Assenze per malattia: Rettifica

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Ho chiesto e ottenuto risposta dalla Ragioneria Generale sulla misteriosa voce "Assenze per Formazione" di cui abbiamo discusso nel precedente post.

Così ho scritto, il 16 dicembre:

 

 

Vorrei chiedervi un chiarimento in merito al Conto Annuale 2008 pubblicato due giorni fa.

Nella tavola "Giorni di assenza del personale a tempo indeterminato" compare una tipologia di assenza, "FORMAZIONE", che non e' nelle precedenti edizioni del Conto Annuale.

Vorrei sapere se le assenze per formazione venivano comunque contabilizzate gli anni precedenti (nel qual caso il totale dei giorni di assenza nel 2008 e' confrontabile con il totale degli anni precedenti) oppure no (nel qual caso i totali non sono confrontabili a meno di eliminare la voce "formazione")

 

 

E così risponde la Ragioneria il 17 dicembre:

 

In relazione alla sua richiesta, si precisa che nei conti annuali precedenti quello del 2008 non venivano rilevate le giornate per la causale "formazione". Si tratta, pertanto, di una informazione aggiuntiva e come tale non può trovare alcun confronto con gli anni precedenti.

Si ritiene opportuno far presente altresì che i giorni della formazione, anche se per mera opportunità di rilevazione sono stati inseriti nella stessa tabella delle assenze, non costituiscono assenza dal servizio.

 

A me viene innanzitutto da chiedermi per quale ragione ce l'hanno messa quella voce formazione, allora! Primo, non veniva contabilizzata in passato, quindi rende i totali inconfrontabili a meno di non rielaborare i dati. Secondo, non costituiscono assenze e vengono contabilizzati tra le assenze! Mah!

Comunque, prendo atto e rettifico la Tabella 2 del precedente post, che quindi appare così:

 

Tabella 2. Giorni medi di assenza, per tipologia


Tipologia20072008
Ferie30.0629.55
Malattia retribuita11.6910.27
Legge 104/921.301.54
Maternita'3.293.71
Altre assenze retribuite3.203.17
Sciopero0.250.29
Altre assenze non retribuite2.021.91
Totale51.8250.45

Fonte: elaborazione da dati Ragioneria Generale

 

Rettifico di conseguenza il punto #3 del precedente post, per correttezza di informazione: la riduzione dei giorni di assenza per malattia (1,42 giorni all'anno per dipendente) non e' stata compensata dall'aumento delle assenze per altri motivi e si traduce in una pari diminuzione (1,37 giorni) delle assenze medie complessive.

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Commenti

Ci sono 25 commenti

Non è che riesci a farti dire quanti giorni medi di formazione si verificavano negli anni precedenti? Sarebbe interessante sapere se sono rimasti costanti o no.

Sandro, leggi bene la loro risposta: dicono che prima del 2008 i giorni di formazione non venivano proprio rilevati. Temo quindi che il dato che chiedi non esista!

Io comunque ci provo, magari mi indirizzano a qualche altra fonte. Concordo che sarebbe informazione rilevante.

Non so come funziona nel pubblico impiego, ma nell'industria chimica in cui lavoravo anni fa c'erano alcune ore utilizate per corsi di formazione, ma erano ore al di fuori del normale orario di lavoro, venivano retribuite come ore supplettive e scalate dal monte ore relativo alla Riduzione Orario di Lavoro contrattuale, in pratica alcune ore che il dipendente prima poteva usare come ferie venivano usate come formazione con gran dispiacere dei dipendenti.

Se fosse così sarebbero ore neutrali dal punto di vista economico, il datore di lavoro dà una formazione ai dipendenti ma questi ci rimettono ore di ferie.

No no, da noi (Agenzia delle Entrate) la formazione sono ore di servizio a tutti gli effetti. Se vengono fatte ore in più, rispetto al normale orario di lavoro, vengono accantonate come "riposo compensativo" da fruire per eventuali permessi. 

Se si fanno ore in meno, durante la formazione, rispetto al proprio profilo orario, queste vanno recuperate.

La distinzione fatta dalla Ragioneria mi sembra, onestamente, senza molto senso.

Non capisco cosa ci azzecchino le giornate di formazione nel conto delle assenze.

Forse bisognerebbe intendersi sul concetto di "assenza". Anche quando si va in missione (per una riunione, per un sopralluogo o altro) si è assenti dal posto di lavoro, ma non significa che non si stia facendo nulla. La formazione è una cosa importante, se fatta bene (e qui potremmo aprire un lu8ngo discorso...)

Non capisco neppure cosa c'entrino le ferie, sinceramente. E' un equivoco che va avanti da tanto tempo (addirittura, all'inizio nel sito del ministero i tassi di ASSENTEISMO - concetto lievemente diverso da quello di ASSENZA - venivano calcolati includendo le giornate di ferie!!!).

Chiarito cosa sia l'assenza, c'è poi un problema: ammesso (e non concesso) che "grazie" a Brunetta si siano davvero ridotte le ASSENZE (i dati mostrati dal Prof. Zanella non mi pare siano poi così fantastici come il ministro vantava, neppure dopo la correzione operata in questo post), resta da vedere se il lavoratore publbico passa da un'assenza poco giustificabile ad una presenza inutile, non necessariamente per colpa (solo) sua.Ma questo è un punto sul quale il ministro Brunetta ha sempre preferito sorvolare

Un sorriso senza rettifiche

 

Non capisco neppure cosa c'entrino le ferie, sinceramente. E' un equivoco che va avanti da tanto tempo (addirittura, all'inizio nel sito del ministero i tassi di ASSENTEISMO - concetto lievemente diverso da quello di ASSENZA - venivano calcolati includendo le giornate di ferie!!!).

 

è una logica puramente burocratica che si sposa con quella informatica.
Chi timbra in entrata segnala di esserci. In uscita segnala perché non ci sarà.

Se non lo fa ci penseranno altri ad imputare il codice che segnala perché uno non c'è per alcuni giorni. Ferie, malattia, maternità, permesso, missione, formazione ....

Poi i programmi accumulano dati ed altri burocrati li esaminano, come mesi di ritardo.

Cosa vuoi che possa scaturire da tutto questo?

Qui esaminiamo in dicembre 2009 i dati del 2008. Roba che forse non succende nemmeno nel Burundi.

Ciao,

Francesco

 

Non capisco neppure cosa c'entrino le ferie, sinceramente. E' un equivoco che va avanti da tanto tempo (addirittura, all'inizio nel sito del ministero i tassi di ASSENTEISMO - concetto lievemente diverso da quello di ASSENZA - venivano calcolati includendo le giornate di ferie!!!).

 

Dipende da cosa vuoi misurare.

Se ti interessa valutare i comportamenti degli impiegati hai ragione, se invece sei più interessato alla disponibilità di personale in ufficio ti interessa qualunque tipo di assenza.Se non lo sai nemmeno tu a priori, raccogli più dati che puoi e li classifichi in modo che chi li analizza possa decidere cosa contare e cosa no.

Mi sembra che sia un ennesimo caso in cui la percezione di un fenomeno diventi la cosa principale a cui dare importanza.

Come nel caso dell'inflazione "percepita" o della sicurezza "percepita", la realtà e le sue conseguenze sulla vita dei cittadini sono cose assolutamente secondarie.

 

i dati sono molto interessanti. ci dicono tre cose:

1) l'assenteismo per malattia si aggira attorno al 5%: un dato non altissimo, se utilizziamo la settimana di 5 giorni, se invece qualcuno ce l'ha di 6, allora si scende ancora un pochino. in ogni caso superiore rispetto al settore privato. siamo su livelli comunque contenuti.

2) un uso "improprio" della malattia (che è retribuita) in luogo dei congedi che sono pagati una miseria (il 30% solo se tuo figlio ha meno di 3 anni) o per niente (tutti gli altri casi). in questo c'è una scelta razionale e nessun incentivo a utilizzare lo strumento appropriato.

3) la formazione è quella pagata dal datore di lavoro o quella individuale a fronte di una richiesta di congedo?

grazie Mario

Non so se a qualcuno capita ancora di leggere questi commenti ma comunque mi va di aggiungerne uno anch'io, forse solo per sfogarmi. Sono un insegnante di scuola superiore, ho una bimba piccola e una moglie incinta in cassa integrazione, un mutuo da pagare, ho qualcosa di simile all'influenza (ieri sera avevo la febbre a 38,2), quindi probabilmente contagioso, non ho la possibilità di rinunciare a parte dello stipendio quindi vado a scuola con il rischio di contagiare i miei studenti. Siccome il caro ministro brunetta non ha il diritto di togliere soldi necessari alla mia bimba mi da la licenza di contagiare tutti i miei studenti, colleghi e tutti quelli che incontro?
Non so, se sì lo aggiunga come modifica della legge magari con decreto urgente o facendo uso della fiducia.
Se mai qualcuno leggerà questo commento, grazie di aver accolto il mio sfogo.
Firmato: un fannullone

 

Qualcuno lo legge. Brunetta, probabilmente no. Dubito Brunetta legga, in generale ...

Certo, li leggiamo questi commenti e li rilanciamo come esempio del modo illuminato in cui si fanno le regole in Italia: per prevenire l'abuso di qualcuno si complica la vita a tutti, con l'unico risultato di colpire chi e' onesto e consentire a chi e' disonesto di trovare ancora un altro modo per aggirare la regola e comunque cavarsela davvero con poco.

Segnalo sul tema assenze nella pubblica amministrazione l'articolo de lavoce.info:

ASSENTEISMO? IL CALO È REALE, di Alessandra Del Boca   e Maria Laura Parisi  06.07.2010

Da una veloce lettura appare che depurando altri effetti l'effetto netto delle norme di Brunetta sia un calo del 16-20% delle assenze nella pubblica amministrazione.

Sono interessanti anche i confronti con altri Paesi:

 

in Italia l’assenza media è minima, ma massimo è il differenziale tra pubblico e privato. (2) Le assenze basse riflettono lo stadio di sviluppo del mercato del lavoro, che tende a escludere le categorie più esposte al fenomeno (donne e anziani), la quota crescente di contratti non standard, il costo elevato delle assenze per il settore privato.

 

 

Da una veloce lettura appare che depurando altri effetti l'effetto netto delle norme di Brunetta sia un calo del 16-20% delle assenze nella pubblica amministrazione.

Espandendo l'intervallo di stime con quelle di Francesco D'Amuri (citato nell'articolo, lavoro che conosco bene e che mi convince in questa parte) la riduzione e' del 16-27%. Questo mi pare plausibile, per lo meno piu' plausibile del 40% inizialmente reclamato.