Che fine hanno fatto gli squilibri commerciali dell'area euro? Altri dati.

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Nel precedente post ho mostrato che, da circa un anno e mezzo, il saldo delle partite correnti della Germania continua a crescere mentre il disavanzo dei maggiori paesi dell'area euro (fatta eccezione per la Francia) si è invertito. Ne ho dedotto che non c'è relazione di necessità tra gli avanzi commerciali della Germania da un lato e il saldo commerciale del sud Europa dall'altro. In questo post porto altri dati in risposta alle critiche ricevute.

Le critiche si riassumono, essenzialmente, così: quella figura non dimostra che sia in atto un ribilanciamento all'interno dell'area euro, perché il saldo totale della Germania potrebbe essere in gran parte ancora dovuto a un saldo positivo verso gli altri paesi dell'area euro, i quali a loro volta potrebbero aver compensato il disavanzo coi tedeschi con un avanzo verso il resto il mondo.

Le due figure sotto offrono indizi contro questa possibilità. La prima figura mostra che durante gli ultimi 4 anni l'avanzo commerciale tedesco verso i paesi extra-area euro è cresciuto di circa 20 miliardi, mentre nello stesso periodo si è ridotto di circa 20 miliardi quello verso i paesi dell'area euro. La seconda figura mostra che, di conseguenza, l'incidenza dell'avanzo tedesco verso i paesi dell'area euro sul totale dell'avanzo tedesco e' drasticamente diminuito: questa ha oscillato attorno al 60% fino al 2010. Oggi e' al 20%. Gli squilibri commerciali all'interno dell'area euro (nel senso dei flussi, naturalmente) sono quindi in forte ridimensionamento, e il saldo positivo della Germania, da un anno e mezzo, e' sia in aumento come mostrato nel precedente post sia dovuto in modo preponderante a un avanzo verso paesi extra-europei.

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Commenti

Ci sono 80 commenti

Ma questo lo sapevamo gia': l'austerita' ha ridotto gli squilibri interni all'area euro. Il surplus della Germania verso il Club Med esiste ancora (cui corrisponde un deficit, e quindi un surplus del Club Med verso l'esterno dell'area euro) ma il surplus della Germania verso l'esterno e' aumentato.

Perche'?! Questa e' la domanda cruciale. Perche' l'euro non si apprezza? Sappiamo che il cambio e' un prezzo molto viscoso e non risponde al semplice modello teorico di riequilibrio delle partite correnti, per lo meno nel breve periodo, pero' qualcuno dovrebbe tentare di spiegare questo puzzle nel caso in questione.

Se qualcuno qui pensasse che TUTTI i paesi dell'Eurozona possano ottenere un sistematico surplus commerciale  (il che significa che il surplus verso l'esterno devono essere per tutti maggiori dell'eventuale deficit verso l'interno) beh... auguri.


P.S. Altro punto cruciale: e in ogni caso, a che serve questa discussione? Si vorra' forse negare che la crisi del 2009-2012 e' stata una crisi di bilancia dei pagamenti, e invece era una crisi di debito pubblico? A livello empirico non si puo' sostenere tale tesi (non c'e' identificazione) per il semplice fatto che se e' vero che l'austerita' ha ridotto gli squilibri e ha mitigato le cause della crisi, questo non vuol dire che gli squilibri non l'abbiano causata in principio.

E quindi ... non è vero che l'Euro impedisce la riduzione degli squilibri tra i paesi che lo hanno adottato.  Inoltre significa che non c'è una relazione di necessità che lega il surplus germanico ed olandese con i deficit del paesi europei che si affacciano sul mediterraneo.  Di solito viene dipinta una relazione di rapina, per cui l'Euro è lo strumento tramite cui alcuni paesi forti sottraggono risorse a quelli deboli.  Mi pare che lo scopo di Zanella fosse dimostrare gli aspetti favolistici di queste due tesi.

un qualsiasi manuale di macro e scoprirai che il tasso di cambio dipende dalla domanda e dall'offerta di valuta e che domanda ed offerta dipendono anche dai movimenti di capitale

Gli euro-exit dovrebbero vedere il grafico di pagina 6 di questo comunicato istat (http://www.istat.it/it/archivio/101000). I cinque maggiori deficit commerciali sono con Cina, Belgio, Paesi Bassi, Russia e paesi OPEC . La Germania non è menzionata. A pagina 2 invece possiamo notare che siamo in avanzo commerciale sia con i paesi UE, sia con i paesi extra-UE.

...è notorio che i cattivi tedeschi ci obbligano anche a importare la nota manifattura araba e russa.
Come ho già spiegato altrove con l'Olanda saremo sempre in deficit: attraverso i port di Rotterdam e Amsterdam arriva ogni ben di dio, che ovviamente gli importatori nazionalizzano per motivi fiscali e rispediscono nel resto d'Europa. Non sarà mai possibile riequilibrare la bilancia commerciale con l'Olanda, a meno di bombardare i loro porti.

Gentile Zanella, se vede i post in sua replica sono per lo più faziosi e polemici. Il suo è un discorso pragmaticamente e logicamente corretto. Il problema sta nel chi lo ascolta (se lo vuol fare), lo elabora (spesso non si sa come), inserisce esternalità negativa (B&B project) e fa uscire un prodotto che anche uno studente alle prime armi con un testo base di macro potrebbe smentire. Inutile parlare con i sordi che non vogliono sentire

Questo post almeno corregge la fallacia logica del precedente.

 

Continua tuttavia a sfuggirmi il senso globale. Cosa si vuole affermare ?

 

1) Che la Germania non ha bisogno dei disavanzi del sud per fare surplus correnti ? Siamo d'accordo, e quindi ?

 

2) Che l'Euro non abbia introdotto squilibri commerciali (e non solo) tra i paesi del nord e quelli del sud ?

Questo è ovviamente falso. Il fatto che quegli squilibri adesso stiano "rientrando" (ma non dimentichiamo i saldi Target 2, cui qui non si accenna nemmeno) è un dato del tutto naturale; nessuno ha mai detto "sarà impossibile rientrare dagli squilibri", la questione è: a quale prezzo e a quale velocità si rientra dagli imbalances se la moneta è unica e le economie diverse ? E' su questo che si dovrebbe pacificamente riflettere e dibattere.

 

Poi ognuno può avere l'opinione che vuole, Biagini si scriva pure il suo personale libro di Macroeconomia, perchè quelli che ho letto io e la maggior parte della letteratura recente (e parlo di letteratura ortodossa che c'è arrivata anche se un po' in ritardo rispetto a quella eterodossa) concordano coi punti che ho appena ricordato.

 

Questa polemica tra pro-euro e anti-euro sta assumendo francamente toni ridicoli da parte di entrambe le parti, sembra nè più nè meno di assistere alle diatribe tra tifosi di due squadre di calcio. Da una parte la "Germania" cattiva che sottrae ricchezza, come se qualcuno ci costringesse a importare, dall'altra la negazione in toto degli squilibri creati e dei costi connessi all'euro. Mah.

Francamente continua a sfuggirmi il senso di questi due post. Già in un passato articolo avevo pubblicato un paper della BIS, "Caveat Creditors", nella quale si palesavano gli squilibri intra-europei fino al 2011 e le responsabilità dei paesi creditori in questi, (e dove, tra le altre cose si mostrava come in germania, il paese delle fantasiche riforme, gli agenti economici non investono, ma preferiscono investire i propri risparmi nel Club MED).

Ora mi si dice che, da un anno, a causa del crollo della domanda interna nei PIIGS (ma persino in Olanda sta incominciando a presentarsi) e quindi delle importazioni, gli squilibri si sono ridotti, e la Germania  ha sostituito come partner commerciali, nemmeno troppo gradualmente, i paesi Extra-EZ a noi.

 Io questa cosa la chiamo Fallimento del Progetto Euro.

 

E non è un fallimento solo per noi "paesi straccioni e nullafacenti", ( che, se contiamo anche la Francia e probabilmente nel prossimo futuro l'Olanda,  rappresentiamo la maggioranza dell'Eurozona), ma anche per la Germania stessa.
Infatti i tedeschi, adesso, dipendono sempre più da paesi lontanissimi geograficamente e che, non solo hanno ancora a disposizione tutte le armi monetarie e di cambio per operare  delle politiche di "guerra commerciale", come Cina e Giappone ma forse anche USA, ma che potrebbero anche farsi trascinare da una vampata di neo-protezionismo.
Una dimostrazione è proprio la recente politica della Germania  in tema di fotovoltaico, atta a contrastare i produttori cinesi di pannelli, più convenienti.

E questo tacendo del fatto che la domanda interna Europea, in ogni paese è al collasso.

Mi permetto di dirvi che il vostro atteggiamento da fuori sembra quello di chi è rimasto intrappolato nel proprio personaggio di "censore del vizi italiani", è che è incapace di ormai di attribuire le responsabilità (non le "colpe") di una crisi di vastissima portata fuori dai confini nazionali e dalla nostra classe dirigente.
E' come se pensaste che ammettere che una buona responsabilità dell'attuale disastro sia ANCHE e SOPRATTUTTO di chi ha dato vita a questa pessima architettura europea, implicasse negare le lacune, i difetti e anche le gravi colpe dell'Italia di lungo e lunghissimo periodo.
Non è così, le due cose non si escludono a vicenda.
Il problema maggiore è che, se non si risolve l'attuale crisi europea (di domanda), è impossibile per l'Italia, ma anche per qualsiasi altro paese dell'Eurozona, intervenire per risolvere i problemi strutturali dal lato offerta. La Germania delle riforme Hartz IV non è un buon esempio nè un buon modello epr l'attuale contesto.

Periodo drammatico, certamente,  quando le soluzioni ad una  crisi di breve periodo contrasta con le soluzioni ad una crisi di lungo periodo.

 

paesi lontanissimi geograficamente e che, non solo hanno ancora a disposizione tutte le armi monetarie e di cambio per operare  delle politiche di "guerra commerciale", come Cina e Giappone

 

Ma scherzi? Il Giappone sta stampando Yen come se non ci fosse un domani, e la Cina ha addirittura una valuta non convertibile in conto capitale (ed e' spesso accusata di essere un "currency manipulator"). La verita' e' che le BMW sono buone macchine e i cinesi ricchi se ne comprano in gran quantita', e le Fiat fanno schifo... I prodotti italiani che sono ambiti nelle economie emergente sono semmai i beni di lusso (moda etc.), il cui valore peraltro ha una grossa componente di proprieta' intellettuale (le royalties per il marchio), e che pertanto dubito abbia molto peso nelle statistiche dell'export italiano dato che puo' essere facilmente spostata in paesi a piu' bassa tassazione (tipicamente Lussemburgo).  Una cosa simile del resto capita agli Stati Uniti con i guadagni realizzati all'estero da ditte hi-tech.

Onestamente fatico a seguirti. Che la costruzione dell'Euro sia imperfetta è stato chiarito anche nei due post sull'Euro, ma da qui a dire che l'Euro è la causa di tutti i mali ce ne corre.

 

Ora mi si dice che, da un anno, a causa del crollo della domanda interna nei PIIGS (ma persino in Olanda sta incominciando a presentarsi) e quindi delle importazioni, gli squilibri si sono ridotti, e la Germania  ha sostituito come partner commerciali, nemmeno troppo gradualmente, i paesi Extra-EZ a noi.

 Io questa cosa la chiamo Fallimento del Progetto Euro.

 

La relazione: calo della domanda interna = meno import di prodotti tedeschi è la stessa che lega l'innalzamento degli oceani alla raccolta delle banane in Centrafrica: tutta da dimostrare. Difatti qui si afferma senza mezzi termini che gli squilibri erano preesistenti all'Euro, poi se la Germania sta indirizando il suo export altrove per motivi vari, a scelta, significa che l'Euro è neutrale rispetto all'export tedesco, e quindi a maggior ragione dei PIGS verso paesi extra-UE (cosa esportino Portogallo e Grecia non mi è dato di capire, non essendo, storicamente paesi manifatturieri).

La mia impressione è che si cerchi di negare alcuni dati di fatto:


1. La Germania è un paese manifatturiero, di gran lunga il paese europeo maggiore da questo punto di vista, e ciò storicamente. Le riforme su salari e produttività hanno fatto sì che la Germania sia stata poi in grado di soffrire di meno per la crisi globale, tanto che ha acquisisto grosse fette dell'import-export mondiale.
2. L'Euro è un regime di cambi fissi che ha consentito un boom nelle transazioni finanziarie intra UE, ma che non ha ancora un regime regolatorio interno degno, ad esempio, dell'area dollaro.
3.Sì, la crisi dell'Italia e di alcuni paesi del Mediterraneo è frutto di scelte politiche sbagliate, che persistono, e che nulla hanno a che vedere con la costruzione dellEuro, in particolare una spesa pubblica eccessiva che ha costretto a incrementare la pressione fiscale a livelli mai visti, deprimendo i consumi e la domanda interna.

 

P.s.
Una dimostrazione è proprio la recente politica della Germania  in tema di fotovoltaico, atta a contrastare i produttori cinesi di pannelli, più convenienti.

 

Mi spiace, l'esempio è sbagliato, i produttori cinesi sono accusati di dumping, cosa assolutamente vera, come dimostrato dal sovvenzionamento a fondo perduto continuo del maggiore produttore cinese di pannelli fotovolatici, che in un paese normale avrebbe chiuso da tempo.

 


Via Thomas Manfredi segnalo questo post di Antonio Fatas. Anche i link all'interno del post sono molto interessanti.

Purtroppo la malafede è evidente nel pubblicare dati NON in relazione con la tesi.

Per parlare di squilibri all'interno dell'EU è stupido prendere in esame i dati col resto del mondo.

I due grafici pubblicati oggi descrivono i saldi della Germania con il mondo, e in particolare quale percentuali del totale sono verso l'area Euro.

Per dire che lo sbilanciamento interno all'area Euro è in calo bisognerebbe pubblicare i dati tra i paesi dell'area euro, o no?

Volete dire che la Germania ha interessi fuori dall'area euro? Pacifico, si vede dai dati che avete pubblicato. Volete dire che gli squilibri si stanno riducendo? I dati pubblicati non confermano ne smentiscono la tesi, NON SONO IN RELAZIONE CON ESSA.

 

Per dire che lo sbilanciamento interno all'area Euro è in calo bisognerebbe pubblicare i dati tra i paesi dell'area euro, o no?

 

La Germania da un lato e l'area euro meno la Germania dall'altro sono paesi dell'area euro, no?

Gentile dott. Zanella,

l'integrazione dei dati sulle dinamiche intra-area euro che lei ha portato confermano la validità delle sue affermazioni. Nel mio commento all'articolo precedente lo avevo già ampiamente riconosciuto.

Se possibile riproporrei l'invito che in quella note le ho rivolto (ed inviterei anche  il Prof. Brusco ed il dott. Esposito su questo) ad allargare il ragionamento sul come gli squilibri si stanno riducendo e su cosa ci sta riservando il prossimo futuro se continuiamo su questa strada. Lo ripeto: tutto questo uscendo dalle polemiche preconcette e puramente teoriche  e, alla fine,  sterili sulla permanenza o sull'uscita dalla moneta unica (mi sembra, in questo di interpretare - senza voler introdurre ulteriore polemica  - le osservazioni del sig. Gianluca Frattini nel tread precedente).

Nella sostanza i dati dimostrano che in Area Euro stiamo diventando tutti (o quasi)esportatori netti.  Ora questo avviene perché un paese continua a crescere grazie al suo export di proporzioni stratosferiche (poco, ma cresce), mentre gli altri continuano a de-crescere perché la domanda interna collassa (e grazie a questo tornano in attivo coin l'estero via crollo dell' import, non certamente per il decollo dell'export).

La domanda basilare che ponevo e che sinteticamente ripropongo è la seguente: è mai possibile che l'area euro ritrovi una crescita adeguata e sostenibile se la domanda interna, soprattutto quella della Germania, continua a rimanere  così debole?

L'altra domanda che ne consegue è: dobbiamo accettare, noi PIGS una disoccupazione perenne a 2 cifre per tenere bassa la domanda interna e con essa l'import così da non avere più deficit corrente? 

Ed ancora: secondo voi è un dato normale che un paese come la Germania registri  un così forte surplus di partite correnti per anni e anni senza che il cambio, lasciato libero e non controllato,  come ad esempio avviene in Cina,  si apprezzi e riequilibri? C'entra forse qualche cosa che l'Euro sia la valuta anche di paesi che solo  da pochi mesi,  hanno riagguantato un (leggero) surplus con l'estero?

 Ripeto: è pensabile, secondo voi,  uscire dalla crisi profonda che ci attanaglia pensando che tutta l'Europa faccia leva solo sulla domanda estera?

Per inciso, il riequilibrio che Zanella ben documenta è frutto (per l'Italia), della perdita di quasi il 25% di produzione industriale in pochi anni (ossevate i grafici Istat al riguardo).

Grazie in anticipo se vorrete seguire questa linea di approfondimento (nel commento all'articolo precedente essa è espressa in modo molto più analitico).

Con la consueta stima per la vostra onestà intellettuale e, ovviamente, per l'impeccabile professionalità.

...vorrei saperlo anche io, l'unica cosa che mi sento di dire, riprendendo quel paper dell'FMI linkato da uno che manco lo aveva letto, è che per uscirne si devono fare quelle riforme che possano ridare competitività a questo paese, che, non dimentichiamolo, ha il secondo settore manifatturiero d'Europa, dopo la Germania (difatti abbiamo il surplus maggiore dopo Olanda e Germania, dove l'Olanda non è in competizione).

Dal mio punto di vista l'alternativa è un'altra domanda : fine tuning o shock?  Ecco, su questo la risposta sarebbe molto più articolata, però devo dire che l'uscita dall'Euro sarebbe comunque una terapia shock a rischio elevato, le riforme anche pesanti e consecutive sarebbero una terapia shock a lente dosi e rischio basso.

Vorrei sapere se quando parlate di domanda interna (al suo crollo, collasso, in calo, al suo essere "debole") vi riferite alla proporzione rispetto al totale (e quindi in un paese che esporta tanto la domanda interna puo' essere proporzionalmente inferiore rispetto a chi esporta meno) oppure se piu' semplicemente si valutano i consumi delle famiglie procapite?In germania sono aumentati o diminuiti dopo la riunificazione?

Inoltre, sempre in tema di calo o debolezza della DI, come si valuta il punto di partenza? Se precedentemente la DI era drogata e gonfiata (come per esempio lo fu per la Grecia pre crisi) o si è  in presenza di bolle che scoppiano, il calo della DI è un fatto "sano" che indica che si sta andando verso la guarigione, non un fatto negativo. Non vi pare?

Sembra pero' che la crescita della germania sia superiore ai tetti imposti dalla UE; alla luce di questo fatto si puo' ancora escludere la relazione di necessita' tra avanzi tedeschi e saldi degli altri paesi?

immagino ti riferisci a questo.

malgrado quanto lascia intendere l'articolo, non c'è alcun fulmine a ciel sereno ma la Macroeconomic Imbalance Procedure

 

alla luce di questo fatto si puo' ancora escludere la relazione di necessita' tra avanzi tedeschi e saldi degli altri paesi?

 

Assolutamente si. La logica non dipende dai regolmenti, semmai dovrebbe essere vero il contrario.

e parola di Federico Rampini, of course.

Con la crisi del debito pubblico americano (lo shutdown) molti investitori internazionali, giustamente preoccupati, nell'ultimo mese hanno tolto investimenti dagli USA per spostarli in Europa. Essa appare per ora piu' forte e credibile, con un valuta in rialzo, non svaluata da continue iniezioni di liquidità, con un saldo commerciale positivo (mentre quello USA è endemicamente negativo).

Obama, e chi per lui, si è accorto di questa fuga e, anche lui giustamente preoccupato, tuona contro la potenza europea cercando di dividere (et imperare).

Quindi si dà colpa alla germania.

Lui tuona e i giornalisti economici keynesiani starnazzano.

Singolare ma IBL proprio questa settimana pubblica la nona puntata di "Liberi di scegliere" di Milton Friedman. Che parla proprio delle differenze tra le politche economiche americane e e tedesche (e piu' in generale dell'inflazione). Mi sembrano 60 minuti molto attuali.

Qualcuno mi sa spiegare questo grafico? http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/02/obama-merkel-leurozona-e-silenzi-di-letta/764048/

Parliamo di salari. Se un paese, per essere competitivo, cerca di mantenere ad un livello accettabile la dinamica salariale, con la indispensabile complicità dei sindacati, in cambio di una maggiore possibilità di essere competitivi sui mercati internazionali (soprattuto extra-euro) e quindi di maggior lavoro per tutti, questo ha un senso.

Se a livello comparativo altri paesi invece non si creano questo problema (ed i rispettivi sindacati) e quindi il rate tra salari DE e PIIGSF diventa a favore di DE, ecco, questa è una colpa di DE?
A me pare che il grafico dimostri che oltre ad un vantaggio di competitività i tedeschi hanno saputo anche gestire meglio di altri le dinamiche salariale? Colpa grave?

Notizia: la BCE ha abbassato il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,25%.

Da quel che ho capito io, la BCE è ad un passo dal "regalare" i soldi.

Domanda: perché uscire dall'euro, se questo euro viene gestito come fosse una lira?

Mah questo mi sembra un luogo comune.  I tassi erano già da tempo molto bassi, e sono stati tagliati di un quarto di punto, sostanzialmente perché i dati sull'inflazione europea si erano abbassati a loro volta fino allo 0.7% per quanto riguarda ottobre (su base annuale, contro un obiettivo "poco sotto" il 2%).  Ciò che a suo modo è strano è che questa mossa abbia colto i mercati di sorpresa, pur essendo considerata inderogabile e quasi un'ovvietà nei commenti della stampa internazionale (un esempio dall'Economist).  È difficile sfuggire alla conclusione che questa volta la ECB abbia fatto il suo lavoro meglio di quanto ci si aspettava.  Ora la palla passa agli stati nazionali: all'Italia ed altri converrà sfruttare l'occasione per iniziare seriamente la strada delle riforme, mentre la Germania dovrà fare i conti, ad esempio, con i recenti segnali di bollicine nel mercato immobiliare...

Articolo sullo stesso argomento.

 

Questo articolo di Daniel Gros è inedito (almeno per me).

1) il surplus di Olanda, Norvegia, Svezia e Svizzera è superiore a quello tedesco;

2) a questo surplus corrisponde il deficit dei paesi anglosassoni;

3) un aumento delle importazioni tedesche non favorirebbe i Piigs ma aumenterebbe il surplus dei paesi più competitivi.

Insomma ... forse le critiche del Governo USA alla Germania sono dovute allo "scippo" delle politiche espansive della FED da parte di un paese .. vulnerabile.

 

 

La "qualità" del surplus tedesco mi sembra sospetta.

I dati del Prof. Zanella sono incontestabili ma ..

1) il surplus cinese sembra essere "vero" (in contanti) e con accumulo di riserve tali da consentire di abbassare il tasso yuan/dollar con politiche monetarie efficaci (che la BCE non ha ancora attivato);

2) il surplus tedesco è "a credito", con scarse riserve, e .. se il creditore poi non paga? ci pensa la BCE!

Secondo il Sole lo ha già fatto ... e lo rifarà.

Questo documento della BCE pone interrogativi sulla capacità dei manager delle banche tedesche di gestire il rischio di credito, creando un surplus potenzialmente pericoloso.

"The financial crisis eventually disclosed the imbalance in form of excess risk-taking that German banks had accumulated in their foreign investment positions." (pag. 79)

"While the surplus with other European countries has fallen since the crisis, that with the rest of the World is on a steep increase (Graph 5.2)." (pag. 86)