Boicottaggio all'italiana?

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Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la seguente segnalazione. Altro che stato clericale...

Oggi l'ANSA ha battuto la seguente notizia:

 

CAMPAGNA ATEI: RIFIUTATA DA TUTTE CONCESSIONARIE PUBBLICITA'

(ANSA) - ROMA, 3 MAR - Niente slogan su Dio sugli autobus italiani: l'Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti) ha interpellato tutte le concessionarie per la pubblicita' sui mezzi pubblici delle citta' italiane e da tutte ha ricevuto un rifiuto per il primo slogan: ''La cattiva notizia che Dio non esiste, quella buona che non ne hai bisogno''. Ma l'Unione atei non ha intenzione di fermarsi. ''Siccome abbiamo raccolto piu' di 30.000 euro tra gli italiani, per pagare la pubblicita' sugli ateobus - spiega Raffaele Carcano, segretario nazionale dell'Uaar - abbiamo deciso di coinvolgere soci e simpatizzanti nella ricerca di un nuovo slogan che possa viaggiare per le nostre citta'. Per partecipare, basta andare sul nostro sito e proporre il nuovo messaggio: il comitato di coordinamento dell'associazione sceglie i migliori e li mette ai voti, di nuovo sul suo sito''. Intanto l'Unione atei si dice pronta all'azione legale. ''Dobbiamo tutelare la liberta' di espressione - conclude Carcano - perche' si tratta di un principio costituzionale che viene regolarmente messo da parte tutte le volte in cui qualcuno dice pubblicamente che Dio non esiste. Intanto sono stati affissi i manifesti atei a Pescara, con lo stesso slogan che avrebbe dovuto circolare sugli 'ateobus', ma non senza accese polemiche in citta'''.

 

Siamo, ancora una volta, senza parole. Si può essere credenti oppure no. Si può giudicare di cattivo gusto la pubblicità oppure no. Tutto questo è irrilevante. Comunque la si pensi, il boicottaggio delle concessionarie è un segnale preoccupante e vergognoso.

 

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Commenti

Ci sono 44 commenti

Sì, è un boicottagio all'italiana.

Cioè: bigotto, ipocrita, dettato dal conformismo.

In Italia si cerca sempre di capire chi comanda, qual'è la sua opinione e come compiacerla. Con tanti saluti allo stato di diritto.

Ci sarebberò un'infinità di esempi tratti dalla cronaca (Englaro,Gravina di Puglia, ecc. ma porterebbero OT) che sono figli della stessa mentalità.

Da ateo colgo l'amara ironia che, per cambiare questa mentalità, ci vorrebbe un miracolo.

 

Il punto è che le concessionarie di publicità non vogliono inimicarsi nessuno, ovvero attuano loro un boicottaggio preventivo per evitare che siano esse stesse boicottati.

Ma un privato, da solo, non può comprare uno spazio pubblicitario? Bisogna per forza passare per una concessionaria? E può una concessionaria rifiutarsi? Voglio dire, se io pago quanto richiesto, possono rifiutare?

 

Ma un privato, da solo, non può comprare uno spazio pubblicitario? Bisogna per forza passare per una concessionaria? E può una concessionaria rifiutarsi? Voglio dire, se io pago quanto richiesto, possono rifiutare?

Come socio UAAR, posso risponderti che avevamo deciso di partire da Genova perchè "ovviamente" si pensava che l'ambiente fosse più "adatto", e infatti avevamo ricevuto delle dichiarazioni di supporto anche dal sindaco Marta Vincenzi (al momento dello "scoppio" della notizia) prima che la concessionaria rifiutasse, alla fine, l'affissione sui bus (cosa realizzata dai colleghi "umanisti" di altri Paesi). Ovviamente l'UAAR ha chiesto che il Comune revochi la concessione alla società, e i volontari che si dedicano a questa materia stanno studiando le mosse opportune.

Tuttavia a Pescara sono stati fatti affiggere dei manifesti (non sui bus, ma in spazi tabellonari) con lo stesso contenuto, e lì al momento è "solo" successo che i nazi-fascisti di Forza Nuova hanno minacciato di tirarli giù tutti (non conosco la situazione dettagliata al momento).

Comunque la pubblicità ottenuta è stata discreta, e sono stati raccolti 30.000 EUR specificatamente per la campagna.

RR

 

Proprio perche' non vogliono inimicarsi qualcuno dovrebbero evitare discriminazioni. Cosi' si sono inimicati gli atei. Visto che torno a Milano a breve, certamente stato' attento a cosa si pubblicizza sugli autobus della mia citta'. Sappiano che hanno un cliente in meno.

Riguardo alla tua domanda, immagino che il comune abbia fatto un accordo con una societa' esterna per la raccolta pubblicitaria sui mezzi pubblici per cui se vuoi mettere il tuo bel cartellone sul pulmino devi rivolerti a loro. Qualcuno ne sa di piu'? E' cosi'?

Ma allora mi chiedo, se il comune di Genova (ovvero il committente) non era contrario, come e' possibile che la concessionaria decida autonomamente i contenuti della pubblicita'?

Sono confuso. Sarebbe utile che qualcuno ci illuminasse sul funzionamento del mercato pubblicitario italiano. Come funziona? Ci sono situazioni di monopolio (il che a mio avviso spiegherebbe anche la facilita' e la pervasivita' con cui queste discriminazioni possano avvenire)?

 

 

Francamente mi sembra il caso di chiedere lo stesso trattamento quando cominceranno a triturarci gli attributi con la richiesta dell'8 per mille. Se non hanno affisso questi manifesti si pretenderà lo stesso trattamento nei confronti di quelli. Oppure si deve dare una spiegazione, possibilmente convincente (mi si perdoni la citazione), del perché quelli si e questi no. E magari organizzare qualche forma di sciopero dei consumatori o comunque di protesta nei confronti di quelle aziende che sosterranno la campagna pubblicitaria per la raccolta dell'8 per mille alla chiesa cattolica.

Eh no! Non mi sembra, almeno in base all'agenzia riportata, che si possa parlare di boicottaggio.

Bisognerebbe sapere quanto l'Uaar ha offerto per far affigere lo slogan sugli autobus delle citta' italiane (Bid price). E quanto le le amministrazioni, tramite le concessionarie che credo siano solo intermediari, chiedono per pubblicita' analoghe, quelle cioe' affisse sugli autobus (Ask price). 

Se l'Ask di tutte le amministrazioni e' stato aumentato ad hoc, allora si puo' parlare di boicottaggio.

Altrimenti, e' il Bid ad essere troppo basso! E non sembra cosi' improbabile visto che, sempre nell'agenzia, si dice che l'Uaar ha raccolto 30mila euro per la campagna: non conosco il mercato in questione, ma l'istinto del contribuente mi dice che e' troppo poco per far circolare un messaggio per le vie delle citta'.

Ci vorrebbe maggiore evidenza. Magari l'Uaar puo' fornirla.

Bisognerebbe sapere quanto l'Uaar ha offerto per far affigere lo slogan sugli autobus delle citta' italiane (Bid price).

Caro Ruta, qui c'è poco da fare i trader. La spesa preventivata era di 8.000 EUR per 2 (DUE) bus per 28 giorni - vedasi la foto per il modello. A Roma sarebbe costato di più, ovvio...

RR

 

Ogni concessionaria sarà pure libera di fare affari con chi vuole, il problema vero è che questo fatto potrebbe essere indice di scarsa concorrenza nel mercato (e ci sarebbe poco da stupirsi). Su questo occorrerebbe agire.

 

 

Ogni concessionaria sarà pure libera di fare affare con chi vuole, il problema vero è che questo fatto potrebbe essere indice di scarsa concorrenza nel mercato (e ci sarebbe poco da stupirsi). Su questo occorrerebbe agire.

 

Be', il fatto che la concessionaria sia una sola per citta' indica una condizione di monopolio, che deriva dal fatto che il trasporto pubblico e', appunto, pubblico; e questo implica che NON deve essere lasciata libera di fare affari con chi vuole, per ovvie ragioni di universalita' del servizio.

 

Perché non provare con affissioni all'interno dell'autobus?

Non so a Genova, ma nella mia città (Mestre) gli autobus sono parecchio vuoti all'interno quanto ad affissioni. Ho suggerito ad un amico che ha una piccola azienda locale di fare pubblicità lì, e mi risulta abbia pagato molto poco e ottenuto molti spazi (e pare anche ottenendo risultati).

Potrebbe essere conveniente da molti punti di vista, non ultimo il fatto che sarebbe più difficile staccarli.

Perché non provare con affissioni all'interno dell'autobus?

Paolacci, come ho già accennato, la campagna è in corso, e il link diretto è questo.

RR

Più che un suggerimento per campagne (future; ho letto commenti e sito proprio per escludere fosse già contemplato quel che ho scritto) era semplicemente uno spunto di discussione, forse non era chiaro.

Ho letto dai commenti che qualcuno l'ha buttata sul lato economico e concorrenziale. Ma guardate che la cosa in prima battuta non ha granché a che fare coi soldi... Il rifiuto è stato per evidenti motivi politici più che economici. La motivazione ufficiale per il rifiuto da parte della concessionaria è stata che la campagna violava gli articoli 10 e 46 del Codice di autodisciplina del settore pubblicitario, che vi riporto di seguito:

Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona
La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini. Essa deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni.

 

Art. 46 – Appelli al pubblico
È soggetto alle norme del presente Codice qualunque messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, anche specifici, o che sollecita, direttamente o indirettamente, il volontario apporto di contribuzioni di qualsiasi natura, finalizzate al raggiungimento di obiettivi di carattere sociale.

Tali messaggi devono riportare l’identità dell’autore e del beneficiario della richiesta, nonché l’obiettivo sociale che si intende raggiungere. I promotori di detti messaggi possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati.

Per contro i messaggi non devono:

a. sfruttare indebitamente la miseria umana nuocendo alla dignità della persona, né ricorrere a richiami scioccanti tali da ingenerare ingiustificatamente allarmismi, sentimenti di paura o di grave turbamento;

b. colpevolizzare o addossare responsabilità a coloro che non intendano aderire all’appello;

c. presentare in modo esagerato il grado o la natura del problema sociale per il quale l’appello viene rivolto;

d. sovrastimare lo specifico o potenziale valore del contributo all’iniziativa; sollecitare i minori ad offerte di denaro.

 

Tradotto in italiano: la campagna pubblicitaria in questione è stata rifiutata non per questioni di affari, ma perché ufficialmente ritenuta oscena e pornografica!

 

L'articolo 46 mi sembra completamente irrilevante sul caso. L'art. 10 invece e' preoccupante: con quei criteri andrebbe eliminato il 90% della pubblicita' esistente. 

Sono ateo e le posizioni prese dalla chiesa negli ultimi tempi mi hanno portato ad essere anticlericale ( ah, i bei tempi di Giovanni XXIII e Paolo VI). Ma la pratica dell'ateismo e la sua militanza, non la rende la più stupida delle religioni? Manca la leggerezza e l'ironia che dovrebbero avere coloro che sanno che l'autentica comicità è il ghigno del cadavere.

Si cantava, ... non scampa fra chi veste da parata chi veste una risata....

 

Questo tuo intervento, stafanoc, lo ritengo, personalmente, il più valido ed interessante e qui il discorso potrebbe chiudersi.

Aggiungerei solo che per par condicio, la campagna pubblicitaria, se potesse esser svolta, potrebbe annunciare: Dio, Buddha, Allah, etc. non esistono...

Perchè infatti non allargare il campo? Negare il Dio cattolico è più conveniente, facile, privo di conseguenze e negare Allah forse è più rischioso?

Questa discussione mi ricorda una bellissima puntata di South Park in cui Cartman, per un motivo che non ricordo, viaggia nel futuro, dove trova che le religioni non esistono piu' ma vi sono diverse fazioni di atei che venerano l'effigie di Richard Dawkins. Ricordo anche la morale di Stan alla fine del cartone: "It's ok to be an atheist but you don't have to be an ass about it" :-)

Premetto che non ho letto i commenti precedenti.

Mi pare difficile vedere un boicottaggio. Detta prassi si ha quando degli attori agiscono in maniera coordinata e concertata per arrecare un danno ad un attore terzo in modo da ottenere, poi, dei vantaggi negoziali nei suoi confronti.

Che l'Unione degli Atei subisca un danno mi pare inverosimile. Quanto meno non un danno tale da modificare le sue politiche. Non penso, infatti, che le concessionarie abbiano espresso questo rifiuto per costringere gli atei a rivedere le loro posizioni.

Che le concessionarie di pubblicità vogliano rafforzare la loro posizione negoziale verso gli atei mi pare ancora meno credibile.

Che poi queste si incontrino più o meno segretamente per decidere di non accettare le pubblicità ateistiche mi pare ancora più assurdo.

 

Dal mio piccolo, cerco di offrire alcune semplici spiegazioni, più credibili:

1) La pubblicità degli atei andrebbe contro gli interessi commerciali delle concessionarie. Per esempio esse temono che gli altri inserzionisti, dopo il casino creato dagli atei, possano iniziare a ripensare se usare i bus per pubblicizzare i loro prodotti.

2) Le concessionarie, avendo verosimilmente dei contratti con l'apparato pubblico, temono ritorsioni politiche: i cattolici sono presenti tanto a destra che a sinistra.

3) Non escludo, poi, che nei contratti di appalto alle concessionarie vi siano clausole che vietano inserzioni che inneggiano alla razza, religione o etnia. (Se oggi avessimo "dio non serve", perchè domani la Lega non dovrebbe pagare un "La brutta notizia è che i neri sono tra di noi, la buona notizia è che li possiamo rispedire indietro")

3) Spiegazione culturalista: l'Italia è un paese culturalmente conservatore, dove le esternazioni bizzarre o inconsuete vengono spesse associate a insulti o offese. Le concessionarie dunque non vogliono contraddire il dominant thinking.

In ogni caso, io vedo tutto, tranne che il boicottaggio.

ps: non sono praticamente, non so se sono credente, so però che una pubblicità del genere sarebbe davvero di cattivo gusto. Più che convincere le persone verso un messaggio, essa sembra più volta a dileggiare i credenti. Amen

Fanno tutto questo sbarramento ideologico, magari portato avanti dai soliti custodi dei valori della famiglia (magari più di una, tanto per essere coerenti) e della sacralità della vita (dopo aver benedetto torturatori e guerrafondai vari) e non dicono nulla su ben altre schifezze a livello pubblicitario, magari messe proprio di fronte ad una scuola, tipo il manifesto QUI richiamato.

Io di economia ci capisco il giusto ma tutte le spiegazioni/giustificazioni sullo stile "la società concessionaria della pubblicità può fare quello che vuole perché siamo in un regime di libera concorrenza" mi infastidiscono un tantinello.

Pensiamo ad un caso diverso ma allo stesso tempo simile. Una certa persone entra in un ristorante, l'orario è quello di apertura, la persona in questione è disposta a pagare il conto, è vestita in maniera decente ecc. ecc. Però il padrone rifiuta di servirlo perché è nero/orientale/basso/biondo/fan di Povia. Qualcuno potrebbe dire che il padrone del ristorante può rifiutare l'accesso a chi vuole sulla base del proprio umore quotidiano (tanto siamo in un regime di libero mercato ed il cliente si limiterà ad andare da qualche altra parte) ma l'ultima volta che ho controllato questo era reato. Se tu fissi delle regole e dei tariffari ed io accetto entrambi tu NON PUOI rifiutarmi il servizio. Se lo fai commetti un reato. Se poi, per fingere che la colpa sia mia che non ho rispettato le regole, ti arrampichi sugli specchi la cosa, oltre che illegale, diventa anche incredibilmente triste.

Quello che ipotizzi è in realtà esattamente quello che è sancito in numerosissime leggi, che impongono l'obbligo a contrarre per chi agisce in regime di monopolio o esercita pubblici sevizi o pubblici esercizi.

per esempio l'articolo 2597 c.c.

 

Chi esercita un'impresa in condizione di monopolio legale ha l'obbligo di contrattare con chiunque richieda le prestazioni che formano oggetto dell'impresa, osservando la parità di trattamento

 

o l'obbligo di accettare le richieste di trasporto ('art. 1679 c.c.), l’assicurazione obbligatoria prevista per i natanti ed i veicoli a motore (L.24 dicembre 1969 n.990); a carico di chi vende beni dei quali è fissato il prezzo massimo (art.19, r.d. 22 aprile 1943 n.245), tariffe imposte ad altri concessionari di pubblici servizi diversi dal trasporto (art. 16 T. U. V-1813, n. 118); per i servizi telegrafici (art. 16 T. U.. 3-V-1903, n. 196 e art. 2 R. D. 3-X-1929, n. 1887); per i servizi telefonici; per i pubblici esercizi (alberghi, trattorie, caffè, rimesse, ecc.) previsti dagli art. 86 e segg. del T. U. 18-VI-1931, n. 773 e dalle Leggi di Pubblica Sicurezza; obblighi a carico dei datori di lavoro di stipulare contratti individuali con gli appartenenti alle categorie protette (L. 2 aprile 1968 n.482); quelli dell''imponibile di mano d'opera in agricoltura (L. 16/10/42 n.929) and so on....

Il messaggio dell'UAAR l'ho trovato un po' stupido e decisamente fuori luogo.

A me sembra che la suddetta organizzazione si comporti esattamente come una religione anti-deistica, poggiata sul culto della razionalità (un po' come il satanismo di Lavey che si basa sull'esaltazione della volontà umana e non sulla contrapposizione Satana/Dio). Ma è veramente razionale negare Dio o è solo il risultato di una scommessa fideistica contraria alla più famosa scommessa pascaliana?

Detto ciò, credo che le concessionarie pubblicitarie abbiano rifiutato lo spot solo per una valutazione negativa su di esso, alla luce sia del codice di autoregolamentazione (come già fatto notare) sia del possibile impatto negativo che questa campagna pubblicitaria avrebbe potuto avere in futuro. Tutto qui!

 

Il messaggio dell'UAAR l'ho trovato un po' stupido e decisamente fuori luogo.

Pazienza, la vita è così...anche a me non piace l'Angelus.

A me sembra che la suddetta organizzazione si comporti esattamente come una religione anti-deistica, poggiata sul culto della razionalità (un po' come il satanismo di Lavey che si basa sull'esaltazione della volontà umana e non sulla contrapposizione Satana/Dio). Ma è veramente razionale negare Dio o è solo il risultato di una scommessa fideistica contraria alla più famosa scommessa pascaliana?

Ma è veramente ragionevole negare a qualcuno uno spazio che paga, solo perchè tu non consideri razionale una sua scelta?

 

Il messaggio dell'UAAR l'ho trovato un po' stupido e decisamente fuori luogo.

Ora, mi sento di fare un altro intervento per chiarire qualche punto.

Intanto, io sono un iscritto UAAR che è dichiaratamente una minoranza di minoranza - corrente: Atei Adulti, fondatore e unico aderente: io. Basti dire che mi hanno perfino messo in moderazione nella mailing-list, cioè se scrivo una mail mi deve essere smoderata prima di passare.

Però devo dire che questa campagna la trovo discreta, se non addirittura buona.

Intanto è basata sulla comunicazione pubblica del proprio pensiero, quindi niente a che vedere con le solite moine/recriminazioni/critiche del tipo "quanto potere che c'hanno 'sti preti, quanta influenza che c'hanno sullo Stato Italiano". No, è una mera dichiarazione di una convinzione, presentata come concorrente ad altre convinzioni. Buenos?

Poi, ce la paghiamo noi (vedi comunque più sotto sulla questione dei contributi pubblici). Mica male.

Inoltre, è basata su un format già usato e abusato altrove (incluso Paesi liberali) - no improvvisazione e pagliacceria tagliana.

Infine, abbiamo perfino cambiato messaggio dopo il rifiuto della concessionaria genovese (replicato dalle altre consorelle). Si vorrà almeno riconoscera lo sforzo di positività?

In merito alle tradizionali recriminazioni contro il Concordato, soldi pubblici, ecc. voglio far rilevare che da oltre un anno abbiamo ottenuto lo status di APS (Associazione di Promozione Sociale), cambiando all'uopo lo Statuto per soddisfare dei requisiti formali. Siamo quindi eleggibili per il Cinque per Mille (oltre che per altre erogazioni liberali detassabili), come molte altre organizzazioni similari. Questa l'ho trovata una mossa positiva, perchè evita di riproporre/giustificare la lagna del contributo alla Chiesa Cattolica (uti principio) senza riconoscere il fatto che le sovvenzioni ad Enti Privati esistono dappertutto, soprattutto se ben motivate ad. es. sulla base di progetti specifici da rendicontare.

RR

 

 

 

 

 

Sulla questione posta all'inizio (un'amministrazione pubblica può vendere direttamente gli spazi pubblicitari? in questo caso la tabellare sugli autobus) penso che la risposta sia no, perchè di solito le concessionarie di pubblicità, nei contratti, chiedono l'esclusiva e in più escludono espressamente la raccolta diretta da parte dell'editore, in questo caso le amministrazioni pubbliche. 

Semmai è interessante notare come di solito, sempre da contratto, l'editore possa rifiutare la pubblicazione di messaggi che, a suo insindacabile giudizio, reputi non opportuni quanto a contenuti o potenziamente lesivi delle opinioni altrui.

Ciò detto, la prassi dell'Istituto di Autodisciplina pubblicitaria (il cosidetto Giurì) è quella di punire, invocando l'art. 10 del Codice di autodisciplina sulle "Convinzioni morali, civili e religiose", in casi come questo che hanno ricevuto ampia copertura mediatica, con conseguente furioso dibattito tra pro e contro. Se invece il messaggio, per quanto potenziamente lesivo, passa inosservato, il Giurì difficilmente interviene, anche perchè mi pare che possa agire solo su querela di parte, non d'ufficio.

La concessionaria in questo caso ha giocato d'anticipo per evitare di trovarsi inguaiata, controvoglia, nel procedimento arbitrale davanti al Giurì. Di solito pesa anche il mezzo prescelto: la pubblicità tv sulla "patatina" con testimonial Rocco Siffredi è stata condannata, mentre analoghi spot radiofonici più volgari l'hanno passata liscia. Ma nel caso Uaar le polemiche hanno sovrastato la relativa debolezza del mezzo scelto per la campagna, e di qui la scelta difensiva - o pusillanime, secondo il giudizio di alcuni di voi - della concessionaria.

sono felice di scoprire che non si possa parlare di un boicottaggio organizzato tra le varie concessionarie perche, sorpresa delle sorprese, anche nel settore delle concessionarie di pubblicita' su mezzi di trasporto abbiamo in Italia un bel monopolio.

yuhu!

 

La questione delicata riguarda la posizione monopolistica. Il mercato della pubblicità esterna (outdoor advertising) é separato dagli altri mercati pubblicitari. Quella sui mezzi trasporto costituisce un mercato distinto da quello della pubblicità esterna?

Chi se ne occupò otto anni fa era tranquillo,qualunque fosse la definizione di mercato. Più recentemente hanno trattato la questione anche questi qui e, sulla base dei dati forniti da concorrenti, attribuiscono a IGP Decaux una quota del 21%. Hardly a monopolist. Può essere che abbiano preso una solenne cantonata. Tuttavia, a livello più anedottico va osservato che il rifiuto di IGP non é un rifiuto isolato. A Bologna ne fece le spese anche Luttazzi al quale rifiutarono la pubblicità sugli autobus della città.

 

 

Avevamo pianificato da tempo la pubblicità per lo spettacolo e la grafica che abbiamo scelto è quella di Decameron che si può vedere anche sul mio sito – spiega Luttazzi -. Voglio far presente che il manifesto è rimasto affisso sulle strade consolari di Roma per tre mesi e che, anche nelle altre dieci città dove abbiamo portato il monologo, non c’è stato nessun problema.

 

 

Questo vuol dire che:

a) esistono alternative, magari imperfette, alla cartellonistica sui mezzi di trasporto;

b) non vi sono, apparentemente, restrizioni sui contenuti pubblicitari quando vi é concorrenza

Se uno é monopolista lo é sia quando rifiuta la pubblicità di Uaar, sia quando la vende a quelli che la pensano diversamente. E riuscirebbe a imporre anche a questi ultimi la sua scelta di accettare la pubblicità degli atei. A me sembra che IGP abbia rifiutato la pubblicità perché é sensibile alle possibili reazioni di quei clienti che, non condividendo il messaggio Uaar, avrebbero, in caso contrario, o cambiato fornitore (vedi caso Luzzatti) oppure deciso di eliminare o posporre la campagna pubblicitaria. La perdita sarebbe stata ben più consistente della mancata pubblicità di Uaar. Se i clienti sono piccoli e occasionali e sgradevoli (agli occhi degli altri inserzionisti) costa poco rinunciare a loro. E per farlo non c'é bisogno di essere monopolisti. Questo rende la cosa comprensibile ma odiosa.