150 Miliardi di ... "solidarietà"

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Quanto è equo il sistema contributivo delle pensioni italiane per i lavoratori giovani?

Dipende da quanto i contributi, versati oggi da chi lavora, vadano a definire l'ammontare della propria pensione domani. Da questo punto di vista qualche dubbio possiamo averlo...

Per molti, il sistema contributivo introdotto nel ’95 con la Riforma Dini (Legge 335/1995) oltre ad essere assolutamente necessario per rendere “sostenibile” il nostro sistema pensionistico, è anche più equo per il singolo contribuente, in quanto gli permetterà di avere una pensione proporzionale ai contributi versati, senza le “ingiustizie” del sistema retributivo precedente. Ovviamente, perche il sistema possieda questa caratteristica di equità tutti i contributi che ogni lavoratore versa durante la propria vita dovrebbero effettivamente cumularsi, in media al tasso di crescita del PIL, per definire la propria pensione.

I contributi, infatti, hanno una doppia valenza: oggi fungono da "entrate" dell'INPS che li utilizza per pagare le pensioni di chi già ha smesso di lavorare; domani, diventeranno la base di determinazione della pensione che il lavoratore riceverà la quale (secondo la legislazione) dovrà essere proporzionale a quanto accumulato nel montante individuale. Se una parte dei contributi che un lavoratore riceve vengono utilizzati solo per la prima funzione (pagare le pensioni attuali) ma non per la seconda (calcolare il montante della futura pensione del contribuente) il criterio di equità verrebbe a sparire. Detto altrimenti: se una parte dei pagamenti all'INPS avesse solo la prima funzione e non la seconda, perderebbe la natura di contributo e diventerebbe un'altra cosa. Una tassa occulta.

E’ proprio quello che accade nel nostro attuale sistema di prelievo contributivo, così come possiamo scoprire dalla lettura dei bilanci INPS. Consultando ad esempio l’ultimo Rendiconto Generale disponibile, quello del 2008, scopriamo quanto segue: il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) (il grosso, si può dire, della Gestione INPS) ha chiuso il 2008 in attivo, dopo anni di perdite, ma conserva un situazione patrimoniale fortemente negativa (circa 123 Miliardi). Per contro, la Gestione delle Prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti (che gestisce maternità, malattie, mobilità, cassa integrazione, etc..) ha sempre, ogni anno, risultati abbondantemente positivi (5,7 Miliardi nel 2008, nonostante le crisi, su circa 18 Miliardi di contributi versati) ed una situazione patrimoniale molto “ricca” (oltre 175 Miliardi).

Queste diverse “gestioni” sono alimentate da differenti aliquote contributive, come specificato in queste tabelle INPS. La figura seguente riporta invece gli attivi della Gestione Prestazioni Temporanee INPS durante l'ultimo decennio.

Risultato di Esercizio Gestione prestazioni temporanee INPS - anni 1999-2008

Questo grafico, che evidenzia enormi attivi tutti gli anni, fa nascere subito una prima considerazione: se la Gestione delle Prestazioni Temporanee è sempre abbondantemente in attivo significa che vengono raccolti molti più contributi di quelli necessari per coprire tutte le prestazioni. Ma allora, perché non ridurre questi contributi?

Lasciamo in sospeso la domanda e torniamo al Bilancio 2008 dell’INPS, precisamente allo Stato Patrimoniale del FPLD. Da questo si scopre che tra le passività del Fondo si trovano debiti per circa 150 Miliardi verso la Gestione Prestazioni Temporanee. Questi debiti non sono altro che anticipazioni, a titolo gratuito, che la Gestione ha fatto, nel corso degli anni, al FPLD. Ad esempio, nell’anno 2008, l'anticipazione è stata di 3,5 Miliardi circa.

Perché questo passaggio di risorse dalla GPT al FPLD? Nient’altro che per un “principio di solidarietà”, sancito dall'art.21 della legge n.88/1989, che così recita:

Fondi dei lavoratori dipendenti

1. Nell'ambito del comparto riguardante la gestione dei lavoratori dipendenti, oltre al fondo di cui all'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639 , è istituita la gestione di cui al successivo articolo 24.
In tale ambito il consiglio di amministrazione può deliberare l'utilizzazione, senza corresponsione di interessi, degli eventuali avanzi di gestione.

Ecco spiegato quindi quel debito da 150 Miliardi. Fin qui la giustificazione "legale", ma resta la domanda che avevamo lasciato in sospeso. Perché non vengono ridotti i contribui alla GPT?

Come abbiamo visto, dati gli avanzi della GPT, sarebbe possibile diminuire i contributi a carico dei lavoratori per il finanziamento di questa gestione. Se l'esigenza fosse solo quella di "ripianare i conti" del FPLD, basterebbe poi aumentare i contributi pensionistici della stessa misura in cui si diminuiscono quelli per malattia, maternità, cassa integrazione, etcetera. In busta paga i lavoratori non vedrebbero alcuna differenza. Perché non si fa questo semplice, equo e trasparente aggiustamento?

È presto detto: con questo sistema i pagamenti dei lavoratori alla GPT non costituiscono contributi pensionistici! Ciò significa che non finiranno nel montante individuale per il calcolo delle pensioni future. Così facendo diminuisce il debito futuro dell'INPS verso i contribuenti attuali.

I pagamenti che costoro effettuano alla GPT sono quindi una pura tassa: per la parte sistematicamente in eccesso agli esborsi della GPT essi servono solo per pagare pensioni di altri, ossia degli anziani oggi in pensione! Essi non verranno mai utilizzati per calcolare domani la pensione di chi oggi li paga. Si tratta, insomma, di un trasferimento dalla generazione dei "giovani" (quelli che adesso sono in età lavorativa) alla generazione degli "anziani" (coloro che sono attualmente in pensione). O, detto altrimenti, una tassa occulta sui giovani per pagare delle pensioni che, altrimenti, il sistema non potrebbe piu' permettersi e che, infatti, non pagherà domani ai giovani di oggi.

Un piccolo atto di "generosità intergenerazionale" occulta e forzosa che ha già fruttato 150 Miliardi di euro.

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Commenti

Ci sono 39 commenti

La situazione non può che peggiorare, dato che stanno andando in pensione lavoratori anziani a regime retributivo e vengono sostituiti da giovani a regime retributivo. I primi non pagheranno più contributi ma avranno diritto alla loro pensione, che dovrebbe essere pagata dai contributi - e quindi dai giovani. Esattamente gli stessi contributi che dovrebbero accumularsi sui conti individuali dei lavoratori per pagare la propria pensione

 

due domandine:

ma la questione è forse più formale che sostanziale? intendo: guardare alla "solidarietà" analizzando il funzionamento delle pensioni non è un'ottica parziale di un problema generale? se la "solidarietà" è tassa palese o occulta cambia poi molto alle tasche di chi la paga?

 

quali sono, se ci sono, i motivi per cui non dovremo aspettarci che gli stessi incentivi che han fatto traslare costi da una generazione ad un'altra non applichino nuovamente?

 

grazie mille

Un OT: piu' di un anno fa il Ministro Brunetta varo' una norma che permetteva alle amministrazioni di pensionare (anche forzosamente) i dipendenti pubblici che avessero raggiunto 40 anni di contributi.

Qundi ci son stati lavoratori che, loro malgrado, sono stati (o verranno) messi a riposo ben prima dei 65 anni (p.es. alcuni ricercatori che abbian riscattato gli anni di laurea vanno a riposo a 62 anni).

Ora, per far fronte alla crisi, si parla di finestre mobili (che poi vuol dire innalzare l'eta' pensionabile).

Come si spiega questa stranezza? Non e' che il Governo sta correndo ai ripari per tappare i buchi lasciati dalle proprie politiche sconsiderate?

Saluti,

c.c.

 

Ecco, vorrei vedere i giovani che sventolano questo post stile Libretto Rosso di Mao alle manifestazioni o ai sit in al Ministero delle Finanze.

Sarebbe tempo perso, hanno già risolto così :-)

 

Anch'io vorrei vederli, da parte mia farò girare il link ad amici e parenti... ma il fatalismo che serpeggia non conosce crisi....

Post interessante perchè svela un "trucchetto" poco noto utilizzato per far quadrare i conti INPS. Andrebbe fatto obbligatoriamente leggere a tutto coloro che sostengono che il bilancio dell'INPS è in attivo e che è tutta colpa dell'assistenza scaricata sulla previdenza. La conclusione però è un po' paradossale e meno condivisibile. Se il sistema retributivo a ripartizione non stava e non sta in piedi aumentare fittiziamente i contributi non è la soluzione, ma serve solo a creare ulteriori aspettative difficilmente realizzabili. Ai tempi della riforma Dini, coloro che si opponevano all'adozione integrale del nuovo sistema di calcolo "contributivo a ripartizione" sostenevano che ciò non era equo perchè coloro che erano più vicini all'età della pensione avevano già maturato delle aspettative (altrimenti dette "diritti acquisiti") che non potevano essere deluse ed erano troppo vecchi per poter ricorrere alla previdenza complementare (tutte balle naturalmente). I principali sostenitori di qs tesi stavano alla CISL dell'ineffabile Marini. Al contrario, la CGIL era favorevole al pro-quota. Successivamente hanno cambiato idea anche loro.

Conclusione: se le pensioni "retributive" non sono sostenibili, perchè eccedono attuarialmente i contributi versati, andavano e andrebbero ridotte. Ciò che accadrà tra qualche anno invece, è che verranno ridotte, al di sotto del valore attuariale della contribuzione, proprio le pensioni contributive, perchè la contribuzione futura della popolazione occupata non sarà sufficiente a far fronte alle prestazioni promesse.

 

Se le pensioni "retributive" non sono sostenibili, perchè eccedono attuarialmente i contributi versati, andavano e andrebbero ridotte

 

Hai ragione, soprattutto quelle più "privilegiate", ma visto che l'ipotesi mi sembra, purtroppo, irrealizzabile.. si ragionava su questioni più realistiche.

la mia tesi è che, nella sostanza, cambia comunque poco: le pensioni sono in ogni caso pagate dalla popolazione attiva.
Cerco di spiegarmi: il denaro serve (ai pensionandi come a chiunque) per posticipare l'acquisto di beni e servizi; scelgo di tenere da parte una quota del mio reddito per spenderlo più avanti, quando non potrò più generare il reddito che mi conviene. Il denaro rappresenta il diritto all'uso di una quota dei beni e servizi fisici globalmente diponibili: siccome i beni e servizi fisici dipendono (oltre che dalle materie prime e dagli investimenti in infrastrutture) dall'offerta di manodopera, la diminuzione di quest'ultima comporta la riduzione del potere d'acquisto del denaro. Se non c'è il fornaio che tutte le mattine fa il pane un pacco di banconote non mi toglie l'appetito!
In pratica, il benessere futuro dei lavoratori di oggi dipenderà dal numero di lavoratori della prossima generazione e dalla disponibilità di materie prime e investimenti oculati in infrastrutture più che dall'accumulo nominale di ricchezza: visto l'andamento della popolazione (almeno per quanto riguarda i paesi più sviluppati), il progresivo esaurimeno delle risorse materiali (petrolio in primo luogo) e il malinvestimento degli ultimi anni (a causa della politica monetaria irresponsabile), il nostro futuro si presenta decisamente incerto.

Con un sistema contributivo le pensioni NON sono finanziate dalla popolazione attiva, è esattamante la definizione di sistema contributivo! Inoltre la diminuzione dell'offerta di manodopera (perché nessuno ha più voglia di lavorare o per ragioni demografiche??) riduce proporzionalmente la domanda di beni (a meno che quelli che non hanno voglia di lavorare vadano tutti a rubare), quindi non mi è chiaro perché il denaro perderebbe valore. Poi se non c'e' il fornaio che tutte le mattine fa il pane, posso sempre comprarmi la farina e farmelo da solo o importare pane dall'estero...

I contributi, infatti, hanno una doppia valenza: oggi fungono da "entrate" dell'INPS che li utilizza per pagare le pensioni di chi già ha smesso di lavorare; domani, diventeranno la base di determinazione della pensione che il lavoratore riceverà la quale (secondo la legislazione) dovrà essere proporzionale a quanto accumulato nel montante individuale. Se una parte dei contributi che un lavoratore riceve vengono utilizzati solo per la prima funzione (pagare le pensioni attuali) ma non per la seconda (calcolare il montante della futura pensione del contribuente) il criterio di equità verrebbe a sparire. Detto altrimenti: se una parte dei pagamenti all'INPS avesse solo la prima funzione e non la seconda, perderebbe la natura di contributo e diventerebbe un'altra cosa. Una tassa occulta.

La riforma DINI non ha introdotto un sistema a capitalizzazione pubblica nè tantomeno individuale ma solo un calcolo della rendita pensionistica che simula tale capitalizzazione

Il sistema rimane a ripartizione come è dal 1952 quando , per effetto dell'inflazione postbellica i capitali accantonati in un sistema a capitalizzazione collettiva , erano avaporati ed avrebbero permesso di pagare pensioni circa un decimo di quelle pagate nel 1935.

Tutti i contributi versati in un dato periodo vengono usati per pagare le pensioni nello stesso periodo. Non esistono due funzioni per i contributi ma solo la prima.

Quindi dal 1952 i "giovani" ( leggi lavoratori in attività ) pagano per i "vecchi" ( pensionati );  i pensionati attuali ( vecchi attuali ) ricevono dai lavoratori attuali (giovani attuali) quello che hanno pagato per i pensionati ( vecchi di allora) di quando erano in attività ( giovani di allora).

Questa musica dei giovani che pagano per i vecchi , inventata da Letta per togliere qualche diritto ai "vecchi" senza darne di nuovi ai "giovani" e per innescare la solita guerra tra poveri , e' oramai trita e ritrita.Casomai i "vecchi" hanno già pagarto per 35 - 40 anni i "giovani" stanno pagando.

Questo è il sistema e ciò che avviene oggi continuerà domani.

L'attivo di esercizio e patrimoniale riportato come dimostrazione di furto ai giovani è improprio.

Poichè tale Fondo è stato costituito con la legge Treu nel '97 la situazione non potrebbe essre diversa. E' normale che che il rapporto fra chi contribuisce ( 1.821.000 ) e chi percepisce la pensione ( 184.483 ) , quasi 10 , produca un bilancio positivo ed abbia determinato un avanzo patrimoniale notevole. ( il rapporto era infinito nel 97 , 11,44 nel 2007 , 9,87 nel 2008 ).Il fondo Parasubordinati sarà a regime fra una ventina di anni.

Se spaccassimo idealmente il FPLD in due , uno con i lavoratori che hanno iniziato a contribuire nel 1997 ed uno con gli altri , il primo sarebbe nella stessa condizione del Fondo parasubordinati.

Visti gli avanzi di gestione e patrimoniale non si puo però pensare di ridurre i contributi : considerato il sistema di calcolo del "contributivo" , questo darebbe un vantaggio a chi contribuisce nei primi anni oppure , se nel calcolo si tenesse conto di questa diminuzione , diminuirebbe a suo tempo l'assegno di pensione.

D' altra parte esiste anche il caso opposto : per esempio quello della sottogestione ex INPDAI ( Dirigenti industriali ) nell'ambito della gestione FPLD.

Il rapporti iscritti ( che versano ) e pensionati è sceso da 2,45 del '92 a 0,93 del 2002 e a 0,41 del 2008 per il fatto sia demografico sia delle molto minori nomine a dirigente. ( e , nel 2003 , non essendo più sostenibile la gestione INPDAI Confindustria ha fatto confluire i dirigenti nell'INPS )

e qui cosa facciamo considerato che i contributi versati sono stati nel 2008 2374 milioni e le prestazioni 5143 milioni?

Moltiplichiamo per 2,17 i contributi o riduciamo le pensioni al 46 % del livello attuale.

Si noti che nella stessa situazione dei dirigenti ex-INPDAI ci sono altre tre sottogestioni del FPLD : il fondo Trasporti , Elettrici e Telefonici. ( tabella 1 )

Sarebbe anche interessante dare un'occhiata ai Fondi Coltivatori diretti ed Artigiani.

Perché questo passaggio di risorse dalla GPT al FPLD? Nient’altro che per un "principio di solidarietà", sancito dall'art.21 della legge n.88/1989 (http://www.inps.it/Doc/Nuove/Interinale/Legge%2088-89.htm), che così recita:

Il passaggio dei 3,5 miliardi ( 3427 milioni ) dalla GPT al FPLD rientra nei compiti istuzionali del GPT stesso : sono infatti a copertura di contributi contributi figurativi per i lavoratori in CIG o in disoccupazione ( pag 140 - 141 ).

La GPT infatti eroga l'integrazione di salario ai lavoratori in CIG e i relativi contributi non altrimenti versati al FPLD. 

Non mi scandalizzerebbe comunque se il fondo prestazioni temporanee ( CIG , Invalidità , malattia ) , avendo  una situazione patrimoniale positiva oltre 175 miliardi , trsferirisse risorse alle Gestioni pensionistiche.I versamenti di entrambi provengono pur sempre dal lavoro  e se c'è uno sbilancio significa solo che non è stata prevista una partizione degli stessi più aderente ai bisogni. Voglio poi fare notare che anche con l'impennata della CIG di questi anni , il bilancio preventivo INPS 2010 stima la situazione patrimoniale della Gestione prestazioni temporanee in crescita ( > 183 miliardi )

Sono poi daccordo che sarebbe più equo aumentare i contributi pensionistici e diminuire quelli sociali.

L'interesse oltre a quello espresso dall'articolo è anche che è sempre utile mostrare dei passivi per convincere i cittadini circa la necessità di interventi.

O.T. qualcuno mi insegna a quotare?Non ci riesco1 lnflda@libero.it

tabella

 

 

 

    
    
 

 

 
 

FPLD

 
 

FPLD

 
 

FPLD

 
 

 

 
 

senso stretto

 
 

sottofondi

 
 

totale

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

 

 
 

BILANCIO GESTIONE 2008 mil€

 
 

9229

 
 

-6782

 
 

2447

 
 

PASSIVO PATRIMONIALE mil€

 
 

-85572

 
 

-37835

 
 

-123407

 
 

ISCRITTI #

 
 

12590000

 
 

255766

 
 

12845766

 
 

PAS. PATRIM. / ISCRITTO €

 
 

-6797

 
 

-147928

 
 

-9607

 
   
    
    
    
    

 

 

 

 

Questa musica dei giovani che pagano per i vecchi , inventata da Letta per togliere qualche diritto ai "vecchi" senza darne di nuovi ai "giovani" e per innescare la solita guerra tra poveri , e' oramai trita e ritrita.Casomai i "vecchi" hanno già pagarto per 35 - 40 anni i "giovani" stanno pagando.

Non capisco mai i diritti nuovi chi li dovrebbe pagare... Ma a parte questo: se io pago contributi che hanno un valore alla data della pensione di FV(Ci) e ricevo alla data della pensione (in valore attuariale) un flusso di cassa che ha valore PV(Pi) e FV(Ci) > PV(Pi) direi che sto pagando per i vecchi, plain and simple. Del resto i contributi in Italia servono anche a pagare le pensioni di anzianità dei dipendenti pubblici 45enni andati in pensione col minimo di anzianità contributiva (14 anni sei mesi e un giorno) si o no? Beh mi sembra difficile sostenere che i giovani non paghino per i vecchi nel senso che pagano per un privilegio acquisito che a loro non è (giustamente) concesso.

Vedo solo ora il tuo commento; provo a replicare.
Innanzitutto , da quel che ho capito, mi pare che qui su NfA non esista alcun "coro", quindi ben vengano discussioni sui temi proposti.
Entrando nel merito:

 

La riforma DINI non ha introdotto un sistema a capitalizzazione pubblica nè tantomeno individuale ma solo un calcolo della rendita pensionistica che simula tale capitalizzazione

 

Sarà pur così, ma la "simulazione" (che comunque si basa "quasi" sui contributi versati) non dovrebbe contenere trucchi.

 

Poichè tale Fondo è stato costituito con la legge Treu nel '97 la situazione non potrebbe essre diversa. E' normale che che il rapporto fra chi contribuisce ( 1.821.000 ) e chi percepisce la pensione ( 184.483 ) , quasi 10 , produca un bilancio positivo ed abbia determinato un avanzo patrimoniale notevole. ( il rapporto era infinito nel 97 , 11,44 nel 2007 , 9,87 nel 2008 ).Il fondo Parasubordinati sarà a regime fra una ventina di anni.

 

Qui, sinceramente, non ho capito cosa c'entri il fondo Parasubordinati; nell'articolo si parla degli avanzi della Gestione Prestazioni Temporanee.

 

Il passaggio dei 3,5 miliardi ( 3427 milioni ) dalla GPT al FPLD rientra nei compiti istuzionali del GPT stesso : sono infatti a copertura di contributi contributi figurativi per i lavoratori in CIG o in disoccupazione ( pag 140 - 141 )

 

Anche qui, si parla di altro; i dettagli sul passaggio di 3,5 Miliardi (3510 Milioni) li trovi a pagina 145 del tomo 1.

 

La confusione, che anche VincenzoP fa, è nominale. I maledetti estensori della riforma Dini (lasciamoli anonimi) per pure ragioni di propaganda politica decisero di chiamarlo "contributivo". Ma non lo era. Non nel senso standard della parola: tu contribuisci ad un fondo, i tuoi contributi si capitalizzano ad un certo tasso e con il capitale accumulato ti paghi la pensione quando smetti di lavorare. Il sistema "contributivo" INPS NON funziona così! Insomma, la parola "contributivo" è una menzogna, che il diavolo affoghi quei due che la vollero.

Venerabile Maestro (no pun intended!), nell'occasione parlavo della textbook definition di contributivo :) Pensavo che nel commento di Giorgio si parlasse della differenza tecnica tra i due sistemi, non del caso italiano! Magari ho capito male io pero'... Come funzioni il "contributivo" INPS purtroppo lo so bene non tanto per averlo studiato quando per averlo subito sulla mia pelle (la gioia di costare 60K per vederne 28 netti in busta paga nonostante una pensione attesa da fame!). Ho già in programma di far presente a mio padre quando andrà in pensione che la sua pensione la pago io (dovessi lavorare in Italia, sperém che no) per farmi restituire una parte del maltolto (def. "solidarietà intergenerazionale")