Il boss

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Mario Monti è stato mio relatore di tesi in Bocconi (correva l'anno 1987). Nei numerosi cocktail parties che costellano la mia inesauribile  e attivissima vita sociale in questi giorni mi si chiedono spesso opinioni personali. Non ci ho parlato quasi mai, dai tempi della tesi. Ma qualche ricordo di quei tempi  lo posso condividere anche in questo party digitale.

Lo chiamavamo "il boss". Non perché avesse toni o atteggiamenti mafiosi, tutt'altro, ma perché i suoi (e i nostri) comportamenti non davano adito a dubbi su chi stesse sopra e chi sotto nella gerarchia. Monti era il boss. Ci riceveva nel suo ufficio, sedendo al tavolo lungo pieno di carte, non alla scrivania, sotto la sua foto con Jim Tobin a Yale. Ci trattava con gentilezza ed educazione estrema, molto formale - il giorno dopo la laurea il "buongiorno Bisin" è immediatamente diventato e rimasto  "buongiorno dottor Bisin". Ma naturalmente pretendeva lo stesso per sé. Giacca e cravatta erano un must (perfino Danilo metteva la cravatta; sospetto questa sia la principale ragione per cui il nostro Sandro Brusco chiese a un altro professore di essere relatore di tesi). Un giorno che dopo averci parlato me la sono tolta e l'ho incontrato in corridoio, mi disse "ma lei Bisin un minuto fa non aveva una cravatta?" - e non scherzava affatto, era davvero un po' disturbato. Ci si rivolgeva a lui come "professore" se a parole, e come "chiarissimo professore" se per iscritto. E non solo noi studenti. Non ho mai sentito nessuno dargli del tu. O meglio, una volta, mentre ero nel suo ufficio fui interrotto da un economista che io allora conoscevo solo di nome, celeberrimo in Italia, che entrò e lo chiamo' "Marione". Quando uscì, Monti, disse tra sé e sé: "che mi chiami Marione proprio non lo sopporto." Mi sentii allora importante, parte di un segreto del boss (e quindi non rivelo chi fosse l'economista). Ascoltava il nostro spiel sui progressi nella tesi - preparato attentamente davanti allo specchio perché fosse preciso, conciso, chiaro -  ogni due tre settimane, con estrema attenzione senza mai dire una parola (almeno nel mio caso).

La sua forza di attrazione per noi giovinetti con vaghi sogni accademici derivava dal fatto che poteva influenzare la scelta di parecchie borse di studio per studiare negli Stati Uniti e aveva una ottima reputazione presso i dipartimenti USA che gli permetteva di piazzare studenti. Dopo tutto aveva "prodotto" Guido Tabellini, Alberto Alesina, Vittorio Grilli...   Il mio anno mandò qui in Amerika, oltre a me, Roberto Perotti, Luigi Zingales, Antonio Merlo, Francesca Cornelli, Laura Bottazzi, Danilo Guaitoli, Pino Lopomo, e sicuramente altri ancora. A tutti questi (credo) trovò borsa di studio e aiutò per l'ammissione. A tutti noi ha soprattutto dato modo di avere contatti con Guido, Alberto, Vittorio, e altri che erano già stati via o che erano ancora via ma che tornavano di tanto in tanto,  che ci hanno aiutato molto - con informazioni e suggerimenti. Insomma, ha creato un'atmosfera in cui l'andare all'estero a studiare era una possibilità. Di questa atmosfera hanno usufruito moltissimo anche quelli che non erano sponsorizzati da lui, in Bocconi e fuori.

Insomma, tutto sommato gli dobbiamo per l'aiuto - non ci ha mai chiesto nulla - anche se alcuni di noi hanno lavorato in Bocconi prima di partire, per puro spirito di sacrificio. Non è stato facile interagire con lui - e non è un caso che la maggior parte di noi non ha mantenuto rapporti. Però mi ha chiamato quando alcuni anni fa la Bocconi mi ha fatto un'offerta - una telefonata difficile, incrostata di imbarazzo - non mi ha fatto piacere sentirmi ancora piccolo piccolo al confronto col boss.... - ma è iniziata con "buongiorno professor Bisin".

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Commenti

Ci sono 141 commenti

Semmai diventasse ... e riuscisse ... si, insomma ...., uno come lui quanto può concedere a questo parlamento a questa politica? Fino dove potrebbe spingersi al compromesso con quei veicoli vocianti che stanno colà?

 

Non è Springsteen, giusto?

 

Una cosa che in genere non mi piace dei professori universitari italiani, e parlo di quelli abbastanza bravi da essere figure pubbliche, è che raramente hanno discepoli all'altezza.

Celebrati come esperti mondiali e veri padreterni (in filologia, medicina, scienza o quel che sia), molto spesso sono semplicemente professori di alto livello ma non la reincarnazione di Newton. Circondarsi di yes-man può però creare l'impressione,  anche se poi, nei dipartimenti, rimangono solo danni e mezze tacche.

L'austera attenzione di Monti per i suoi studenti, e il fatto che molti di loro abbiano fatto strada, a me pare una ulteriore prova del suo valore.

Magari in economia, una disciplina sicuramente abbastanza integrata a livello mondiale, è diverso ed è più normale che intorno ad un professore ci sia questo gran movimento, però la mia impressione rimane.

sciocchezze, da Stampacchia a Bombieri hanno alleivi di perfetto riepsetto, nel suo genere persino Enzo Paci, e parlo solo di quelli che conosco personalmente.

c'e' una piu' forte infiltrazione del settore "pubblico" nel senso che alla stragrande maggioranza degli universitari americani, norvegesi, cinesi, non viene mai in mente di diventare lo zimbello di figure come crepet. quello si' e' peculiare anche non inaudito (avviene in subculutre mediatiche)

Una bella testimonianza che credo, fornisce un quadro inedito e non conosciuto del personaggio. Approfitto per lasciar cadere una domanda alla quale non ho ancora ricevuto risposta: sto boss, come economista com'è?

Di che cosa si è occupato? Ha prodotto contributi particolarmente originali? Oppure ha approfondito questioni già note sviscerandone aspetti particolari?

Grazie anticipate per la risposta. 

 

sto boss, come economista com'è?

 

A proposito, non vorrei dire una minchiata inesattezza ma, mi sembra di ricordare, che Boldrin a Caterpillar disse che Monti avrebbe potuto essere un candidato italiano al Nobel per l'economia? Ricordo male? Se si chi era l'economista in questione?

 

La sua attivita' accademica (nel senso della ricerca) non e' degna di nota. Non lo e' mai stata. Si e' occupato di banking all'inizio della sua carriera. Insegnava economia monetaria. 

La cosa che mi ha colpito di piu' leggendo qui e li' e' che da tutti i ritratti emerge che Monti e' l'ANTITESI di Berlusconi.

Che io sappia Monti, ooops il professor Monti non svolge atttività di docente da parecchi anni. Non so se sia esatto ma dietro ai modi controllati, al linguaggio felpato e prudente, credo ci sia un uomo piuttosto energico e determinato. Uno tosto insomma.

Non lo so. Onestamente, se sia tosto. Non l'ho mai visto fare a botte (nemmeno metaforicamente): direi che non ne ha mai avuto bisogno perche' ha sempre convinto i contendenti dei essere "intoccabili" al suo confronto.  Grandissima abilita' a tenere la gente a distanza... grandissima. 

 

Insomma, ha creato un'atmosfera in cui l'andare all'estero a studiare era una possibilità.

 

Secondo me Monti, e altri come Fabio Schiantarelli, hanno fatto anche di piu'. Portavano il messaggio che studiare all'estero fosse una scelta obbligata (e non solo una possibilita') per chi volesse imparare ad essere un economista; da questo punto di vista tutti noi gli dobbiamo molto.

Aggiungiamo anche l'idea di costituire l'Igier (nata insieme a Giavazzi e Tabellini) e otteniamo il vero merito di Monti: avere capito che la via autarchica all'accademia (così dominante in Italia negli anni 70 e 80) era folle. (Anche) Grazie alla sua lungimiranza oggi la Bocconi è un posto molto più internazionale di tanti anni fa e di tutte le altre università italiane. 

 

Portavano il messaggio che studiare all'estero fosse una scelta obbligata (e non solo una possibilita') per chi volesse imparare ad essere un economista; da questo punto di vista tutti noi gli dobbiamo molto.

In questo senso, Monti è giustamente il predecessore di Giavazzi e Tabellini, che oggigiorno piazzano un graduate student ogni anno a Harvard/MIT. 

Ohi, Il prof. Monti ha incontrato PI-O-NA-TI che non so che titoli abbia, ne la sua formazione... so solo (da Wikipedia) che ha vinto una borsa di studio presso la RAI !!! Se queste solo le forche caudine sotto le quali deve passare un riconosciuto professionista per assicurare il bene del Paese, questo Paese non ha più speranze. Ovviamente si può blaterare fino all'infinito sui meccanismi della democrazia rappresentativa ma qui siamo oltre, in piena era post-democratica.

Una testimonianza che suscita in me questo pensiero: Monti pare essere  è un uomo capace di saper riconoscere la bravura dei suoi allievi, nonostante sia stato e resti un boss (forse si nasce con questo imprinting, mi ricorda molto il mio professiore di tesi, un famoso sociologo .

L'Italia è proprio un paese strano e mi chiedo se mai riusciremo a liberarci di quell'atteggiamento, che credo non sia solo culturale, in virtù del quale alcuni personaggi possono essere visti e vissuti "a distanza", come impenetrabili o come dir si voglia... ma il punto è perchè noi, forse inconsapevolmente, sembriamo assogettarci, se non proprio sottomerci. Gli idoli sono e rimarranno tali perchè noi glielo permettiamo, non osando infrangere quella barriera che si erge fra noi e loro. 

 

L'Italia è proprio un paese strano e mi chiedo se mai riusciremo a liberarci di quell'atteggiamento, che credo non sia solo culturale, in virtù del quale alcuni personaggi possono essere visti e vissuti "a distanza", come impenetrabili o come dir si voglia... ma il punto è perchè noi, forse inconsapevolmente, sembriamo assogettarci, se non proprio sottomerci.

 

Non si tratta di un flagello piovuto dal cielo. Nei Paesi del terzo mondo e' come in Italia e anche peggio, molto spesso. Si tratta di una cultura vecchia, arretrata, medievale, che anche i Paesi oggi piu' civili e avanzati avevano, 100 anni fa, secondo me.  Il problema principale dell'Italia e' essere arretrata culturalmente, Tullio De Mauro diceva che abbiamo 400-500 anni di ritardo di alfabetizzazione rispetto all'Olanda, questi ritardi sono importanti ed hanno effetti importanti ancora oggi. Questi ritardi non si curano con una rivoluzione (magari come quella sovietica). Si curano con una presa di coscienza e lavorandoci progressivamente.  Per questo ci vogliono masse istruite ed elites di buona qualita'.  Il vero problema italiano e che le elites, pur essendo istruite, sono di cattiva qualita'.

Al di là dell'aneddotica - molto gustosa - a me, e credo a molti altri, sta a cuore sapere, da parte di chi l'ha conosciuto personalmente, se si ritiene Monti all'altezza del compito cui va incontro. Cosa ne dice il prof. Bisin?

Sai, Renzo, difficilissimo a dirsi. Come credo si legga tra le righe del mio post, io ne ho stima - non posso dir simpatia perche' richiederebbe troppa familiarita' - ma stima si'. Pero' e' una stima un po' contratta - il barone in lui e' indicatore di frequentazioni antropologiche - come qualcuno diceva - non berlusconiane certo ma democristiane certamente si'. Insomma, non e' Tabellini che stimo a tutto tondo e di cui mi fiderei ciecamente. Staremo a vedere. E giudicheremo senza (col minor possibile) bias. 

Questa descrizione non ci dice molto su quel che succedera' nei prossimi mesi. Anzi, a me suscita ulteriore curiosita': come potra' essersi svolto l'incontro Berlusconi-Monti?

Mi e' difficile immaginare un abisso antropologico piu' profondo...

 

 

Alberto,
io iniziavo quando tu finivi: non a caso sei stato mio esercitatore di Economia Politica (cioè seguivo le tue esercitazioni). Ho anch'io un ricordo vivo di Monti. Sembrava irraggiungibile, così in alto, per noi studenti, che per sdrammatizzare il personaggio lo chiamavamo semplicemente "Mario". Il mio amico con cui ho diviso casa tutto il tempo dell'università rientrando esclamava come illuminato: "Caz..., ho visto Mario... Oggi era bellissimo!"
Estrema eleganza e serietà, tuttavia ricordo le sue lezioni del corso di Teoria e politica monetaria (o titolo simile) come fra le più pedanti e noiose. Non era un ottimo didatta. Lo rincontrai una seconda volta in qualità di Rettore (cioè lui rettore io questuante), in occasione di un convegno che volevo organizzare. Ricevetti un secco, compito e cortese No e allora pensai bene di fargli un piccolo "sgarbo", organizzando lo stesso il convegno attraverso un gruppo studentesco che sponsorizzava l'occasione.
Di lui ricordo il giudizio sintetico di una delle menti pi brillanti dell'allora Istituto di metodi quantitativi: "Monti? un buon editorialista..."
E ricordo, perchè testimone oculare, il saluto: "Come stai, Marione?" e penso dovrebbe ricordarlo anche Fausto...
Dici del barone in lui... Stiamo parlando di un'altra generazione (Mario è del 19 marzo 1943, il suo compleanno lo sapevo già allora). Di persone che si sono formate in un certo tipo di università dove andare all'estero a sudarsi un dottorato non era richiesto (infatti i professori di quella generazione con un dottorato si contano credo sulle dita di una mano) e ancora meno era richiesto pubblicare su riviste internazionali (anche qui i professori che lo facevano erano pochissimi e lo facevano come episodio sporadico non certo come obiettivo da perseguire). Di sicuro Monti ha avuto il pregio (anche questo non comune in quella generazione di professori-baroni) di incentivare gli studi e la formazione di una serie di economisti ottimi e di spingere insieme ad altri nella giusta direzione dell'internazionalizzazione e della specializzazione della professione. Ha commesso anche lui errori... e chi non li commette? Speriamo possa fare altrettanto bene come Presidente del Consiglio, anche se in questo caso l'ambiente è più ostile e il materiale umano estramamente scadente.
Per il momento, dopo anni di sfilate televisive di politici asini e imbroglioni, guardando un tg ho per un attimo di nuovo confidato in una classe dirigente non corrotta e dignitosa.
Domani chiamerò al telefono il mio amico per il suo onomastico (a proposito, auguri anche a te) esordendo: "Caz... hai visto Mario?... E' bellissimo!"....
Un saluto

Grazie Ernesto, ricordi perfettamente complementari ai miei. Sono certo i lettori gradiscano. Sai che io non mi ricordo le sue lezioni? Doveva essere per forza noioso, non ci piove. Ma io non me le ricordo. Forse per qualche ragione il mio anno non ha insegnato lui il corso. Mah, se Danilo ci legge, lui si ricorda di sicuro.

Ernesto, certo che ricordo il Marione...

E confermo l'impatto che Monti aveva sugli studenti Bocconi. Nel 1983, quando ero matricola, mi colpì il fatto che un mio compagno di corso sapesse tutto di Monti, anche se non era un nostro docente  (Monti era il responsabile del primo corso di Economia Politica, ma noi eravamo stati assegnati ad un altro gruppo). Io sapevo che scriveva sul Corriere, ma poco di più. Invece questo mio compagno di corso sembrava conoscere tutto di lui (vicepresidenza della Comit, anno di studi a Yale, ecc.). Ecco, tra alcuni studenti c'era un vero e proprio "culto della personalità" nei confronti di Monti che all'epoca, ricordo, aveva solo 40 anni. Veramente notevole.

Ho fatto una piccola ricerca "quick & dirty" su Google Scholar. In "advanced search" indicando come "author" Mario Monti, e restringendo la ricerca a "Business, Administration, Finance, and Economics" e "Social Sciences, Arts, and Humanities" la pagina ritorna 116 hits. Facendo lo stesso indicando come autore Alberto Bisin ho ottenuto 125 hits. Mi rendo conto che lo strumento è troppo rozzo e che sono possibili ricerche molto più raffinate (qualcuno sa come fare?) peró se per salvare l'Italia occorreva un professore di economia, io avrei preferito che l'incarico fosse stato dato al prof. Bisin, anzichè al prof. Monti. 

Temo che il prof. Bisin sia troppo giovane per l'Italia.

Onestamente, con tutto il rispetto per Alberto, le citazioni di Google Scholar non sono un elemento importante per fare il primo ministro.

E' ovvio che non basti essere un buon economista per essere un buon primo ministro ma secondo me Monti sta sbagliando. Spera di garantirsi la sopravvivenza blandendo i partiti e si troverà bloccato in una serie di veti incrociati già dal consiglio dei ministri. Secondo me avrebbe dovuto

i) fare un ministero di soli tecnici (quindi "debolissimo") subito (lunedì mattina), senza consultazioni formali con i partiti - dicendo che l'emergenza imponeva etc etc

ii) incassare la fiducia con un discorso generico e low-key

iii) iniziare un giro di consultazioni formali con i partiti, i sindacati etc promettendo a tutti di tenere conto delle loro proposte

iv) nel frattempo scrivere in segreto una legge di riforma con un po' di demagogia (tipo abolizione delle provincie, tagli alla casta, patrimoniale etc.) e molta sostanza (passaggio di tutti al contributivo, tagli degli stipendi degli statali, liberalizzazioni etc.)

v) emanare la legge per decreto legge ponendo la fiducia, accompagnato da un discorso  alla nazione spiegando che è stato equo e che l'alternativa sarebbe l'apocalisse sui mercati col rischio di una crisi mondiale

vi) dichiarare che con l'approvazione del decreto e la sua attuazione il suo compito si esaurirà per agitare sotto il naso dei partiti la carota delle sue dimissioni

Il tutto sperando che il giorno successivo lo spread crolli. A quel punto, sarebbe molto difficile per i partiti non votarlo

 

 

 

Quoto Giovanni Federico, ma anche no (Veltroni docet-)). Anche a me sarebbe piaciuta una partenza a razzo, vista anche l'accelerazione imposta dai mercati e da GN che, con una forzatura costituzionale senza precedenti, ha di fatto costretto BS alle dimissioni. La forzatura è stata che BS ha detto "dopo la legge di stabilità mi dimetterò", e il Quirinale ha precisato, in una nota, che la "Legge di stabilità sarà approvata entro la fine della settimana", vedetela come volete, ma GN ha emesso una nota in cui, di fatto, dava i tre giorni a Berlusconi.

Bene, dopo cotanta velocità il tragitto descritto da Giovanni Federico mi sembra il più pertinente, quello più facile, però capisco un punto: anche se feriti e delusi, gli elettori del PDL e Lega esistono, e si sentono, a torto o a ragione, come missionari del Vangelo.

Fare le cose così in fretta avrebbe rischiato di rendere ancora più evidente l'umiliazione, con il rischio di sentir dire"A queste condizioni, noi che siamo maggioranza in Parlamento non ci stiamo, andiamo a elezioni". Con questa legge elettorale e la grancassa che suona "ricattati dal complotto", "l'uomo del fare a cui i poteri forti internazionali hanno impedito", etc., etc.

In un paese piccolo-borgese e sostanzialmente di destra quale è l'Italia avremmo perfino corso il rischio di ritrovarci fra sei mesi un BS al comando ancora più illividito e senza freni. No, forse  meglio andar piano (due giorni) e farsi votare la fiducia anche dal PDL.

Assolutamente d'accordo con particolare gradimento per i passaggi

 

iv) nel frattempo scrivere in segreto una legge di riforma con un po' di demagogia (tipo abolizione delle provincie, tagli alla casta, patrimoniale etc.) e molta sostanza (passaggio di tutti al contributivo, tagli degli stipendi degli statali, liberalizzazioni etc.)
v) emanare la legge per decreto legge ponendo la fiducia, accompagnato da un discorso  alla nazione spiegando che è stato equo e che l'alternativa sarebbe l'apocalisse sui mercati col rischio di una crisi mondiale
vi) dichiarare che con l'approvazione del decreto e la sua attuazione il suo compito si esaurirà per agitare sotto il naso dei partiti la carota delle sue dimissioni

Al decreto legge e al discorso alla nazione avevo pensato anche da solo e mi autocompiaccio per la sintonia con Giovanni ;)

Istintivamente anche io ho sperato in un approccio di questo tipo. Mi viene però un dubbio: Monti sta trattando mentre l'incertezza tiene la pressione dei mercati alta. Make sense?

O forse è solo un comportamento molto più coerente con la figura descritta nelle testimonianze di prima mano...

Giovanni, proposta sensata la tua, che spiazza la casta e prova a "forzarla" a fare ciò che non vuole fare approfittando della "pinza" fra proposte drastiche dell'incaricato e spread+azione BCE dall'altro.
Non so cosa tu intenda con "cautela" ma provo a darti la mai versione. Poi mi dici tu se è una descrizione appropriata di ciò che tu chiami "cautela".

La tua proposta e le sue svariate possibili varianti tecniche si fonda su un presupposto molto ardito: che Mario Monti abbia la stessa funzione obiettivo che hai tu.

Non so cosa tu intenda con "cautela" quando scrivi che è "troppo cauto". Ma dal resto evinco che voglia dire: ha un obiettivo diverso da quello che ho io (GF). Indeed.

Tre mesi dopo, ho l’impressione che Monti si ritrovi – per le ragioni politiche esposte sotto – nella stessa situazione “totipotente” che aveva subito dopo l’investitura da parte di Napolitano. E penso che stia ricommettendo l’errore della contrattazione, di cui parlava qui Giovanni Federico.

Mi è capitato oggi di ascoltare il discorso in diretta al Parlamento Europeo di Monti. Ho trovato impressionanti l’accoglienza e la stima che quasi l’intera assemblea gli ha dimostrato. Diciamo che la parola “acclamazione”, veniva in mente…

Un uomo che ha un consenso così forte delle istituzioni, di Napolitano, del Parlamento e della Commissione Europei, di Obama, Merkozy e Draghi, di gran parte dell’opinione pubblica, con lo spread che sta scendendo e con i partiti politici al minimo storico del gradimento, in questo momento avrebbe DI NUOVO la forza di proporre con successo un pacchetto di misure “prendere o lasciare” al Parlamento Italiano.

Per quanto questo sia il peggior Parlamento della nostra storia, nessuno può seriamente pensare di mettersi contro un consenso del genere. Inoltre è improbabile che i nostri politici abbiano voglia di riprendersi in mano la patata bollente, vedendo quello che sta accadendo in Grecia. Con l’impopolarità che hanno, se fanno qualche danno serio, temono seriamente il linciaggio…

Ho paura che il gioco tra Monti e il Parlamento finirà in pareggio, portando a casa il minimo indispensabile per stare a galla, come previsto da giulio zanella. Il governo non cadrà nel 2012 ma la concertazione con i partiti sarà tale che l’efficacia delle misure sarà molto indebolita. Tuttavia questo esito sarebbe deludente perché credo proprio che in questo momento Monti si trovi per la seconda volta con la possibilità di fare goal a porta vuota.

Caro Alberto, la mia impressione di Monti è molto vicino alla tua. Mi sono laureato con lui all'inizio dell'82 (lo stesso giorno di Alesina, ed entrambi eravamo a difendere i cieli della patria, in quegli anni c'era ancora il servizio militare). All'inizio ha delegato i sui compiti a Tabellini, fresco di laurea con un mattone di 500 pagine sui principi microeconomici della politica monetaria, poi mi ha passato  a un certo Rovelli il cui supporto è stato vicino allo zero. Considerando il costo della retta il servizio offerto dal duo è stato molto modesto.

Come professore in effetti era un po' noioso, ma si confrontava con dei miti come Innocenzo Gasparini a Economia Politica, Tullio  Biagiotti a Storia del pensiero, Brambilla a Statistica, i cui corsi erano poco seguiti perchè inutili per il voto finale, ma erano spettacolari. La generazione che lo predeceva era di giganti al confronto. Monti aveva il carisma di un paracarro e nelle conferenze stampa di questi giorni non mi sembra molto cambiato.

Riassumendo non è stato un grande economista e nemmeno un grande didatta, ma questo non vuol dire non possa essere una grande primo ministro. Soprattutto a confronto di chi lo ha preceduto.

 

Meno male che la tua impressione è molto vicina a quella di Alberto, chissa se fosse stata completamente diversa...

Anche io difendevo i cieli della patria al momento della laurea

Monti ha annunciato la lista dei ministri del nuovo esecutivo (link). Tiene per sé l'economia ad interim, i ministeri per infrastrutture, trasporti e sviluppo vanno tutti a Corrado Passera, Francesco Profumo è all'istruzione e Catricalà sarà sottosegretario della presidenza.

Mah.... che ne pensate?

Giarda è un ottimo acquisto. Fu, con Beniamino Andreatta, ventriloquo del primo governo Prodi.

Bene complessivamente, con qualche interrogativo.

L'ing. Profumo all'istruzione, che più ci penso più mi sembra una maledizione che incombe su questo ministero. A differenza degli altri suoi colleghi non può vantare una competenza specifica nel settore istruzione-formazione, essendo la sua esperienza tutta sbilanciata dal lato università e ricerca e piuttosto limitata. Ho l'impressione che non si consideri l'educazione e il governo della scuola come meritevoli di competenza scientifica alla pari di altri settori, evidentemente ritenuti più strategici. Spero almeno che cacci via al più presto quella corte dei miracoli di incompetenti che la Gelmini s'era portata appresso.

L'altra cosa che non mi piace è l'omaggio al Vaticano con la nomina di Andrea Riccardi, ma era proprio necessario?

Caro Alberto, leggo solo le date di nascita dei membri del nuovo governo Monti e mi sembra di capire che il piu' giovane ha 56 anni. Visto che la mezza eta' oramai e' assodato iniziare a cinquanta anni, possiamo stare sicuri, dal punto di vista anagrafico, sono tutti maturi! Ma se i trentenni in Italia sono label "bamboccioni" che fine fanno i 40enni ?...quando  si arrivera' a svecchiare la stanza dei bottoni? Ma non c'e' proprio posto per i nati nella decade degli anni sessanta? Non mi sembra che nFA sia di over 50...allora quelli dal 1961-1970 sono uomini/donne ombra? Vorrei capire.

Eh si, evidentemente anche Tabellini e' un bimbo. Staremo a vedere, non so che dire. L'eta' comunque non e' l'unica cosa che lascia perplessi. Passera? Really? Un po' deprimente. Ma e' anche vero che non conosco nessuno - meglio sospendere il giudizio.

Ho l'impressione che Tabellini di cui nessuno presenta dubbi sulla qualita' o intelletuale o in senso lato morale, abbia un grave difetto: l'ignoranza nella frequentazione del vasto mondo burocratico-leguleio.

L'eta' non credo sia fattore dirimente, mentre l'esperienza si'

Adriano, e lo dico senza polemica e figurati poi se polemizzerei con te che so bene come la pensi, ma mi spieghi perché uno del calibro di Tabellini (da quel che mi dicono e mi han detto eh, che da solo non saprei che dire al riguardo)...dicevo, perché uno del calibro intellettuale e accademico di Tabellini che si fa la carriera in Italia e, benché stia in Italia riesce e spandere odore di premio nobel intorno alla sua attività scientifica, (con buona pace di quelli che "i treni per Stoccolma non passano in Italia" o "e come faccio a lavorare se in biblioteca ecc ecc")....torno a dire: perché uno come lui dovrebbe entrare in quella fossa dei leoni di Roma? 

Le attività di studioso, di ricercatore mi pare richiedano qualità che non possono essere compatibili con chi fa politica attivamente.

Tipo: ma ce lo vedi a Ballarò che discute con i trapezisti dei numeri e i domatori della plebe? A me pare più sensato che i tecnici veri, che non credo siano i funzionari ministeriali di alto rango, ma persone che hanno studiato certe faccende fuori dalla pressione politica, siano più utili come consiglieri/revisori, ma non come "politici" seppure a termine.

Non dimentichiamoci che qualcuno di quelli che passano per tecnici dovrà pur avere la voglia/capacità di parlare per spiegare quello che fa e perché lo fa.

Certo, se non ci fosse questo fossato tipico delle classe dirigenti italiane per cui uno o ha fatto politica o ha studiato (possibilimente all'estero) per essere minimamente credibile non staremmo a fare questi discorsi...perché ormai è così: se hai fatto politica, molti voti ma zero conoscenze utili allo stato. Io son "giovane", ma è dal '92 che vedo questo ragionamento come più o meno accettato: "la situazione è seria, ergo i politici non vanno bene". 

Che poi mi chiedo. Ma i ministeri, con i loro uffici di ricerca, con il loro personale laico e non politico, con le loro competenze settoriali sviluppate nella gestione del ministero stesso, ecco, questi ministeri ma non dovrebbero essere GIA' pieni di tecnici che sanno cosa fare e come farlo per raggiungere certi obbiettivi? Da come parliamo ormai sembra i tecnici (la parola ha già un che di fantozziano) li riconosciamo da quante malattie guariscono, dal fatto se camminano o meno sulle acque...sembra che questi tecnici debbano essere persone che arrivino dalla luna. Ecco, mi chiedo: la classe dirigente italiana in difficoltà ha sempre bisogno di outsiders? O di proclamati tali? Mumble mumble....

Leggo ovunque che Mario "Wolowitz" Monti avrebbe studiato a Yale, dopo la laurea in Italia. Eppure non vi è mai alcun riferimento ad un PhD. Anche nella sua biografia ufficiale, sul sito della Bocconi, Monti si tiene vago: "did post-graduate studies at Yale University".

Mi chiedo se tu sappia quale sia la verità. Che cosa ha fatto, Monti, a Yale? Una borsa di ricerca? Una "summer student internship"? Oppure ha intrapreso gli studi per il dottorato, ma non ha conseguito il tanto sospirato PhD?


Nessun PhD. Ha fatto il visiting scholar per un anno.

un anno. con una borsa. vedi foto con Tobin. In sua difesa pochi sapevano cosa fosse un Ph.D. allora. 

 

Che poi mi chiedo. Ma i ministeri, con i loro uffici di ricerca, con il loro personale laico e non politico, con le loro competenze settoriali sviluppate nella gestione del ministero stesso, ecco, questi ministeri ma non dovrebbero essere GIA' pieni di tecnici che sanno cosa fare e come farlo per raggiungere certi obbiettivi?

 

Ma anche no. I tecnici interni ai vari ministeri spesso (sempre?) sono coortati per via politica o attraverso concorsi notoriamente "pilotati".

secondo questo il boss "es hijo de un argentino". Meglio non dirlo al mercato...

vedremo se risolverà il problema dei fuori ruolo, sono migliaia che ricoprono cariche (ben retribuite) continuando a percepire lo stipendio dall'Amministrazione di provenienza.

Uno dei più scanadlosi è il neo sottosegretario alla presidenza del consiglio Catricalà. Dal 2006 si porta a casa come Presidente dell'Antitrust quasi 530 mila euro annui e 9 mila al mese quale presidente  fuori ruolo di sezione del Consiglio di Stato.

I casi sono due: Catricalà conserverà solo uno dei due stipendi attuamente percepiti o Catricalà li porterà a tre. Cosa farà il boss?  

Scusate se mi intrometto ma vorrei porre una domanda a chi conosce Mario Monti

Secondo voi lo ritenete una persona che ha la forza per non subire influenze esterne e quindi lavorare nell'interesse dei cittadini e non nell'interesse di qualcn'altro?

Nella mia modestia penso che questo paese oltre ad avere bisogno di una persona competente (e penso che alla fine Monti non sia uno qualunque) debba essere uno che possa fare il suo lavoro senza subire influenze nelle sue decisioni.

In ogni caso il salto di qualità rispetto al governo precedente penso sia netto. Bisognerà vedere se le aspettative saranno mantenute ;)

Grazie

Non lo conosco benissimo, ma per quello che ho visto, la risposta è sì. Lavorerà per fare quello incui crede e lui crede di lavorare per l'Italia e per l'Europa. 

Il Prof. bisin  - commento del 14 novembre, h. 20:59 -,  ricorda come, Mario Monti, non abbia pubblicazioni scientifiche. Stessa notazione, hanno fatto altri lettori. Tra gli altri, Sergio Bariatti, che, di Monti, è stato, per un periodo, assistente alla Bocconi.

La constatazione di alberto bisin, suggerisce una riflessione.

Qui si dice che, il Prof. Monti, sia stato nominatosenatore a vita, per

 

                                                                                       Meriti in campo scientifico e sociale.

 

Quali sarebbero, allora, i meriti che, secondo l'art. 59, II comma, Costituzione, il Prof. Monti avrebbe acquisito? Anzi, stando alla lettera della Costituzione, questi meriti devono essere addirittura "altissimi".

Un rapido sguardo alla lista dei senatori a vitanominati dai passati Presidenti della Repubblica, mi pare faccia trasparire come, non sempre, la lettera dell'art. 59, sia stata pienamente rispettata.

Infatti, chi ha dubbi sui meriti scientifici e sociali, che so io?, di Rita Levi-Montalcini? Oppure, sui meriti scientifici di Norberto Bobbio?  Al contrario, quali sarebbero i meriti sociali e letterari del senatore Giulio Andreotti?

Come altri lettori hanno giustamente notato, la circostanza che il Prof. Monti non abbia, al suo attivo, pubblicazioni scientifiche, ha nulla a che vedere, col fatto che egli non possa essere un capacissimo Presidente del Consiglio. 

Ma se, questa volta, è stato nominato senatore a vita, una persona che è, a mio parere, degnissima e stimabilissima, chi potrà impedire, per il futuro, la nomina a senatore di una persona che, oltre a non avere i meriti richiesti dalla Costituzione, non appaia neppure degnissima e stimabilissima? 

 

 

 

 

 Al contrario, quali sarebbero i meriti letterari del senatore Giulio Andreotti?

 

C'è chi ha meriti per quel che pubblica e chi li ha per quel che NON pubblica :-)

 

Ma se, questa volta, è stato nominato senatore a vita, una persona che è, a mio parere, degnissima e stimabilissima, chi potrà impedire, per il futuro, la nomina a senatore di una persona che, oltre a non aver i meriti richiesti dalla Costituzione, non appare neppure degnissima e stimabilissima?

 

Nessuno. "Degno" e "stimabile" sono concetti, se non proprio soggettivi, comunque opinabili. Altrettanto si può dire del concetto di "merito" sociale. L'intero concetto di "senatore a vita" è un' emerita sciocchezza (almeno per me).

 

A me pare che la questione sia abbastanza semplice. I senatori a vita vanno aboliti e basta, sia quelli per nomina sia quelli ''per diritto'' (ex presidenti della repubblica). È una riforma costituzionale semplice e banale, se la si vuol fare.

Benissimo! Mi pare di capire che, né sandro brusco, né Corrado Ruggeri, e, scusate!, neppure il sottoscritto, abbiano la benché minima possibilità di farsi eleggere in Parlamento... !!!  :) :)

 

Quest'articolo è stato citato sulla pagina on line di SKYTG 24 (qui).

A riprova che i mass-media vi leggono e vi citano solo quando interessa loro.

PS

Potreste promettere loro nuove scottanti rivelazioni sul Boss, in cambio di sconti sull'abbonamento SKY per i vostri commentatori più assidui ;-)

sandro brusco scrive

 

 

                                 i senatori a vita vanno aboliti e basta, sia quelli per nomina sia quelli "per diritto" (ex presidenti della repubblica).

 

 

E' dello stesso avviso, Corrado Ruggeri

 

 

                                                                   L'intero concetto di "senatore a vita" è un'emerita sciocchezza (...).

 

 

Scusate! Ma io, rispetto a voi, preferisco volare un po' più basso, per dir così. Mi accontenterei, cioè, di veder abrogato anche soltanto il comma II, dell'art. 59.

Tale comma, infatti, conferisce al Presidente della Repubblica, un potere discrezionale eccessivamente lato. Ciò è dovuto, mi pare, alla difficoltà di ben definire, espressioni come, "meriti in campo scientifico e sociale". O anche, "meriti in campo sociale e letterario".

Chiedo venia, se mi ripeto. Ma quali sarebbero i "meriti in campo sociale e letterario", del senatore a vita Giulio Andreotti?

A tutto questo, poi, dovremmo aggiungere, al sostantivo "meriti", l'aggettivo "altissimi". E, francamente, il risultato mi sembra ben peggio che andar di notte. Sia chiaro. A me sembra che, questo discorso, valga non solo per il senatore Andreotti, ma anche per qualche altro senatore, di nomina presidenziale.


Oggi la metropolitana di Bruxelles era tappezzata con la pubblicità del nuovo MARIO KART 7, di prossima uscita.

RR

il boss ha la vita facile

guardate questo "ascoltato opinionista" (dal minuto 11)  con uno 0,5% una tantum sugli immobili (eventualmente pagabile con un'ipoteca) riduce il debito di 500 miliardi (come chiede Roubini); dopo lui la Ravetto e poi Bocchino: stamattina volevo chiamare la neuro!

:))...sono andato sul sito di Formiche.net per scrivergli un commento e ho visto con gioia che c'era già un tuo commento molto preciso che rimetteva le cose a posto.Solo che purtroppo quel commento lo leggeranno in pochi,rispetto a chi ha magari visto la trasmissione...come minimo bisognerebbe chiedere al conduttore di rettificare i dati dati dallo pseudo giornalista Paolo Messa,ma credo che sarà dura.

 Non ho mai sentito nessuno dargli del tu.

Qua mi sembra che tutta questa deferenza non ci sia... Sarkozy lo chiama tranquillamente "Mariò", Passera l'ha appena chiamato "Mario" in conferenza stampa.

La verità, "professor Bisin", è che non gli piaci abbastanza...  ;-)

 

A quanto pare le poche cose buone della manovra vengono rinviate di un anno ( e vien da aggiungere, per ora ).

Basta una minaccia di serrata o di protesta di tassisti o farmacie per mandare tutto all' aria insomma.

Non so bene da dove partire, ma se questo è l' andazzo, non avrebbe senso scendere per una volta in piazza per chiederle, le liberalizzazioni?

Se non in piazza, almeno un appello da far girare in rete, qualcosa che faccia sentire per una volta altre voci o che almeno stimoli la discussione sull' argomento. A costo di scendere a slogan del tipo "paghino anche i farmacisti", a mio avviso, lo stagno va smosso e il momento per farlo è adesso.

 

È un' impresa abbastanza disperata ma da qualche parte si dovrà pur cominciare.

 

 

A costo di scendere a slogan del tipo "paghino anche i farmacisti"

 

Poverini!! è l'unica liberalizzazione che (pare) non verrà rimandata, forse perchè avvantaggia contemporaneamente gli interessi di GDO e COOP.

PS

Temo che si stia ripetendo il copione del governo Dini (o era quello Ciampi? o erano entrambi?).

Tutti i media ad annunciare la formula "governo tecnico= liberalizzazioni! riforme strutturali!" che esisteva solo nella loro testa mentre nella realtà fu "governo tecnico=tagli e tasse su cui nessun partito vuol mettere la faccia".

Purtroppo:

Monti non è superman, può sembrarlo rispetto al circo di prima, ma è solo una persona seria e preparata mentre il parlamento che lo sostiene è quello di prima. Non ho mai creduto potesse venirne fuori molto di più...sarò comunque il primo ad esser contento in caso mi sbagliassi!

 

 

Un solo commento, in margine alle notizie sull'approvazione della manovra: che delusione!!!! Altro che liberalizzazioni...

 

 

Una cosa che mi sarebbe piaciuto chiedere su oilproject stasera, ma vedo che la puntata è registrata, è:

Se il boss fallisce la propria missione e dovesse profilarsi l'ipotesi di intervento del FMI, cosa succederebbe esattamente? I giornali mi pare presentino la possibilità come l'armageddon, però dall'esperienza evinco che tendenzialmente i giornali scrivono un po' alla ca...volo di cane. Pertanto mi chiedo: se intervenisse il FMI, sarebbe davvero così tragico? Se da quello che ho capito arriverebbero persone serie a mettere la camicia di forza alla nostra classe politica impedendole di nuocere ulteriormente all'umanità intera, magari imponendole dei seri tagli di spesa (ben al di là di quelli della manovrina), non è il caso di auspicare che ciò accada?

Non è meglio questa ipotesi rispetto a quella -che sembra profilarsi- in cui Monti con i partiti che gli puntano la pistola alla tempia, finisce per combinare ben poco?

 

 

Ti consiglio di ascoltare domani Oscar Giannino alla sua trasmissione su Radio24: mi hanno appena detto che affronterà proprio il tema (che io sostengo in pieno) se non ci convenga affidarci al fondo monetario per sottrarci alla sempre più palese inadeguatezza del Parlamento.

Resto dell'idea che in Italia la democrazia sia un lusso che non possiamo più permetterci. Quando hai almeno 3 banche in palese credit crunch e sui giornali si discute di questo, ti meriti di fallire. 

Ti consiglio di ascoltare domani Oscar Giannino alla sua trasmissione su Radio24: mi hanno appena detto che affronterà proprio il tema (che io sostengo in pieno) se non ci convenga affidarci al fondo monetario per sottrarci alla sempre più palese inadeguatezza del Parlamento.

Grazie della segnalazione!

Desolante che uno che ha avuto la forza di dire no a Bill Gates, non sia in grado di essere egualmente rigoroso con i taxi o le farmacie. Davvero desolante.