prima, se sul prodotto (allora hai ragione) o sui processi industriali (allora non so fino a che punto hai ragione, perché quel tipo di ricerca non è tanto della Fiat, ma di chi produce i macchinari industriali per la Fiat). 

E ultimo, non credo che i sindacati siano così abili da capire che la situazione è grave. Credo che i sindacati siano rimasti agli anni '70 e '80 e continuino a ragionare come se le cose non fossero mai cambiate.

Ti rispondo ai punti:

1. I permessi elettorali non mandano a fondo la baracca (oddio..), ma fanno perdere obiettivi di produzione, difatti la FIAT non chiede di non darli, ma di recuperare i turni persi senza aggravio di costi. Mi spiego: è un tuo diritto farti i giri elettorali fra i clientes per ricordardrgli di votare secondo indicazioni, ma non puoi pretendere che paghi io i tuoi giri elettorali. Questo affonda la baracca, e quindi, secondo l'accordo, non si potrà più fare.

2. La turnazione è concepita per l'utilizzo degli impianti, gli impianti sono nuovi di pacca, per cui l'imprenditore ci mette i soldi degli impianti (800 milioni di euro), nel momento in cui si hanno nuovi impianti si hanno anche nuovi modelli, per cui l'investimento in R&D è già stato fatto.

3. La soluzione è nell'aumentare la produttività, ovvero a fronte di x speso in salari devo produrre y auto, altrimenti finisco fuori mercato, o ci rimetto: Termini Imerese chiude perchè la produttività è talmente bassa che per ogni auto prodotta la FIAT ci rimette 500 euro.

L'atteggiamento dei sindacati (FIOM in particolare) è del tipo: il lavoratore ha sempre ragione, ti fa un favore a venire da te, ringraziaci, perchè se vincessimo noi le elezioni ti avremmo già nazionalizzato, così chi se ne fotte se l'azienda ci perde, tanto pagano gli altri..

Secondo me lo scontro e' sul punto 14 del documento da te riportato, in cui si dice che eventuali comportamenti da parte dei sindacati o dei singoli volti a violare l'accordo fanno perdere ai sindacati permessi e contributi.

Sì, esatto, ma non voglio pensare (ripeto: NON VOGLIO) che qualcuno firmi un accordo per poi rimangiarselo, specialmente se uno dei due sta tirando fuori 800 milioni di euro, che poi devono rientrare...

Oltre alle argomentazioni di Marco andrebbe aggiunto altro. E so quel che dico. L'assenteismo e la furbata dei certificati medici sono sempre stati tollerati dai sindacati. Mi assumo la responsabilità di affermare che per molti il lavoro in fabbrica è stato una integrazione del lavoro nel proprio terreno e per altri un risarcimento del destino cinico e baro. I capibastone politici e sindacali non hanno mai cessato di tentare di infilare in FIAT i propri clienti tutti autosensibilizzati a rispondere alcapobastone e non al direttore di stabilimento. In un certo periodo c'era un'atmosfera nello stabilimento terrificante per disordine, assenteismo, raffazzonamento, lavoro malfatto come credo non esiste l'eguale. In alcune zone dell'impianto era igienico non andare. Si svolgevano traffici di ogni tipo.

Capisco di essere confuso e generico. Ma la rabbia di quanto è accaduto ed i danni all'azienda derivanti da una produttività ridicola e prodotto di pessina qualità; l'offesa recata a chi onestamente lavorava o avrebbe voluto sono indimenticabili. E non era colpa solo della FIOM. §Tutti uguali.

 

per ampliare la discussione e per completezza di informazione, aggiungo anche il riferimento alle note FIOM:

<http://www.fiom.cgil.it/stampa/2010/c_10_06_11.htm>

Avevo già letto quel documento della FIOM, e non volevo farci riferimento, tanto è falso e tendenzioso, valga per tutti l'ultimo capoverso:

 

facoltà di non applicare le norme del Contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa.

 

Laddove la FIAT non parla mai di questo, ma semplicemente di non pagare l'indennità di malattia per un giorno, laddove i certificati medici non siano in contemporaneità con periodi di malattie stagionali, ma invece in contemporaneità di eventi "sociali" , come ad esempio lo sciopero nazionale. Se poi 471 certificati medici il giorno dello sciopero, su 1514 lavoratori è una cosa normale ...

Quella della FIOM è una bugia bella e buona, come anche il resto del documento, e con le bugie non si va da nessuna parte!

Ciao Marco,

credo che i punti del contendere siano 2

 

* sanzioni disciplinari nei confronti delle Organizzazioni sindacali che proclamano iniziative di sciopero e sanzioni nei confronti dei singoli lavoratori che vi aderiscono, fino al licenziamento;

* facoltà di non applicare le norme del Contratto nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell'impresa.

 

Il primo lede il diritto di sciopero, che magari sara' anche abusato ma  e' un diritto costituzionalmente garantito. Il secondo distrugge il Contratto Nazionale e a mio parere introduce qualcosa di barbaro, cioe' il non pagamento della malattia.

NOn c'è niente di ciò nel documento FIAT, niente di niente.

Sul punto 2 ho risposto sotto a un altro commento, sul punto 1 non so che dire: ho letto e riletto il documento FIAT, ma non ne trovo traccia, forse la FIOM si riferisce al fatto che una volta sottoscritto l'accordo è vincolante e non può essere oggetto di scioperi (cioè la FIAT si preoccupa che le OO. SS: sottoscrivano l'accordo adesso, e poi, italicamente, se lo rimangino), e che nel caso ci siano scioperi o manifestazioni CONTRO l'accordo, DOPO l'accordo, ci siano sanzioni verso i sindacati (punto 14) e verso chi aderisce allo sciopero. Mi sembra addirittura assurdo che un'azienda debba fare minacce del genere, vuol dire che i sindacati firmano e rimangiano accordi (lo fanno, lo fanno), ed onestamente credo che un atteggiamento del genere da parte della FIAT sia anche troppo generoso: io li prenderei a calci.

Il primo lede il diritto di sciopero, che magari sara' anche abusato ma  e' un diritto costituzionalmente garantito. Il secondo distrugge il Contratto Nazionale e a mio parere introduce qualcosa di barbaro, cioe' il non pagamento della malattia.

Non mi sembra ci sia alcunché di barbaro. La Fiat vorrebbe solo eliminare i comportamenti opportunistici. In realtà l'eliminazione, o quanto meno la riduzione, di tali comportamenti dovrebbe essere un interesse primario del sindacato che potrebbe così aumentare la propria autorevolezza nelle trattative. Il sospetto che ne deriva è che molti opportunisti si nascondano proprio nelle file del sindacato altrimenti non si spiega un simile comportamento. Comunque, così facendo, la FIOM si è messa con le spalle al muro da sola commettendo un grave errore nella conduzione della trattativa. A questo punto se la FIOM non cede si accolla la responsabilità della chiusura di Pomigliano, mentre se cede il cedimento verrà considerato un segnale di debolezza e la FIAT cercherà sicuramente di sfruttarlo nella gestione futura dello stabilimento. 

Avevo seguito solo a livello di titoli la vicenda ed ora ciò che mi fa conoscere Marco Esposito mi fa rabbrividire.

Mi fanno rabbrividire le richieste della FIAT nell’anno di grazia 2010.

---Turnazione

Nell’azienda in cui lavoravo ( microelettronica circa 100000 dipendenti in Italia) i 21turni settimanali ( non 18 ) erano una realtà da metà anni 80.

Non si lavorava il I Maggio e Natale .

E poichè la forza lavoro era per lo più femminile si dovette derogare una legge che vietava il lavoro notturno alle donne.

E non poteva essere altrimenti : l’incidenza degli ammortamenti sul costo finale era ( con 21 turni ) il 30% con 10 turni ( 2 da lunedi’ a venerdi’ ) sarebbe stato del 47 % ( considerando un ammortamento lineare su 6 anni ) ed il costo sarebbe aumentato del 33%.E il phasing out delle attrezzature non era dovuto ad usura ma a obsolescenza tecnologica. Con il turno continuo venivano inoltre recuperate tutte le diseconomie derivanti dagli acicli di spegnimento riaccensione.

Questo risultato fu raggiunto gradualmente attraverso passaggi intermedi NEGOZIATI con i sindacati con cui si condividevano numeri e conti : mai fu posto un ricatto.

E non è che i sindacati negli anni 80 fossero più teneri : c’erano allora Trentin , Cofferati per la CGIL , Carniti , Marini per la CISL .

---Assenteismo

----- per "malattia"

Nella stessa azienda era intorno al 3-4%.Ancora l’Azienda , in accordo con i Sindacati , provvedeva fin dal primo giorno a disporre la visita fiscale ed eventualmente ripeterla.

-----elettorale

1500 persone in permesso elettorale a norma di legge alimentano il personale ( rappresentanti di lista inclusi ) di 100 sezioni , 100000 elettori .Pomigliano ha 30000 elettori.

Certamente gli operai provengono anche da altri Comuni ma questo livello di permessi elettorali mi fa pensare che la FIAT a suo tempo abbia assunto a piene mani raccomandati politici.Avrà avuto qualche tornaconto?

In una unità operativa al Sud dovevamo assumere 30 periti industriali , il ras locale ( sindacalista e politico) ci passò una lista con una ventina di geometri ed una decina di ragionieri : non fu facile ma sapemmo resistere ed assumemmo 30 periti.

----- da sciopero

Sempre nell’azienda in cui lavoravo , per accordo sindacale , non erano concesse ferie e permessi non rtetribuiti non richiesti prima della proclamazione dello sciopero.Se per dimostrare il fallimento dello sciopero si concedono ferie e permessi non retribuiti i più furbi il permesso se lo prendono retribuito con un certificato medico.

Ora in questo disastro la FIAT improvvisamente si sveglia e vuole recuperare in qualche mese una gestione fallimentare di anni.

E si badi bene : non facendo un minimo di autocritica ma ponendo un AUT-AUT.

Io penso che una situazione così disastrata , anche con l’accordo , sia irrecuperabile per cui non sono convinto che la FIAT si auguri il sì della CGIL ( Marchionne ha detto ieri che il SI’ deve essre unanime ) e per questo ha scelto il ricatto plateale.

La CGIL che è contro la FIAT se dirà NO non avrà capito niente.

CISL e UIL , benevoli con la FIAT , dicendo SI’ forse la stanno mettendi in difficoltà.

 

Bastano 700 milioni di investimento di FIAT come garanzia della sua serietà ne voler utilizzare profittevolmente Pomigliano? No perchè a questi soldini, ne andrebbero aggiunti altri di precedenti ristrutturazioni, formazioni e aggiornamenti andati regolarmente nello sciacquone. E se ci mettiamo anche la rinuncia a soldi pubblici almeno procvlamata, credo possa bastare.

Marco ho letto gli articoli ed i commenti ed ero indeciso se:

1) farti i complimenti (perchè tu, e nfa in generale, dai informazioni che sui giornali/notiziari non sanno o non vogliono dare)

2) mandarti a quel paese perchè la notizia mi hai fatto andare di traverso il caffé

Alla fine ho deciso di farti i complimenti sono io che quando vedo un "avvelenata" che comincia con FIOM- CGIL devo aspettare a bere il caffé!

Non l'ho messo nel post, perchè ero in altre faccende affaccendato, ma non posso non dire la mia su cosa avrei detto e fatto.

1. Un sindacato che difende i lavoratori avrebbe capito già da tempo che questa è "The last call" per Pomigliano, o Fiat raggiunge i livelli di produttività ritenuti "decenti" o chiude. Pomigliano è nata con un criterio di privilegio pazzesco (furono assunti come metalmeccanici i carpentieri che avevano costruito lo stabilimento... vabbè lasciamo stare quanto ci è costata questa follia), ha continuato come se fosse l'ITALSIDER di Bagnoli (altro buco nero della memoria), e solo da quando è diventato FIAT ha raggiunto un minimo di decenza produttiva, ancora di poco superiore a Termini Imerese, ma lontano anni luce da Melfi, ad esempio. Quindi avrebbe firmato di corsa l'accordo, facendo un'assemblea con gli operai e dicendo: la festa è finita, ma se avete un minimo di orgoglio da domani mostrate a tutti cosa siete capaci di fare con gli stimoli giusti!

2. Lo stimolo giusto è chiedere un premio di produttività per UL (Unità di Linea) che raggiunga standards di produzione e qualità predefiniti, giocare di "sponda" con il Governo dicendo: questi premi devono essere esentasse (altro che no tax area..)

3. Avrebbe detto OK alla turnazione con il criterio di sostituibilità (io e DoktorFranz ci accordiamo che io faccio la notte al posto suo e poi lui mi rende il favore), mentre FIAT non la vuole (questo è sì sciocco e punitivo..)

4. Avrebbe chiesto di introdurre dei piccoli miglioramenti per rendere la fabbrica un luogo di lavoro migliore, adesso non conosco bene lo stabilimento di Pomigliano, ma prevedere macchinette distribuisci bevande e altro vicino a ogni UL, invece che, come ho visto tempo fa, lontane ed accentrate (ma all'epoca si avevano venti minuti, adesso sono dieci: sveglia FIOM!).

Insomma avrei detto OK entusiasta in cambio di qualcosa, questi sanno solo difendere non dei diritti acquisiti, ma degli intollerabili privilegi.

P.s. La turnazione si applica anche ai quadri ed agli impiegati, non crediate che in Fiat l'operaio lavora e il resto sta a guardare..

Su questa strategia concordo completamente. Ma pare che CISL e UIL in questo momento sappiano solo "calare le brache" e stop, mentre la FIOM sa solo dire dei NO un po' patetici. Sbagliano gli uni e gli altri, purtroppo...

E aggiungo un punto 5:

5. Accettare il taglio delle malattie o dei permessi elettorali, ma chiedere di concordare dei criteri piu' obiettivi, invece di affidarsi a criteri troppo "qualitativi" (sono "troppi"), proprio per evitare alla FIAT in futuro di marciarci...

Ma allora Luciano Gallino ha torto?

 

http://www.controlacrisi.org/joomla/index.phpoption=com_content&view=article&id=6547&catid=36&Itemid=68

 

poi,

e che nel caso ci siano scioperi o manifestazioni CONTRO l'accordo, DOPO l'accordo, ci siano sanzioni verso i sindacati (punto 14) e verso chi aderisce allo sciopero

ammettiamo che i sindacati che hanno firmato non esprimano il reale punto di vista dei lavoratori, questi ultimi non avrebbero il diritto di protestare? Il diritto di sciopero è un diritto dei lavoratori in quando individui o è riservato ai sindacati? E non sono domande retoriche, basti pensare all'impatto di un eventuale ricorso in tribunale per una sanzione contro chi aderisce a tale sciopero.

Ovviamente, sono d'accordo a sanzionare i comportamenti opportunisti... ma il management perché non ha fatto niente prima, v. post di lallo? perché tanto l'esecrato stato ripianava i buchi?

 

 

Ultima replica della mattina, poi torno al mio lavoro...

 

Ovviamente, sono d'accordo a sanzionare i comportamenti opportunisti... ma il management perché non ha fatto niente prima, v. post di lallo? perché tanto l'esecrato stato ripianava i buchi?

 

Esatto. Pomigliano (come Termini Imerese) lo pagavamo tutti noi, nel momento in cui Fiat ha cambiato strategia (meno regali dallo stato, più impresa) il sindacato si è fatto trovare impreparato.

 

Il diritto di sciopero è un diritto dei lavoratori in quando individui o è riservato ai sindacati?

 

Entrambi, ed entrambi sarebbero sanzionati se scioperassero contro l'accordo, i sindacati con le sanzioni di cui al punto 14, i lavoratori individualmente potrebbero arrivare al licenziamento. E' la storia di Pomigliano, che induce la Fiat  a fare la faccia feroce, nient'altro.

Stupisce, lo ribadisco ancora, il fatto che un'azienda debba mettere nero su bianco che pacta sunt servanda e poi mettere le sanzioni, che è una cosa, per me, inconcepibile: vuol dire che la misura è colma.

 

ammettiamo che i sindacati che hanno firmato non esprimano il reale punto di vista dei lavoratori, questi ultimi non avrebbero il diritto di protestare? Il diritto di sciopero è un diritto dei lavoratori in quando individui o è riservato ai sindacati? E non sono domande retoriche, basti pensare all'impatto di un eventuale ricorso in tribunale per una sanzione contro chi aderisce a tale sciopero.

 

Mi risulta che l'accordo prevedacome precondizione la sua approvazione mediante referendum tra i lavoratori, proprio per "disinnescare" questo genere di contestazione.

Per rispondere, poi, alla tua domanda su chi sia titolare del diritto di sciopero, ecco la mia opinione: sia il diritto di firmare contratti collettivi sia quello di proclamare uno sciopero dovrebbe spettare alla "collettivita'" dei lavoratori, che decidono sia l'una sia l'altra cosa tramite un regolare processo democratico, sia esso tramite decisioni assembleari o tramite dei rappresentati eletti; ogni altra soluzione o affida ad enti autoreferenziali come i sindacati di decidere, o consente a ciascuno di decidere per se (il che mi andrebbe pure bene: ogni mia assenza dal lavoro sarebbe uno sciopero individuale, e quindi incensurabille, a quel punto :) ), rendendo di fatto impossibile ogni forma di organizzazione del lavoro da parte del datore di lavoro.

 

Ma allora Luciano Gallino ha torto?

 

Si'. Che novità c'è?

Parlo da profano, premesso questo non riesco a spiegarmi quale sia il contendere.Nell'accordo pare che si dica che se firmi il contratto non puoi, dopo, scioperare se il motivo dello sciopero è il contratto stesso. Quello che mi pare di aver capito è che, secondo alcuni, questo nasconderebbe il divieto assoluto di sciopero da parte dei lavoratori per qualsivoglia motivo, visto che unico arbitro sulla giustezza dello sciopero è l'azienda.Quindi il presupposto della critica parebbe essere:  l'azienda è cattiva e avrà carta bianca sul nostro diritto di sciopero.Il che mi sembra quantomeno pretestuoso come argomento. Avessi dovuto decidere io se restare a pomigliano, non ci avrei pensato su molto. Avrei fatto le valigie.

 

Guarda che anche nel caso che l'azienda non sia "cattiva" ma semplicemente faccia i suoi interessi, potrebbe interpretare a suo favore una simile clausola. Insomma, è come firmare un contratto con clausole vessatorie, non mi sembra così difficile da capire il problema....

Ma che analisi è? Ma siete completamente impazziti?

La FIAT sta dicendo ai lavoratori che l'alternativa alla disoccupazione ("ce ne andiamo in Polonia...") è accettare:

1. la sostanziale abolizione del diritto di sciopero e la facoltà per l'azienda di sanzionare (anche col licenziamento) chi si oppone alla sua volontà, punto e basta

2. la riduzione della pausa da 40 a 30 minuti

3. la possibilità per l'azienda di comandare lo straordinario anche in pausa mensa

4. di non pagare la malattia se si supera una soglia "media" di assenze tra i lavoratori

5. di derogare alla norma che sancisce che un lavoratore debba potersi riposare tra un turno e l'altro

6. 120 ore di straordinario obbligatorio contro le 40 previste dal contratto

7. la possibilità di recuperare i ritardi di produzioneanche se le cause niente hanno a che vedere con la produttività dei lavoratoi (ad esempio perché i fornitori sono in ritardo)

E dove starebbe il conservatorismo della Fiom e la grande modernità a cui ci chiedete di aderire? a che schifo di posizione è quella che state prendendo contro la Fiom? Ma non vi vergognate?

 

Ma non vi vergognate?

 

Simili domande vanno bene sui siti in cui si strilla, qui si discute, mi farebbe piacere dicutessi, altrimenti non sei obbligato a rimanere. Chi ha scritto il post (cioè io) lavora con e per Fiat, la conosco molto bene, e come ho scritto, e ripeto senza vergogna, fossi stata in Fiat avrei chiuso Pomigliano e basta.

Veniamo ai punti:

1. Non sta scritto da nessuna parte che è abolito il diritto di sciopero, non si può scioperare contro l'accordo (ricordo a tutti che non si sciopera "contro qualcosa" ma per qualcosa, che nell'indire lo sciopero le OO.SS sono tenute a indicare i motivi dello sciopero, che quindi Fiat non ha alcuna arbitrarietà nel dire "questo è contro l'accordo) e basta. La volontà aziendale è di produrre 300.000 vetture/anno.

2. le pause non saranno più due da venti minuti, ma tre da dieci (i dieci minuti soppressi saranno pagati): fatti due giorni di linea e poi vedi se non è meglio fare pause più piccole, ma ripetute, piuttosto che due più lunghe.

3. La mensa è stata posta a fine turno: dimmi tu dove andrebbe bene lo straordinario (oppure fallo dire ai sindacati, che su questo punto nulla hanno detto, poichè già oggi è così)

4. No, la Fiat chiede di applicare la norma ove non ci siano presupposti epidemiologici, a meno che in pieno aprile è normale che 471 su 1.500 si ammalino il giorno dello sciopero generale. Ma stai scherzando, vero?

5. Non è la Fiat che farebbe lavorare due turni consecutivi, ma sono molti gli operai che potrebbero fare due turni non consecutivi (questo non è assolutamente previsto, nè possibile) nella stesso arco temporale delle 24 ore e poi avere due giorni liberi consecutivi. Scusa, ma questo è richiesto dagli stessi operai, impiegati e quadri.

6. 120 ore di straordinario laddove le esigenze produttive lo richiedano. Non 120 ore di straordinario e basta.

7. Appunto, le 120 ore servirebbero per tamponare eventuali vuoti produttivi, per cause non attinenti alla Fiat.

Questi ultimi due punti sono talmente self evident per chi ha un minimamente vissuto una linea produttiva, che mi stupisco anche di rimarcarli. Vediamo, spendo 800 mln di euro, più quello che ho speso in R&D, sperando che la nuova Panda sia come la nuova 500 e dico: in Polonia gli operai si sono fatti un mazzo così per soddisfare la domanda (ed hanno avuto più soldi), metti il caso succeda lo stesso con la Panda: che faccio ? Anzichè star lì a menare la rava e la fava faccio un accordo preventivo che mi mette al riparo da ogni problema.

La FIOM su tutti i tuoi punti ha avuto da ridire solo sui "permessi elettorali": libertà di non fare un piffero per i sindacalisti, senza alcun rispetto per chi a lavorare ci va davvero. Ma per favore...

 

Domanda un poco OT:

con che diritto la CGIL mette in pericolo il benessere di tutti coloro che lavorano per Pomigliano senza esserne dipendenti diretti ?

Se vogliono  far del male ai propri iscritti o simpatizzanti : bene, peggio per loro! Ma gli altri che non hanno una tribuna da cui far sentire le proprie opinioni ?

In un'economia moderna dove la terziarizzazione di processi, servizi e la sub fornitura sono diventati prepondernati forse la rappresentanza sindacale dovrebbe essere ripensata.

 

con che diritto la CGIL mette in pericolo il benessere di tutti coloro che lavorano per Pomigliano senza esserne dipendenti diretti ?

Non è la FIOM che si attribuisce questo potere decisionale, piuttosto è la FIAT che abilmente glielo consegna. Probabilmente sperando, come afferma M. Esposito, che la FIOM rifiuti, evitando così alla FIAT una scommessa piuttosto rischiosa quale è l'investimento di 800 mln in un ambiente chiaramente "ostile". Alla CGIL sembra che lo abbiano capito, ma non ancora alla FIOM, che la FIAT gli ha lasciato il cerino acceso in mano.

 

in questo caso mi colpisce la stupidità della FIOM.

Adesso come adesso deve firmare tutto. Non ha potere di negoziato.

Una volta che la FIAT abbia investito i milioni promessi, la FIOM comincerà ad avere potere di negoziato. Allora sollevi i problemi che le stanno a cuore. Allora, non adesso.

P.S. Anch'io, a dire il vero, pur simpatizzando a sinistra, non vedo le ragioni del gran rifiuto, se non nelle condizioni di lavoro che invece la FIOM pareva disposta ad accettare. La FIAT a mio parere ha tutto il diritto di pretendere che se i metalmeccanici fanno sciopero, che lo facciano, pagando in proprio, non dichiarandosi malati e facendo pagare alla collettività.

Per quanto leggo il documento, la FIAT non sta negando ai suoi operai il diritto di sciopero, ma il diritto di fare finta di scioperare.

Mi sono letto l'Unità, cosa che non faccio spesso, appunto per capire la ragioni della FIOM e francamente non ci trovo niente, a parte stracciamento di vesti. Se le ragioni ci sono, avanti.

 

in questo caso mi colpisce la stupidità della FIOM.

 

Oggi è il giorno: questa è come quella di Gallino. Dov'è la novità?

Che poi, a ben pensarci, è la stessa notizia: son disposto a giocarmi qualcosa che uno di quelli che danno i consigli alla FIOM su come fare la lotta di (con?) "classe" sia proprio Luciano Gallino.

Tout se tient ...

 

Adesso come adesso deve firmare tutto. Non ha potere di negoziato.

 

non capisco: se una parte non ha potere di negoziato, perchè allora viene interpellata e riceve un proposta dalla controparte?

quando vado in edicola mi servo e pago, non interpello nessuno, e se con l'edicolante non ci piaciamo faccio che andare nell'edicola di fronte.

 

Adesso come adesso deve firmare tutto. Non ha potere di negoziato.

 

Io non credo che sia questa la situazione. Certo, se insiste a difende i 400 e passa scioperanti malati o i 1000 e rotti rappresentanti di lista (o era il contrario?) non ha potere negoziale, come non ce l'hanno FIM E UILM (che ormai, per vox populi dicon sempre di si a prescindere...).

Se, invece, i sindacati facessero il lavoro che ci si aspetta da loro, ovvero dare ma in cambio chiedere, e in generale difendere sul campo gli interessi  dei dipendenti (e se magari avessero cominciato anni fa...), avrebbero più appeal presso i lavoratori (e non solo presso gli operai, come oggi) e pertanto maggior peso negoziale.

E questo vale per tutti i sindacati in tutti i settori: ho sentito persino di sindacati aziendali nel commercio contestare i turni aziendali perchè non rispettavano il contratto: peccato che le presunte "violazioni" erano state chieste dalle dipendenti, per poter andare a prendere i figli all'asilo...

Hanno scelto altrimenti, peggio per loro noi.

Marco, solo per precisare che il mio riferimento è all'impianto Fiat operante in Polonia, che ha indici di produttività multipli rispetto a quelli di Pomigliano, e che viene sempre più assunto come benchmark per le produzioni italiane.

Scusa l'ignoranza, ma davvero i permessi malattia sono a carico delle aziende? Pensavo fossero a carico del sistema previdenziale. Come fa un'azienda con 5 dipendenti a pagare una gravidanza?

per operai e salariati sono a carico INPS fino a 180 gg

solo i primi 3 giorni sono a carico del datore di lavoro

per impiegati e dirigenti sono a carico del datore di lavoro

 

Forse tutto sommato è meglio investire in Polonia...

Secondo me qui la frittata l'ha fatta la Fiat. Vogliono garanzie prima di investire, ma come fanno ad averle? Se anche la Fiom accetta di non ridiscutere  il contratto - come fanno alla Fiat a garantirsi? E se poi lo ridiscutono, dopo che la Fiat abbia investito gli 800 testoni? Cosa fa la Fiat, va a piangere dalla mamma? Possono anche farli giurare sulla testa di beppone, se la Fiom cambia idea tra un anno, ... 

A me pare folle. Sperano che gli operai spaventati di perdere il lavoro  spiazzino la Fiom; ma anche se fosse, una volta cacciati gli investimenti .....

Non so veramente chi ha fatto la frittata, perchè il vero interesse della Fiat è l'accettazione della turnazione e la valutazione secondo gli standards WCM e Ergo-UAS che indicano i carichi di lavoro secondo standards predefiniti.

La parte su cui FIOM si è impuntata è quella sull'anti-assenteismo (certificati di malattia nei giorni di sciopero..) e sul fatto che la FIAT chiede che una volta firmato l'accordo non si scioperi contro lo stesso.

Mettiti nei panni dei dirigenti FIAT: ogni volta che c'è un ponte, uno sciopero, delle festività soppresse, ma magari molto sentite (non ridete: San Gennaro) si vedono piovere sul tavolo centinaia di certificati medici (centinaia!) e si blocca la produzione auto, si incasina uno stabilimento ben oltre la semplice giornata lavorativa: ti sembra normale? E dove li prende la Fiat centinaia di medici per la visita fiscale in poco tempo (oltre che pagarne i costi: le visite fiscali costano un occhio)?

E sull'inattendibilità dei sindacati si potrebbero scriverne romanzi, tanti sono stati gli episodi, non mi sembra irragionevole chiedere delle sanzioni se non rispetti i patti.

Se la FIOM fra un anno si rimangia i patti (cosa che vorrebbe fare, altrimenti non strepiterebbe) perde i permessi sindacali, i soldi che la Fiat versa al sindacato (e sono tanti) per il tramite della buste paga dei dipendenti, più qualche altro benefit (leggi: privilegio), ovvero la Fiat li colpisce nell'unico punto che fa male: la tasca.

Poi Marchionne non è tipo da perdersi in chiacchere, ho già scritto che questa è "the last call" per Pomigliano, le linee produttive si spostano (Termini Imerese docet), gli 800 testoni sono essenzialmente in macchinari, hai fatto 100, arrivi a 101 e li porti in Serbia (dove sarebbero ben felici di accoglierli). Poi voglio vedere la FIOM dare da mangiare a 4.500 famiglie più l'indotto...

I tempi sono cambiati, ho scritto sopra cosa avrebbe dovuto fare il sindacato, ma questi pensano ancora al Sol dell'avvenire, che, guarda caso, è rimasto solo sulla bandiera cinese...

Io penso che per quella che è la mia esperienza industriale, le difficoltà di gestire in Italia una fabbrica con più di 500 addetti sono enormi con tutti i costi indotti che cecità del sindacato, garantismo della legislazione del lavoro, opportunismo di singoli addetti (i "furbi") comportano.

Piuttosto fai 4 fabbriche da 100 addetti che una da 500, che fa come 4 da 100 perchè nell'aumento della dimensione perdi anche in efficienza e ti aumentano i costi. (gli economisti non mi dicano che questo non ha senso - lo so bene in teoria, ma poi c'è la pratica italiana).   

Non sarà un caso che l'industria italiana è votata al nanismo e di investimenti esteri in Italia non se ne vedano tanti arrivare...

Per quanto riguarda la FIOM, nella mia personale e diretta esperienza non bisogna stupirsi di nulla: provare per credere! Questi sono ancora come il soldato giapponese disperso nell'isola del Pacifico dopo 20 anni dalla fine della guerra: imprese ed imprenditori sono nemici da torturare, un vero danno per la società. Si sopportano solo come male necessario in attesa di tempi migliori.   


 

 

E' basilare far conoscere al numero più elevato di persone questa notizia. Se per caso a Pomigliano non si produrranno più automobili, sarà curioso vedere a chi daranno la colpa, cosa inventeranno coloro che adesso hanno messo i bastoni tra le ruote.

1) Se un'azienda ha problemi con i permessi elettorali, forse ha problemi ben più grossi.

Vuol dire anche che gli operai sono fortemente politicizzati e questo non mi sembra un male. La politica, *fatta secondo le regole*, è un bene sociale o no? Si fanno di campagne di "marketting" sulla responsabilità sociale d'impresa e non si riesce a garantire la passione politica dei propri lavoratori? Se ci sono furbi in questo campo non ci sono strumenti per stanarli? Non si possono chiedere? (v. punto 2)

2) Ma oggi non ci sono già gli strumenti per distinguere i furbetti del certificato medico dai veri malati? Se questi strumenti non ci sono, perché la Fiat non fa in modo di averli? (Gli incentivi statali riesce eccome ad averli!) Perché per pochi furbi devono rimetterci i malati veri? Non credo che creando ingiustizia di segno opposto si possa combattare l'ingiustizia. Le ingiustizie si sommano sempre, non si sottraggono né si dividono.

3) E perché non è stato proposto anche un abbassamento diffuso, ma contenuto, dei salari? (Magari cominciando dai mega dirigenti che un loro 10% equivale a enne stipendi *interi* di operaio...)

"2) Ma oggi non ci sono già gli strumenti per distinguere i furbetti del certificato medico dai veri malati? Se questi strumenti non ci sono, perché la Fiat non fa in modo di averli? (Gli incentivi statali riesce eccome ad averli!) Perché per pochi furbi devono rimetterci i malati veri? Non credo che creando ingiustizia di segno opposto si possa combattare l'ingiustizia. Le ingiustizie si sommano sempre, non si sottraggono né si dividono."

Per quanto ne so (manco da tanto dall'Italia) gli strumenti non ci sono, almeno nel caso del certificato medico nel giorno di sciopero. Se ho un certificato diciamo per lombosciatalgia, e il medico mi sorprende mantre partecipo al campionato provinciale di boxe allora sono nei guai, ma se mi trova sul divano che guardo una telenovela brasiliana e gli dico "Ahi, che dolor!" non è che possa fare molto. Mi chiederà se sto prendendo un antinfiammatorio e mi inviterà a tornare al lavoro il giorno dopo. Purtroppo anche in questo caso "paga il giusto per il peccatore".

1. Ovvio che sia uno stabilimento molto politicizzato. L'unico motivo per cui venne aperto uno stabilimento a Pomigliano D'arco fu la politica (Desio ed Arese ringraziano ancora).

2. Ti ha risposto Massimo, io aggiungo la matematica: se hai 471 dipendenti in malattia e te ne servono almeno altrettanti per controllare se sia vero o meno. Considerando che hai 4000 dipendenti di cui gran parte in sciopero e di questi comunque solo una minima parte è addetta al controllo delle "malattie" perchè li avevi assunti per costruire automobili: come si può fare? Per la soluzione potete usare la calcolatrice :-)

3. Secondo quale logica un problema di produttività si risolverebbe abbassando gli stipendi ? Allora si potrebbe andare in Serbia gli stipendi sono parecchio più bassi (anche quelli dei dirigenti)

 

Ma oggi non ci sono già gli strumenti per distinguere i furbetti del certificato medico dai veri malati? Se questi strumenti non ci sono, perché la Fiat non fa in modo di averli? (Gli incentivi statali riesce eccome ad averli!) Perché per pochi furbi devono rimetterci i malati veri? Non credo che creando ingiustizia di segno opposto si possa combattare l'ingiustizia. Le ingiustizie si sommano sempre, non si sottraggono né si dividono.

Ottimo. Nel resto del mondo sarebbe un ragionamento normale, ma in Italia pare che serva un coraggio supplementare per sostenere questa posizione.

Ed è uno schema generale: per svuotare ancor di più il concetto e la pratica dello Stato di diritto. Come quelli che - per dire -, discutendo dei certificati di laurea, ne chiedono la riduzione della validità perchè da qualche parte dei furbetti accademici abbassano i livelli e adulterano le prassi in tema di progettazione curriculare, insegnamento, accertamento del profitto...

RR

quello che scrive l'estensore del post è innegabile, ma francamente le due "clausole" richieste da Marchionne, sembrano tanto il rimedio di Tremonti contro i falsi invalidi.

Mi rifiuto di credere che non sia possibile trovare meccanismi che contrastino il malcostume senza andare a ledere diritti fondamentali (veramente assurdo vietare lo sciopero contro l'accordo pena il licenziamento. Il diritto di sciopero è individuale non delgato alle organizzazioni sindacali).

Il fatto che Marchionne sia ricorso a questa scorciatoia non mi meraviglia. La sua è una situazione win win  e la sfrutta fino in fondo.

Stava alla FIOM proporre alternative per risolvere il problema, visto che è l'incudine della situazione. Che io sappia non l'ha fatto. Miopia? non vogliono ammettere le proprie colpe? Non lo so, fatto sta che le vere vittime di questa storia sono i tanti lavoratori onesti che non vanno in malattia e che probabilmente perderanno il lavoro.

Approfitto del commento di spike (nome e cognome no?) per stigmatizzare alcuni punti: i metodi alternativi che comunque faranno parte dell'accordo (senno che accordo sarebbe ?).

Sulla "malattia anomala": dovrebbe essere una commissione paritetica azienda-sindacati a sancire quali siano "le anomalie non riferibili a fenomeni epidemiologici", per cui la Fiat sarebbe esonerata dal pagare l'indennità di malattia, non sarebbe mai la Fiat da sola a dire: non c'è l'influenza in giro e 600 ammalati il giorno della festa dei gigli (nola, di fianco a Pomigliano) mi sembran troppi, ma anche i sindacati dovrebbero dire "sì, effettivamente..", quindi nessun aribitrio sulla malattia.

Sui "permessi sindacali per motivi elettorali" la Fiat, alla fine chiede due cose: di recuperare le ore/lavoro e, pare, che comunque tale soglia non superi mai il 10% della forza/lavoro, insomma le posizioni non sono così distanti come qualcuno vuole far credere, è che la FIOM il "privilegio" non lo vuole neanche discutere.

E, come si dice a Napoli, si rischia che si vada a finire che "'o bbuono pava p'o malamente".

Forse sarebbe stato meglio linkare anche le motivazioni della FIOM.

Lo faccio qui per completezza, credendo che sia stata un semplice dimenticanza.

www.fiom.cgil.it/cc/cc_10_06_14-fiat.pdf

Ora tutti possono farsi una idea completa.

 

 

L'articolo è stato ultimato sabato, ed è uscito domenica notte, il tuo link è di ieri e la sfera di cristallo mi mancava.

Comunque già l'utente "Mago Fabian" aveva linkato il comunicato e già li trovi le mie considerazioni.

Solo un appunto, che mi fa ulteriormente incazzare (ogni tanto si devono usare i termini giusti), leggi pag. 2 quarto capoverso:

 

Rivendichiamo (sì, sta proprio scritto rivendichiamo, sembra di leggere le BR..) la definizione, frutto di un confronto fra tutte le parti di un piano di intervento pubblico sul terreno della mobilità sostenibile e dello sviluppo della tecnologia alternativa (e se sono più di una ?), compresa la mobilità elettrica (allora sono più di una ! e il plurale?) e di un reale coordinamento fra le varie istituzioni

 

Allora, poichè mi sono stancato, traduco:

1. Non abbiamo mai fatto un cazzo e non capiamo perchè proprio oggi vorreste che noi andassimo a lavorare, visto che fra finte malattie e finti permessi sindacali stavamo a casa tutto il tempo a spese vostre e di quei quattro fessi che vanno a lavorare e pagano le tasse.

2. E' da anni che la Fiat mantiene uno stabilimento (anzi due) a spese dello Stato, è ora di cessare questa assurda commedia: la Fiat vorrebbe fare l'azienda, noi vogliamo fare gli statali, e lo rivendichiamo.

Per tutto il resto muoia sansone con tutti i filistei, che a noi la pagnotta è garantita lo stesso.

Il punto della mobilità sostenibile è cruciale, nel senso che le scelte pubbliche influenzano l'industria, il continuo sostegno al mercato delle auto (incentivi, rottamazioni etc...) alimenta, ad esempio, la produzione di autoveicoli. Questi interventi fatti in nome dell'ambiente nei fatti configurano sia un aiuto indiretto all'impresa che un costo per la società (in termini di innovazione etc...)

Se le politiche fossero rivolte ad esempio al trasposrto pubblico ed alla sua incentivazione ad esempio la FIAT potrebbe produrre mezzi pubblici elettrici creando nuovi rami produttivi, più innovativi soggetti a minor concorrenza. Purtroppo questa non fu una scelta praticata negli anni 70 quando si decise di privilegiare l'auto piuttosto che il trasporto pubblico.

(a Londra dal prossimo anno, partiranno i nuovi bus, che avranno un nuovo restailing e saranno ecologici)

Walter Tocci fu assessore alla mobilità nella prima giunta Rutelli e dopo aver studiato la situaizone traffico a Roma disse che qualsiasi riforma del sistema dei trasporti pubblici non sarebbe stata risolutiva per la circolazione se il modello urbanistico non fosse cambiato. Il tempo gli ha dato ragione.

La pianificazione della politica è necessaria e deve essere concertata, salvare il carozzone fiat con interventi spot serve a poco.

 

Secondo punto, la FIAT assorbe risorse pubbliche (e sull'opportunità o meno si può discutere) ma allora non può, credo, fare il bello e cattivo tempo, aprendo e chiudendo stabilimenti, mettendo in cig e cigs i lavoratori nei momenti bassi di ciclo (ma qua sembrano sempre bassi), spostando fuori le produzioni pretendendo deroghe ai contratti nazionali e ponendo in essere ritorsioni come quella di questi giorni. La cosa divertente è che usa, per far bere all'opinione pubblica quanto sono lassisti i lavoratori, la storiella dei permessi politici in periodo elettorali (sabato/domenica/lunedì)...la cosa è suggestiva perchè cavalca l'antipolitica del momento ma i rappresentanti di lista ed i componenti di seggio servono per la democrazia quindi poche storie, non anche in altre aziende, quali ad esempio quelle dei trasposrti locali avvengono cose del genere (all'ATAC di Roma) ma nessuno fallisce dal momento che è una pratica regolamentata con preavvisi che danno all'azienda la possibilità di organizzarsi. Il fatto che la FIAT utilizzi questo argomento fa ridere soprattutto perchè questo è un dovere del cittadino (è una legge) e non un diritto dei lavoratori (non sta nel cnl) e pertanto usare strumenti come questo nei confronti per sensibilizzare l'opinione pubblica maschera secondo me un attacco ai diritti dei lavoratori.

Per concludere, credo che lo sviluppo di una società vada di pari passo con i diritti ma qui, come in molti casi, pare si stia andando altrove.

Quello di oggi mi pare tanto un ricatto, non c'è un accordo sul quale trattare ma un piatto da mangiare o meno dove le responsabilità sono totalmente trasferite sull'organizzazione sindacale.

Cmq qui ho trovato una sinossi delle proposte con relative conseguenze

www.fiom.cgil.it/auto/fiat/pomigliano/10_06_14-PuntoFiom.pdf

 

p.s.: chi scrive non ha nulla a che fare col sindacato

mica solo in Italia c'abbiamo i cali di produttività in caso di "eventi sociali"

 

http://www.repubblica.it/speciali/mondiali/sudafrica2010/squadre/inghilterra/2010/06/15/news/assenteismo_per_partita-4858553/

questo è un commento a

 


E io che pensavo che il problema fosse tutto nelle deroghe al contratto collettivo nazionale e nelle sanzioni per chi sciopera. Meno male che c'è qualcuno che mi spiega che il problema sono i lavativi di Brunetta finiti alla Fiat e pronti a mandare in malora l'Italia.

Molto sommessamente volevo chiedere: se sono previste delle sanzioni per il sindacato e per i lavoratori nel caso non si ottemperi a quanto previsto dall'accordo (vedi sciopero), cosa è previsto per l'azienda nel caso non attui pezzi dello stesso accordo?

I doveri e le sanzioni sono tutte da una parte o ne è prevista un'equa distribuzione?

Ma negli altri paesi europei, comparabili con l'Italia, si cerca di raggingere gli stessi obbiettivi con la medesima macelleria (parola molto in voga ultimamente) sociale?

 

A me pare che non sia possibile al non addetto ai lavori dare un giudizio tecnico, di merito, sulle singole clausole in relazione alla dinamica negoziale tipica del settore, della legge, etc.

Emerge tuttavia, con chiara evidenza, la necessità per FIAT di ripristinare le condizioni basilari di disciplina a Pomigliano, eliminando le sacche di privilegio alimentate da anni di sindacalismo che ha agito pensando di poter alleviare la durezza del lavoro di fabbrica consentendo il costante aumento dell'aliquota di furbetti, imbroglioni e scansafatiche, proteggendoli con una eccessiva indiscriminata e cieca tutela; mentre il lavoratori perbene vengono penalizzati perchè lo stabilimento non gira ed alla fine si perde il posto! E' chiaro infatti che il problema non è di "regalare" N ore-uomo a K assenteisti, è che le assenze bloccano tutta la catena logistica ed i costi sono un multiplo del salario sprecato...

E' ovvio anche come, per avere le altre OOSS firmato l'accordo, esso non possa contenere clausole suicide, illegali o incostituzionali.

La conclusione a me pare che la FIOM abbia avuto un rolo di specioso antagonismo, di retroguardia, obsoleto e perdente - come in altre recenti vicende, cfr Alitalia.

Bisogna capire che per andare avanti è necessario cambiare il clima e la cultura in azienda, ed all'interno di un clima di maggiore equilibrio e legalità poi sarà più facile inserire migliorie che potranno andare a beneficio di tutti, magari basate su una maggiore meritocrazia?

La battaglia FIAT mi pare incentrata sull'affermazione di questi principi, e quindi in larga misura simbolica, come lo fu la famosa marcia dei 40.000 a suo tempo...

Comunque,  alla fine firmerà anche la CGIL, secondo me.

 

 

 

 

 

Nessuno “lavorerà di più per gli stessi soldi", eccetto per quei dieci minuti al giorno, che saranno comunque pagati

 

Sbaglio o nel documento diffuso mi par di leggere :

 

I 10 minuti di incremento delle prestazione lavorativa nell'arco della giornata [...] saranno monetizzati in una voce retributiva specifica denominata "indennità di prestazione collegata alla presenza".
L'importo forfettario è [...] per legge e/o contratto parificata alla prestazione lavorativa in misura di 0,1813 Euro ora.

 

Mi sfugge qualcosa...

 

Segnalo un interessante (e coraggioso, a mio modesto avviso) articolo di Stefano Feltri sul Fatto. Non escluderei che si a passato di  qui nell' ultimo periodo...

Molto interessante - l'amara lezione a me sembra chiara: dobbiamo competere a livello planetario con chi lavora di più, meglio ed a costi inferiori; la conclusione è che se non sale la nostra produttività di sistema, il nostro tenore di vita dovrà abbassarsi, e rapidamente convergere verso una qualche media tra il nostro e quello dei paesi emergenti (equalizzazione a tendere del costo dei fattori, grazie al trade globale). Mi pare questo il significato della frase "il finimondo è già successo".

In questo posso trovare una ragione nell'argomento che, nelle scarpe della FIOM, userei io: non è che aumentiamo la produttività cronometrando Cipputi e Frisgazzi, questo della FIAT mi pare un approccio altrettanto di retroguardia come quello di proteggere i furbetti. La disciplina ed i tempi standard saranno una condizione necessaria (quindi firmo), ma non sufficiente: dobbiamo investire per creare nuovi prodotti, le Panda facciamole fare ai polacchi ed agli indiani perchè non possiamo competere con loro, noi dobbiamo inventare le nuove auto tecnologiche-ecocompatibili etc etc che costeranno sul mercato come 10 Panda, ma le sapremo fare solo noi... 

 

Bell'articolo, bravo Stefano Feltri per portare nel dibattito quelli tra 24 e 30 anni!

Generalmente le "barricate" della Fiom non mi trovano per niente favorevole, ma su alcuni punti dell'accordo, credo che la Fiom abbia ragione:

Anche secondo me, un accordo sindacale non può derogare alla Legge, per nessuna ragione.
Su alcuni punti, sarà così: ad esempio, per l'utilizzo della CIGS senza rotazione ("obbligatoria" per legge, salvo situazioni oggettive riscontrabili in sede di esame congiunto) e per la formazione durante la CIGS senza integrazione da parte dell'azienda (in deroga a quanto stabilito dalla recente legge 102/2009).

Guarda caso, due argomenti che riguardano come "scaricare" parte dei costi della ristrutturazione sulla collettività.

 

La FIOM ha corretto il tiro (difatti quel documento è del 14, successivo alla rottura),mentre a "caldo" i punti inderogabili sono stati quelli da me evidenziati: permessi sindacali e malattia. Puri privilegi.

Ci sono tante cose che le OO.SS. dovevano discutere prima di firmare, alcuni punti sono anche in un mio commento sopra, effettivamente c'è la CIGS e la formazione non retribuita (ma il governo lo sa ? O il nostro Ministro dello Sviluppo Economico dorme?), lo straordinario a fine turno, la possibilità dello switching fra lavoratori (cosa che le direzioni RSU odiano, perchè amano i loro tabulatini del piffero e odiano l'elasticità, anche quella mentale), insomma c'era la possibilità di una trattativa nel merito delle questioni poste da Fiat, invece ci si è fermati alla difesa del privilegio.

Quello che viene dopo è excusatio non petita, il capoverso a pag.2 del documento FIOM sui contributi pubblici per un auto elettrica sono da schiaffi a quattro mani.

Infine una nota: è vero che sarebbe un contratto che in alcuni punti deroga alle leggi vigenti, ma è anche vero che la volontà contrattuale dovrebbe essere libera, difatti quando noi firmiamo, ad esempio, una polizza di assicurazione, sottoscriviamo una marea di clausole in deroga alle leggi vigenti. Sta a noi fare in modo che non siano veri e propri abusi.

Guarda, fino a questa mattina ero daccordo con te. Ma dopo aver ascoltato questa mattina a La7 De Michelis, si quel De Michelis ministro dei governi Craxi, parlare di come fosse necessario per gli operai accettare l'accordo per diminuire il rapporto deficit PIL, aumentando il PIL del paese, dico che l'unico accordo che gli operai devono accettare è la cassa integrazione a vita a carico di De Michelis e di tutti i partecipanti ai governi Craxi. Niente di più niente di meno.

 

Ciao!

 

Due interventi che reputo interessanti

Tito Boeri su Repubblica

www.repubblica.it/economia/2010/06/16/news/l_anomalia_del_lodo_marchionne-4877065/

e Pietro Ichino

http://www.pietroichino.it/?p=8895

che chiarisce (almeno per me) il punto sul pagamento della malattia: non e' una bella cosa ma ci si muove entro la legge. 

Altro punto che non sapevo e' che si possa derogare al CCNL se c'e' l'accordo di tutti i firmatari del suddetto, e questo e' convalidato da giurisprudenza in materia

Per me rimane "aperto" solo il punto sullo sciopero

 

Grazie per l'indicazione del post di Ichino, Nfa è grande per questo: una coscienza multiforme che consente di risponedere ai quesiti più incredibili!

Faccio una domanda agli economisti, senza alcuna polemica, ma per capire.

Perchè la FIAT avrebbe convenienza ad investire a Pomigliano per costruire la Panda nuova, ricostruendo uno stabilimento sapendo, facendo conti a spanna, che il costo del lavoro in quello stabilimento è attualmente circa, arrotondando di 1300 €/mese (paga netta, non costo del lavoro globale) per operaio quando in Cina lo stesso operaio costa 130 €/mese.

Come si fa ad essere competitivi, per la FIAT?

Ci sono conti, barriere doganali, ecc. che non conosco o non riesco a conteggiare per pareggiare i costi (non mi dite i costi di trasporto via mare).

Non mi dite che la discriminante sono i certificati di malattia durante gli scioperi, seppure gravemente riprovevoli!

Con stima

 

Perchè la FIAT avrebbe convenienza ad investire a Pomigliano per costruire la Panda nuova, ricostruendo uno stabilimento sapendo, facendo conti a spanna, che il costo del lavoro in quello stabilimento è attualmente circa, arrotondando di 1300 €/mese (paga netta, non costo del lavoro globale) per operaio quando in Cina lo stesso operaio costa 130 €/mese.

 

Due motivi, uno nobile ed uno meno:

  1. Delocalizzare costa: o produci TUTTO in casa, o trovi fornitori locali affidabili (non è solo questione di prezzo e qualità, ma anche di tempi di consegna, affidabilità, facilità di comunicazione);i tuoi manager non parlan cinese e non capiscono le questioni e cultura (*) locali ;con tutta probabilità l' operaio cinese richiede più formazione di quello italiano; i tecnici locali mediamente son meno preparati dei nostri,...Non è sempre scontato che questi costi siano compensati da quello della manodopera.
  2. a Pomigliano se va male ti fai sussidiare, a Shenzen chiudi

 

Non mi dite che la discriminante sono i certificati di malattia durante gli scioperi

 

Chi se ne frega se è discriminante? Non ti pare già abbastanza difficile competere coi cinesi senza proteggere quattro scansafatiche disonesti? FIAT si dice disposta ad investire solo se i lavoratori cambian registro, ed il discorso non fa una piega.

(*) amici miei hanno avuto esperienze terribili di comunicazione con gli indiani: per loro dire che un lavoro richiede più di quanto richiesto equivale a dichiararsi incompetenti.Un incubo per i capiprogetto.

se tutti andassero a costruire nelle aree low cost riducendo a zero la produzione da noi chi comprerebbe i prodotti?

ammeso che il costo del lavoro di montaggio sia il 10% ( esagero ) del costo totale basterebbe abbassare i listini del 10% perchè i lavoratori delle aree low cost possano acquistare automobili?

 

Esatto, questa è la questione che ho cercato di affrontare col mio post precedente: se anche fossimo efficientissimi e ad assenteismo zero, a quali condizioni siamo competitivi a fare Panda a Pomigliano vs India per esempio? 

Ciò per dire: il sindacato invece che accanirsi sulle cluasole dovrebbe semai portare l'azienda a fornire loro rassicurazioni strategiche, che tra 3 anni non stiamo di nuovo alla frutta perchè nonostante i misuratori col cronometro, etc. siamo sempre fuori mercato.

Anche perchè come giustamente sollevato dal post di "lallo" il labor peserà il 10% sul costo totale, se anche lo dimezzo ho un margine del 5% sul totale: quindi devo guardare a tutta la struttura di costi: energia, real estate, compliance ambientale, overheads, etc per valutare la competitività complessiva...

 

 

 

 

 

Volevo condividere questa risposta che mi ha dato Cristiana Alicata a una mia domanda su Pomigliano:

 

La situazione di Pomigliano e Termini è molto complessa. Sono stabilimenti con il più alto tasso di malattia ed assenteismo d’Europa. Non un caso che siano ubicate nelle terre della criminalità organizzata. Forse il sindacato dovrebbe studiare di più. Forse dovremmo riflettere di più davanti al primo caso di azienda che invece di chiudere e delocalizzare chiede di avere delle garanzie per restare in Italia. Questa è una rivoluzione al contrario e nemmeno ce ne siamo accorti. Non abbiamo capito che quando difendere un diritto è divenuto difendere un privilegio abbiamo trasformato l’Italia in una nazione da cui le aziende fuggono ed in cui gli stranieri non fanno investimenti industriali. Meglio poco lavoro privilegiato o molto lavoro in cui ci siano delle regole chiare? Una nazione dove difendiamo i vecchi con contratti a tempo indeterminato e nessuno assume più un giovane operaio se non a tempo determinato o peggio? Chi stiamo difendendo?
E’ chiaro che deve esistere un rapporto di reciproca fiducia. Questo deve fare il sindacato. Dire che quando un operaio sarà davvero malato ritroverà il suo lavoro al ritorno. Dire che se un operaio un giorno dovesse scioperare per un diritto davvero leso, troverà il suo lavoro. Questa è la battaglia che deve fare il sindacato. Chi imbroglia è fuori. Chi si assenta è fuori. Chi frega è fuori. Anche quella è una forma di evasione e prima capiamo che va combattuta prima faremo il bene dell’Italia, ma anche di quell’Internazionale tanto cara.

Io spero solo che abbia ragione, ma è dai tempi del referendum sulla scala mobile che sento parlare di "privilegi degli operai" e di "costo del lavoro", poi penso allo yacht di Piersilvio, ai capitali scudati, ai morti sul lavoro e mi viene un filo di diffidenza. PS: magari coi permessi elettorali eccedono, ma le elezioni mica si tengono ogni mese. Capisco la rabbia per i picchi di malattia in occasione delle  partite (io il calcio lo odio), però allora: 

http://bracconi.blogautore.repubblica.it/2010/06/15/il-tricolore-no-ma-lazzurro/

Ieri sera, all’ora della partita, erano presenti nell’aula di Montecitorio solo un pugno di deputati. Che via via sono diventati sempre meno. Tanto che quando De Rossi ha segnato il gol del pareggio gli onorevoli presenti erano quattro di numero: Roberto Giachetti (Pd), Donato Bruno (Pdl), Amedeo Ciccanti (Udc) e Roberto Calderoli.

Il provvedimento sotto esame era il Codice delle autonomie, definito dalla Lega “uno dei pilastri del federalismo”. E in Transatlantico, a metà seduta, il deputato del Carroccio Volpi si è sfogato. “Non è possibile che questo tema sia in calendario serale, e il fatto che coincida con la partita è una follia”.

Tanto più che giocava l’Italia, mica la Padania.

questi dove li mandiamo a rieducarsi? Vorkuta, Karaganda, la Kolyma?

 

e dobbiamo aspettarci che il sindacato risolva il problema della criminalità organizzata?

perfettamente d'accordo, pur  non avendo ancora approfondito ancora i dettagli (di fabbriche auto me ne intendevo e ne ho anche viste, oltre che studiate: ma non so che ODL e tecnologia ci sarà a Pomigliano, sempre che Fiat ci riesca - non è detto). Per ora solo 2  punti "POLITICI" di cntesto e contorno:

a) non sono usabili come sinonimi FIOM-CGIL e CGIL: perché su linee politiche sempre contrapposte, anche in questo caso; al di là delle cose confuse ma moderate dette, Epifani certo che avrebbe firmato, se solo avesse avito il potere di farlo. Dopo che la FIOM non ha firmato, allora anche Epifani fa grancassa e ci marcia, perché gli fa comodo un po' di elettrizzazione delle masse per i suoi kafkiani scioperi generali - BARZELLETTA;

b) tra capitale e lavoro, c'è un terzo fattore  tipo "TERRA" che a Pomigliano vuol dire "CAMORRA": la fabbrica è nata come Alfasud (IRI) della camorra. Checché ne dicesse l'allora capo dell'Alfa-IRI (intervista 1986 a G. Bocca: 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/05/24/quella-fabbrica-senza-speranza-imposta-da-un.html ),

in realtà lo studio di fattibilità allora aveva detto di non farla lì l'Alfasud, perhé sarebbe diventata in breve giungla metropolitana.

Poi diventò peggio: pure territorio in mano alla camorra (quello lo sarebbe diventato anche in una localizzazione ottimale e meno metropolitana, se in Campania centrale). Ma i "rilanci" tra Sinistra e Camorra a Napoli, fenomeno in cui secondo me rientra pure questa RIGIDITA' FIOM, sono un vizio ben noto (la parola chiave è "terremoto").

 

se si vuol competere senza abbassare i salari (cosa che Fiat non ha proposto) e magari aumentarli un po' (cosa a cui Fiat ha lasciato la porta aperta) si deve aumentare la produttività, produrre di più a parità di costo orario, altrimenti la Cina (ma anche la Germania, la Svezia, la Slovenia) ci mangia(no).

 

A questo proposito vorrei ricordare che nell'ultimo decennio i costi del lavoro per unita' di prodotto in Italia (e, guarda caso, in Grecia e Spagna, due altri paesi che al momento non se la passano bene) sono saliti del 30%, ma solo del  20% in Francia e di meno del 10% in Germania:

       

(grafico tratto da quest'articolo del Financial Times del 23 marzo scorso). Ovviamente tra i costi non va contato solo il salario netto, ma anche contributi a quel black hole chiamato INPS, e a quella "cosa bellissima" che sono le tasse sul lavoro.

 

Penso sia rilevante anche cosa significa  100 nel 2000

L'Italia con un aumento del 31% rimane pur sotto di un buon 20% a Francia e Germania dove mi pare l'industria automobilistica regga.

E' poi chiaro che per restare con i paesi di testa le produzioni devono avere basso contenuto di lavoro ed alto contenuto di "brain" ( progettazione , engineering , production control , marketing ) che in Italia costerebbe veramente poco. (ho usato il condizionale perchè purtroppo si "usa" poco )

A Pomigliano con il piano FIAT il lavoro inciderebbe per circa 500 € / vettura.

Gli ammortamenti incideranno almeno il doppio e se invece di 18 la FIAT chiedesse 21 turni potrebbe ridurne il costo di 150 € ( 30% del costo del lavoro )

Purtroppo di tutti i componenti dei costi i nostri sembrano conoscere solo il costo del lavoro il che denuncia l'implicita scelta di volere abbandonare i paesi più evoluti.

Germany (includin...  27.60 +8% = 29,8
France  24.98 +20% = 30,00
Italy  18.28   +31% = 23,95

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TIME 2000
GEO
 
Euro area (13 cou... 22.05
Germany (includin... 27.60
Greece 10.38
Spain 15.12
France 24.98
Italy 18.28

NACE: Manufacturing
CURRENCY: Euro (from 1.1.1999)/ECU (up to 31.12.1998)
TIME  2000 

 

Da segnalare (di certo non per l'analisi lucida della situazione) l'editoriale di E.Scalfari di oggi:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/zitti-che-i-cinesi-costano-meno/2129212

L'evento è quello di Pomigliano. Marchionne riporta la Panda in Patria, cinquemila operai italiani, ma in cambio niente più orari, niente più riposi, lavoro flessibile, prendere o lasciare. Hanno accettato felici. Bonanni: "Non è un ricatto". E chi l'ha mai pensato? 

Questa si che è informazione, ah beh sì beh.

 

 

La sinistra italiana è "liderata" da minus habens, аппара́тчикч, pagliacci, pidocchi rifatti e vecchi rincitrulliti.

Eugenio Scalfari riesce ad essere le 5 cose assieme.

P.S. Questa storia della FIAT-FIOM è veramente penosa. Marchionne ha ragione da vendere, da vendere. È proprio vero che gli dei accecano chi vogliono perdere.

 

Tra pedofilia, politicizzazione della curia, mercimoni con chiunque pur di salvaguardare i 10 denari e sodalizi con cricche più meno gelatinose, si può davvero dire che ormai la Città del Vaticano sia un sifone intasato che riversa liquami sul Tevere.

Tra i dettagli di questa sentina traboccante che continua a proporsi come guida morale una speciale MINZIONE va al Cardinale di Napoli Sepe che a buon diritto potrebbe figurare fra le prossime emergenze della città partenopea dopo quella risorgente dell'immondezza. Il cardinale Sepe dispone del passaporto vaticano e se la procura di Firenze vorrà sentirlo si dovrà procedere ad una rogatoria internazionale. Se questi miserabili personaggi dovessero davvero farsi scudo della doppia cittadinanza sapremo ancora una volta che avere la cittadinanza vaticana è un modo molto efficiente per garantirsi impunità e arroganza all'ombra di quella croce sulla quale certa gente andrebbe appesa. Nihil sub sole novi..

Però il prelato è su facebook.... e del resto con questa faccia, ci doveva andare di diritto.

Vabbè, male che vada potranno sempre farlo ministro, del resto lui è già ministro di Dio...

A proposito. Sepe è capo di Propaganda Fide, che cura l'amministrazione dei denari per le missioni...."con la firma all'Otto per Mille alla Chiesa Cattolica avete fatto molto per  Sepe".

Io se fossi in San Gennaro mi rifiuterei di sciogliermi nelle mani di quello lì.

In compenso questa rischia 12 anni di galera.

Non riesco a capire tutto il casino intorno ai 18 turni settimanali. Mio padre lavora nello stabilimento Marazzi di Teramo, che fu acquisito dal gruppo modenese nei primi anni 90, dopo il fallimento della SPEA, società che controllava il medesimo stabilimento. La Marazzi pose ovviamente condizioni più stringenti rispetto alla vecchia gestione, a partire dall'organizzazione della produzione in 21 (si, ventuno) turni settimanali, dato che spegnere i forni e riaccenderli il Lunedì costa un sacco di soldi e una volta che sono accesi tanto vale tenere aperte le altre linee, come lo spugnaggio, la rettifica dei pezzi e la modellazione. Nessuno, dopo due anni di cassa integrazione e lo stabilimento in mano al curatore fallimentare ebbe niente a che dire e non ricordo nessuno borbottare di Cina, Polonia e Romania (ai tempi era evidentemente poco di moda). I ventuno turni furono (e sono ancora) coperti secondo un sistema di turnazione 2-1 o 3-1 (ovvero si lavora due/tre giorni e poi se ne ha uno libero), i turni di notte e di domenica sono pagati di più e gli operai hanno una certa libertà nello scambiarsi i turni, nel caso in cui qualcuno non possa recarsi a lavoro in un determinato giorno. Lo stabilimento è finalmente produttivo, ci si sente molto meno precari (a parte la cassa-integrazione a rotazione dell'ultimo anno mio padre non ha mai dovuto occupare tetti di edifici o sequestrare dirigenti del gruppo per evitare la chiusura della fabbrica), a nessuno son venuti gli occhi a mandorla e possono ancora scioperare, trattare con il gruppo dirigente, avere riunioni sindacali e lavorare non più di 20-22 giorni al mese (gli straordinari sono ovviamente retribuiti, e bene). Dov'è il problema a Pomigliano?

 

Dov'è il problema a Pomigliano?

 

A Pomigliano (NA).

non nei turni

la Fiat ne chiede 18 ma si accontenta di 17

nessuno nel campo fa meno di 21 turni che garantiscono per esempio la qualità della verniciatura ed anticorrosione.

le carozzerie decappate vengono subito verniciate e così si possono garantire anche 20 anni contro la corrosione.

La FIOM accetterebbe i 21 turni ; non accetta alcune norme inerenti malattia e diritto di sciopero. 

Visto che a quanto pare la bassa produttività dovuta all'assenteismo è uno dei noccioli principali del contendere, volevo chiedere a Marco Esposito se ha a disposizione dei dati precisi in merito: in particolare volevo sapere se le dichiarazioni di Landini (segret. Fiom) (link1link2) fossero verosimili o meno, e se ci sono dati recenti al riguardo.  

Landini sostiene che i dati recenti (successivi al 2004) farebbero emergere Pomigliano come lo stabilimento con l'assenteismo più basso del gruppo (?!). 

qualcuno ne sa qualcosa? grazie, ciao

giovanni

Sembra che il referendum abbia avuto un esito controverso:

www.corriere.it/economia/10_giugno_23/pomigliano-fiat-decisione_54d6a634-7ea4-11df-b520-00144f02aabe.shtml

Circa il 36% degli operai votanti (il 97% del totale) ha votato contro l'accordo. Questo potrebbe portare la FIAT a rinunciare agli investimenti a Pomigliano di cui avete parlato e di conseguenza a chiudere lo stabilimento nel 2012.

I patti dell'accordo erano chiari: con un 36% di contrari c'è la seria possibilità che lo stabilimento chiuda e un sacco di gente resti disoccupata. La mia impressione è che chi ha votato non sia stato molto lungimirante, ma magari mi sbaglio

No, la Fiat vuole sotto l'accordo la firma di tutti i sindacati, la FIOM si è rifiutata, il referendum serviva solo a vedere se FIOM aveva un seguito su questa sua linea oppure no.

A giudicare dai risultati (FIOM ha il 25%-30% dei tesserati a Pomigliano) il no di FIOM è condiviso dai suoi tesserati.

La palla torna nel campo Fiat, che, proprio in base alle sue premesse: o tutti o nessuno, è assolutamente libera di fare quel che meglio ritiene opportuno, così come la FIOM ha ritenuto opportuno difendere i permessi sindacali all'infinito e le finte malattie.

Non so niente sulla lungimiranza di chi vota, visti comunque gli esiti elettorali dell'Italia in generale.

Nel 2004 a Melfi ci furono svariati giorni consecutivi di sciopero, inizialmente promossi dalla Fiom ma poi condivisi dalla maggior parte dei lavoratori, di qualsiasi organizzazione sindacale. Protestavano contro i turni massacranti (soprattutto la 'doppia battuta') associati a un regime di sanzioni asfissianti. Alla fine la Fiat si è un po' piegata. Non so ora, ma prima della 'rivolta' la fabbrica di Melfi aveva un rapporto costo del lavoro/valore della produzione più basso d'Italia e paragonabile (se non sbaglio) ai livelli est-europei.

Ora tocca a Pomigliano: 18 turni settimanali dal lunedì alla domenica mattina, 80 ore minime di straordinario, pause ridotte. Sono proprio curioso di vedere se i ritmi di lavoro verranno 'digeriti' oppure se anche qui ci sarà una qualche forma di protesta spontanea dei non-fiom. Io mi auguro di sì: ma la Fiat sembra essersi premunita, rispetto all'esperienza melfitana, con alcune clausole (tipo la 14) e con l'istituzione della commissione paritetica (per dirimere cosa? e perché mai?)

 

Marco o qualcun altro, sa se ci sono aggiornamenti sulla questione di Pomigliano? Se non sbaglio la FIAT ha deciso di produrre a Pomigliano, ma come e a che condizioni? E chi ha vinto e chi ha perso da questa situazione?

Sono seduti a un tavolo, FIAT ha detto che farà l'operazione Panda a Pomigliano (io, personalmente, escludo che siano 700 i milioni che Fiat investirà a Pomigliano), ma i tasselli non sono ancora a posto.

Temo che ne vedremo ancora delle belle, per il momento è cominciata la guerra alla FIOM, anche da parte degli altri sindacati. In ogni caso tempi lunghi (due anni almeno). Lo stabilimento è praticamente fermo (produceva l'Alfa 159).

Se vuoi la mia opinione personale il vincitore, al momento, è l'AD di Fiat, che ha spaccato il sindacato su una cosa pratica (e non l'aria fritta del governo) e si è fatto dare altri 4 miliardi di euro dalle banche.

Un genio.

Il post è vecchio, ma mi fa piacere leggere le parole di Marchionne di oggi (anche se è andato da Comunione e Fatturazione, ma qualcuno dimentica che gli interinali FIAT provengono da Obiettivo Lavoro che è una società di.....), che ribadiscono quello che ho già detto: Marchionne parla di mercato e impresa e gli altri (sindacati e politici in primis) di altro. Due mondi inconciliabili (in Italia).

Non conosco i dettagli della vicenda Melfi, per cui corro il rischio di scrivere una fesseria (una più, una meno..), ma è veramente difficile che un carrello robotizzato (quelli li conosco molto bene, ho anche partecipato alla progettazione ed esecuzione di alcuni in altre fabbriche) deragli bloccando la linea (che è quello sembra sia successo a melfi), mentre il deragliamento mi ricorda molto i boicottaggi dell'Italsider di bagnoli. Sbaglierò, ma a naso qualcuno l'ha fatta grossa, e adesso cerca di buttarla in politica. Personalmente mi dispiace per quello dei tre che non è un sindacalista, non so perchè, ma a naso (quello di prima..) è estraneo alla vicenda, e il suo coinvolgimento ha salvato (per il momento) gli altri due. Adesso vado a ricontrollarmi il naso...

Ok, d'accordo su tutto quanto di male si può dire sul/i sindacato/i. Però chiedo all'autore dell'articolo e a tutti voi di spiegarmi perchè è sbagliata la mia impressione che adesso si stia un po' esagerando e che questa storia possa prendere una deriva pericolosa. La posizione della FIOM, almeno per quanto riguarda il tema della cancellazione delle RSU non mi pare campata in aria.

Addirittura, per una volta mi pare non abbia del tutto torto nemmeno Bersani quando dice, in buona sostanza, che l'accordo di Pomigliano sarebbe buona cosa nella misura in cui sollecitasse una riforma "dei meccanismi di partecipazione e di rappresentanza del mondo del lavoro". (Non parla purtroppo, di riforma del mercato del lavoro e in particolare della contrattazione nazionale, che sarebbe, mi pare, il vero tema... senza affrontare il quale è inutile parlare di rappresentanza sindacale... per non parlare, vabbe', della questione fiscale).

(Certo... chi la fa la riforma, adesso?)

Ok, fatemi nero, vi voglio bene per questo!

 

Ho letto e riletto il testo dell'accordo su Mirafiori (78 pagine, compresi gli allegati), ma non ho trovato niente di dirompente, anzi. Quello su Pomigliano è diverso, questo su Mirafiori non intacca minimamente il potere del sindacato, è genericamente sfavorevole al lavoratore (quello di Pomigliano economicamente è meglio), mi sembra un pessimo accordo per i lavoratori, un eccellente accordo per il sindacato.

FIOM non firma perchè perderebbe comunque del potere, non perchè è sfavorevole al lavoratore (mentre, secondo me, lo è). Come mai, come mai, sempre in c..o agli operai...

Forse ci scrivo un post, ma la materia del contendere è poca cosa, nulla di veramente innovativo, anzi.