Dagli al comunista!

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Gianfranco Fini è oggi l'unica opposizione credibile al peronismo montante. Non a caso gli scherani ed i servi sciocchi del satrapo nazionale gli han dichiarato guerra. Prima domanda: come è possibile che questo compito ricada su Fini e non l'assolva l'opposizione "ufficiale"? Seconda domanda: perché mai, fra BS e GF, la destra italiana sceglie il primo, mentre il mondo (incluso il mondo di destra) ne ride (vergognandosene, se di destra)?

È oramai apparente che Gianfranco Fini sta prendendo sempre più le distanze da BS e dai suoi "seguaci" (virgolette obbligatorie quando i "seguaci" sono stipendiati da coloro che seguono) su questioni non tattiche ma di sostanza.

Solo negli ultimi mesi abbiamo notato che:

- Fini mantiene una posizione coerente sul referendum del 21 giugno, invece di imitare i ridicoli voltagabbana del leader del suo partito.

- Fini ha difeso in varie occasioni il diritto alla libera scelta ed alla libertà di coscienza su questioni attinenti alla riproduzione, la cura dei malati terminali, la ricerca che usi cellule staminali e così via. Insomma, ha difeso libertà individuali elementari.

- Attraverso la Fondazione Fare Futuro, ed in particolare attraverso il periodico web-based della medesima, sembra voler fomentare la costruzione di una cultura di destra italiana che vada al di là del populismo xenofobo dei leghisti e delle volgarità da bordello su cui BS galleggia.

- Fini sembra essere l'unico uomo politico italiano a cui sia rimasto un minimo di senso dell'onore, della dignità nazionale e di senso delle istituzioni. Dignità che manifesta, per esempio, rifiutando d'inchinarsi (come svergognatamente fa tutto il resto, incluso il patetico D'Alema che "passa a salutarlo"!) al cospetto di uno squallido criminale quale è il signor Gheddafi.

- Fini sembra anche essere l'unico a continuare a pensare che l'Italia abbia bisogno di riforme economiche sostanziali (anche se non troppo liberiste, ma questo è un altro discorso) e che alcune di esse dovrebbero basarsi sui - banali per noi, ma marziani nel Bel Paese - suggerimenti di Mario Draghi.

- Più in generale, ma su questo tornerò in un post separato, Fini sembra l'unico leader autorevole che, da destra, ancora insiste sulla necessità che siano la morale ed una minimamente condivisa nozione di "interesse pubblico" a guidare l'azione del politico.

Che Fini senta il bisogno di ricordare cose tanto elementari è, da un lato, segno dei tempi che il paese vive e, dall'altro, indice che l'uomo è evoluto per davvero rispetto a vent'anni orsono. Me ne rallegro, ma non è questo il punto. Il punto sta nelle due domande che ho fatto inizialmente.

Fini è oggetto, da mesi, di attacchi personali, tanto violenti e vuoti quanto volgari, da parte di svariati "giornalisti" ed "esponenti" del PdL. Non lo hanno ancora chiamato "traditore" ma è solo una questione di settimane. Esempi non ne metto, per non perdere tempo e perché sono ovunque, ma se proprio ce ne fosse bisogno li metterò. Ciò che caratterizza tali attacchi è la loro natura ad personam, il rimprovero di molestare il "conduttore" e la completa assenza di argomenti sostanziali a loro sostegno. Non vedo da nessuna parte una discussione sui temi, i contenuti, gli atti politici, la cultura che la destra italiana dovrebbe esprimere o le politiche che dovrebbe praticare. Conclusione: il popolo a cui il "P" in PdL si riferisce ritiene, evidentemente, che il "conduttore" sia intoccabile e che le cose che Fini ricorda e dice siano irrilevanti.

Tutto questo avviene mentre l'opinione pubblica della destra non italiana, dal WSJ a El Mundo, dal Times a Le Figaro descrivono BS per quello che è, vergognandosene e manifestando un misto di indignazione e disprezzo. Domando: tutto un complotto comunista? Davvero nella destra italiana si pensa che sia così che si cambia il paese e ci si riconquista un "posto al sole"?

L'opposizione "ufficiale", sia essa PD, IdV o (mi sto stirando assai, lo so) i vari "sinistri inutili" e persino l'UDC, non esprime alcun contenuto. Di costoro non so più che dire, semplicemente perché non dicono nulla. Pur avendo davanti altri quattro anni (almeno, saranno di più) di governo BS non provano nemmeno a ricominciare da capo, ad elaborare contenuti, a produrre cultura, a discutere di "quistioni", a cercare di capire la crisi italiana e quali risposte possano aggregare nel paese una maggioranza sociale capace di tirarlo fuori dal declino fangoso su cui scende sempre più velocemente.

Di nuovo, anche questo mi sorprende poco - "anche", nel senso che di certo non mi sorprende quanto gli scherani di BS stanno dicendo di Fini. Da due decenni, la mia considerazione dei gruppi dirigenti delle entità di sottogoverno che hanno partorito PD e cianfrusaglie varie è così bassa che da costoro mi aspetto sempre il peggio - esempio, la reazione di questi minus habens alla boutade di BS sulla necessità di ridurre la dimensione dei due rami del parlamento: si può essere più dementi e più ossessionati dalla difesa delle poltrone e dei salari della combriccola? La mia domanda è rivolta, retoricamente, ai gruppi sociali ed alle organizzazioni della società civile che si sentono da costoro rappresentati: vi è qualche limite al vostro masochismo? Quanto in basso siete disposti a scendere?

Questo chiedo ai due popoli d'Italia, quello di Destra e quello di Sinistra: possibile che solo Gianfranco Fini, assieme a pochi altri ed isolati individui, sia rimasto in piedi a cercare di pensare alla politica come un metodo per risolvere i problemi reali della gente, controllare la violenza sociale, generare opportunità di convivenza fra diversi, elaborare valori comuni, creare condizioni per il benessere economico dei più?

Davvero siete oramai tutti convinti che la politica altro non sia che uno strumento per acquisire quante più possibili Noemi, o Marianne, con le quali dimenticare temporaneamente la propria impotenza?

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Commenti

Ci sono 123 commenti

Premesso che bisogna accontentarsi degli uomini che ci sono, ho qualche perplessità a seguirti su un punto: come argine alla mignottocrazia mi sembra http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/cronaca/vittorio-emanuele-2/daniela-fini/daniela-fini.htmldebole.

In compenso aggiungo un punto: da anni ha assunto una posizione ragionevole sull' immigrazione,seppur a fasi alterne.

Eh, Marcello, fosse solo quello!

Io pure spero nelle cose im cui sembra sperare Mich., ma quando pure assento alle parole di Fini, mi chiedo sempre se esse non siano motivate da ragioni tattiche assimilabili a quelle che oggi fanno dire a BS che non appoggerà il referendum. Dinnanzi a questo dubbio, di essere di fronte ad un tatticismo manifestato sia da Fini che da BS, mi chiedo perchè fidarmi di uno e non dell'altro: forse perchè uno di loro, in questo frangente, dice cose che mi piacciono?

Secondo me, per valutare davvero Fini bisognerà attendere la fine del suo mandato come presidente della Camera: è evidente che oggi, allo scopo di accreditarsi come rappresentante istituzionale super-partes, assume molto seriamente le sue attribuzioni...ma da qui a dire che sarà davvero un'alternativa a BS, non ci giurerei. Anzi, a giudicare dalle vicende di pochissimo tempo fa ("siamo alle comiche del finali"; con accettazione della candidatura alla camera proprio dall'istrione di quelle comiche) sembra di capire che dobbiamo guardarci bene le spalle. Per questo motivo, la frase di Michele

Gianfranco Fini è oggi l'unica opposizione credibile al peronismo montante.

mi sembra un'esagerazione...anche se l'Economist di una settimana fa diceva cose simili.

 

Non intendo certo trasformare GF in una specie di eroe, grande statista o cose del genere. Infatti, proprio lì sta il paradosso e la tragicità della situazione, ossia che uno abbastanza modesto, anche se evolutosi nella direzione giusta, oggi possa apparire come l'unica opposizione credibile, l'unico che a destra cerca di costruire una cultura di destra degna del nome "cultura" e capace di confrontarsi con i problemi reali.

Per quanto riguarda la signora No. 2, in effetti al suo apparire non mi sembrò di alta qualità; di certo sembrava venire da mondi, e segnalare stili, poco raccomandabili. Ma, anche qui, va detto che la signora è sparita nell'ombra (cosa adeguata), si fa gli affari suoi ed evita, per quanto ne so, di usare il potere del consorte onde esibirsi in pubblico e dedicarsi ad affermazioni ed attività improprie. Altro punto a favore di GF.

 

Sono d'accordo con le opinioni espresse da Michele Boldrin. Per valutare la posizione di Fini, che personalmente ritengo persona e politico degno di tale nome anche se non ne condivido le scelte, bisogna ricordare le analisi di Montanelli, uomo di destra, di formazione liberale risorgimentale; per lui esistono in Italia due destre, quella di ispirazione giolittiana, liberale, che accetta il riformismo pur avendo combattuto sempre la sinistra e rifiuta il totalitarismo, e quella incline all'autoritarismo, per la quale conservare il sistema vuole dire usare il manganello. Fini appartiene alla prima e lo ha dimostrato con la svolta di Fiuggi e con il richiamo a parole ormai desuete come moralità e senso dello stato; purtroppo ha sottostimato la seconda, alleandosi con essa fin dalla "storica" discesa in campo di BS, forse pensando di poter guidare il fenomeno nascente senza farsi travolgere da esso. Non ha riconosciuto che oggi il manganello è il tubo catodico in tutte le sue espressioni. Come la vecchia DC ha creduto di potersi appoggiare al potere mafioso per usarlo, ritenendolo un fenomeno quasi folcloristico di sprovveduti picciotti in coppola e lupara da manovrare a piacere. Con la conseguenza di esserne invece dominata e di aver aperto la strada alla sistematica occupazione mafiosa del potere politico e alla corruzione di ogni rapporto istituzionale, a livello sia centrale che locale.

Se Fini continua l'alleanza con questa destra e con la demenziale propaganda leghista per motivi di opportunità politica (per arginare quale pericolo di sinistra?) finirà per esserne travolto e per spalancare definitivamente la porta a questa nuova versione della politca del manganello. Anzi, forse il danno è già fatto.

Se Fini non si alleava con Berlusconi nel '94 a quest' ora era l' equivalente di Pino Rauti.E' stata una scelta obbligata per uscire dalle catacombe.

Fini soffre dopo esser stato fagocitato nel PDL. Soffre ma allo stesso tempo spera di essere il successore di Berlusconi se quest'ultimo dovesse cadere in via anticipata o comunque a scadenza. Si prepara e cerca di smarcarsi. Onorevole ripensamento, seppur tardivo? Difficile dimenticare chi ha fatto leggi tipo Bossi-Fini (già una bella associazione) o chi ha deciso effettivamente di scioglersi in PDL piuttosto che allearsi in UDC dicendo no a Berlusconi. Troppi galli in Italia.....Le idee di Fini (ex. MSI) sulla legalità e sul sociale sono scomparse, fagocitate. Ma quale opposizione? Quando si sale al potere con un bandito si è banditi e si ha paura poi di perdere il posto o si vuole prendere il posto del bandito principale. Non mi pare che Fini faccia certo meglio di una certa opposizione, ma certo frena il Berlusconismo e questo é già qualcosa, salvo poi sperare che non ne prenda il posto...Certo dell'Italia sembra non freghi nulla a nessuno o a troppo pochi. Oramai abbiamo un'opposizione extraparlamentare di origine estera importante, perché?

Tutto sembra tornare, però se l'uomo è mosso da tanta moralità e senso dello Stato non capisco perchè abbia accettato di fondersi con PDL, perchè voti il Lodo Alfano (o la ex Cirielli o la Salva Previti e via vomitando) e la limitazione delle intercettazioni, senza scomporsi.

Con la stessa grazia, abbatte le già scarse lenzuolate libereste di Bersani, mentre difende a spada tratta l'onore dei taxisti.

Il giorno in cui farà il grande passo, qualcuno se ne ricorderà?

 

PS: scrive Fini: "La via da percorrere, casomai, è quella di una maggiore libertà contrattuale sul piano territoriale e aziendale, che consenta alle parti sociali, fatte salve condizioni e garanzie irrinunciabili di base, di legare le retribuzioni ai livelli effettivi di produttività e alla disponibilità di manodopera, indipendentemente dalla collocazione territoriale delle imprese."

Ma la "libertà contrattuale sul piano territoriale" non serve proprio a differenziare in base alla collocazione territoriale?

 

 

Ma la "libertà contrattuale sul piano territoriale" non serve proprio a differenziare in base alla collocazione territoriale?

 

Si, ma senza imporlo dal centro come si propone di fare con le "gabbie salariali".Far trattare i sindacati pugliesi con la confindustria pugliese (o i singoli lavoratori/imprese) è ben diverso dal decidere a Roma che i metalmeccanici pugliesi debbano guadagnate il 5% meno dei lombardi.E' decisamente preferibile lasciare che siano le parti interessate a trovare un'accordo.Sarebbe auspicabile un meccanismo diverso per i dipendenti pubblici, per evitare di aggravare la corsa al pubblico nelle regioni povere.

un bell'articolo.

condivido quasi tutto, anzi tutto.

solo vorrei fare un appunto, l'uomo secondo me non è maturato negli ultimi 20 anni.

era già maturo 20 anni fa e quando andava a raccattare voti nei "circoletti" di estrema destra.

 

Che adesso si prepari alla poltrona di presidente della repubblica?

Come si dice: "Piuttosto che niente, meglio piuttosto"

Il GF non era quello che qualche anno fa diceva che i maestri gay devono essere licenziati e che andava alle manifestazioni a difesa della famiglia mentre la sua amica stava partorendo?

In ogni caso avrà fatto un semplice calcolo. La salute non gli manca, (è un bravo sub, anche se va nei posti vietati con la scorta della Guardia di Finanza) avrà cosa 55-58 anni? ovvero una quindicina meno di SB? Deve solo da aspettare (e costruirsi e gestirsi un dignitoso curriculum): se il PDL post Berlusconi riesce a perdere contro il centro sinistra le elezioni del 2013 (o del 2018), si sta adeguatamente preparando per fare il Capo dello Stato. Se il PDL (o come cavolo si chiamerà tra 4 o 9 anni) vince, il posto da Presidente del Consiglio (tutto sommato anche con un certo merito) è suo.

 

In effetti oltre a BS che è in là con gli anni, ha avuto un cancro ed ha un pacemaker, c'è anche Bossi che non è esattamente il ritratto della salute.

Ho fatto un ragionamento sul presidente Fini: sono stato iscritto per due anni ad AN (sono entrato con idee pseudo-fasciste e ne sono uscito con idee liberali-liberiste) e, nel procinto di passare al PdL, ho ragionato bene sulle figure politiche di questo "partito" e ho capito che se non ci fossero Fini e gli ex Riformatori Liberali (o esistono ancora?) non riuscirei a stare in questo miscuglio gaullista. Il ragionamento che ho fatto sul presidente della camera è questo. Penso di aver capito che lui non è altro che l'esempio vivente di cosa bisogna fare per poter portare avanti le proprie idee politiche ai vertici (a meno che non si abbia una montagna di soldi). Lui, sin da quando era delfino di Almirante aveva le stesse idee che esprime adesso, e ha aspettato di diventare capo per esprimerle (da qui la nascita di AN, la nascita di una nuova destra). Peccato che sia venuto BS a guastargli le cose, e allora ha pensato bene di allearsi con lui in attesa di tempi migliori: se l'è lavorato, ha ottenuto il suo posto istituzionale che gli ha permesso di essere super-partes e ora può tranquillamente esporre le sue idee senza essere troppo attaccato in quanto una delle quattro figure istituzionali più importanti. Ovviamente potrebbe essere stato tutto il contrario, ma spero di no se no sarei veramente nella pupù.

 

Lui, sin da quando era delfino di Almirante aveva le stesse idee che esprime adesso, e ha aspettato di diventare capo per esprimerle (da qui la nascita di AN, la nascita di una nuova destra).

 

Non credo proprio che sia esatto affermare che negli anni '80 aveva le stesse idee di oggi. Per fare un esempio noto, nel 1992 e poi nel 1994 affermo' che Mussolini era "Il più grande statista del secolo" (wikiquote), mentre in tempi recenti afferma di non condividere piu' quell'affermazione.

Non cercare di capire cosa pensano i politici, ma cosa hanno intenzione di fare e quali interessi vogliono rappresentare.

Anche perchè in gran parte si tratta di consumati attori che recitano una parte, ben disposti a cambiare il copione al volgere del vento.E poi quasi tutti cambiano nei decenni.

I Riformatori Liberali sono diventati Libertiamo...

Mah, io la vedo assai diversamente. Secondo me l'atteggiamento attuale di Fini rappresenta la vittoria finale di BS: siamo in una situazione in cui l'unica opposizione e' quella interna al suo partito. Sui media, il PdL controlla sia maggioranza che opposizione. Le critiche di Fini sono solo su argomenti generici, ma mai su argomenti concreti, dando la percezione di un dibattito interno in cui cose sono anche dette cose non dico sensate, ma non folli. Il suo iper-istituzionalismo serve a controbilanciare il fondamentale atteggiamento anti-istituzionale di BS, a dargli una base (per l'elettore di riferimento) di serieta', togliendo la paura che il buffone esageri grazie ad un controllo interno al partito.

Non voglio dire che il tutto sia orchestrato, ma voglio dire che il tutto non va contro BS, anzi. (Ma forse son io che son prevenuto: l'idea di uno che a 40 anni mi dice che Mussolini era un grande statista...beh, non lo associo a rivoluzioni politiche-culturali che mi possano interessare, soprattutto se parliamo di economia. La sensibilita' liberale, ed il buon senso, non si acquisiscono cosi', almeno non negli anni 90. Non parliamo poi dell'uso del termine "intellettuale"...).

 

Mussolini era un grande statista.

 

Vedi, il problema è che Mussolini lo era, come lo è BS. La sinistra italiana - da sempre convinta (erroneamente) di avere il monopolio sia dell'IQ che della cultura e delle conoscenze - continua ad assumere che i suoi avversari siano dei dementi. Non sono dei dementi, sono molto intelligenti. Alcuni, ti svelo un segreto, hanno pure studiato (non è il caso di BS, ok, ma BS non è l'unico avversario che avete di fronte, figlioli.) Spesso (non nel caso di BS, ma in altri casi sì) hanno pure "ragione" nel senso che hanno operato per favorire lo sviluppo economico ed il benessere degli italiani, mentre le politiche che la sinistra aveva proposto avrebbero sortito effetti opposti. Ma non divaghiamo. Il punto è che la sinistra NON HA e non ha MAI avuto il monopolio del senso dello stato, della capacità di governo, della comprensione del mondo e della capacità d'intendere le cose. Tutt'altro, infatti.

Mussolini era un grande statista, che modernizzò un'Italia che non riusciva ad uscire da una condizione pre-industriale. Mussolini costruì l'identità italiana così come la conosciamo oggi, sia culturalmente, che economicamente, che "statalmente": la struttura dello stato italiano che oggi avete di fronte viene dal ventennio, sopra ci hanno "appiccicato" gli organi repubblicani, ma la struttura interna è quella di Mussolini! Prima di lui solo Cavour e Crispi furono di statura comparabile come statisti di fatto (non "in teoria", che in teoria magari Mazzini era un grande ...). Questo non implica che Mussolini fosse un uomo speciale; spesso quello che si riesce a fare come "statisti" dipende dal caso, dalle circostanze, dai collaboratori, da mille cose. Ma i fatti son fatti. L'Italia contemporanea è ancora, in grossa parte, l'Italia che Benito Mussolini ha definito durante il ventennio. BS parte da lì per ridefinirla a suo modo, secondo i suoi valori, secondo i suoi interessi e quelli dei gruppi sociali che rappresenta. A differenza dei vari Prodi, D'Alema, Veltroni e via dicendo, lo sta facendo.

Il problema che la gente "di sinistra" deve porsi, visto che vuole far politica e non gradisce BS, è quale progetto d'Italia vuole contrapporre a quello di costui. Con limiti enormi e tentennamentei, GF questo problema sembra porselo: il problema NON È se vi (mi) piace o meno. Personalmente lo trovo ancora troppo vago ed impreciso, oltre che "socialista" nel senso italiano del termine, per condividerlo. Ma non è questo il punto: il punto è che GF ci sta provando e per questo è oggetto di attacchi da dentro il PdL!

All'opposizione, invece, NESSUNO CI STA NEMMENO PROVANDO! Ecco il punto su cui volevo far(vi) riflettere. Ma vi volete decidere di dare un calcio in culo ai vostri capi e cominciare a costruire un progetto d'Italia che abbia un minimo di possibilità d'essere preso in considerazione dalla maggioranza dei vostri concittadini?

Meglio che sia un progetto ben definito, pratico, italiano (non scopiazzature di obamismo un giorno e clinton-blairismo un altro!) e che, soprattutto, parta dall'Italia materiale che c'è ora, quella che esiste, quella fatta dai 60 milioni che oggi vivono lì. Smettendola, tanto per usare l'esempio di una signora molto radical-chic e molto emancipata, di postare su Facebook (una vera miniera antropologica) cosine di questo tipo:

 

Italy se sei Magic facci sparire 'sto governo e tutti gli stronzi che lo hanno votato!

 

 

Secondo me l'atteggiamento attuale di Fini rappresenta la vittoria finale di BS: siamo in una situazione in cui l'unica opposizione e' quella interna al suo partito.


Insomma se anche vuoi votare contro SB devi votare per SB. Bellissimo.

 Michele, ti prometto che non parlerò più di economia se tu mi prometti di non parlare più di storia

i) l'Italia nel 1913 era già sulla via dell'industrializzazione, e lo stato liberale funzionava benissimo

ii) in particolare, se ti riferisci all'industria pubblica ed all'IRI come esempio di modernizzazione, l'idea fu di Beneduce (notoriamente socialista e poi nittiano). Mussolini semplicamente gli fece fare quello che voleva perchè era terrorizzato dal possibile fallimento della COMIT e del CREDIT

iii) l'unica aggiunta "fascista" fu lo stato corporativo, che per fortuna non divenne mai operativo. L'impianto liberale rimase fino alla costituzione delle regioni (1970) 

iv) il più grande statista italiano fu Giolitti. Non a caso durante il suo governo (con interruzioni) l'Italia ha avuto il periodo più lungo di crescita e modernizzazione fino al miracolo economico

 

 

 

l'Italia nel 1913 era già sulla via dell'industrializzazione, e lo stato liberale funzionava benissimo

 

Non condivido questo giudizio, lo Stato liberale non funzionava per nulla bene per quel poco che so:

  • c'era una media di un governo all'anno, come ai tempi del pentapartito e del consociativismo
  • la compravendita dei voti era gia' avviata, i voti dei possidenti meridionali venivano "comperati" allentando i controlli fiscali e rinviando alle calende greche la perequazione degli estimi catastali (come Turati stigmatizzava)
  • gli scandali coinvolgenti parlamentari fino ai massimi livelli (come quello della Banca Romana) sono iniziati presto
  • il sentimento delle masse popolari oscillava tra indifferenza, ostilita' e disprezzo
  • i prefetti controllavano le elezioni e indirizzavano i voti
  • c'erano regolarmente elezioni invalidate per scorrettezze specie sul voto degli analfabeti, e molto italianamente di regola il Parlamento approvava le elezioni contestate della maggioranza e annullava quelle della minoranza
  • era stata approvata una politica di protezionismo sia industriale che agricolo: sono stati governi liberali a porre le basi dell'Italia di oggi, sia riguardo la collusione tra Stato e grandi imprese del Nord sia riguardo la complicita' dello Stato sull'evasione fiscale di massa nel Sud

Se lo Stato liberale avesse funzionato molto bene non credo avrebbe potuto affermarsi il Fascismo.

 

Giovanni, tesoro, mi fai piu' ignorante di quello che sono. Considerati autorizzato, comunque, a parlare di economia quanto vuoi (macedonie incluse) perche' non ho intenzione di smettere di parlar di storia ...

Io capisco che, da buon liberale, tu abbia una certa nostalgia per lo stato liberale italiano pre prima guerra mondiale, ma il fatto e' che il medesimo, in Italia, fu un fallimento che porto', appunto, ai disastri della prima guerra ed a quelli che immediatamente la seguirono, regime fascista incluso. L'Italia giolittiana forse era sulla via di tante belle cose, peccato che la via fosse ancora in costruzione: frano' e venne definitivamente cancellata dalla prima guerra mondiale.

Come ho detto, e ripeto, sara' stato per caso (infatti, credo proprio che SIA stato per caso) ma il processo di industrializzazione avvenne sotto Mussolini, non sotto Giolitti. Che "l'idea IRI" fosse di Beneduce e' irrilevante al dibattito in questione. Certo che lo era, in parte, ma cio' che conta e' che la cosa si fece finche' comandava Benito e perche' a costui andava bene. Il capo era lui, non gli fosse andato bene l'IRI, non sarebbe successo: i motivi delle azioni sono rilevanti per certi argomenti (quelli che studiano l'intenzionalita' ed i meccanismi causali) ma non sono rilevanti nelle constatazioni ex-post. Qui mi sto occupando di constatazioni ex-post: a Nixon, son certo, non piacevano i comunisti vietnamiti e cinesi, ma dal Vietnam e' uscito lui ed a Beijing e' andato lui, non Johnson! Stiamo confrontando cosa venne e cosa non venne fatto sotto questo o quell'altro leader politico, non stiamo dando i premi alle idee. La proprieta' statale dei mezzi di produzione se la invento' (anche) Karletto, ma fu Vladimiro a provarci per primo: ragione per cui Lenin fu un rivoluzionario ed uno statista, mentre Marx rimase un filosofo. Io non sto dando pagelle e voti di approvazione, sto constatando quando successero o non successero certe cose.

La tua terza affermazione proprio non e' corretta, ma vista l'ora ti chiedo venia e mi limito solo ad alcuni esempi. Sul perfetto funzionamento dello stato liberale ha detto Lusiani e, se vuoi, ci roviniamo a citazioni opposte da lunedi' in poi. Sul corporativismo (che, di nuovo, non e' che lo invento' Benito ma, come dire, resuscito' dalle ceneri medievali non ancora spente) idem, assieme al fatto che mi sembra ben vivo e vegeto, il corporativismo intendo dire, non Benito; lui fu appeso per benino ma tardino. Il codice penale (Rocco), il sistema di istruzione pubblica (Gentile), la riforma amministrativa (1927-28 o giu' di li'), la regolamentazione della Corte dei Conti e delle magistrature centrali (tra 1932 e 1934, vari Real Decreti), i Patti Lateranensi e la "riconciliazione" fra stato italiano e chiesa cattolica (con il ruolo che questa incomincio' a giocare ed ancora gioca ... ), la RAI e Cinecitta', ... persino la riorganizzazione delle provincie e del ruolo dei prefetti oltre a quella dell'esercito. L'elenco mi sembra alquanto lungo e quasi tutta questa paccottaglia e' ancora con noi. Come on! Dopo 60+ anni, SESSANTA, di repubblica "antifascista" 2/3 delle istituzioni dello stato italiano hanno ancora la forma disegnata durante il ventennio e la "cultura popolare" idem, come i fatti recenti dimostrano (solo che ora invece di "conquistare" la Libia, la classa politica italiana bacia i piedi al pazzo che la controlla e che il buon Ronnie, per somma sfiga, non fece fuori quella notte del 1986 ...).

Le cose che dice Alberto Lusiani, poi, le condivido. Io NON ho detto che Mussolini fece dell'Italia una potenza industriale, ho detto che "la fece" (relativamente) di piu' di quanto l'avessero fatta i suoi predecessori. In particolare realizzo' (magari anche grazie a quelle due prime coppe del mondo di calcio ...) una forma di unita' nazionale a livello popolare, che sino ad allora era fallita. Poiche', per questioni del tutto personali, l'idea di "Italia" non la trovo poi cosi' geniale, non ci metto un personale segno + davanti a questo risultato. Ma la maggioranza la pensa diversamente da me, quindi metto questo risultato in conto al duce no. 1.

Cerchiamo di capirci ed evitiamo di ragionare stile BS. Il fatto che Mussolini sia stato un "grande" statista vuol solo dire che sotto il suo regime l'Italia e' cambiata radicalmente e che molti di quei cambiamenti permangono. Questo non implica che siano "buoni" e mi piacciano, implica solo che sono riusciti e definiscono (in parte, ma una parte grossa) il paese nel quale ora vivete ed io vengo in vacanza. Insisto, se ragionassimo come BS - a cui Gheddafi sembra un genio perche' e' rimasto al potere per 40 anni (con il quale criterio non so cosa pensi di Fidel o della dinastia al potere in Korea del Nord: che dopo Putin, Gheddafi e Chavez siano questi i suoi futuri amiconi all'estero?) - arriveremo a dare giudizi di valore, cosa che non sto facendo. Sto solo facendo delle banali constatazioni, senza alcun giudizio di valore su Mussolini e tutto il resto.

 

Mi sembra ci sia un equivoco.

La differenza tra GF e BS e' funzionale all'alleanza, tanto quanto quella tra Bossi e Berlusconi.

Ciascuno dei tre riesce ad intercettare numerosi voti che mai potrebbero confluire sugli altri due, e governano insieme felici e contenti. Anche se ogni tanto fanno qualche sceneggiata: succede in tutte le coppie, figuriamoci in questo bizzarro menage a trois.

Che poi, tra i tre, Fini sia quello che ha maggiore speranza di essere apprezzato da un cittadino mediamente colto e capace di ragionare con la propria testa, questo e' un altro discorso.

La verita' -pero'- e' un'altra: in Italia nessuna forza (o coalizione) e' mai stata coesa. Dalla DC delle correnti, al pentapartito, al Berlusconi1, ai governi suicidi del centrosinistra: l'azione di governo e' sempre stata costellata da bisticci, compromessi, alleanze e pugnalate alla schiena.

Insomma: nulla di nuovo sotto il sole.

Ciao,

Carlo

 

Troppo facile vivere di rendita buttandosi nel partito del predellino dicendo sì al grande capo e poi provare a smarcarsi quando ormai si è persa ogni dignità politica. A questo punto capisco chi dentro al PDL fa a gara per dimostrarsi più servo degli altri. Almeno quelli li capisco, conosco la legge del clan e la rispettano. Molto più dignitosa la scelta di Casini e di chi l'ha seguito rinunciando a posti e poltrone pur di preservare un minimo di dignità.

Mah io credo invece che Casini abbia fatto i conti malissimo: pensava di diventare l'ago della bilancia e si e' sbagliato. Gli e' andata bene, per pochi voti faceva la fine di Bertinotti & Co.

L'articolo di Michele è interessante. Sono d'accordo che ci stiamo accontendando veramente di poco, se basta dire cose di buon senso per elevarsi sopra la media. Purtroppo in Italia non sembrano esserci molti partiti con una visione organizzata del paese per il futuro. Piuttosto si naviga a vista e si fa tanto chiasso.

Sono anche d'accordo che ci sia un grosso problema con l'opposizione. Forse per la propria storia, il centro sinistra non è abituato a partire dai fatti e a lavorare in maniera pragmatica. C'è intolleranza e supponenza, ma non mi pare che sia stato risolto un problema "ideologico" non da poco: come si pone il centro sinistra rispetto al capitalismo contemporaneo. Così anche da quelle parti si naviga a vista: quando era di moda la meritocrazia e il liberismo di sinistra, si facevano timide aperture in materia. Ora che il libero mercato non tira più, non ci si fanno problemi a rinnegarlo, senza però dire con cosa lo si vuola sostituire.

Poi la mancanza di un confronto sui programmi ha un costo opprtunità: a forza di parlare del nulla, si finisce per non prestare tempo e attenzione per sviluppare le riforme e i cambiamenti di cui l'Italia avrebbe bisogno. Di per sè già solo questo sarebbe un problema complesso e niente affatto scontato. Di fatto i partiti Italiani hanno scelto di non pensarci e di non discuterne.

In ogni caso ho due pensieri in testa.
Il primo è un terribile dubbio: non è che sotto sotto cerchiamo di scorgere un disegno in quello che fa Fini perché abbiamo un dannato bisogno di credere e sperare che le cose un giorno cambieranno in meglio? In altre parole, ho il legittimo sospetto che potremmo stare cercando di illuderci, perché la nostra natura di uomini è fatta così e cerca di addolcire la pillola per farci vivere meglio. D'altra parte i fatti dimostrano il contrario: da quando è iniziata la seconda Repubblica, mi sembra che l'azione e i costumi dei governi siano andati sempre peggio. Per esempio il centro destra anni fa aveva fatto alcune riforme, come la legge Biagi, una riforma positiva, ma incompleta. Oggi balza alle cronache per aver abolito la concorrenza per salvare l'Italianità di Alitalia e per aver promosso, incentivato e formato una classe politica di yes-men. Per esempio il centro sinistra, un tempo aveva centrato l'obiettivo di portare l'Italia in Europa. L'ultima parentesi di governo ce la ricordiamo invece per aver abolito la riforma delle pensioni, abbassando l'eta pensionabile, e per l'esecuvito più numeroso della storia repubblicana, non per numero di leggi o meriti, ma per numero di ministri e sottosegretari.

Il secondo pensiero riguarda invece tutti gli Italiani. Fino a che punto questa classe politica è rappresentativa degli Italiani? Io sono convinto che ci sia una parte del paese che è produttiva e trainante (e.g. molto piccole e medie imprese) e che era responsabile di quel poco di crescita che avevamo fino a prima della crisi. Allo stesso modo penso che fare le riforme e tollerare l'inefficienza di buona parte dell'Italia riduca la ricchezza e il benessere complessivi del paese (the size of the pie). Perché la parte buona dell'Italia accetta tutto questo e fino a che punto sarà disposta a sopportare?

 

Discussione centrata sulla diffidenza verso GF e sulla famosa frase "Mussolini = grande statista" - diffidenza che ritengo almeno in parte ingiustificata.

Anche i bambini rispondono che GF e' "SEMPLICEMENTE UN LEADER".

In quest'ottica la sua  la reputazione (condotta degli anni passati) non significa nulla, perche' quella condotta politica aveva come obiettivo non un ideale ma semplicemente la conquista del potere. Cio' che conta, dunque, e' capire perche' sta agendo in questo modo.

1. Per diventare il prossimo candidato alla presidenza della repubblica?

2. O Perche' crede che le qualita' che sta esprimendo siano utili per diventare il prossimo leader della destra?

Per quanto assurda, la seconda ipotesi mi pare verosimile. E' altamente probabile che il successore di BS avra' solo una frazione del suo potere. Quindi non sara' in grado di comportarsi come uno zuzzurellone irresponsabile, e GF potrebbe aver concluso che per prevalere serva la credibilita' e la correttezza di un uomo di istituzioni.

In questo modo, non solo si eviterebbe una svolta dittatoriale (INEVITABILE se le cose continuano come stanno andando) ma verrebbe spazzata via anche la concorrenza dell'UDC. 

I vantaggi all'economia e alla societa' italiana - e' forse inutile specificalro -sarebbero solo un effetto collaterale di tale nuovo corso.

Fini sembra l'unico leader autorevole che, da destra, ancora insiste sulla necessità che siano la morale ed una minimamente condivisa nozione di "interesse pubblico" a guidare l'azione del politico.

Sara', Michele, ma a me che Fini vada con la sua bella e i suoi amici a fare immersioni dove e' vietato utilizzando una barca dei vigili del fuoco proprio non va giu'. Chi guida le istituzioni non puo' permettersi ne' di commettere una "colpevole leggerezza" ne' soprattutto di definirla tale. Aspetto forse piu' importante, l'uomo e' pagato abbastanza da poter pagare come tutti per i propri hobby: se Mastella e' fetente perche' va a vedere la Formula Uno col volo di stato, allora fetente e' anche Fini che va a fare immersioni con la barca dei vigili del fuoco.

Quello che ci insegna Axel per i magistrati si applica anche, per altro verso, ai politici: in fatto di interesse pubblico devono non solo essere ma anche apparire al di sopra di ogni sospetto.

 

Concordo sull'ultima frase, salvo che come ho detto altrove non si puo' mettere sempre i problemi sullo stesso piano: un bandito politico che ruba non é uguale a un magistrato che anche emette brutte sentenze ed é politicizzato!!! Purtroppo in Italia nel dibattito politico e pubblico non si fa più distinzione e nessuna priorità viene data alla soluzione dei problemi. E si tende a far diventare il magistrato politicizzato simile al bandito.

Essendo l'unico fesso di questo blog che ha votato PD alle ultime elezioni (quelle europee) mi sento chiamato in causa.

Penso che Michele abbia ragione, GF in questo momento sembra l'unico politico che parla di cose altamente condivisibili, anche se non c'è ancora una chiara strategia (come indicato anche da Mario Seminerio), però ( e il però ci vuole) non dobbiamo dimenticare che è l'eterno secondo di BS, e forse parla così perchè vuol dire "ehi ci sono anche io !" E questa sarebbe una strategia, politica per l'appunto.

Però a me interessa l'altro punto sollevato da Michele:

 

La mia domanda è rivolta, retoricamente, ai gruppi sociali ed alle organizzazioni della società civile che si sentono da costoro rappresentati: vi è qualche limite al vostro masochismo? Quanto in basso siete disposti a scendere?

 

E rispondo solo su questo.

Quale è il limite al mio masochismo ? Non lo so, aver sopportato Vincenzo Visco e le sue follie, insieme a TPS mi sembra già un buon limite, mi sembra che un pò siamo risaliti, anche se poi la proposta di DF sui redditi alti mi ha lasciato senza parole. Comunque quello di VV è il mio limite: un'altra proposta sulla burocratizzazione (elenco clienti-fornitori, studi di settore penalizzanti, etc., etc.) delle aziende e salto il fosso. Convinto.

Quanto in basso sono diposto a scendere ? Più in basso di così ? Senza una proposta politica, senza un programma ?

So di essere un fesso convinto, ma penso tutt'ora che solo la massima libertà (individuale e di impresa), solo il mercato (quello vero, non quello delle vacche) sono la vera espressione di una possibilità di un mondo un pelino più giusto, in cui ognuno riceva secondo i suoi meriti, e non secondo i suoi bisogni, o la discendenza,o l'appartenenza politica , o sociale.

That's all.

Si potrà anche aver ragione su Fini, ma la constatazione o non serve a nulla o é periclosa perche tende a legittimare quelli al potere in questo momento, tra i quali c'é anche Fini mischiato ai banditi della PDL.

Proviamo a porre una domanda diversa: ci sono più margini di "miglioramento" o cambiamento di rotta del paese e della società ne gruppo attuale al potere o l'altro menzionato? Quanto in basso sono diposto a scendere ? Più in basso di così ? E' proprio vero....

 

Marco, visto quello che scrivi su VV e sull'importanza della libertà, perché hai votato PD?

E poi, cosa faresti se si superasse il limite?

onestamente penso che su Fini pendano altre colpe, come ad esempio aver "cresciuto" gente come Gasparri e La Russa. Purtroppo per Fini, il valore di un generale si vede anche dai suoi marescialli!

 

Ma quando si scrive Marianne, a chi si allude? (la domanda è ovviamente retorica)

 

penso che su Fini pendano altre colpe, come ad esempio aver "cresciuto" gente come Gasparri e La Russa.

 

Questo è verissimo. Ogni volta che sento quei due parlare (capita molto raramente!) mi prende uno spasmo dolorosissimo allo stomaco ... è incredibile come siano riusciti a metabolizzare la loro ideologia, trasformandosi fisicamente nel prototipo caricaturale del fascista violento ed ignorante.

Approfitto per chiarire che GF non è diventato il mio "politico di riferimento"! Io ho solo fatto una constatazione, non ho sposato (politicamente parlando) nessuno. Finché gente come BS&Co lo guidano, non voterei mai per il PdL  ...

Io non penso Fini abbia alcuna colpa per il semplice motivo che delle sue colpe non gli importa niente. Dubitiamo forse che GF rinnegherebbe tutto il suo passato di fronte a, chesso', l'opportunita' di dinvetare Presidente della Repubblica?

La condotta di questi giorni e dei mesi passati e' la prova - estremamente convincente - di come GF sappia comportarsi quando ritiene sia vantaggioso difendere le istituzioni.

La questione e' perche' lo sta facendo, e se continuera' a farlo in futuro.

A me sembra che questo ruolo di Fini sia insito nello sviluppo di questo ventennio. Scrissi un lungo post nel 2002 che mi sembra ancora attuale (e dice del ruolo appunto di Fini): chi avesse un'infinita pazienza puo' vederlo qui:

idee-ideologie.blogspot.com/2008/04/i-prossimi-ventanni-scritto-nellaprile.html

Comunque, in sintesi, credo che ci siano cicli ventennali ben riconoscibili e quello in cui siamo ora, iniziato nel 2002 circa, e' costituito da un decennio di dominio di BS (basato su controllo mediatico del "popolo" e corruzione, a tutti i livelli, degli ambienti dirigenti) ed un altro decennio di contenuta rivolta contro questo mondo, incarnata da Fini. Questo secondo decennio si aprira' con l'elezione di BS a Presidente della Repubblica, quindi nel 2013 circa, e durera' un po' meno dei due mandati.

L'opposizione non interna alla destra sara' sempre piu' irrilevante, fino a quando il tutto non sara' piu' sopportabile verso la fine del secondo mandato presidenziale: un qualche avvenimento provochera' l'implosione del sistema di potere e la gente si ricordera' improvvisamente di tutto quanto avvenuto in questi vent'anni.

Questo sarebbe il nostro grande statista e salvatore della patria?

"Il nuovo partito fondato da Berlusconi in piazza San Babila? Comportarsi nel modo in cui sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Da queste mie parole, volutamente molto nette, voglio che sia a tutti chiaro che, almeno per quel che riguarda il presidente di An, non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi... Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione. Se vuole fare il premier, deve fare i conti con me, che ho pure vent'anni di meno. Mica crederà di essere eterno... Lui a Palazzo Chigi non ci tornerà mai. Per farlo ha bisogno del mio voto, ma non lo avrà mai più. Mai. Si faccia appoggiare da Veltroni" (Gianfranco Fini, 18 novembre 2007)

E c'é anche chi gli fa le standing ovation....

I miei due cent sull'argomento.

Secondo me il comportamento di GF e' un mix dovuto essenzialmente ad alcuni fattori scatenanti:

1. sa che con una moderata opposizione dall'interno del partito guadagna in visibilita' dentro e fuori, senza perdere i benefici che ha ottenuto attaccandosi all'epoca al carro vincente, e che fosse vincente se ne e' accorto perche' non e' certo stupido.

2. e' un bastian contrario per carattere (*), quindi si trova bene a difendere le istituzioni quando gli altri intorno a lui le attaccano.

3. non credo che abbia alcuna simpatia per la lega, in quanto la cultura politica italiana, da ambo le parti, e' tipicamente centralista e dirigista (**). 

Riguardo i suoi colonnelli: quando erano suoi, gli conveniva averli cosi' supini sulle sue posizioni - era lui a dettare le loro regole. Adesso che sono sul libro mastro di un altro, semplicemente hanno cambiato "supinatura", e la differenza si vede.

 

(*) non ricordo dove lo lessi e non ho tempo di cercarlo adesso, ma in pratica lessi che entro nell'MSI per reazione all'ambiente "rosso" della sua Bologna.

(**) forse  abuso di questi termini, ma l'Italia moderna secondo me e' culturalmente centralista, dirigista e decisionista sin dalla unificazione.

Scusate, so che non c'entra molto - well, un po' c'entra: come si fa ad avere come leader uno così e poi riempirsi la bocca con parole come "stile", "classe", "eleganza", "tradizione", "cultura" e via classicheggiando da fighetti di via manzoni? - ma mi sembrava grave che su nFA non ci fosse un link a questo Daily Show ...

Ma Boldrin ha iniziato a vedere la tv? :-)

L'avevo postato sul mio blog, qualcuno dirà "dagli al comunista" di Jon Stewart, é il complotto comunista. Comunque dopo che l'avevo fatto circolare in Italia il link é apparso su tutti i giornali comunisiti come Repubblica e Corriere, ma credo che pochi conoscono il programma di satira americano.

We owe some apologies...

Questo probabilmente c'entra ancora meno, però dopo averlo visto sulla BBC, pensavo che potesse dare un'idea di come il paese è visto da fuori.

 

Ecco Fini sulle liberalizzazioni oggi:

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/06/fini-antitrust-liberalizzazioni.mercati.shtml

 

"è stata, da più parti, rivendicata la superioritá dell'intervento pubblico e si è invocata una più estesa presenza dello Stato nell'economia, unitamente all'introduzione di vincoli più stringenti alla libertá di iniziativa economica. Questo diffuso atteggiamento appare quanto meno singolare a fronte di una crisi alla cui genesi hanno contribuito, in misura assolutamente non secondaria, scelte pubbliche errate o insufficienti"

 

Adesso che ci penso, non mi capita spesso di leggere commenti di questo tipo in Italia. Mi stupisco che sia proprio Fini a dire queste cose, tra l'altro. Purtroppo, pero', il ruolo dell'antitrust e' stato molto sminuito dalla faccenda Alitalia.

:-o 

sono sbalordito: " il concorso di questi errori, ha detto Fini «ha prodotto una miscela perversa di opacitá, conflitti di interesse e distorsioni nel meccanismo di formazione dei prezzi dei titoli. Un vasto numero di intermediari finanziari ha così potuto trasferire su soggetti terzi i rischi eccessivamente elevati, ma non riconoscibili e valutabili dal mercato, assunti nel perseguimento di politiche imprenditoriali fortemente orientate ai risultati di breve periodo piuttosto che ai canoni di una sana e prudente gestione»."

Ci mancava solo che parlasse di hidden action e cascavo dalla sedia.

Che debba arrivare dalla destra "nera" il cavaliere bianco?

 

Adesso che ci penso, non mi capita spesso di leggere commenti di questo tipo in Italia.

 

Concordo.  Il discorso di Fini va comunque messo nel contesto di una riunione in cui veniva presentata la relazione dell'Autorita' anti-trust. Mi domando chi ha scritto quel testo: e' una sopresa insperata constatare che negli ambienti politici romani esiste qualcuno che capisce e scrive correttamente di economia e statalismo.

Sarebbe stato piu' utile all'Italia che Fini avesse raccomandato minore invasione statale nel mercato quando sia nel Berlusconi/2001 sia nel Berlusconi/2008 il governo ha approvato gli aiuti di Stato mascherati da prestiti all'Alitalia, e poi ancora di piu' quando hanno avuto la bella pensata di "salvare" assieme all'Alitalia anche AirOne combinandole in un unico soggetto al fine di ripristinare il monopolio sulla Milano-Roma.

Oggi La Stampa pubblica un riassunto delle recenti iniziative di Fini.

Ed una conferma dell' encefalogramma piatto a sinistra.

 

Della serie "conoscere i propri polli" per meglio tirar loro il collo e spennarseli!

Come previsto, Feltri ha confermato le mie affermazioni di alcuni mesi fa:

Gianfranco Fini è un comunista.

Appena Fini annuncia che è diventato "ex comunista" gli scrivo un biglietto di simpatia ... comincia ad imitarmi, meglio tardi che mai! Un giorno o l'altro, magari, annuncia che è anche lui un "liberista" se non proprio un libertario (occorre saper accontentarsi, specialmente ad una certa età!)

Grazie anche a Feltri per essere tutto ciò che ho sempre pensato fosse.

Anche quelli che valgon poco (poco? niente, vah) a volte son utili alla storia del mondo. Servono a mettere in risalto differenze che, altrimenti, non si noterebbero. E, come diceva quell'altro, ciò che conta è la differance ...

Che sia l'unico a fare opposizione è la pura e amara verità italiana (anche se avrei da ridire su come, quando e perchè..meglio lasciar stare, vah!). Probabilmente è anche l'unico facente parte del PdL che di PdL ha ben poco, ma di AN gli è rimasto praticamente tutto. 

Per quanto riguarda il "liberista" la vedo dura, ma veramente dura. Tuttavia, come si sa, tutto può succedere nella nostra polLitica.

 

 

il popolo a cui il "P" in PdL si riferisce ritiene, evidentemente, che il "conduttore" sia intoccabile e che le cose che Fini ricorda e dice siano irrilevanti.

 

Stiamo parlando di un buon 60% dell'elettorato, qualcosa come 22-24 milioni di persone maggiorenni e in gran parte con patente di guida. Impossibile contrastarli. La componente suicida di Fini è quella elitaria. In un paese senza élites chi si mette contro il popolo bue è finito.

Sono un nuovo iscritto. un saluto a tutti e vengo al sodo.

BS ha bisogno di comunisti!! e se non ne trova in giro se li fabbrica in casa. Nel '94 quando il PC era ancora un PC, una parte dell'elettorato era pronta a votare per un fagiano pur di non trovarsi i presunti cosacchi al governo. Berlusconi prese il posto della DC nel ruolo di" male minore" e tuttora vive di quell'immagine che,come vedete,coltiva con immenso amore.

Una nota di conforto: un male minore si vota finche' non ne arriva uno ancora minore. SPEREM!!!